Obiettivo: combattere l’obesità con metodi sempre meno invasivi. All’ospedale di Cantù è stata presentata questa mattina la nuova tecnica mini-invasiva per la chirurgia dell’obesità. La nuova procedura si chiama Aspire e dura circa 15 minuti: è eseguita per via endoscopica e con ricovero limitato a una sola giornata. Consiste nell’inserimento di una sonda gastrica collegata a una porta di accesso sulla parete addominale. L’unità operativa di chirurgia dell’ospedale di Cantù, diretta da Marco Azzola Guicciardi, è stata tra le prime in Italia ad averla introdotta. «Il paziente – dice il primario – è addestrato a eseguire, 20 minuti dopo la fine di ogni pasto, lo svuotamento e il lavaggio gastrico. Importante e parte integrante del metodo è l’accompagnamento a migliori abitudini alimentari con dietista e psicologo». Con l’aspirazione è rimosso dallo stomaco circa il 30% delle
calorie ingerite. I risultati della tecnica sono sovrapponibili agli interventi
come la resezione o il bendaggio gastrico.
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Contrasto dell’obesità, ecco le nuove tecniche
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Conoscersi per vivere meglio, domani la presentazione del libro in città
Un libro attraverso il quale scoprire se stessi e soprattutto esercitarsi ad accrescere la fiducia in noi e negli altri. Sarò il tuo specchio.Manuale per guardarsi dentro e migliorare(Cairo Publishing) del coach e formatore Francesco Fabiano, verrà presentato martedì 6 novembre, alle ore 18, alla libreria Ubik, in piazza San Fedele a Como. «Come si fa a capire chi siamo? Spesso non basta una vita per conoscerci» è la premessa da cui parte Fabiano che fornisce, oltre alla teoria, anche una serie di esercizi. Dialogano con l’autore Massimo Moscardi e Alessandro Nardone.
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Congiuntura, cresce la produzione industriale nel Comasco
Produzione industriale e artigiana in aumento nel secondo trimestre del 2018, secondo le rilevazioni della Camera di Commercio di Como.
In particolare, la produzione industriale comasca ha fatto segnare un +1,4%: dato positivo, ma inferiore al alla media regionale.
In calo il numero delle imprese. Il settore manifatturiero comasco ha perso 90 aziende rispetto ai dati di giugno 2017. Per quanto riguarda il volume affari, dopo sei mesi di crescita robusta, nel secondo trimestre dell’anno in corso il fatturato complessivo delle industrie comasche ha registrato un leggero aumento (+1,7%), comunque ben inferiore rispetto al +6% lombardo. Malgrado la crescita modesta di produzione e fatturato, nel secondo trimestre 2018 gli occupati nelle imprese industriali comasche hanno ripreso a crescere leggermente.
L’artigianato ha fatto registrare nel secondo trimestre 2018 un incremento del +1,2%; così come nell’industria, anche in questo comparto la crescita è inferiore rispetto alla media regionale. Il fatturato è cresciuto del 2,9%. “Il recupero dei livelli pre-crisi è ovunque molto lontano – spiega la Camera di Commercio – tra il 2008 e il 2009 il crollo è stato di oltre 25 punti percentuali e non sono ancora stati recuperati”.
In calo il volume d’affari di commercio e grande distribuzione (-1,7%) mentre, dopo tre trimestri negativi, il fatturato delle imprese comasche dei servizi nel secondo trimestre è tornato a crescere (+1,1%).
