La chiamano “APE SQUARTATRICE”: una puntura ti manda al Cimitero | Tutta Italia invasa e prime vittime

Ape - CorrierediComo.it

Ape - CorrierediComo.it (Fonte Pixabay)

La vittima più recente è una donna romana di 67 anni, giunta in ospedale in condizioni disperate e passata a miglior vita dopo 2 giorni di agonia.

Basta avvistare un insetto volante, una livrea a righe gialle e nere, che scatta subito il panico: abbiamo a che fare con un’ape, una vespa, oppure con un calabrone?

Facciamo un po’ di chiarezza: anche se appartengono tutti all’ordine degli Imenotteri, essi differiscono sia per caratteristiche fisiche che comportamentali ed ecologiche.

L’ape, conosciuta anche con il nome scientifico di Apis Mellifera, è contraddistinta da un corpo peloso, di colore marrone-giallastro con strisce nere. Solitamente vive in colonie organizzate, note come alveari, e opera in una rigorosa gerarchia composta da ape regina, operaie e fuchi. Le api producono il miele e impollinano i fiori, e rappresentano perciò una risorsa formidabile per la sussistenza del pianeta terra. L’ape, solitamente pacifica e innocua, può pungere se minacciata, ma solo una volta, e raramente con effetti letali.

Le vespe, invece, vantano un corpo liscio e snello, di un giallo lucido e brillante intervallato da strisce nere. Simili alle api per dimensioni, le vespe sono più aggressive, vivono in nidi di carta costruiti con fibre vegetali e si nutrono di altri insetti e cibo umano. Inoltre, possono pungere ripetutamente senza perdere il pungiglione, eventualità che arreca un dolore acuto ed espone al rischio di infezioni e reazioni allergiche. E i calabroni?

Calabroni, come riconoscerli

I calabroni sono simili alle vespe ma più grandi, con un corpo robusto che può virare dalla contrapposizione dei colori giallo-nero al marrone-rosso.

Sebbene siano generalmente meno rissosi delle cugine vespe, i calabroni difendono il proprio nido con ferocia, possono pungere molteplici volte e iniettano più veleno. Il dolore, infatti, è spesso intenso e prolungato, e la puntura può condurre anche a reazioni allergiche gravi, come lo shock anafilattico, con sintomi come difficoltà respiratorie, gonfiore, cali di pressione e perdita di coscienza. Purtroppo, nelle ultime ore la puntura di un calabrone è costata la vita a una donna della Capitale.

Sala operatoria - CorrierediComo.it
Sala operatoria – CorrierediComo.it (Fonte Pixabay)

Donati gli organi della vittima

Secondo quanto si apprende da “Il Messaggero”, una donna romana di 67 anni sarebbe stata punta da un calabrone mentre si trovava in vacanza a Sabaudia.

La puntura le ha provocato uno shock anafilattico: seppur trasportata tempestivamente presso l’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, la vittima è stata dichiarata cerebralmente morta dopo due giorni di agonia in rianimazione. I familiari della donna hanno autorizzato l’espianto degli organi, un gesto di grande generosità: dopo un’operazione durata 8 ore, il cuore è stato trapiantato a Bari, il fegato al San Camillo di Roma e i reni al Policlinico di Tor Vergata. Un epilogo che riflette la nobiltà d’animo dei congiunti della vittima, ma che invita anche ad adottare un atteggiamento cauto nei confronti degli Imenotteri, specialmente fino al termine della stagione calda.