Categoria: Politica

  • Crisi del governo, parla il ministro comasco. «Dai Cinquestelle troppi no, subito il voto»

    Crisi del governo, parla il ministro comasco. «Dai Cinquestelle troppi no, subito il voto»

    L’appuntamento è davanti al Teatro Sociale. Il neoministro Alessandra Locatelli ha appena consumato un pranzo veloce.È tornata a Como nella notte. Non ha la scorta. I due carabinieri che la seguono l’hanno però accompagnata per tutto il suo tour in Emilia, dove ha incontrato anche i genitori dei bambini di Bibbiano. A giorni ripartirà per Calabria e Sicilia. Sempre in movimento l’onorevole Locatelli, ministro per le Disabilità e la Famiglia da poco meno di un mese, dall’11 luglio.La crisi di governo rischia di trasformare il suo incarico in un mandato brevissimo da ministro. Le dispiace un po’?«Diciamo che in ogni caso c’è ancora moltissimo da lavorare e siamo pronti anche per questa sfida» risponde il ministro.Si aspettava una rottura così decisa con i Cinquestelle?«Credo che fosse arrivato il momento giusto per una svolta. Dobbiamo cercare di dare al Paese la speranza che questo governo non poteva più garantire. Se siamo giunti a questo punto è perché così non si può più lavorare. C’è bisogno di fare grandi opere, a partire dalla Tav, che è stata poi l’ultima goccia tra tanti no dei Cinquestelle. I progetti vanno conclusi, non si possono lasciare a metà le cose. Lo stesso vale per la giustizia, un grande nodo del Paese. Servono pene certe e provvedimenti più rapidi. Non possiamo sempre fare tutto all’acqua di rose. Serve chi sappia dire dei sì, velocemente per il bene del Paese e delle tantissime persone che ci aspettano e che ci accolgono».Quando si andrà al voto?«Spero il prima possibile. Non c’è tempo da perdere. Stiamo lavorando tutti i giorni perché i ministri siano sempre tra la gente e non dietro le scrivanie a scrivere fogli inutili».Salvini ha detto che la Lega correrà da sola.«Abbiamo tanti progetti che vogliamo portare avanti. Se ci sarà qualcuno che li vorrà seguire, la decisione spetterà poi al segretario federale Matteo Salvini, nel quale abbiamo piena fiducia, visto che è l’unico politico che ha dato una svolta storica al nostro Paese. Abbiamo potuto fare due decreti sicurezza, abbiamo chiuso le porte ai clandestini, abbiamo realizzato “quota 100” con una speranza per le pensioni, ma ci sono ancora tante cose da fare».Partirà da Como la campagna elettorale del ministro Alessandra Locatelli?«Sicuramente parte da qui, ma per continuare a raggiungere tante persone, per parlare con loro. La politica è incontrare la gente, ascoltarli, vedere dove abitano. Si tratta di rapporti che erano stati persi, la Lega ha finalmente eliminato la distanza tra i politici e le persone» conclude Alessandra Locatelli.Sul tema della crisi di governo è intervenuto ieri con una nota inviata a Espansione Tv anche il sottosegretario all’Interno, il canturino Nicola Molteni.«L’Italia ha bisogno di crescere. Al nostro Paese servono infrastrutture e investimenti» ha spiegato Molteni«A causa dei ripetuti no del Movimento 5 Stelle, rischiamo la paralisi e l’immobilismo, ma noi non lo consentiremo. Gli italiani ci chiedono un governo capace di esprimersi in modo coraggioso e univoco. Ci chiedono di tornare presto al voto e noi non intendiamo far perdere altro tempo agli italiani».