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Confesercenti: «Via i furgoni dai parcheggi: tolgono posti ai clienti del mercato»
«I furgoni e gli altri autoveicoli degli operatori del mercato mercerie di Como intasano i parcheggi delle vie limitrofe»: è la protesta lanciata ieri da Confesercenti, che chiede misure urgenti volte ad arginare il problema.«Esiste la possibilità di parcheggiare nell’autosilo del Tribunale, ci rendiamo benissimo conto che i costi sono diversi, ma dobbiamo anche tutelare la clientela. Una volta scaricate le merci – dice il direttore di Confesercenti Angelo Basilico – i furgoni non devono essere parcheggiati nelle vie adiacenti perché sono ingombranti e sottraggono posti auto ai clienti potenziali dei mercati che, in assenza di parcheggi, molte volte rinunciano ad effettuare gli acquisti programmati. È un fenomeno che si ripete con costanza nelle mattinate di martedì e giovedì e sabato per tutto il giorno».«Gli operatori del mercato, che sono oltre 200 – denuncia Basilico – approfittano di un vuoto normativo nel regolamento per il commercio su aree pubbliche relativo all’obbligo di tenere l’automezzo dietro al banco, e così bloccano l’accesso agli stalli da parte di altri clienti».Il direttore di Confesercenti ha scritto all’assessore alla Mobilità di Palazzo Cernezzi, Vincenzo Bella, e al comandante della polizia locale, Antonello Ghezzo.«Il problema si era già posto ben quattro anni fa per le vie Mentana e Sirtori dove si colloca il mercato annonario – conclude – Dopo qualche mese un’ordinanza aveva posto fine alla cattiva pratica».
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Confesercenti: «Ricevute molte segnalazioni»
Ma il parere sulla modifica degli orari non cambia
«Ho ricevuto personalmente diverse segnalazioni, in particolare per via Milano»: il presidente di Confesercenti Como, che ha lo studio proprio nella via del centro, commenta così la giornata della debacle della raccolta dei rifiuti nella città turistica.«Non so se vi sia stato un difetto di comunicazione tra il Comune di Como e Aprica – dice ancora Casartelli – Cittadini ed esercizi commerciali hanno rispettato le indicazioni scritte sul prospetto per il recupero delle festività. Evidentemente qualcosa però non ha funzionato, a iniziare proprio da via Milano. Non si può dare la colpa al vento».Nonostante i problemi di ieri, secondo Confesercenti i nuovi orari di recupero dei rifiuti hanno portato un netto miglioramento della situazione. Ricordiamo che prima delle modifiche, in alcune zone del centro storico, il ritiro della spazzatura dai locali avveniva proprio nell’orario dell’aperitivo. Una stortura subito sollevata dagli esercenti.«Sono sempre convinto che i servizi si possano affinare e migliorare. Non si devono concepire in modo statico – dice sempre Casartelli – ma quel correttivo andava fatto al più presto. Inizialmente l’assessore all’Ambiente Simona Rossotti (la delega in seguito passerà a Marco Galli, ndr) si era scontrata con le imposizioni presenti nel contratto, ma poi è stata trovata una soluzione di buonsenso. Credo che quando si andrà a rinnovare il contratto con Aprica si potranno mettere sul tavolo anche questi problemi riscontrati nel secondo giorno dell’anno».Ricordiamo infine che Palazzo Cernezzi paga caro i suoi rifiuti. Aprica ha un contratto di otto anni che scade a fine 2020 per un valore complessivo di oltre 73 milioni di euro più Iva. Per il 2018 la voce “servizi aggiuntivi e spese diverse di nettezza urbana”, non previsti quindi dal contratto, hanno superato i 100mila euro. Si tratta nella maggior parte dei casi di servizi di recupero di rifiuti abbandonati in strada.
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Confesercenti: “Inferriate davanti al portico di San Francesco”
Parla di una situazione che «ha superato da settimane i livelli di tollerabilità e sta scatenando tensioni sociali sempre più acute ed esasperate con i residenti, con gli operatori del mercato e con i cittadini» il presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli nella sua lettera-denuncia inviata ieri al sindaco di Como, Mario Landriscina e al prefetto Ignazio Coccia.
La questione, più volte riportata anche da queste colonne, riguarda i senzatetto che stanziano tra l’ex chiesa di San Francesco e il piazzale del Tribunale. Confesercenti, così come le guardie del Tribunale hanno documentato anche con delle fotografie le gravi condizioni igienico-sanitarie di un’area centrale della città.
