’Ndrangheta nelle discoteche comasche: chieste pene per oltre 204 anni

Duecentoquattro anni e mezzo di condanna per i 18 imputati, con un massimo di 20 anni per quattro dei soggetti finiti davanti al giudice ed un minimo di 4 anni e 4 mesi. Nessuna parte civile costituita in aula, delle 14 che erano state individuate dai magistrati della Dda di Milano al termine dell’operazione che fu denominata “Gaia”. Si è tenuta a Milano, nell’aula Bunker di via Guido Ucelli di Nemi, la prima udienza del processo con rito Abbreviato che vede davanti al giudice i 18 indagati dell’indagine che aveva riguardato i locali e le discoteche del Comasco, compresa le gestione dei buttafuori delle stesse strutture. In aula c’erano i pm Sara Ombra e Cecilia Vassena, chiamate a tirare le fila su contestazioni che parlavano a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto abusivo di armi, ma anche di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, in arrivo soprattutto dalla Spagna.
L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola oggi, giovedì 4 febbraio