I lavori sul lungolago fanno scivolare i terreni sempre più in profondità

Le grandi opereLa conferma dalle foto satellitari consegnate al ComuneLentamente sprofondano. Lo dimostrano le foto scattate dall’alto dei cieli. Si parla di centimetri – alcuni centimetri – anche se i numeri definitivi saranno diffusi solo la prossima settimana. Il cantiere delle paratie, nel segmento del primo lotto, avrebbe avuto dunque un impatto importante su diversi edifici della zona. Confermati, insomma, i timori dell’amministrazione.La novità emerge clamorosamente in queste ore ed è contenuta negli studi preparati dall’Università dell’Insubriae dal Politecnico di Como. I documenti sono stati ultimati e consegnati all’amministrazione completi dell’ultimo passaggio, il più atteso: le fotografie satellitari. Scatti precisi al centesimo di millimetro che dimostrerebbero l’inesorabile discesa verso il basso di case e palazzi durante il cantiere, dunque al di là del fenomeno noto come subsidenza.Le foto satellitari si candidano, dunque, a essere l’asso nella manica dell’amministrazione e del sindaco Mario Lucini che la settimana prossima tornerà in Regione per riprendere i fili del confronto avviato quest’estate.Il primo cittadino di Como punta a bloccare il progetto antiesondazione almeno così come è stato concepito fino a oggi, e un avallo tecnico-scientifico dovrebbe rafforzare questa tesi.Oltre alla novità degli scatti dallo spazio – che sono parte dello studio geologico realizzato dall’Insubria – il Comune può contare sui dati del Politecnico, che ha analizzato le piene e i livelli del lago. Obiettivo, valutare se sia corretta la quota di 200,30 centimetri sul livello del mare per la difesa della città dalle esondazioni. Lo studio dice che esistono i margini per rivedere la soglia. Insomma, sarebbe possibile evitare di innalzare ogni forma di paratia sul lungolago. C’è però un’incognita che pesa sulla trattativa Comune-Pirellone. Ed è lo stato di crisi in cui versa la Regione: le imminenti elezioni (siano esse in dicembre o, peggio, in gennaio o aprile) potrebbero indebolire gli interlocutori politici di Lucini e lasciare il confronto in mano a tecnici e dirigenti, rallentando così le decisioni finali. Il Comune, chiusa la parte analitica (suffragata appunto dai lavori degli atenei), vorrebbe presentare il nuovo “Progetto Paratie” entro la fine dell’anno.
Davide Cantoni