Presunto stalking in corsia tra due medici: assolta la dirigente

Non ci fu alcuno stalking. E non ci furono neppure lesioni personali riconducibili all’imputata. Si è conclusa così nel primo pomeriggio di ieri, di fronte al giudice monocratico Andrea Giudici, la vicenda che aveva riguardato una dirigente medico di un ospedale della provincia di Como. La donna, 58 anni, era stata accusata da una collega (medico anch’essa) che con diversi esposti l’aveva trascinata in tribunale. Secondo quanto raccontato da quella che si è poi costituita parte civile, il medico dirigente l’avrebbe minacciata con «atteggiamenti autoritari», «svalutandone le prestazioni professionali», invitandola a dimettersi o a trasferirsi, negandole anche le ferie. Fatti riferiti a un periodo compreso tra il gennaio 2014 e il giugno 2016. Sempre secondo la parte lesa, l’avrebbe costretta a rientrare al lavoro – dopo un infortunio – in tempi anticipati, causandone una ulteriore prognosi. Nel corso del dibattimento, tuttavia, in aula non sarebbero emerse particolari elementi che potessero ricondurre allo stalking, e tanto meno alle lesioni personali. La presunta vittima (assistita dall’avvocato Claudia Volpi) aveva chiesto un risarcimento da 50mila euro. Il giudice invece, nel primo pomeriggio di ieri, ha deciso in modo diverso accogliendo gli inviti dei legali Fabio Gualdi e Luca Viganò e assolvendo il medico dirigente dallo stalking («perché il fatto non sussiste») e dalle lesioni «perché il fatto non costituisce reato».