Le case di riposo lombarde diventano terreno di scontro politico. Scambio durissimo di accuse Lega-Partito Democratico
La questione Rsa tiene banco nella polemica politica. Il centrosinistra attacca duramente il governo lombardo per la gestione dell’emergenza nelle case di riposo; la Lega replica e addossa al governo le responsabilità di una situazione comunque tragica. Ieri, l’ex ministro comasco e deputata del Carroccio, Alessandra Locatelli, ha attaccato il premier Giuseppe Conte per il no del governo in commissione Affari sociali all’emendamento «che avrebbe garantito la distribuzione in via prioritaria dei dispositivi di protezione alle persone più vulnerabili e a chi lavora nelle strutture. Non si tratta di competenze ordinarie o di materie concorrenti – ha detto Locatelli – ma di un’emergenza globale, con un governo che trova più comodo scaricare su altri enti le proprie mancanze nella gestione». La replica, durissima, è arrivata dalla deputata comasca del Pd Chiara Braga, che commentando i primi numeri sull’esplosione della pandemia nelle Rsa lombarde, resi noti dalla sottosegretaria al ministero della Salute, Sandra Zampa, ha detto: «Queste cifre ci dicono una cosa chiara: la Regione Lombardia non ha fatto tutto il possibile per evitare che il contagio dilagasse nelle Rsa, dove chi è qui ricoverato è più fragile e merita un’attenzione particolare, dove chi opera ha bisogno di vedersi garantiti sistemi di protezione certi e una formazione specifica. Invece di gestire il contagio, la Regione Lombardia, sottovalutando in maniera evidente l’emergenza, ha finito colpevolmente per alimentarlo con scelte politiche totalmente sbagliate, a partire dal ritardo nella chiusura a visite esterne e dalla delibera di giunta dell’8 marzo, nella quale veniva richiesto alle Rsa di poter accogliere i malati Covid in quarantena, innescando così la miccia del contagio».