La Formula 1 a Cernobbio. Le interviste a Martini e Giacomelli

Folla per auto di F1 a Villa d’Este
Concorso d’Eleganza in archivio. Anche l’edizione 2018 è stata indimenticabile per tanti motivi, dalla presenza di auto prestigiose ai Vip che erano a Cernobbio (capitanati da Simon Le Bon, leader dei Duran Duran). Senza dimenticare la “prima volta” dell Formula 1 con le auto protagoniste dei Gran Premi del passato. E per gli appassionati di corse è stato un piacere rivedere a Villa d’Este due piloti italiani che per anni si sono fatti valere sulle piste del Circus iridato: Pierluigi Martini e Bruno Giacomelli.
Pierluigi Martini sulla sua Tyrrell a 6 ruote
Pierluigi Martini, 57 anni, uomo simbolo della Minardi F1 – ma gareggiò anche con Toleman e Scuderia Italia – era sul Lario con la sua Tyrrell a 6 ruote, una delle vettura più ammirate. «Acquistandola ho realizzato un sogno – ha spiegato – visto che è una delle auto più amate e ricordate dagli appassionati, al di là dei risultati ottenuti. Avevo 16 anni e guardavo questa macchina con grande ammirazione, i miei piloti preferiti la guidavano: ad un certo punto della mia vita sono stato fortunato a potermela permettere e sono riuscito a comprarla».
Bruno Giacomelli con la sua Alfa Romeo
Bruno Giacomelli(in F1 con Alfa Romeo principalmente, e poi McLaren, Toleman e Life) si è invece soffermato sui suoi ricordi a Villa d’Este, non nascondendo un filo di commozione. «Nel 1978 ero qui ospite del mio sponsor per il Gran Premio di Monza – ha detto – e dopo cena avevo preso l’ascensore con Ronnie Peterson. Mi aveva raccontato con entusiasmo che nel 1979 sarebbe passato alla McLaren, ed era felice per questa prospettiva. Poi, pochi giorni dopo, è morto per i postumi dell’incidente al via della gara».
Tyrrell ed Alfa Romeo F1 a Villa d’Este
Sempre a Villa d’Este Giacomelli, classe 1952, partecipò alla famosa gara di motoscafi vinta da Gilles Villeneuve. «Era stata divisa in due manche – ha ricordato l’ex pilota bresciano – Io vinsi la prima, lui la seconda, ma per somma di tempi il trofeo andò a Gilles».
Massimo Moscardi
Da sinistra, Pierluigi Martini e Bruno Giacomelli