Anche Como piange Franco Battiato
Maestro della canzone d’autore e alternativa, “filosofo in musica” sperimentale ma anche di grande successo grazie a canzoni entrate nella storia e nella memoria di tante generazioni di italiani, Franco Battiato è morto oggi a 76 anni. Ne ha dato notizia la famiglia. Aveva suonato anche nell’ambito del festival comasco “Autunno musicale” ideato dal maestro Italo Gomez nel 1994 (cartelloneLombardia Europa Musica Festival) al Sociale con il “Giovane quartetto italiano” e di nuovo sullo stesso palcoscenico di piazza Verdi nel 2013 facendo il tutto esaurito accompagnato dal Nuovo Quartetto Italiano composto da Alessandro Simoncini (primo violino), Luigi Mazza (secondo violino), Demetrio Comuzzi (viola) e Luca Simoncini (violoncello). Poi Carlo Guaitoli (pianoforte), Angelo Privitera (tastiere e programmazione), Simon Tong (chitarra), Davide Ferrario (chitarra), Andrea Torresani (basso) e Giordano Colombo (batteria). Era tornato a suonare in tempi recenti anche nella vicina Svizzera italiana, dopo i memorabili concerti al palacongressi luganese del 2001: nel 2013 al Castelgrande di Bellinzona, nel 2016 al Lac Lugano con Alice e l’Ensemble Symphony Orchestra diretta da Carlo Guaitoli nel cartellone “Luganoinscena”. Un lungo e prestigioso percorso musicale quello di Franco Battiato, che ha avuto nella ricchezza delle contaminazioni e delle esplorazioni, eclettiche e multiformi, la cifra stilistica di un’attitudine umana ancor prima che artistica. Enigmatico e come detto sperimentale ma anche orecchiabile e melodico (tanto da conquistare meritatamente, più e più volte, i favori di critica e pubblico), originale anche quando è più spudoratamente “citazionista” e volutamente banale, intellettuale innamorato di culture “eretiche” come la filosofia di Gurdjieff o le vertiginose meditazioni dei sufi islamici, ma anche artista a tutto tondo, a suo modo impegnato nell’indignazione civile e sociale (difficile non commuoversi e mettersi emotivamente “sull’attenti”, ascoltando i versi della canzonePovera patria). Senza di lui, l’Italia sarà effettivamente più povera.