L’intelligenza latita in questa epoca oscura

L’intelligenza latita in questa epoca oscura

di Adria Bartolich

Siamo ancora in piena emergenza. Il Coronavirus sta mettendo
alla prova in modo drammatico l’economia di gran parte del nord Italia e
contestualmente anche quella dell’intero Paese di cui le regioni  settentrionali rappresentano il traino
economico.

Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna fanno da sole oltre il
40% del Pil italiano.  In altre parole,
il blocco  economico di queste regioni
sarà  una botta non soltanto per il nord
ma per l’Italia intera. Chiunque è in grado di capirlo abbastanza velocemente.

Assistiamo invece a una specie di processione di deliri che
va dalla sottile soddisfazione di vedere finalmente i lombardi respinti dai
luoghi di vacanza, al manifestarsi dell’orgoglio neoborbonico manco fosse stato
merito del Vesuvio quello di avere dirottato il virus altrove.

Sull’intera faccenda , gestita maluccio e con le istituzioni
in contrasto tra loro – ma ormai è la norma – 
si dice che ci sia stato  un
errore di comunicazione.

La comunicazione però esprime  concetti, non è un fatto a se stante . Ciò
che è mancato davvero è l’idea che nelle 
difficoltà si fa fronte unico e si superano le differenze per risolvere
i problemi.

Soprattutto, considerato il livello di rischio per tutti,
non se ne aggiungono  altri. E qui ne
abbiamo un lungo elenco.

Dal paziente risultato positivo  che scappa dall’ospedale  per tornare a casa, alle persone uscite
dall’area rossa per fare il ponte da “mammà”.

Anche le scuole ci mettono del loro. Alcuni dirigenti
scolastici, in un eccesso di zelo e incuranti delle disposizioni del decreto,
hanno convocato i collegi dei docenti e una serie di riunioni ampie,
proseguendo su di una strada da alcuni 
già percorsa da tempo,  per la
quale, in nome  di un criterio astratto
di efficienza, si deroga a leggi e disposizioni.

Solo che in questo caso non sono norme generiche ma di
carattere sanitario che impongono di evitare assembramenti.  Se è un rischio  stare in una 
classe di  20 persone,  a maggior ragione lo è presenziare a un
collegio docenti che ne ha almeno il doppio. Se è piccolo.

Poi ci sono compiti e lezioni on line. In qualche caso
possibili  e utili, in altri una vera
forzatura;  per qualcuno ha significato
riempire i ragazzi di compiti e lezioni che devono però svolgere da soli e  molti non hanno il computer né genitori in
grado di aiutarli,  quindi tanti  non li faranno mai… ma così si salva la
faccia.

Abbiamo inoltre la richiesta, da parte di un micro
sindacato, del riconoscimento del danno biologico, causa virus, per i
lavoratori della scuola, oltre un milione di persone. Mi chiedo perché per la
scuola sì e  per gli altri lavoratori no.

E  per finire, la
disquisizione sulla sanificazione degli spazi, sempre prevista dal decreto, che
tradotta in italiano significa disinfettare banchi e pavimenti con clorati e
alcol prima del rientro. Secondo alcuni dovrebbe essere appaltata a ditte
specializzate (manco si trattasse di un intervento di derattizzazione!) invece
che compito dal personale addetto alle pulizie 
già in servizio  nelle  scuole vuote.

Ci pensiamo intelligenti e consideriamo l’intelligenza una
conseguenza inevitabile dell’evoluzione. I batteri se la cavano benissimo
senza, e ci sopravvivranno se la nostra cosiddetta intelligenza non tornerà a
fare capolino, di tanto in  tanto, in
questa  epoca oscura.