Cambiamenti climatici, venerdì nuova manifestazione

Gli studenti e i giovani diFridays for Future, movimento internazionale di protesta pacifica nato dalle azioni della giovanissima svedeseGreta Thunberg, che di recente ha visitato anche il territorio insubrico passando da Lugano, rilanciano la sfida per fermare il degrado ambientale che sta erodendo sempre di più il Pianeta e con esso il futuro. Dopo il successo del primo sciopero mondiale per il Clima, che il 15 marzo ha visto milioni di ragazzi scendere in piazza in 120 Paesi, un nuovo sciopero mondiale è stato indetto il 24 maggio, con enormi nuove partecipazioni a livello globale.
Aderisce ancheFridays for Future di Como, dove la prima manifestazione è stata sostenuta da circa 2500 persone, con il patrocinio dell’Università dell’Insubria.Venerdì 24 maggioil programma prevede: la mattina una marcia che inizia alle 8.30 alla stazione San Giovanni e si conclude verso le 12.30 al parcheggio Ippocastano, nel pomeriggio una serie di interventi, dalle 14 alle 18, sui cambiamenti climatici nell’Aula Magna dell’Insubria in via Valleggio. Qui i relatori sarannoGianluca Ruggieri, ingegnere ambientale, ricercatore all’Università dell’Insubria e attivista energetico;Francesco Pizzagalli, AD di Fumagalli Salumi e delegato alla Sostenibilità di Confindustria Como;Alberto Gariboldi, presidente del Distretto di Economia Solidale di Varese;Elena Maggi, docente di economia e Mobility Manager dell’Ateneo.
Perché partecipare? Per i
rappresentanti delDipartimento di
Scienza e alta tecnologia dell’Insubriala risposta parte da quello che sono:
studenti di facoltà scientifiche.
Gli organizzatori della conferenzaAnna Claudia Caspani,Francesco
Cavalleri, Francesco Agnelli e Pietro Monti-Guarnieri, affermano: «Siamo fermamente convinti che oggi più che mai si
debba chiedere al mondo di riconoscere il valore della scienza, su cui il nostro
studio quotidiano si basa. La comunità scientifica è pressoché unanime sul
fatto che l’attuale entità deicambiamenti
climaticisia influenzata notevolmente dall’uomo (il 97% degli scienziati è
d’accordo) e che le conseguenze di questi saranno irreversibili nel corso di
pochi anni».