  • Butti e l’ipotesi dell’asse sovranista Lega-Fdi

    Butti e l’ipotesi dell’asse sovranista Lega-Fdi

    La prima reazione tra i parlamentari comaschi alla crisi di governo è stata ieri di Giovanni Currò, deputato del Movimento 5 Stelle, che attacca direttamente il ministro Salvini. «Conte è il mio Presidente – scrive Currò – Questa non è la Repubblica di Salvini. Il ministro dovrà spiegare in aula nel rispetto delle istituzioni le ragioni della crisi e non con altalene o schizofreniche dichiarazioni come le ultime. In più, non è accettabile che venga svilita l’operato del governo. Ad oggi ne fa parte anche Salvini. Non è possibile che non si sia accorto di quello che ha trattato e votato in questi mesi».«La maggior parte del governo ha lavorato in modo operoso e in silenzio, come formiche, mentre sappiamo tutti quale fine fanno le cicale. Trasparenza e cambiamento sono stati i tratti distintivi del governo. Non è stato il “Governo dei no” – conclude – E non eravamo in spiaggia. Non spetta a un ministro stabilire i tempi della crisi: abbiamo una Costituzione che anche Salvini ha giurato di rispettare. Ci aspettano tempi difficili, tra legge di bilancio in ritardo, niente Flat tax, niente abbassamento delle tasse bensì aumento dell’Iva. Ma almeno avremo un quadro delle responsabilità e potremo fare chiarezza per far scegliere agli italiani con consapevolezza. I risultati delle Europee? Sono un’altra cosa».I toni non cambiano passando dall’ormai ex maggioranza all’opposizione.«Che questo governo fosse arrivato alla fine del suo ciclo vitale si era capito da mesi – attacca la parlamentare comasca del Pd, Chiara Braga – Il problema vero è che mentre il Paese è in pericolo dobbiamo ancora sentire certe dichiarazioni da Salvini. La frase sui “pieni poteri” è una chiara mancanza di rispetto per la democrazia parlamentare in cui viviamo. Purtroppo i dati di questi giorni disegnano un’Italia che da un anno e mezzo è peggiorata in ogni settore per colpa di un governo dannoso».Riguardo la sfida elettorale del Pd, Braga spiega: «Noi siamo già in campo. Abbiamo avviato la campagna con le ultime Europee, che ci hanno visto crescere grazie al lavoro fatto dal segretario Zingaretti su temi e questioni precise. Ora si deve fare capire agli italiani che entrambe le forze a cui era stato affidato il Paese hanno fallito in modo patetico e ridicolo. Serve una alternativa radicale a chi ha messo l’Italia nell’angolo in Europa e peggiorato le condizioni di vita. Per il Partito Democratico è il tempo di fare perno su un’alleanza larga e un messaggio di forza e unità» conclude Chiara Braga.Infine, la posizione di Fratelli d’Italia. «La crisi di governo non ci ha certo colto di sorpresa – commenta il deputato lariano Alessio Butti – Ditemi voi come era possibile tenere in piedi un legame con un contratto tra due formazioni antitetiche. I Cinquestelle sono di sinistra, la Lega direi proprio di no. Il crollo purtroppo è arrivato prima che venissero affrontate le questioni della legge di bilancio e altri temi fondamentali. Così cade anche l’ennesimo presidente del consiglio non votato dagli italiani, succede dal 2011. Fratelli d’Italia, da un anno, con Giorgia Meloni è un contenitore che mette insieme l’area conservatrice, cristiana e sovranista. Abbiamo modificato anche il nostro simbolo».«Nonostante uno staff di comunicazione ben inferiore alla Lega, siamo l’unico partito che cresce – sottolinea Butti – Gli ultimi sondaggi Ipsos ci accreditano al 7,5%. Sono percentuali che permetterebbero eventualmente un’intesa sovranista e conservatrice con la Lega sufficiente per dare al Paese un governo che duri un’intera legislatura, come chiedono i cittadini e il mondo del lavoro. Per noi questo è sicuramente un momento positivo, speriamo di poterlo sfruttare pienamente».

