Si intitola “Plinio il Vecchio.L’eredità di un illustre comasco scrittore, naturalista, ammiraglio” (18 euro) il nuovo libro di Luigi Picchi, docente al liceo Giovio e scrittore, su Plinio il Vecchio, “l’uomo biblioteca” che “amò una sola donna, la Natura, che divenne ben presto la sua musa, e poi amò l’Impero, Roma e scrisse, scrisse perché nulla andasse perduto”.
Così la Naturalis Historia sin da subito è diventato un libro fondamentale per la cultura occidentale, prima di tutto per gli scienziati, gli storici e gli eruditi, ma poi anche per i poeti, gli oratori, i pittori, gli artisti in genere che attraverso Plinio hanno sognato, immaginato e conosciuto il mondo. Infatti la natura descritta da Plinio è una natura inevitabilmente mediata dall’immaginazione e trasfigurata dalla fantasia e la conoscenza scientifica è soprattutto basata su letture ed esperienze altrui (solo qualche volta è il risultato di osservazioni dirette).
Plinio, l’antico “guru” ed il patriarca del sapere enciclopedico, quasi un personaggio “borgesiano”, è ancora un amico con cui trascorrere lunghi e tranquilli pomeriggi o silenziose notti in una vecchia biblioteca, sognando e immaginando il mondo come un giardino ariostesco o come un labirinto da Il nome della rosa. Questo è il Plinio più coinvolgente, quello, cioè, che non ha solo lo sguardo freddo e distaccato dello “scienziato”, ma anche lo sguardo incantato e meravigliato del “poeta”, aperto quindi allo stupore verso la misteriosa bellezza dell’universo. Oggi un sapere enciclopedico come quello di Plinio è improponibile, però ciò non toglie che la Naturalis Historia continui ad essere un’opera leggibile e godibilissima.