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  • Grande guerra, i ricordi in una mostra

    Grande guerra, i ricordi in una mostra

    Promossa dalla Pro loco di Cadorago, nelle giornate di sabato 22 e domenica 23 prossimi (ore 10 – 20, ingresso libero), verrà ospitata dal Centro Civico di Bulgorello la mostra “La Grande guerra, memorie del Centenario”.

    Rassegna che intende coinvolgere i visitatori sui drammatici aspetti storici e umani del conflitto 1914 – 18 che sconvolse il mondo e che resta quale monito del valore inestimabile della pace.

    Ideata e organizzata da un comitato locale di cittadini di Bulgorello, la mostra, in distinti settori, presenta, attraverso significative memorie, uno spaccato della vita al fronte e di quella vissuta nel contempo con difficoltà dalle famiglie dei nostri paesi. alcune delle quali con congiunti caduti.

    In tale quadro è possibile rinvenire la ricostruzione dimostrativa di una trincea accompagnata da divise militari, residuati bellici, immagini fotografiche, filmati, attestati e medaglie al valore, corrispondenze dal fronte con i familiari.

    Nella sostanziale modestia delle case e del vivere quotidiano è ricostruita una semplice stanza da letto con tanto di “prete” per tenere sollevate le coperte dallo scaldino. Non mancano arredi, capi di abbigliamento, stoviglie di cucina, attrezzi da lavoro dei contadini, un argano per attingere l’acqua dal pozzo, immagini delle corti rustiche.

    La manifestazione sarà integrata, alle 20,45 di sabato, da un concerto di “ Canti di guerra e di pace” a cura del Coro Amici della Musica.

  • Grande Fratello Vip: Stefano Sala  rimane nella casa. Il comasco manda Ivan Cattaneo in nomination

    Grande Fratello Vip: Stefano Sala rimane nella casa. Il comasco manda Ivan Cattaneo in nomination

    Stefano Sala rimane nella casa del Grande Fratello Vip. Dopo essere stato mandato in nomination durante la prima serata, il modello comasco si è salvato: nella seconda puntata ad essere esclusa dalla casa più popolare della tv è stata infatti  la “subrettina”  Lisa Fusco. Per Stefano nessuna nomination in vista della prossima puntata del programma di Canale 5 presentato da Ilary Blasi e Alfonso Signorini, anche se le Donatella (Giulia e Silvia Provvedi) lo hanno votato.  Sala – al centro dell’attenzione per un presunto flirt con un’altra concorrente, Benedetta Mazza – ha invece fatto il nome del cantante Ivan Cattaneo, il cui destino è ora legato ai desideri del pubblico. Cattaneo è in nomination con Jane Alexander, Valerio Merola ed Elia Fongaro.

  • Grande Fratello Vip: Stefano Sala rimane in gara. Fuori dalla casa Cecchi Paone ed Ela Weber

    Grande Fratello Vip: Stefano Sala rimane in gara. Fuori dalla casa Cecchi Paone ed Ela Weber

    Prosegue  il percorso del comasco Stefano Sala al Grande Fratello Vip. Il modello di Gravedona era finito in nomination con lo chef Andrea Mainardi e il giornalista e conduttore Alessandro Cecchi Paone. Il pubblico ha deciso di fare uscire dalla casa Cecchi Paone e ha salvato così Sala e Mainardi. In una seconda eliminazione è poi stata esclusa la showgirl Ela Weber.

    Peraltro lo stesso Sala è stato al centro dell’attenzione, ancora una volta, per la sua relazione con l’altra inquilina Benedetta Mazza. Relazione che in molti giudicano più di una “profonda amicizia”, come entrambi l’hanno definita in passato. Al comasco sono state mostrate anche dichiarazioni non molto concilianti di Dasha Kina, la sua fidanzata, che certo non gradisce la situazione che si è creata nella casa. Benedetta e Stefano hanno parlato di un “affetto borderline” e il lariano ha spiegato non si tratta di amore e che chiarirà tutto con Dasha appena uscirà. Ma anche sui social tanti telespettatori non hanno nascosto i loro dubbi, al pari di quelli dei conduttori Ilary Blasi e Alfonso Signorini.

    Le nuove nomination, infine: al confronto nel televoto andranno due icone degli anni ’80, Ivan Cattaneo e Lory Del Santo.

  • Grande Fratello Vip: il comasco Stefano Sala subito in nomination

    Grande Fratello Vip: il comasco Stefano Sala subito in nomination

    Subito in nomination in una sorta di tutti contro tutti: la sorte di Stefano Sala, modello comasco, è affidata al televoto. E’ iniziata con il botto, per il concorrente lariano, l’esperienza al “Grande Fratello Vip”, trasmissione che ha preso il via ieri sera su Canale 5, presentata da Ilary Blasi.

