di Adria Bartolich
A seguito di provvedimenti volti a razionalizzare la spesa pubblica, come la trasformazione delle scuole in strutture comprendenti vari ordini di scuola (infanzia, primaria, scuole medie), cioè in istituti comprensivi, il personale Ata (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e direttori generali dei servizi, in altre parole bidelli, impiegati di segreteria e segretari, cioè il personale tecnico e ausiliario) ha subìto un brusco ridimensionamento sul piano dei numeri. D’altra parte lo scopo principale delle verticalizzazioni era appunto una riduzione di spesa. In molti casi i lavori di pulizia sono stati appaltati all’esterno e delegati a cooperative.
Tutto ciò ha contratto vistosamente gli organici del personale Ata, così si chiamano i lavoratori della scuola che hanno compiti diversi dall’insegnamento.
Il personale Ata, come gli insegnanti, viene assunto attraverso graduatorie che prendono in considerazione sia il titolo di studio, almeno il diploma triennale di scuola professionale, sia il punteggio accumulato con il servizio. Anche in questo caso siamo nella penosa condizione di scorrere le graduatorie, dovere effettuare chiamate e mandare mail per sostituire personale in malattia e per coprire il servizio a cui spesso non risponde nessuno perchè, esattamente come succede per gli insegnanti, si attende la supplenza annuale e si rifiutano quelle più corte. L’organizzazione del personale Ata rimane essenzialmente legata a logiche organizzative anacronistiche. Ai collaboratori, infatti, viene concessa l’opportunità di essere utilizzati nei servizi di segreteria sulla base del possesso di un titolo di studio (e del punteggio di servizio, anche se in un’altra posizione lavorativa, all’interno della scuola) e non è mai stata formalizzata una distinzione tra i servizi di pulizia e quelli di supporto alla didattica. Le segreteria spesso sono il luogo nel quale vengono collocati gli inidonei, cioè insegnanti che per qualche ragione fisica o psichica non riescono più a sostenere il lavoro in classe, a volte aggravando ulteriormente la situazione di un servizio nel quale aumenta la complessità delle mansioni e il carico burocratico.
Da anni manca il personale che non viene sostituito né integrato a sufficienza né formato adeguatamente in modo da specializzarsi differenziando le mansioni e gli incarichi.
Il gigantesco e pachidermico sistema delle graduatorie impedisce, nei fatti, una selezione del personale che avvenga sulla base delle attitudini e del lavoro effettivamente svolto, mentre ci culliamo nel mito, che la realtà frantuma quotidianamente, di una supposta oggettività nelle assunzioni.
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