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  • A Como servono dieci nuovi agenti di polizia locale

    A Como servono dieci nuovi agenti di polizia locale

    Pubblicato il bando, stipendio di 1.800 euro lordiLa polizia locale di Como assume dieci nuovi agenti. Da ieri è aperta la selezione pubblica. Sono previsti esami per l’ammissione. Il contratto di partenza previsto è quello di “formazione e lavoro” della durata di 12 mesi. Alla scadenza del primo anno potrà essere sottoscritto il contratto di lavoro a tempo indeterminato. Gli aspiranti agenti dovranno però aver concluso l’intero periodo di formazione obbligatoria e aver raggiunto le previste competenze.Per partecipare al concorso si devono avere tra i 18 e i 32 anni, la retribuzione mensile è di 1.810,71 euro al lordo delle trattenute fiscali. Alla “paga base” vanno poi aggiunte le altre eventuali indennità previste.La documentazione con i relativi moduli sono disponibili sul sito Internet del Comune, all’albo pretorio (sezione Bandi e avvisi di selezione) e nella sezione Lavorare in Comune – concorsi attivi.«L’anno scorso l’assunzione di quattro ragazzi ha portato ottimi risultati – ha commentato l’assessore alla Polizia locale di Palazzo Cernezzi, Elena Negretti – Si tratta di un investimento in risorse umane che vorremmo restassero sul territorio e che in questo modo potranno portare valore aggiunto al servizio che la Polizia locale svolge per la città».Domani, intanto, alle 11 a Villa Olmo si svolgerà la giornata della Polizia locale in occasione della ricorrenza del patrono del corpo, san Sebastiano. Oggi è prevista la celebrazione religiosa, con la messa che sarà celebrata dal vescovo Oscar Cantoni in Duomo alle 10.

  • A Como la storia merita di più Ravenna e Mestre insegnano

    A Como la storia merita di più Ravenna e Mestre insegnano

    di Marco Guggiari

    Dicevano gli antichi che la storia è maestra di vita e non c’è motivo di dubitarne. Nel sito del neonato M9, il Museo del Novecento inaugurato lo scorso primo dicembre a Mestre, c’è una bella definizione di questa iniziativa: “Far conoscere il passato, comprendere il presente e avere fiducia nel futuro”. Obiettivi importanti e per nulla scontati. Como dovrebbe farli propri, in prospettiva, aggiungendovi uno scopo pratico e utilitaristico: l’uso della cultura, in senso ampio, per corroborare la famosa vocazione turistica implicita nella bellezza dei luoghi. Ne scriviamo perché, oltre a Mestre, anche Ravenna ha investito su questa scommessa. A Classe, vicino alla città romagnola, dove sorge la Basilica di Sant’Apollinare, famosa per i suoi splendidi mosaici, lo stesso primo dicembre è stato tagliato il nastro del Museo Classis, che ospita la storia locale. Uno zuccherificio dismesso di fine ’800 è stato recuperato a tal fine. Ravenna fu il cuore di tante civiltà e ospitò un grande andirivieni di popoli, ma Como avrebbe a sua volta le carte in regola per qualcosa di simile. Ricordiamo poche cose, tra le tante: la sua antica origine romana, Cecilio, i suoi Plinii, Alessandro Volta, il Cardinale Tolomeo Gallio, la sua epopea della seta, il Razionalismo in architettura e l’astrattismo nella pittura… Tutti segni distintivi, potenzialmente in grado di attirare, insieme con la formazione del lago e primari monumenti civili e religiosi, un gran numero di studiosi e di studenti e massimamente di turisti. Come fare però? Le due esperienze di Mestre e di Ravenna, operative da nove giorni, insegnano molto. Primo dato: partire da lontano. Nella città attigua a Venezia hanno iniziato nel 2002; nel capoluogo romagnolo nel 2010. Primo insegnamento: le cose ambiziose richiedono tempo, ma non è questo il problema, visto che qui da noi siamo abituati a tempi lunghi, anche doppi e tripli e più, rispetto a quanto previsto… Secondo dato: le risorse necessarie. Sono ingenti. Ravenna ha avuto bisogno di 22 milioni di euro; Mestre addirittura 110. Entrambe le città, però, hanno usufruito del concorso di Banche e Fondazioni danarose e di istituzioni pubbliche. Secondo insegnamento: servono programmazione, condivisione e alleanze strategiche. Terzo dato: la popolazione, come base di partenza. Ravenna ha 159mila abitanti; Mestre 176mila. Ognuna delle due, grosso modo, il doppio di Como. Ma Como ha intorno paesi, luoghi, esperienze che possono integrare i suoi circa 83mila residenti. Terzo insegnamento: rilanciare l’idea di una Grande Como. Sono suggestioni. Resta lo spunto di un possibile museo moderno, multimediale, un’officina del sapere tecnologica e interattiva. Ravenna lo ha creato trasformando un grande luogo di lavoro in grande luogo di cultura. Mestre ha fatto altrettanto recuperando un ex convento, ristrutturando un edificio direzionale degli anni ’70 e costruendo ulteriori nuovi spazi. Ditemi che Como non ha archeologia industriale (la Santarella, per dirne una), o edifici attualmente privi di funzioni e tali chissà per quanto tempo ancora (i padiglioni più vecchi dell’ex Sant’Anna) e vi dirò che siete distratti. Nel nostro piccolo, potremmo. Basta seguire le istruzioni.

