di Lorenzo Morandotti
Che fatica essere soli. Unire le forze e fare massa critica, contare in un consesso di vasi di ferro: impresa difficile per i vasi di coccio. Como, manzonianamente parlando, patisce questa condizione, specie – ed è uno sconfortante paradosso – là dove avrebbe numeri, energie e persone per eccellere. Il contesto su cui invitiamo a ragionare è il tessile, che deve confrontarsi con competitori globali, mantenendo però nel contempo le posizioni sul fronte della qualità (che ha anche un innegabile risvolto etico e sociale, dato che produrre a basso prezzo altrove comporta manodopera con diritti sindacali ridotti). Ma lo stesso orizzonte di discorso si può fare sul piano della filiera del legno-arredo. Si è appena conclusa la design week meneghina e sempre più forte del successo conquistato, meritato e tesaurizzato Milano si conferma forte centro gravitazionale, che visto da qui, dalla provincia sia pure fortunata e baciata da bellezze lacustri e Vip del cinema, rischia di apparire come un buco nero che attrae energie e non restituisce che poco o nulla tranne forse la fatica di doversi misurare con la realtà dei fatti. Che nello specifico del mobile potrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, creare interessanti sinergie sul fronte lariano: patria dell’eccellenza mobiliera (sia nello stile moderno che nelle vette della ricercatezza d’autore), ma anche del Razionalismo architettonico, e questo va detto sulla base di un dato: il crinale che divide architettura e design è sempre più sottile e i due mondi risultano anche nel comune sentire sempre più complementari. Abbiamo così una situazione interessante sulla carta, tanto per il tessile che per il legno arredo, legata a una tradizione gloriosa del passato che innerva virtuosamente tanta attività economica del presente, in cui si incarna nutrendo il territorio. Quello che non si riesce a mettere in moto è un volano virtuoso chiamato lavoro di squadra, come si accennava all’inizio: tante speranze, tanti operatori che spendono sudore e lacrime e impegnano l’anima nel lavoro, ma manca ancora per fare la differenza la capacità di fare cartello o come usava dire un tempo “lobby”, termine che però ha un sentore di sottobosco e invece qui occorre giocare a carte scoperte e a fronte alta. Sul fronte del legno arredo “sposato” intelligentemente all’architettura qualcosa a Como (mostre, eventi, manifestazioni) pare si stia muovendo in modo tangibile nei prossimi mesi, e i risultati della semina li vedremo in occasione del Salone del Mobile del 2020, sul fronte del tessile Milano rischia però di rimanere il fulcro della galassia. Cabine di regia cercansi.
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