    Sala è comunque in buona compagnia, visto che è in nomination con altri nove compagni d’avventura. In pratica sono affidati al pubblico i destini dei partecipanti che hanno avuto anche solo una citazione. E a mandare in nomination Stefano è stata l’attrice e conduttrice Jane Alexander; il lariano, dal canto suo, ha chiamato in causa lo chef Andrea Mainardi.

    Al pari del comasco, dunque,  sono nelle mani del televoto  Enrico Silvestrin (nominato per 3 volte), Elia Fongaro (2), Lisa Fusco (2), Martina Hamdy (3), Andrea Mainardi (1), Jane Alexander (1), Donatella (1), Francesco Monte (1) e Walter Nudo (1). Per loro ci sarà una settimana di tempo per convincere il pubblico.

  • “Grande Fratello Vip”, il comasco Stefano Sala è di nuovo in nomination

    “Grande Fratello Vip”, il comasco Stefano Sala è di nuovo in nomination

    Alla prima occasione ha scansato l’ostacolo agevolmente. Ora è di nuovo nelle mani del televoto. Al Grande Fratello Vip, il comasco Stefano Sala è finito per la seconda volta in nomination. Assieme al modello di Gravedona concorrono per l’eliminazione l’attore Walter Nudo e la “meteorina” Martina Hamdy. I telespettatori potranno esprimere il loro parere fino a lunedì sera, quando andrà in onda una nuova puntata della trasmissione, una delle ultime per questa edizione.

  • Grande finanza e seta comasca

    Grande finanza e seta comasca

    di Giorgio Civati

    Si può capire qualcosa dalla crisi della Canepa, e soprattutto dalla sua accelerazione – in negativo – di questi giorni? L’azienda di San Fermo della Battaglia, una delle tre o quattro “bandiere” del made in Como del tessile, veniva da anni di difficoltà finanziarie. I vertici hanno così deciso di cedere la maggioranza a un fondo d’investimento, DeA Capital. Che, nei mesi scorsi, ha formulato ipotesi, progetti di tagli e di rilancio, ha modificato i vertici, ha chiesto tagli dei costi, soprattutto attraverso la riduzione del personale per almeno cento unità, e ipotizzato 19 milioni di euro di investimenti in cinque anni. Obiettivo, risanare l’azienda e poi rivenderla. Guadagnandoci, come è logico e lecito. Ma le cose non sembrano proprio andare in questa direzione.

    All’inizio della settimana Canepa ha infatti presentato al Tribunale di Como una richiesta di quello che tecnicamente si chiama “prenotativa di concordato in bianco”. Un’opzione aperta a varie possibilità, ma che non lascia presagire niente di buono. Per il personale, oltre 400 addetti, ma anche per i fornitori e per il sistema di relazioni che un’azienda del genere intrattiene e che ne risulta già oggi comunque penalizzato. In attesa che le cronache ci aggiornino sull’evolversi della complessa situazione, viene da pensare che la grande finanza, quella dei fondi d’investimento, quella che muove centinaia di milioni e finisce sulle prime pagine dei giornali economici, non ha però radici territoriali lariane.  Anche le più grosse aziende locali sono in realtà minuscole in un’ottica nazionale o internazionale.

    Canepa, che è l’argomento del momento, è comunque uno dei big, anche se solo locali. Che ha tentato un rilancio tramite un soggetto esterno, estraneo al distretto, da cui dovevano arrivare mezzi e competenze. Ma una società finanziaria ha una visione, come ovvio, speculativa, senza che in questa definizione vi sia un giudizio negativo. E cioè, investe dei soldi per guadagnarne di più in tempi celeri. Anche senza dati certi, è dunque probabile che DeA Capital abbia riscontrato una situazione non in linea con quanto previsto. E agisca di conseguenza.

    Logico, in un’ottica di economia teorica. Drammatico per Canepa, i suoi oltre 400 dipendenti e un po’ tutto il distretto. Onore al merito, insomma, ad altri che hanno percorso altre strade. Donatella Ratti, per esempio, aveva molte alternative nel momento della crisi drammatica della Ratti, ma ha scelto Marzotto. Industriali e non finanzieri, e per di più del settore. E ormai da anni Ratti è tornata a essere una realtà positiva. Mantero, l’altro nome celebre della seta comasca, si è risanata in proprio e la famiglia, quella di Moritz e del figlio Franco, guidano oggi un’azienda sana. Per Canepa il futuro appare oggi fosco. Anche se, forse, a un investitore finanziario alternative non ce n’erano.

