Como nel 2112, tra paradosso e ironia
Spunti di riflessione“Cronache dal futuro” nella pubblicazione di Albonico e GiudiciCome si vivrà a Como tra cent’anni?Problemi e paradossi della città attuale continueranno a persistere? Per saperlo occorre leggere il recente libro Como 2112 (Officina della Narrazione, pp. 176, euro 12) scritto dai comaschi Renzo Albonico e Adriano Giudici, che propongono alcune “cronache dal futuro”, miste di realismo ed ironia, catastrofiche ed irriverenti, architettate, però, non per far sorridere, ma per indurre il lettore a riflettere sulle abitudini di vita attuali.Sì , perché le sciagure e le stravaganzedel futuro, quando il numero degli abitanti sarà di cento miliardi, altro non sono che il risultato dei nostri errori e della nostra palese superficialità.Le zuffe saranno all’ordine del giorno, sia per le questioni rilevanti, quale la moneta da scegliere al posto dell’euro, sia per le quisquilie.Alla base, comunque, problematiche attuali, tutte ancora da risolvere negli anni a venire, come la destinazione del vecchio ospedale Sant’Anna in via Napoleona, provocatoriamente adibito a bed and breakfast, la copertura del Cosia tra via Palestro e via Castelnuovo, al fine di ricavarne un ampio parcheggio, la chiusura serale dei locali sulla quale ci si accapiglia: le sei del mattino per l’amministrazione comunale, le sette per il popolo del mattino, fortemente sostenuto da assessori festaioli. Non mancano stoccate contro il nuovo Sant’Anna, goliardicamente smorzate dal costituendo “popolo delle puerpere”, pronto a scendere in campo per difendere la natalità dei propri figli, cittadini o paesani a seconda dell’escamotage utilizzato. Così, tra una provocazione e l’altra, ci imbattiamo in un Tempio Voltiano, in un Castel Baradello e in torri medievali trasformati in graziosi condomini, unitamente a una Villa Olmo diventata multiproprietà con il conseguente spostamento delle Grandi mostre al bar Gallina di Quarcino.Insomma, ce n’è per tutti e tra gialli, tragedie, polemiche e allarmi, che dilagano sulle prime pagine dei quotidiani senza più nemmeno far notizia, ognuno dovrebbe trarre spunti di riflessione.
Cristina Fontana