  • A Como arriva Pinocchio, un burattino contro il bullismo

    A Como arriva Pinocchio, un burattino contro il bullismo

    Domenica 3 febbraio arriva a Como presso l’Auditorium Don Guanella il Teatro Umbro dei Burattini con lo spettacolo “Pinocchio, Le Avventure di un sognatore” (spettacoli ore 11, 15 e 17, info e prenotazioni 347.0002029; teatrodeiburattini.it), un grande classico, ma nella rivisitazione della favola proposta dal Teatro Umbro dei Burattini il celebre personaggio di Collodi gioca con i moderni videogames e strizza l’occhio ai social-network. Sarà l’antica arte dei burattini a presentare Pinocchio in chiave moderna con uno spettacolo di 75 minuti che ha ottenuto ottimi riscontri di pubblico e da parte dei media nel corso delle precedenti tournée in tutta Italia. Al burattino più famoso d’Italia, il compito di veicolare un messaggio contro il bullismo e a favore dell’integrazione sociale, tema sempre più attuale e di primaria importanza anche tra le fasce più giovani e indifese ed esposte a pericoli sia sul web (il cosiddetto cyberbullismo) che negli ambienti di socializzazione.

    La particolarità dello spettacolo è quella di raccontare una
    favola senza tempo che ha appassionato generazioni di bambini attraverso
    l’antica arte dei burattini che riesce ancora a emozionare e a divertire,
    lasciando ai più piccoli anche spazio per l’immaginazione. Ma non basta.
    Un’altra particolarità è quella di raccontare la celebre storia con
    un’originale rivisitazione, dal momento che Pinocchio giocherà e sarà alle
    prese con i moderni videogiochi o ancora interagirà con gli altri bambini anche
    attraverso i social-network. La compagnia ha deciso così di avvicinare il
    pubblico più giovane parlando il suo stesso linguaggio, il linguaggio delle
    nuove generazioni che trascorrono il tempo su internet oppure davanti al monitor
    giocando con la playstation. Ma questa volta non sarà così. I bambini potranno
    fare una nuova esperienza, dal vivo, attraverso un nuovo linguaggio, quello dei
    burattini, che per molti sarà inedito.

    I burattini, di grandi dimensioni, utilizzati dalla compagnia
    umbra sono in legno e tutti dipinti a mano, delle vere e proprie opere d’arte
    realizzate da un anziano artigiano torinese. Le musiche dello spettacolo, tutte
    originali, sono composte da Giuliano Ciabatta in arte “Paco”, musicista e
    compositore, con al suo attivo prestigiose collaborazioni con artisti di
    livello nazionale. Una fra tutte quella con Lucio Dalla.