  • Alessandra Bonduri in pole per l’assessorato. Alla Corengia però la delega ai servizi sociali

    Alessandra Bonduri in pole per l’assessorato. Alla Corengia però la delega ai servizi sociali

    Domani o al più tardi entro venerdì dovrebbe arrivare la conferma ufficiale del nome di Alessandra Bonduri quale nuovo assessore della giunta Landriscina. Nome che andrebbe così ad occupare la casella lasciata vuota dalla neo ministra alle Disabilità e alla Famiglia Alessandra Locatelli. Anche se l’indicazione della consigliera leghista, data ormai quasi per certo, dovrebbe portare con sé anche un mini rimpasto nella mappa delle deleghe. Alla Bonduri infatti non andrebbe la cura del settore Servizi sociali, decoro sociale e sostegno alla famiglia, cavalli di battaglia della gestione di ferro di Alessandra Locatelli, ma tutte le altre competenze. Ovvero politiche abitative, solidarietà, piani di zona, lavoro, impresa sociale, reti sociali.Per delineare con precisione il quadro, anche questa mattina a Palazzo Cernezzi si è tenuto un vertice. Seduti intorno a una tavolo c’erano il sindaco Mario Landriscina, l’assessore alla sicurezza Elena Negretti, il neo vicesindaco Adriano Caldara, il neo ministro Alessandra Locatelli e il segretario cittadino della Lega Daniele Peduzzi. Massimo riserbo sul contenuto dell’incontro anche se dalle indiscrezioni sarebbe confermato il nome. Il sindaco ha solo voluto sottolineare come, chiusi alcuni incontri già programmati, nelle prossime ore si dedicherà esclusivamente a comporre il nuovo assetto della giunta.Va anche sottolineato come, sempre in base a voci di corridoio, la delicata materia dei Servizi sociali (compresi i temi decoro sociale e politiche famiglia), potrebbe andare all’assessore alle Politiche educative Angela Corengia. «Sono a disposizione del mio partito, saranno loro a fare le valutazioni più giuste. Certo, mi farebbe piacere e sarebbe un grande onore», ha ribadito nelle ultime ore Alessandra Bonduri. A Palazzo Cernezzi, se così fosse, dovrebbe entrare il primo dei non eletti alle amministrative del 2017, ovvero Pierangela Torresani con 39 preferenze, seguita in graduatoria da William Cavadini con 27 voti.L’entrata in consiglio di Torresani però stopperebbe l’ingresso di Cavadini, militante attivissimo che la Lega vorrebbe invece in qualche modo premiare. Per questo motivo il leghista Claudio Borghi Aquilini, attualmente presidente della quinta Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, potrebbe lasciare il consiglio comunale comasco per dedicarsi agli impegni romani. In questo modo il suo posto potrebbe essere preso proprio da Cavadini.

  • Cantù, presentata la nuova giunta: Carroccio pigliatutto in Comune

    Cantù, presentata la nuova giunta: Carroccio pigliatutto in Comune

    Lega pigliatutto a Cantù dove ieri il neo-eletto sindaco Elena Galbiati ha presentato la nuova giunta in una conferenza stampa.Quattro assessori su sette, compreso il vicesindaco. E tutte le deleghe che contano. Il Carroccio ha fatto il pieno, lasciando davvero poco agli alleati.Giuseppe Molteni, confermato al Bilancio, diventa il nuovo vicesindaco. Si occuperà anche di tutte le attività produttive. Maurizio Cattaneo, ex capogruppo in consiglio comunale, avrà, oltre ai Lavori pubblici, anche la Sicurezza, delega che lo stesso Salvini avrebbe imposto di assegnare al partito.Isabella Girgi (Istruzione, Servizi sociali e Cultura) è uno dei volti nuovi di questo mandato, mentre torna a fare l’assessore – dopo essere stata anni fa in giunta con il sindaco Tiziana Sala – Antonella Colzani, che si occuperà di Sport e Pari opportunità. Forza Italia conferma nell’esecutivo Matteo Ferrari (Patrimonio e Personale) e riporta nell’esecutivo Andrea La Penna (Anagrafe), anch’egli in passato assessore alla Sicurezza con Sala.Completa la squadra Antonio Metrangolo, eletto con la lista Cantù Sicura: avrà la delega all’Ambiente. Resta fuori dalla giunta Fratelli d’Italia, il cui unico consigliere, Mirko Gaudiello, è stato però indicato quale presidente del consiglio comunale, incarico che già ricopriva nel breve mandato amministrativo concluso pochi mesi fa con la decadenza di Edgardo Arosio. Le deleghe più importanti – Urbanistica, Edilizia privata e Grandi opere – sono rimaste infine al sindaco, che le gestirà in prima persona.

