Pedemontana, lo stop del ministro. Le opposizioni sul piede di guerra
Dopo la Tav, anche la Pedemontana entra ufficialmente nel mirino del ministro delle InfrastruttureDanilo Toninelli.
Ieri, in commissione lavori pubblici, l’esponente del Movimento 5 Stelle ha detto che «Il governo intende sottoporre a un’analisi costi-benefici non solo la linea ad alta velocità Torino-Lione ma anche la Gronda autostradale di Genova, l’Aeroporto di Firenze e la Pedemontana Lombarda».
Secondo Toninelli, «per le maggiori opere figlie della legge obiettivo del centrosinistra, l’intendimento del governo è di vagliarle con attenzione».Una manovra che rappresenterebbe «l’esito razionale dell’accertato fallimento del passato, più che uno stravolgimento inatteso e imprevedibile dell’azione del governo».
La revisione annunciata dal ministro contempla «anche l’abbandono del progetto laddove sia dimostrato che il complesso dei costi è superiore a quello dei benefici».
La dichiarazione di Toninelli ha scatenato ovviamente le reazioni polemiche delle opposizioni.
PerChiara Braga, deputata Pd, «dopo aver registrato la mancanza di qualsiasi impegno dei suoi sottosegretari su gratuità del primo lotto e completamento del secondo lotto della Tangenziale, abbiamo capito che la situazione è ancora più preoccupante. Anche Pedemontana lombarda rischia di finire sotto la scure dell’approssimazione e dell’incompetenza grillina, con l’effetto di lasciare a metà un’opera importante per il nostro territorio».
Alessio Butti, deputato di Fratelli d’Italia, ha contestato in commissione il ministro accusandolo di aver «rifilato al Parlamento una supercazzola. Sulle grandi opere la Lega dice una cosa, i 5 Stelle ne dicono un’altra. Si mettessero d’accordo e facciano chiarezza tra loro, anche perché le infrastrutture sono importanti. Toninelli – ha aggiunto Butti – sembra è il ministro del “day after”, quello che arriva dopo la bomba atomica. Ma solo una politica folle pensa di ricominciare ogni volta da zero».