    Il Teatro Umbro dei Burattini, diretto da Andrea Bertinelli e Vioris Sciolan, ha alle spalle centinaia di spettacoli in tutta la Penisola, dal Piemonte alla Sicilia, e si appresta a toccare nuove regioni in occasione del tour invernale che arriva ora in Lombardia poi raggiungere altre regioni del Nord Italia. Per i più curiosi è disponibile il sito internetwww.teatrodeiburattini.it.

  • A Casate fa caldo, ghiaccio pronto da lunedì

    A Casate fa caldo, ghiaccio pronto da lunedì

    Alla fine ci si è messo anche il caldo a tenere con il fiato sospeso le centinaia di atlete e atleti del ghiaccio lariano.I lavori al Palasport di Casate sono praticamente conclusi, ma per scivolare sulla lastra gelata si dovrà attendere almeno fino a lunedì prossimo.

    «Si stanno completando allo stadio del ghiaccio di Casate gli ultimi ritocchi ad ambienti, spogliatoi e servizi – si legge nella nota diffusa da Palazzo Cernezzi – in vista della stagione sportiva 2018/19 ormai alle porte».

    Il Comune di Como ricorda come i primi appuntamenti ufficiali di Casate in programma sono quelli dell’hockey, con una partita prevista per domenica 23 settembre (per la categoria Under 19) e una domenica 30 settembre, con la prima squadra dell’Hockey Como, che avvierà il suo campionato sabato 22 sulla pista di Alleghe.Venerdì scorso, dopo il sopralluogo effettuato da Comune, Csu (che gestisce l’impianto) e rappresentanti delle società sportive, erano state avviate le operazioni per la formazione del ghiaccio.

    A causa del clima «più caldo della norma in questo periodo – spiegano dal Comune – si sono presentate alcune difficoltà che si stima comporteranno due giorni di ritardo rispetto ai tempi previsti».«Come si temeva – spiega il direttore di Csu, Marco Benzoni – le temperature alte ci stanno creando dei problemi. La torre evaporativa, che è assimilabile al radiatore di un’auto, non riesce a smaltire tutto il calore dell’acqua di raffreddamento delle testate dei compressori».

    Proprio i compressori non riescono a erogare tutta la loro potenza.«È come se nella nostra auto la temperatura dell’acqua fosse troppo elevata – dice ancora il ragionier Benzoni – Non solo: poiché i compressori sono dotati di sistemi di sicurezza per evitare guasti gravi, questi intervengono fermando le macchine. Si deve quindi attendere che i compressori tornino alle temperature di esercizio prima di rimetterli in moto, perdendo buona parte del freddo già prodotto. Confidiamo di poter consegnare la lastra di ghiaccio al più presto: è probabile che la pista si possa aprire lunedì».

    Solo pochi giorni di attesa per pattinatrici, pattinatori e discatori (i giocatori di hockey su ghiaccio) che sono costretti a scivolare da settimane tra Varese e San Donato.

  • A Cantù Roberta Finocchiaro aprirà il live del  cantautore cult americano Steve Forbert

    A Cantù Roberta Finocchiaro aprirà il live del cantautore cult americano Steve Forbert