  • Elezioni, nessun candidato a Campione d’Italia e a Plesio: nominati i commissari

    Elezioni, nessun candidato a Campione d’Italia e a Plesio: nominati i commissari

    A Campione d’Italia e Plesio, le elezioni amministrative, che erano previste, non si sono svolte per la mancanza di candidati per il ruolo di sindaco. L’enclave era già guidata da un commissario, Giorgio Zanzi, che ieri è stato riconfermato dal prefetto Ignazio Coccia nel suo ruolo per guidare il Comune, sull’orlo del baratro e alle prese con una crisi senza precedenti, almeno fino al prossimo anno, quando saranno programmate nuove elezioni. Un segnale di continuità che era stato auspicato anche dai rappresentanti sindacali. A Plesio, il commissario prefettizio sarà invece Eva Iaione, viceprefetto aggiunto di Como.

  • Elezioni, numeri e curiosità. Cavargna record per i leghisti. A Campione vota uno su quattro

    Elezioni, numeri e curiosità. Cavargna record per i leghisti. A Campione vota uno su quattro

    Comaschi sempre meno affezionati al voto europeo, anche se la partecipazione – domenica scorsa – è comunque rimasta sopra la media nazionale. Sono stati 311.247 i cittadini della provincia lariana che si sono recati alle urne per rinnovare il Parlamento europeo: il 62,10%. Nel 2014 la percentuale dei votanti era stata di poco superiore al 64%. Nonostante la crescente disaffezione, Como rimane comunque ben sopra la media nazionale, ferma al 56,09% e in calo di quasi tre punti rispetto al 2014 (58,69). L’affluenza media lombarda, invece, è stata superiore: 64,1%, contro il 66,43% di cinque anni fa. Dopo Sondrio (60,22%) e Milano (61,10%), Como è stata la provincia in cui si è votato meno in regione, dove le percentuali più alte sono state registrate a Brescia (69,38%) e a Bergamo (69,45%, qui però si votava anche per il sindaco del capoluogo). Sulla maggiore affluenza anche sul Lario avrà sicuramente avuto peso il contemporaneo svolgimento di 93 elezioni comunali. In molti paesi in cui si eleggevano i sindaci e i consigli si è infatti superata largamente la soglia del 70 e anche dell’80%. Il Comune in cui si è votato di più è stato Cusino, in Val Cavargna, dove si è recato alle urne l’85,78% dei cittadini. Un dato che può essere spiegato pure con la lotta serratissima tra i due candidati sindaci Francesco Curti e Paolo Nardi, alla fine divisi soltanto da 6 voti (ha vinto il primo con 90 preferenze contro le 84 del rivale). Curiosamente, a pochi chilometri di distanza, in un altro paese della valle – Cavargna – la percentuale dei votanti è stata tra le più basse: 35,53%. Cavargna è però diventata ieri famosa per essere stata citata da Matteo Salvini in conferenza stampa quale comune più leghista d’Italia. Con 92 voti validi (su 108 votanti) e una percentuale dell’86,79%, il piccolo borgo confinante con la Val Colla è entrato nella storia di queste consultazioni europee. Il paese lariano dove si è votato di meno è stato Campione d’Italia. Nell’enclave si è recato alle urne meno di un elettore su quattro: il 24,36%. Lo sciopero del voto annunciato alcune settimane fa dai cittadini esasperati per la grave situazione di crisi in cui versa Campione ha quindi avuto un riscontro. Un altro comune in cui si è votato pochissimo è stato Valsolda (38,95%), paese al centro di una vicenda giudiziaria molto pesante. Cinque anni fa, però, nella stessa Valsolda, comune con un numero cospicuo di cittadini iscritti al registro dei residenti all’estero (Aire), l’affluenza era stata ugualmente molto bassa, non aveva infatti superato il 38%. Complessivamente, sono stati 16 i comuni comaschi in cui i votanti non hanno superato la soglia del 50%. Anche il capoluogo ha mostrato qualche segno di “stanchezza” nella partecipazione, ma è riuscito comunque a raggiungere il 53,45%, in calo rispetto a cinque anni fa di quasi tre punti.

