di Adria Bartolich
Da un recente dossier pubblicato dalla Cisl Scuola,
reperibile su Internet, sull’andamento
delle assunzioni e del precariato,
emergono dei dati interessanti e al
contempo particolarmente preoccupanti.
Dallo studio infatti si ricava che, se
nei primi cinque anni dell’ultimo decennio, le assunzioni nella scuola sono
state circa 100.000, negli ultima
quattro anni sono salite a circa
190.000. Quasi il doppio. Certo, nel frattempo è stata introdotta “Quota 100”,
con pensionamenti anticipati, che nella scuola sono stati abbondantemente sotto
le 10.000 persone. Ci mettiamo anche un po’ di opzioni donna, cioè la misura
che dà la possibilità alle donne di uscire anticipatamente con una decurtazione
di quasi di 1/3 della pensione, quindi in condizioni non particolarmente
vantaggiose, e perciò utilizzata con particolare cautela. Rimane però da capire
cosa non funzioni nella programmazione del Miur per i dipendenti della scuola. Infatti, se nel
2011, in anni di piena crisi economica, le assunzioni procedono a una media di circa 20.000
all’anno, con punte più alte e più basse, ma che comunque possiamo definire
quasi fisiologiche, la ragione per cui a
partire dal 2016/17 la media delle assunzioni
annuali quasi raddoppia, attestandosi
attorno ai 47.000 (arrotondata per difetto) resta francamente un mistero. E il
fenomeno è ancora più inspiegabile se, alla cospicua media degli ultimi quattro
anni, aggiungiamo la storica assunzione
di 102.734 precari effettuata dal
governo Renzi con la Buona Scuola nel
2015, con il conseguente azzeramento di molte graduatorie ad esaurimento, che
porta il totale complessivo negli ultimi cinque anni alla ragguardevole cifra totale di 291.134 e alza la media annuale
dai circa 20.000 all’anno del
primo quinquennio ai quasi 60.000 (58.351 per l’esattezza) attuali. Si
dirà che l’obiettivo, assolutamente encomiabile, era la riduzione del
precariato, ma poi se andiamo a vedere i
dati relativi ai supplenti annuali, gli incarichi cioè che attribuiscono gli ex
provveditorati e sono solo una parte
delle supplenze (poi ci sono quelle con la chiamata effettuata dai dirigenti
) vediamo che aumentano anche queste. Se
nel 2010/2011 sono 115.700 (con le assunzioni quasi bloccate dalla crisi) , nel
2018/2019 sono state 155.000 e comunque sempre in incremento dall’anno della
Buona scuola. Certo, sarebbe interessante vedere anche come sono distribuite sia le assunzioni che le
supplenze, altrimenti siamo alla famosa media del pollo, ma questo non lo
sappiamo. Però la domanda nasce spontanea: cos’è successo? Specialmente
se pensiamo che il numero degli alunni è diminuito. E soprattutto, dove
sono, visto che qui battagliamo ancora per avere gli insegnanti di sostegno e i
supplenti?
Lascia un commento