    Roberta Finocchiaro avrà l’onore di aprire alcune date del tour del cantautore cult americano Steve Forbert, che torna in Italia dopo 21 anni. La cantautrice siciliana presenterà per l’occasione il suo nuovo album di inediti “Something True” (Tillie Records/Believe Digital), disponibile negli store digitali, su tutte le piattaforme streaming e nei negozi tradizionali. L’album, registrato negli studi della storica famiglia di Sam Phillips a Memphis (Tennessee), è acquistabile anche in formato vinile. Forbert suonerà con la cantautrice catanese lunedì 28 gennaio a Cantù (CO) presso il Live Club All’Una e Trentacinque Circa (Via Papa Giovanni XXIII, 7 – ore 21:30 – ingresso 20 euro). “Something True” è stato registrato negli studi della storica famiglia di Sam Phillips a Memphis (Tennessee) ed è prodotto da David LaBruyere e Stephen Chopek, rispettivamente bassista e batterista che hanno accompagnato in tour e negli studi di registrazione John Mayer, e da Simona Virlinzi della Tillie Records. Il sound che troviamo nell’album è diviso tra il folk pop di Nashville e il Funk Soul di Memphis, entrambi suoni che arrivano da ispirazioni anni 70. «Something True è un album sincero e delicato ma allo stesso tempo pieno di Groove – racconta Roberta – e rispecchia la mia essenza e l’anima musicale. Something True è l’essere consapevoli che le cose buone arrivano lentamente e con tanta pazienza mantenendo i piedi per terra. Questo album racconta una crescita, un percorso sincero e vero, il diario aperto di una musicista».

    Roberta Finocchiaro è una chitarrista e cantautrice catanese. Fin da piccola coltiva la passione per la musica e a dieci anni inizia a suonare la chitarra e a scrivere le prime canzoni e in seguito impara a suonare anche il pianoforte. Nel dicembre 2014 Roberta viene notata dalla Tillie Records, etichetta discografica di Simona Virlinzi, sorella del produttore discografico catanese Francesco Virlinzi. A settembre 2016 pubblica il primo album “Foglie Di Carta”, dal genere pop/blues/folk e ispirato alle sonorità americane, che Roberta porta in giro per l’Italia con il mini tour “Foglie Di Carta Live”.

  • Albatese, weekend di festa per i 50 anni

    Albatese, weekend di festa per i 50 anni

    L’Unione sportiva Albatese festeggia i suoi 50 anni di attività. Oggi, nel pomeriggio, all’oratorio San Giovanni Bosco di Albate, aprirà una mostra fotografica e sono in programma le finali del torneo di calcio. La giornata si concluderà in musica.

    Domani alle 9 è prevista al cimitero la deposizione della corona in memoria dei caduti dell’associazione. Dopo la messa e il pranzo, inizieranno i tornei aperti a tutti, il saggio di danza e una sfilata, in programma alle 17.45, con atleti, dirigenti e allenatori di oggi e di ieri.

  • “4 ristoranti” sul Lario: Alessandro Borghese avvistato ad Argegno

    “4 ristoranti” sul Lario: Alessandro Borghese avvistato ad Argegno

    Alessandro Borghese oggi ad Argegno

    Alessandro Borghese è sul Lario per girare la puntata di “4 ristoranti” che, da quanto trapelato, sarebbe dedicata alla cucina del Lago di Como. Il noto chef e conduttore televisivo è stato notato – e “paparazzato” – all’ora di pranzo ad Argegno. Con il suo staff è stato al locale P’Osteria a mangiare ma, da quanto trapelato, non sarebbe questo uno dei quattro ristoranti candidati ad ospitare la trasmissione di Sky. Ad Argegno l’ipotesi più accreditata è che il locale candidato possa essere il “Belvedere”, dove verso le 20 è stato intravisto il furgone del programma e dove effettivamente, da quanto trapelato, sono state fatte le prime registrazioni.

    Massimo Moscardi

    Il furgone della trasmissione davanti al “Belvedere” di Argegno

    Il furgone della trasmissione ad Argegno

    Alessandro Borghese sul Lario: stamattina le riprese in idrovolante

  • Champions, domenica Anversa-Cantù. Brianzoli costretti a vincere con 9 punti di scarto

    Champions, domenica Anversa-Cantù. Brianzoli costretti a vincere con 9 punti di scarto

