«Festival dell’Economia. Le istituzioni favorevoli formalizzino la proposta»

«Il coinvolgimento del territorio è fondamentale. Chiediamo agli enti territoriali che si sono espressi favorevolmente in queste ore di individuare un soggetto portavoce per contattare al più presto il direttore scientifico Tito Boeri e formalizzare l’interesse della nostra città».La proposta è stata recepita praticamente all’unanimità. Gli esponenti della istituzioni comasche hanno dato parere favorevole rispetto all’opportunità di portare il Festival dell’Economia sul Lario.Una proposta di Elisabetta Patelli (presidente onoraria dei Verdi della Lombardia) che ora chiede a tutti – sono sue le parole iniziali – di passare dalle manifestazioni di disponibilità ai fatti e di formalizzare la candidatura di Como per ospitare l’evento, destinato a lasciare la storica sede di Trento.Si sono detti favorevoli a ospitare il Festival Camera di Commercio, Unindustria, Lariofiere, Villa Erba e Fondazione Volta oltre al Comune, alla Provincia di Como e al presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi.La stessa Patelli, oltre a lanciare l’appello di concretizzare la proposta, si sofferma sui benefici per il territorio: «Più di venti città si stanno mettendo in fila alla porta di Tito Boeri e Giuseppe Laterza perché il Festival dell’Economia porta prestigio, notorietà, crescita del profilo culturale, ma anche perché genera ricadute economiche dirette sulla città e sulle aree limitrofe».«Lo studio redatto dall’Università degli Studi di Trento su commissione dell’amministrazione comunale – spiega ancora Patelli – ha quantificato i benefici per il territorio nel 2008, agli albori del Festival: in pochi giorni 2,5-2,7 milioni di euro a fronte di 1 milione di spesa condivisa tra sponsor e organizzatori. Parliamo di un moltiplicatore del 2,5-2,7%».«I benefici – aggiunge – ricadono in ordine decrescente sulle strutture di pernottamento, ristorazione, esercizi commerciali e gastronomici, musei ed eventi collaterali. Dal 2008 la manifestazione è cresciuta ed è presumibile che l’indotto oggi sia maggiore. Prima del Covid a Trento le presenze arrivavano a 50mila unità».