Ognuno per sè in disunione nazionale

Ognuno per sè in disunione nazionale

di Marco Guggiari

Siamo tutti giustamente concentrati sulla fase due delle restrizioni, quella che aprirà spazi di libertà fuori casa. Attendiamo il passaggio a test sierologici certi e all’applicazione sui telefoni cellulari che traccerà i contatti dei nuovi contagiati con altre persone. Intanto, però, siamo sconcertati perché nelle giornate italiane da coronavirus anzichè la collegialità nelle decisioni e l’affermazione di regole comuni, imperversano caos e contraddizioni.

Colpisce in particolare la tendenza generalizzata alla disunione nazionale tra le istituzioni. Le Regioni annunciano riaperture secondo propri criteri e con un calendario fai da te. La sensazione è che al lento procedere del governo facciano riscontro fretta e mania di protagonismo in atteggiamenti e decisioni regionali talvolta velati perfino da un pizzico di schizofrenia. Non si spiegherebbe altrimenti il passaggio lombardo dal tutto chiuso, chiusissimo al repentino e opposto aperto, apertissimo….

Il governo appare imbolsito dall’affiancamento di una troppo affollata commissione di esperti e, implicitamente, è scattato una sorta di via libera del tipo ognuno per sè e tutti in ordine sparso. Benedetto il decentramento, ma in queste settimane c’è chi rimpiange un di più di Stato centralizzato. La sovrapposizione delle competenze tra Stato e Regioni, massimamente in tema di salute, è palese. Quanti scontri e polemiche sono all’ordine del giorno per rivendicare ragioni e additare torti, per cercare consensi e affermare primazie di potere politico.

Questo, però, allontana dal necessario spirito nazionale. Alcuni Paesi come Germania e Austria hanno risultati eccellenti nella lotta al Covid-19, superiori ai nostri. Non è solo questione di tradizione, di organizzazione e di risorse. Là c’è anche uno spirito diverso, non quello eternamente italico di fazione, come tra guelfi e ghibellini e più ancora, non bastando ciò, tra guelfi di parte bianca e di parte nera… I risultati poi si vedono, ad onta degli sforzi indubbiamente fatti a tutti i livelli in una situazione eccezionale e senza precedenti.

Intanto la sottosegretaria al Turismo getta il cuore oltre l’ostacolo e tenta di confortare tutti: quest’estate si andrà al mare. Ma come possiamo sentirci rassicurati dalla visione di ombrelloni familiari circondati da box in plexiglass per rosolare a fuoco lento e dall’obbligo di mascherine appena ci si allontanerà da lì? Viene ironicamente da pensare che poi in mare si possa entrare a turno, ognuno con il proprio biglietto di accesso…

Per ogni cosa si dovrà piuttosto procedere secondo una logica che imporrà inevitabili restrizioni e sacrifici ancora per tanto tempo, ma anche rispettosa delle persone. E, a proposito di questo, a Como e altrove è davvero sperabile che si apra ai funerali in sicurezza, almeno per gli stretti parenti delle persone defunte. Anche questo è doloroso conforto. Un po’ di umanità non guasta ed è dovuta.