    «Dobbiamo risvegliarci: in Belgio sarà necessario giocare cento volte meglio rispetto alla gara di andata». È un Ike Udanoh decisamente deluso quello che commenta la sconfitta della sua squadra. Martedì la Pallacanestro Cantù, nella gara di andata del secondo turno dei preliminari di Basketball Champions League, si è arresa ai vicecampioni di Belgio dell’Antwerp Giants. La formazione ospite si è aggiudicata il primo confronto battendo i locali per 84 a 76.Per superare il turno e accedere al girone di coppa, i brianzoli domenica in Belgio, nel match di ritorno, dovranno per forza vincere con nove punti di scarto.Udanoh è amareggiato. La sua analisi sulla gara di andata è senza troppi giri di parole. «Era una partita che avremmo dovuto interpretare meglio – spiega – e che avremmo potuto vincere se avessimo giocato alla nostra maniera, nel modo in cui noi sappiamo fare».«Non credo – aggiunge – che Anversa abbia una squadra migliore della nostra ma, per tutti i 40 minuti, loro hanno dimostrato di volere molto di più la vittoria di quanto la volessimo noi. Gli avversari ci hanno creduto davvero tanto vincendo quasi tutte le battaglie a rimbalzo e lottando su tutti i palloni. Spero che questo nostro passo indietro possa essere utile per risvegliare tutti noi».Dal canto suo, coach Evgeny Pashutin afferma: «La ricetta per vincere in Belgio e passare il turno? Dobbiamo giocare bene in difesa per tutti i 40 minuti, condividendo il pallone e ragionando di squadra dall’inizio alla fine. La storia dice che questi svantaggi si possono recuperare». «Quindi – conclude il tecnico di Cantù – andremo in Belgio preparati per affrontare la prossima partita, con l’obiettivo di lottare e qualificarci alla fase a gironi».Cauto l’allenatore della formazione belga, Roel Moors. «Nulla è scontato – dice – Nel primo turno Cantù contro il Szolnoki all’andata ha sofferto, poi al ritorno in Ungheria ha dominato. Non lo dobbiamo dimenticare».

  • Elsa Fornero e Claudio Borghi Aquilini, faccia a faccia a distanza al Dariosauro

    Elsa Fornero e Claudio Borghi Aquilini, faccia a faccia a distanza al Dariosauro

    Inedito faccia a faccia a distanza, lunedì sera, tra l’ex ministro del LavoroElsa Forneroe il presidente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati,Claudio Borghi Aquilini.

    I due, protagonisti di stagioni differenti della politica economica italiana, saranno ospiti delDariosauro, trasmissione condotta dal giornalista delCorriere di ComoDario Campionein onda suEtva partire dalle 21.15.

    Tema obbligato: la manovra annunciata dal governo gialloverde e lo sforamento al 2,4% del deficit per i prossimi tre anni.

    Elsa Fornero sarà intervistata nella prima parte della trasmissione, mentre Borghi Aqulini sarà in diretta a partire dalle 22.

    Sui canali social è attivo l’hashtag#dariosauro.

  • Elsa Fornero al Dariosauro: “Su di me tante calunnie, invenzioni che mi hanno fatto male”

    Elsa Fornero al Dariosauro: “Su di me tante calunnie, invenzioni che mi hanno fatto male”

    Una Elsa Fornero decisamente grintosa questa sera al “Dariosauro”. L’ex ministro del Welfare, che firmò una contestata riforma delle pensioni nel 2011, è stata ospite della trasmissione di Etv. La professoressa Fornero ha parlato dei suoi anni al Governo, ma si è infervorata quando ha risposto alla domanda di una telespettatrice che le chiedeva se fosse giusto che sua figlia fosse andata in pensione a 39 anni. L’ex ministro ha risposto con determinazione: “Mia figlia lavora ancora – ha risposto seccamente Fornero – E’ un medico oncologo ed è operativa anche di notte perché si occupa di trapianti. Il fatto che lei sia pensionata è una calunnia uscita su un sito satirico che in molti hanno preso seriamente. E’ una invenzione che è stata utilizzata per offendermi e che mi ha fatto molto male. Ma sono lieta per questa domanda, almeno ho potuto spiegare come stanno le cose”.

    Sulla sua riforma ha spiegato: “Il Paese era  in un momento difficile. Volevamo portarlo su una strada nuova per garantire crescita economica, occupazione e lavoro. Un cambiamento in cui si voleva costruire qualcosa di positivo per il futuro”.