Il tempo liberato e l’elogio dell’ozio

di Agostino Clerici
Con l’avvicinarsi del mese di agosto si fa prossimo il tempo
delle vacanze estive per milioni di italiani. Le ferie non sono più concentrate
come una volta attorno a Ferragosto, e si spazia da giugno a settembre, ma per
la maggior parte delle persone agosto resta il mese obbligato per ritagliarsi
qualche giorno di pausa dalle attività lavorative. Ritmi e riti sono cambiati
nel corso degli anni. Pensiamo alle cosiddette partenze intelligenti. Quando le
ferie erano concentrate per tutti negli stessi giorni, era praticamente
impossibile evitare le code di esodo e controesodo. In tanti cercavano di
anticipare o posticipare la partenza, credendo di fare una furbata. Ma siccome,
appunto, erano in tanti a credere di essere in pochi a cambiare orario di
partenza, le code di mezzogiorno si trasferivano alle sei del mattino o a
mezzanotte, con il disappunto dei vacanzieri. Oggi siamo evoluti e abbiamo un
ventaglio di giorni più ampio per le nostre vacanze, e così è stato creato un
apposito calendario estivo che, basato su dati statistici e sulla previsione
dei flussi vacanzieri, consiglia i giorni migliori per viaggiare in direzione
Sud o Nord. Sono i famigerati bollini rossi e bollini neri che contraddistinguono
le date in cui sarebbe meglio non mettersi in autostrada. Qualche risultato
benefico sulla congestione del traffico questi bollini ce l’hanno, ma non è
raro che la previsione nefasta provochi lo slittamento dei flussi al giorno
vicino. «Ma come? Non c’era il bollino verde oggi? Guarda com’è intasata
l’autostrada!», dirà l’automobilista finito magari in coda in un giorno
considerato tranquillo per il viaggio. Crediamo di poter prevedere tutto,
invece l’imponderabile esiste. Altra variabile delle ferie è il meteo. In
passato era già tanto se una previsione s’avventurava fino a tre giorni e,
quindi, si partiva incrociando le dita e affidandosi alla clemenza di Giove
pluvio. Adesso siamo tutti vittima del cambiamento climatico, che ha portato con
sé fenomeni estremi, dal caldo africano alle trombe d’aria. Il nostro
linguaggio meteorologico si è adeguato a quello degli innumerevoli bollettini
e, prima di metterci in macchina, consultiamo comodamente sul telefonino il
radar meteo che ci dice dove e quando pioverà. Tutte cose che hanno un loro
indubbia utilità, sia chiaro. Ma tra bollini rossi sull’autostrada e immagini
dal satellite, rischia di andare a farsi benedire la poesia delle ferie,
stritolata dagli stessi ritmi del resto dell’anno. Parole come riposo e ozio
sono uscite dal vocabolario delle vacanze, da cui si torna talvolta più stanchi
di quando si è partiti. Divertirsi è autenticamente umano solo se il consumo
dei desideri immagazzinati nei mesi freddi regala energia alla nostra vita, al corpo
e allo spirito. Credo che questa dimensione delle ferie estive, legata in
qualche modo al silenzio e al dialogo, e di cui ci preoccupiamo troppo poco,
sia la vera partenza intelligente che ci possiamo regalare e che possiamo
donare a chi magari condivide le vacanze con noi. Non c’è nessun radar meteo
che la possa prevedere né un bollino che la possa mettere in strada. Se il
tempo libero diventerà tempo liberato dipende unicamente da noi.