«Da mesi, nell’indifferenza delle Istituzioni che non sono intervenute – scrive ancora il presidente Claudio Casartelli – uno svariato numero di persone si accampa e trascorre la notte in condizioni di scarsissima igiene personale. Espleta bisogni fisiologici a cielo aperto generando puzza e situazioni di pericolo igienico-sanitario. Si ubriaca e litiga con i residenti e con gli operatori del mercato». Confesercenti chiede nel suo documento, tra le altre cose, la possibilità di installare un’inferriata davanti al portico dell’ex chiesa di San Francesco.
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Confesercenti: «I mercatini di Natale siano tipici, devono avere un legame con la città»
Dopo l’assegnazione del bando per l’organizzazione delle manifestazioni di Natale a Como, si torna a discutere di commercio e di concorrenza. Temi che quest’anno potrebbero diventare molto caldi anche alla luce della decisione di allargare gli spazi dedicati alle “casette” e alle bancarelle, ovvero la platea commerciale vera e propria della Città dei Balocchi.
Sin qui i mercatini hanno occupato i Portici Plinio e piazza Cavour. Dal prossimo mese di novembre invaderanno anche piazza Grimoldi, piazza Verdi, via Pretorio e via Boldoni. Di fatto, per 40 giorni Como ospiterà un gigantesco mercato all’aperto. In diretta concorrenza con i banchi sotto le mura e con tutti gli altri negozi del centro storico. «Capisco che la Città dei Balocchi attrae pubblico e di questo beneficiano tutti, compreso ovviamente il mercato settimanale – dice Claudio Casartelli, presidente della Confesercenti di Como – ma questo non significa aprire le porte del capoluogo a chiunque. Già l’anno scorso la giunta si era impegnata a fare in modo che sulle bancarelle del Natale si vendessero soltanto prodotti riferiti al territorio comasco. Poche o tante non importa, ma devono avere un legame con la città».
L’impegno preso per il Natale 2017 era stato disatteso, tanto è vero che tra caciotte lucane e salumi calabresi, sulle bancarelle di piazza Cavour si vendeva di tutto. «Quest’anno mi auguro che sia diverso – dice Casartelli – Se così non dovesse essere, sarebbe una grande delusione. A oggi non c’è alcun elenco ma, ripeto, il mercatino dei Balocchi ha un senso soltanto se è complementare a quello del territorio, non se fa concorrenza».
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Conferenza dei servizi, chiuso il lavoro tecnico sul nuovo lungolago
La conferenza dei servizi sul progetto del lungolago si è chiusa. La conferma arriva da Regione Lombardia che ha dichiarato terminato il capitolo tecnico sulle paratie antiesondazione del lago di Como. «Il progetto va bene e la conferenza dei servizi si è conclusa come da tempi e cronoprogramma stabilito. Adesso ci sarà la verifica e la validazione del progetto», hanno fatto sapere in serata da Milano. Si tratta del lavoro di analisi delle osservazioni – sul piano elaborato dalla Regione e illustrato lo scorso ottobre – presentate dai soggetti coinvolti. Una fase tecnica del piano, iniziata lo scorso 21 novembre, quando Regione Lombardia aveva indetto appunto la conferenza dei servizi per arrivare poi all’approvazione del progetto esecutivo dell’opera. I lavori, secondo quanto annunciato durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, ripartiranno a settembre e il cantiere chiuderà entro il mese di aprile del 2022. Adesso, passaggio successivo alla conferenza, sarà la gara per assegnare i lavori.