  • Grande ciclismo a Como: Gianni Motta fra aneddoti e ricordi. La gallery della serata in città

    Grande ciclismo a Como: Gianni Motta fra aneddoti e ricordi. La gallery della serata in città

    Una piacevole serata all’insegna del grande ciclismo, con un Gianni Motta mattatore a tutto campo. Alla Canottieri Lario, l’ex corridore – classe 1943 – ha parlato della sua carriera, a partire dal successo al Giro di Lombardia, che ha vinto nel 1964. L’incontro, del resto, faceva parte della rassegna organizzata da CentoCantù e legata all’arrivo della “classica” di Rcs Sport sul Lario.

    Tra gli ospiti del passato, Paolo Bettini, Vincenzo Nibali, Damiano Cunego, Giuseppe Saronni, Andrea Noè e Gianbattista Baronchelli. A fare gli onori di casa, con il numero uno della Canottieri Lario Leo Bernasconi, il presidente di CentoCantù Paolo Frigerio. Tra il pubblico, anche Alessandro Fancellu, il giovane ciclista comasco in procinto di partire per i Mondiali di Innsbruck, in Austria, dove parteciperà alla gara della categoria Juniores.

    Motta ha tenuto banco, con una serie di aneddoti sulla sua carriera, regalando anche qualche citazione in dialetto apprezzata dalla platea. Tra i suoi ricordi, molte gare disputate nel Comasco, a partire dal Giro della Provincia per Allievi, che vinse agli inizi della sua carriera oltre, ovviamente, al “Lombardia” 1964, che vinse sul traguardo di Como, precedendo l’altro italiano Carmine Preziosi  e il belga   Jos Hoevenaers.

  • Ospedale Sant’Anna, Grampa nuovo primario di Neurologia

    Ospedale Sant’Anna, Grampa nuovo primario di Neurologia

    GiampieroGrampaè il nuovo primario dellaNeurologiadell’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia. Lo specialista, attualmente direttore della struttura complessa di Neurologia e Stroke Unit dell’ospedale di Saronno,  è stato nominato a seguito del pubblico concorso svoltosi nel mese di luglio e prenderà servizio nel presidio comasco nei prossimi mesi.

    Il dottor Grampa, nato a Busto Arsizio nel 1958, si è laureato all’Università degli Studi di Pavia nel 1984. Nello stesso ateneo si è specializzato in Neurologia e Neurofisiologia Clinica e ha conseguito il perfezionamento in Neurologia dell’età evolutiva. Ha iniziato la sua carriera professionale all’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio nel 1986 dove, nel 2002, ha ottenuto l’incarico di alta specializzazione “Stroke Unit”. Nel 2005 è diventato primario all’ospedale di Saronno. Inoltre, dal 2015 al 2017 è stato direttore del Dipartimento Medico Aziendale dell’allora Ao “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio”, ora Asst Valle Olona, e dal 2015 per un anno e mezzo ha anche contemporaneamente diretto il reparto di Neurologia dell’ospedale di Busto Arsizio.

    Lo specialista ha al suo attivo anche un periodo di attività didattica nell’ambito della Scuola Infermieri di Busto Arsizio e negli ultimi dieci anni ha partecipato in qualità di relatore o moderatori a 50 congressi. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche e coautore dei volumi “Il percorso ictus in Regione Lombardia: dalla programmazione alla realtà territoriale” (2010) e “Il percorso ictus in Regione Lombardia: dal Disease Management alla Certificazione” (2015).

    In questi anni il dottor Grampa si è occupato in particolare della gestione dei pazienti affetti da ictus, di neurofisiologia e del potenziamento degli ambulatori per la polisonnografia e la sclerosi multipla del presidio saronnese.

  • Gli ingranaggi dello Stato e il diritto alla sicurezza

    Gli ingranaggi dello Stato e il diritto alla sicurezza

    di Agostino Clerici

    Sono tornati nella loro casa di Lanciano i coniugi Martelli, vittime di una brutale aggressione notturna alcuni giorni fa. Lui ha sempre manifestato una grande calma nel rispondere alle domande dei giornalisti. Calma, ma anche fermezza. C’è chi si meraviglia che sia tornato subito con la moglie tra le mura domestiche. «Quella è la nostra casa – risponde, sicuro di sé – l’abbiamo realizzata su misura per nostro figlio disabile, senza barriere architettoniche. Cercherò di renderla un po’ più sicura. Ma io la pistola non me la compro. Averla significa essere disposti ad usarla e un cittadino normale non lo è. È lo Stato che deve difenderci».

