L’infettivologo Grossi dell’Insubria: «Terrorizzato dalle feste per il calcio»

Rassicura sull’efficacia dell’iter vaccinale completo anche per la variante Delta, critica duramente i professionisti della sanità no-vax e invita a non allentare troppo le misure, perché le immagini della festa per la vittoria agli Europei lo hanno «terrorizzato» in chiave di possibili contagi. Il professor Paolo Grossi, ordinario di malattie infettive, alla Facoltà di Medicina dell’Università dell’Insubria è tra i massimi esperti italiani in tema di virus. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, lo ha chiamato nel febbraio dello scorso anno, pochi giorni prima dell’esplosione della pandemia in Italia, nella task-force per il contenimento del Covid-19.«Il ciclo deve essere completo – sottolinea il professor Grossi – ma dopo la doppia dose tutti i vaccini danno copertura anche delle varianti, compresa la Delta che oggi sta prendendo il sopravvento. Anche i vaccinati però devono prestare attenzione ai comportamenti. Io sono ancora terrorizzato dalle immagini che ho visto per i festeggiamenti della vittoria dell’Italia agli Europei. Tutti abbracciati, senza mascherine. Speriamo di non dover pagare un prezzo alto per questi comportamenti. Non dobbiamo abbandonare le misure che conosciamo da un anno e mezzo». Il vaccino è infatti sicuramente efficace contro le forme più gravi del virus, ma di Covid ci si ammala ancora.«Possiamo dire con certezza che chi è vaccinato non rischia la malattia grave – spiega il professor Grossi – Ovvero quella che porta a un’ospedalizzazione e alla morte. Ma nessuna protezione è assoluta. Si potrebbe avere una sintomatologia lieve e si può così trasmettere il virus a chi non è vaccinato».In Francia, da agosto, servirà il Green Pass per entrare nei bar e nei ristoranti: questo sta creando dibattito anche in Italia. «Si tratta di scelte politiche – spiega il docente dell’Insubria – Il fatto che se ne parli è però positivo. Negli ambienti chiusi il virus circola più facilmente e provoca ancora nuove infezioni. Limitare l’accesso alle persone non vaccinate o che potenzialmente potrebbero essere infette perché prive di un tampone negativo evita la circolazione del virus». Limitazioni che oltralpe hanno dato un impulso anche alla campagna vaccinale.«I vaccini sono sicuri, i dati sulle complicanze sono davvero limitati rispetto ai benefici – sottolinea Grossi – credo che questo ormai sia chiaro per tutti. Eppure ci sono anche su Como e Varese operatori sanitari no-vax. Queste persone credo abbiamo sbagliato mestiere. Sono degli irresponsabili, perché il loro comportamento finisce per condizionare anche chi gli sta vicino – dice – Ma io dico, è possibile che si voglia correre il rischio di una nuova ondata?».«Non vaccinarsi significa questo, rischiare di fare ripiombare tutti in un incubo che viviamo da mesi. Sono stato il primo a vaccinarmi il 27 dicembre per dare un messaggio di sicurezza – ricorda – Gli ospedali devono tornare a curare i malati che non hanno il Covid. Leggevo di una giovane infermiera americana no-vax poi morta di Covid. Quali altre prove necessitano gli scettici del vaccino?», si chiede infine Grossi.