La scomparsa di un simbolo del Lago di Como: Tullio Abbate, mito della motonautica. La storia e i ricordi

La scomparsa di un  simbolo del  Lago di Como: Tullio Abbate, mito della motonautica. La storia e i ricordi

Il Lago di Como perde uno dei suoi uomini-simbolo. Il Coronavirus è stato fatale al pilota e costruttore Tullio Abbate, morto all’ospedale San Raffaele di Milano. Personaggio aperto, che non si è mai nascosto, a costo di essere controcorrente o antipatico. L’ipocrisia non ha mai fatto parte del suo carattere. Ma in queste ore i tanti che lo hanno conosciuto hanno voluto ricordare la sua generosità.Tra gli episodi che hanno infatti caratterizzato la sua esperienza di pilota, il salvataggio, nel 1977 durante una gara, di un collega che si era ribaltato. In quella corsa in Tremezzina Abbate era in testa, ma non ci pensò un attimo e si fermò a soccorrerlo.Una scomparsa, quella di Tullio Abbate, che arriva a pochi giorni da quella del suo amico Enrico Manzoni, già consigliere provinciale e promoter di competizioni automobilistiche, altro punto di riferimento nel mondo dei motori.Abbate era nato a Tremezzo nel 1944, il 14 luglio. Figlio di Guido, pure un riferimento nella storia della motonautica, Tullio era papà di cinque figli: Lucia, Paola, Cristina, Monica e Tullio Maria.Come pilota Tullio Abbate ha esordito all’inizio degli anni ’60 alla Centomiglia del Lario, gara di cui detiene il record assoluto di vittorie, ben 11. Nel suo palmares conta anche quattro record mondiali, tre titoli europei e circa 250 successi complessivi.A metà degli anni ’70 prese le redini del cantiere paterno puntando su innovazione e linee sportive per i suoi scafi. Tra le collaborazioni più importanti, quella con il designer Giorgetto Giugiaro.Una formula di successo apprezzata anche da tanti Vip, dei quali lo stesso Tullio Abbate divenne amico e confidente. Un nome su tutti, quello di Gilles Villeneuve, che ospitò spesso sul Lago di Como, anche nei giorni prima della scomparsa del pilota canadese, avvenuta a Zolder, in Belgio, nel 1982. Un evento tragico che segnò profondamente Abbate.Innumerevoli i personaggi con cui Abbate ha collaborato e che non hanno mancato di visitare il Lario dopo aver visitato il cantiere di Tremezzina. Un elenco aperto da Carolina di Monaco e dal marito Stefano Casiraghi, che iniziò a correre nelle gare di motonautica grazie a Tullio. E poi i piloti di Formula 1. Con Ayrton Senna sviluppò uno scafo che portava in nome del brasiliano; si ricordano i suoi momenti con Niki Lauda, Alain Prost, Nelson Piquet, Didier Pironi, Keke e Nico Rosberg, Michele Alboreto, Michael Schumacher, Jacky Ickx, Emerson Fittipaldi e Mario Andretti. Dall’album dei ricordi spiccano anche le foto con Alberto di Monaco (nell’immagine sopra), l’attrice Carol Alt, Diego Armando Maradona, Gianluca Vialli, Roberto Mancini, Lothar Matthaus, Vittorio Emanuele di Savoia e Bjorn Borg.«Sarebbe impossibile per chiunque elencare, anche sommariamente, tutto ciò che Tullio ha saputo progettare e realizzare negli ultimi cinquant’anni di storia nautica, diportistica, commerciale ed agonistica» ha detto Vincenzo Iaconianni, comasco e presidente della Federazione motonautica, che pochi mesi fa ha pianto la morte in un incidente a Venezia di un altro grande del settore, il lecchese Fabio Buzzi. «Mancheranno a tutti la sua rude bonarietà – ha aggiunto Iaconianni – il suo indomito spirito innovativo nonché l’entusiasmo incrollabile ed il profondo amore per le barche e per la nautica. La scomparsa di Tullio è doppiamente irreparabile».