    Già, è questa fantomatica realtà complessa che va sotto il nome di Stato che deve difendere milioni di cittadini normali. È un’impresa titanica, perché purtroppo di disgraziati come quelli che hanno compiuto l’aggressione di Lanciano ce ne sono in circolazione ancora tanti. Carlo Martelli dice: non è la mia pistola, ma è lo Stato che deve difendermi. Ha ragione. “Lo Stato siamo noi”, recita uno slogan che sembra uscito dal libro Cuore. Va bene per l’ora di educazione civica a scuola o per la festa della Repubblica. Ma qui è fuori luogo, è troppo generico. Lo Stato a cui fa riferimento Carlo Martelli è una somma di persone ben precise, che devono lavorare insieme in diversi ambiti istituzionali per raggiungere uno scopo comune. Mi sembra di vedere, invece, troppa disunione tra i livelli in cui può essere suddivisa la comune responsabilità dello Stato per garantire la sicurezza dei cittadini.

    Il piano investigativo è fondamentale per l’individuazione e l’arresto dei responsabili degli atti criminosi: nel caso di Lanciano sono bastati pochi giorni per assicurare alla giustizia i quattro rumeni che sono sospettati di essere gli autori materiali dell’aggressione. Ho detto: assicurare alla giustizia. Le forze dell’ordine consegnano il loro lavoro alla macchina della giustizia, che poi si muove secondo meccanismi di garanzia per le vittime e anche per gli stessi indagati. Questo ingranaggio – lo sappiamo – è spesso lento e non esente da sorprese giudiziarie. L’opinione pubblica invoca a gran voce la certezza della pena come unico indennizzo dell’offesa subita e come garanzia che chi ha sbagliato paghi effettivamente con la detenzione il male che ha commesso e che spesso – pensiamo ad un omicidio – non può più essere risarcito.

    Purtroppo, le cronache ci parlano di scarcerazioni anticipate per benefici di legge che hanno esposto nuovamente i cittadini al rischio di subire le intemperanze di personaggi che in carcere non hanno evidentemente imboccato una via di ravvedimento. E questo ci porta a comprendere quanto siano importanti altri due livelli che competono allo Stato in difesa dei cittadini. Uno è il piano legislativo ed esecutivo dell’ordinamento politico: se le regole sono confuse, il gioco è disordinato e rischia d’essere nelle mani dei violenti e dei furbi. L’altro piano è quello rieducativo: anche questo fa parte della “pistola” che lo Stato deve usare per difendere i cittadini. Se la pena è incerta, però, inattuabile è anche la rieducazione che con essa si potrebbe ottenere.

  • Gli ingegneri: «Sì alla prevenzione sismica, ma attuata diversamente»

    Gli ingegneri: «Sì alla prevenzione sismica, ma attuata diversamente»

    «Gli ingegneri sono attenti e sensibili nella cultura e prevenzione del sisma». Lo ribadisce il presidente dell’Ordine professionale di Como, Mauro Volontè, dopo la diffusione delle notizia della mancata adesione alla campagna “Diamoci una scossa” in programma il prossimo 30 settembre.

    «L’iniziativa è meritevole – spiega – ma abbiamo rilevato molteplici criticità in merito alle modalità di attuazione delle visite ispettive».

    «Proprio per l’importanza della prevenzione sismica, infatti, riteniamo che serva grande competenza e professionalità da parte dei tecnici e un’analisi puntuale che arrivi da sopralluoghi approfonditi nelle abitazioni – conclude il presidente degli ingegneri comaschi – Questa attività si chiama incarico professionale e deve essere remunerata con un equo compenso».

    «Il professionista deve dare al committente un’informazione approfondita e specifica – prosegue Volontè – assumendosi le proprie responsabilità. Le ispezioni gratuite della campagna “Diamoci una Scossa”, essendo appunto meramente informative, prevedono da parte del cittadino di dichiarare di aver compreso i limiti di responsabilità del professionista derivanti dalla mera visita tecnica informativa».

    «Per questo motivo l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como non vuole sottrarsi nel dare il supporto al cittadino e in alternativa ai sopralluoghi informativi, nei quali risulta inutile spiegare il meccanismo del “Sisma Bonus”, organizzeremo incontri sul territorio per informare tutta la cittadinanza. Si tratta di tematiche complessi che vanno approfonditi nelle giuste sedi e con le dovute modalità – dice sempre il presidente – Il cittadino avrà così tutte le informazioni necessarie in materia e potrà decidere di affidarsi ad un professionista per meglio capire e valutare le condizioni del proprio edificio».