“Per garantire la disponibilità di alimenti e sopperire alla mancanza di manodopera potranno collaborare nei campi anche i parenti lontani fino al sesto grado, in una situazione in cui molti sono senza lavoro, reddito e con difficoltà anche per la spesa”. Lo rende noto Coldiretti Como Lecco attraverso il presidente Fortunato Trezzi, con riferimento al decreto Cura Italia. Esso prevede infatti, in ordine all’emergenza Coronavirus, che le attività prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro ne subordinato ne autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito. Potranno dunque collaborare alla raccolta dei prodotti agricoli anticipata dal caldo inverno – sottolinea la Coldiretti lariana – anche nonni, genitori, figli, nipoti, suoceri, generi, nuore, fratelli, zii, cugini, figli di cugini, cugini dei genitori e figli dei cugini dei genitori, fratello/sorella del coniuge, zio del marito rispetto alla moglie e viceversa, cugino/a del marito rispetto alla moglie e viceversa. “Un provvedimento utile a fronteggiare l’emergenza e ad aiutare l’agricoltura nel suo compito primario di garantire il cibo” continua il presidente Trezzi. “Si tratta di una prassi molto diffusa in agricoltura nel passato quando anche lontani parenti tornavano a dare una mano nelle fattorie e cascine di famiglia in occasione delle campagne di raccolta più importanti, dalla vendemmia alla raccolta delle olive, per collaborare attivamente e ricevere magari in cambio frutta, verdura, olio o vino”.
Una
partecipazione che negli ultimi anni era praticamente scomparsa anche
per i vincoli burocratici ed amministrativi e che ora è stata resa
urgente dalla stretta degli ingressi alle frontiere che ha fermato
l’arrivo nelle campagne italiane di lavoratori dall’estero. “Come
più’ volte invocato, ora è necessaria però subito una radicale
semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da
parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo
svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole,
università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti
lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di
integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle
campagne” continua
il presidente.
“Il
momento attuale rende necessaria una radicale semplificazione per
favorire la diffusione di uno strumento con importanti effetti
sull’economia e il lavoro e che si era dimostrato valido nel
favorire l’occupazione e l’emersione del sommerso”.
A
livello nazionale il Cura Italia prevede nello specifico – spiega
la Coldiretti – l’estensione dal quarto al sesto grado del rapporto
di parentela/affinità per l’utilizzo in modo meramente occasionale
o ricorrente di breve periodo di parenti ed affini (Art. 105 D.L.
18/2020) disciplinato originariamente dall’articolo 74 della legge
Biagi. Un intervento positivo per le attività agricole, e relative
attività connesse, che consente di avvalersi di una platea più
ampia di soggetti in una situazione in cui con l‘emergenza
Coronavirus è diventato più difficile il reperimento della
manodopera per le necessità produttive.