CELLULARE VIETATO AI MINORI DI ANNI 19 – Giorgia Meloni stanga i ragazzi italiani | È diventato reato nazionale

Giorgia Meloni da l'ok al divieto ufficiale di utilizzare i cellulari a scuola: d'ora in poi sarà severamente vietato - corrieredicomo.it (Facebook)
Addio agli smartphone a scuola: questa volta la decisione è definitiva. Il via alla stretta del Ministero, vietato il cellulare in classe.
La decisione ha colto alla sprovvista milioni di studenti: “ora ci toccherà studiare”.
Il nuovo anno scolastico si apre con un cambio radicale che ha spiazzato studenti e genitori. Una circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha sancito la fine dell’utilizzo degli smartphone nelle scuole.
Dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado, questa misura è stata presentata come una scelta a favore della qualità dell’insegnamento e che punta a ridurre al minimo le distrazioni durante le lezioni.
Secondo il Ministero, i dispositivi digitali rappresentano una fonte costante di dispersione cognitiva, soprattutto se non regolamentati. Il messaggio è chiaro: in classe si torna a studiare, senza schermi tra i banchi.
Niente cellulare a scuola: come funziona il divieto
Anche se la direttiva del Ministero è obbligatoria, saranno le singole scuole a decidere come metterla in pratica. Toccherà, quindi, ai collegi dei docenti e ai consigli d’istituto aggiornare i regolamenti interni e il patto educativo firmato con studenti e famiglie. Il divieto di utilizzare lo smartphone vale ogni giorno, dalle 8:00 alle 13:00, ovvero per tutto l’orario scolastico mattutino.
Ogni scuola potrà scegliere come far rispettare il regolamento: alcune potrebbero chiedere agli studenti di consegnare il cellulare all’ingresso, altre invece potrebbero obbligare a tenerlo spento e chiuso nello zaino per tutta la giornata. Alcuni istituti hanno già sperimentato soluzioni diverse: armadietti con chiave o cassette personali per ogni alunno.
“Adesso mi tocca studiare”: il malcontento degli studenti
Non tardano ad arrivare le reazioni degli studenti. Tra proteste varie, sono molti gli studenti che hanno vissuto questa decisione come una vera e propria “disgrazia”. C’è chi ha ammesso senza troppi giri di parole: “in classe non c’era niente da fare oltre che usare il cellulare” e anche chi ha sintetizzato il proprio disappunto con un’amara battuta: “ora mi toccherà studiare”. Altri hanno espresso frustrazione per la mancanza di svago nei momenti morti, sottolineando quanto lo smartphone sia ormai diventato una compagnia fissa.
Dietro l’ironia, però, si nasconde una verità scomoda quanto significativa: togliere il cellulare potrebbe davvero rappresentare un’occasione per riportare la scuola al suo ruolo centrale di luogo dedicato all’apprendimento e al confronto reale tra compagni e insegnanti. Con questo “stop”, il Ministero punta a rimettere al centro lo studio, l’attenzione e la partecipazione attiva, sperando di invertire la rotta dopo anni in cui la didattica è stata spesso messa in secondo piano da abitudini digitali difficili da controllare.