Ha ancora un senso festeggiare Carnevale?

di Mario Guidotti
Ha ancora senso festeggiare il Carnevale? Abbiamo la festa
della mamma, del papà, dei nonni, del genitore A, B, dei fidanzati, dei single,
il Natale, Halloween, le ricorrenze per le guerre vinte e per quelle
perse, il giorno del tacchino, della
marmotta, del cinghiale, persino la festa del cornuto (Rocca Canterano
-Italia). Metteteci poi tutti i sabati e le domeniche, e perché no, i
compleanni, gli onomastici e gli anniversari di ciascuno. Ha ancora senso Carnevale, visto che siamo
sempre in festa? La parola sembra venire dal latino “carnem levare” (eliminare
la carne), e si riferisce al banchetto
conclusivo che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), prima
del periodo di digiuno ed astinenza della Quaresima. Il punto è quindi che si
tratta di una festa rigorosamente religiosa, cattolica, e per i pochi ferventi
praticanti. Quanti infatti seguono il digiuno e l’astinenza per quaranta
giorni, o almeno nei venerdì dello stesso periodo? Quindi, di conseguenza,
perché tutti invece si impossessano di una festa senza comprenderne e soprattutto
viverne il significato? Vada per il Natale, e non entriamo nella polemica del
bambinello sì e no, del presepe con genitori di vario genere ad accogliere Gesù
bambino, anzi poi trasformato in festa delle famiglie e di chissà che cosa. In
quella occasione dobbiamo alzare il nostro anoressico Pil con inutili regali e
festoni. Ma il Carnevale che ci azzecca? Con noi, con tutti, con una Società
che più laica non si potrebbe. Non c’è neanche l’alibi del regalo. Lo facciamo
per i bimbi? Mah, sicuri che siano contenti di vestirsi come piace a noi? Una
metà si vergogna di truccarsi da fatina, da uomo ragno, da Batman, da pantera
rosa, e l’altra metà perché appartiene a una famiglia che non può permettersi
il vestito di Carnevale. Non potremmo quindi dire basta, poveri bambini? Sono
belli i coriandoli e le stelle filanti? Chiedere a quelli delle (poche) pulizie
cittadine. Sono belli i carri di Carnevale? Faccio fatica a pensare a qualcosa
di più triste. Ah, sì, forse lo sono i pagliacci del circo. Ma non andiamo fuori
tema, a proposito di situazioni che, obbligate a dare allegria, determinano nei
nostri animi una malinconia infinita (metteteci anche Capodanno). Quindi dai,
basta Carnevale, basta cercare disperatamente un motivo per fare festa, sono
già in baldoria continua i pochi che lavorano, gli altri invece sono in
pensione o il lavoro lo cercano affannosamente. Vogliamo fare feste a tema?
Tutti in bianco, in azzurro, in arancione? Facciamole a prescindere. Vogliamo
una scusa per bere, strabere fino al coma etilico? Facciamolo, anzi, no per
favore! Ma archiviamo al più presto questo rito stanco fatto di finti
travestimenti e scherzi che non fanno ridere nessuno. Teniamoci le nostre
maschere naturali che indossiamo tutti i giorni nelle diverse situazioni della
vita. Quelle sì che fanno ridere.