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Confcooperative Insubria, uno sguardo sul futuro. Ieri l’assemblea annuale
«Un’impresa nella quale a tutti è data l’opportunità di essere imprenditore e a nessuno è concesso di diventare padrone».Sta forse in questo passaggio, uno dei più forti dell’intera relazione, il senso più autentico del lungo discorso con cui ieri pomeriggio il presidente di Confcooperative Insubria, Mauro Frangi, ha aperto la quarta assemblea annuale dell’associazione di via Anzi. «Dalle nostre imprese non si ricaveranno mai plusvalenze o capital gain, gli utili generati saranno per sempre reinvestiti nello sviluppo, a garanzia della capacità delle aziende di continuare nel tempo a soddisfare i bisogni dei propri soci e della comunità in cui operano. Senza “scappare”, senza mai “delocalizzare”, senza mai “arricchire uno solo” a danno di tutti gli altri».Nell’anno in cui si festeggia il centenario della nascita di Confcooperative in Italia, l’Unione di Como e Varese ha posticipato di qualche giorno il suo tradizionale appuntamento di fine anno proprio per essere la prima a celebrare l’anniversario.«Le celebrazioni sono l’occasione migliore per testimoniare la fedeltà alle proprie radici e, insieme, la capacità di innovare le modalità della propria azione economica e sociale», ha ricordato Frangi elencando i risultati di Confcooperative Insubria: 416 imprese aderenti, un fatturato aggregato che sfiora ormai i 300 milioni di euro, la creazione «di tanta e “buona” occupazione. Alla fine di dicembre del 2014 – ha detto Frangi – gli occupati nelle nostre cooperative erano 7.802. Alla fine del 2018 sono diventati 10.339. In larga parte soci e, quindi, proprietari della loro impresa; 2.537 in più».Perché «le cooperative nascono e crescono soltanto per rispondere ai bisogni di una comunità e per creare lavoro. Non per altre ragioni. È questa la “funzione sociale” della cooperazione, sancita e tutelata dall’articolo 45 della nostra Costituzione».Senza creare lavoro, ha infine aggiunto il presidente di Confcooperative Insubria, «non si crea benessere sociale. Ma il lavoro non si costruisce per decreto legge. Il lavoro lo creano soltanto le imprese». Che andrebbero aiutate. «In un’epoca nella quale si può – o si deve – diventare imprenditori per necessità e non solo per una forte vocazione, la formazione imprenditoriale, l’impegno a generare nuova imprenditorialità e diffondere una cultura d’impresa dovrebbero costituire per il sistema camerale la priorità assoluta. Per questo siamo delusi del dibattito che si è sin qui sviluppato attorno alla nuova Camera di Commercio di Como e Lecco, nel quale non c’è traccia della promozione di nuova e qualificata imprenditorialità come principale leva per lo sviluppo».
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Confcommercio Como: «Voucher anche per bar e ristoranti, non solo per le strutture ricettive»
Sì ai voucher, ma senza limiti di applicazione nel settore del turismo. Confcommercio Como si dice «preoccupata» per «alcune indiscrezioni trapelate sull’intenzione del Governo di limitare l’utilizzo del voucher alle sole strutture ricettive, e non più alle aziende del settore turismo che applicano il contratto collettivo».
In un comunicato diffuso oggi, l’associazione di via Ballarini spiega che «la reintroduzione dei voucher, fortemente auspicata, implicherebbe la restituzione alle aziende del settore della possibilità di avere a disposizione uno strumento legale e tracciabile per regolamentare le prestazioni di lavoro occasionali». Prestazioni frequenti «anche nei ristoranti e in tutti i pubblici esercizi che devono rispondere ad una domanda di lavoro caratterizzata da alta flessibilità e stagionalità».
«Se le indiscrezioni fossero confermate – dice il presidente di Confcommercio Como, Giovanni Ciceri – si creerebbe una situazione paradossale, incomprensibile nella logica e discriminante negli effetti. Sarebbe assurdo che dall’estensione dei voucher venissero escluse proprio le aziende della ristorazione che sono la componente essenziale e maggioritaria del turismo, anche sotto il profilo della creazione di posti di lavoro stabili».
«Negare questo strumento di lavoro all’intero settore dei pubblici esercizi per il timore di abusi è ingiusto – conclude Ciceri – L’utilizzo va garantito a tutti a fronte di controlli puntuali e sanzioni severe».