  • Elezioni europee: il trionfo della Lega. Sul Lario è oltre il 48%

    Elezioni europee: il trionfo della Lega. Sul Lario è oltre il 48%

    Un comasco su due ha votato Lega. Le elezioni europee consegnano alla cronaca una provincia lariana sempre più “verde”. Un risultato atteso e in parte annunciato, la vittoria del Carroccio. Ma forse non con queste proporzioni. Certo è che il 48,33% raccolto domenica nelle urne – una percentuale alla quale corrispondono 145.480 voti – non si presta a molti commenti. È un trionfo. Politico, sicuramente. E anche organizzativo.Questo risultato ha messo inevitabilmente in secondo piano tutti gli altri numeri. Numeri che pure testimoniano situazioni interessanti e, in prospettiva, in grado di determinare qualche cambiamento pure negli assetti locali. Nell’ambito del centrodestra, ad esempio, l’ulteriore calo di Forza Italia (arrivata al 9,10%, pari a 27.394 voti) e la crescita di Fratelli d’Italia (5,95% e 17.913 voti) segna di fatto un ulteriore spostamento a destra della coalizione.Nel centrosinistra, invece, al di là del Partito Democratico (18,48% e 55.629 voti), l’unica presenza minimamente significativa sembra essere +Europa, che con 8.957 voti sfiora il 3%.Discorso a parte va fatto per il Movimento 5 Stelle, forza politica il cui consenso varia molto da elezione a elezione. Alle europee di domenica scorsa i grillini hanno ottenuto 26.202 voti, vale a dire l’8,70%. A marzo dello scorso anno, alle regionali (dato omogeneo che permette di comparare le preferenze sul simbolo), i voti erano stati 54.500, pari al 16,61%.

    L’approfondimento nelle pagine dedicate alle elezioni sul Corriere di Como in edicola martedì 28 maggio

  • Elezioni amministrative. Cantù, trionfo per la Lega con Alice Galbiati

    Elezioni amministrative. Cantù, trionfo per la Lega con Alice Galbiati

    «Dicevo che mai sarei diventata un avvocato e invece poi è accaduto. Allo stesso modo mai mi sarei immaginata di arrivare a guidare il Comune di Cantù e invece eccomi qui. Devo stare attenta a quello che penso». È raggiante per il risultato ottenuto il nuovo sindaco di Cantù Alice Galbiati, che con una battuta scherzosa commenta a caldo i risultati usciti dalle urne. E i canturini hanno scelto in massa. Ai seggi su 31.907 elettori si sono presentati in 20.051 (il 62,84%). Tolte le schede nulle che sono risultate essere 410 e quelle bianche (199), il resto dei voti è andato in decisa prevalenza al candidato del Centrodestra che ha raccolto 11.803 preferenze (60,71%). Di queste ben il 39,57% ha barrato il simbolo “Lega Salvini”.Decisamente staccati gli avversari, da Vincenzo Latorraca (Pd) che ha raccolto il 17,44% con 3.390 voti e dietro Paolo Di Febo con il dato del 15,90% e 3.091 preferenze. Giù dal podio infine Ruggero Bruni del Movimento 5 Stelle che ha racimolato solo il 5,39% con 1.047 voti. A chiudere Salvatore Ferrara di Forza Nuova con lo 0,57% e 111 voti.L’intervista ad Alice Galbiati (nella foto con il sottosegretario Nicola Molteni) e l’analisi completa del voto a Cantù sul Corriere di Como in edicola martedì 28 maggio

  • Elezioni europee, i risultati del voto. Anche sul Lario la Lega è il primo partito

    Elezioni europee, i risultati del voto. Anche sul Lario la Lega è il primo partito

    Il voto sul Lario per le Elezioni europee sembra confermare le proiezioni a livello nazionale: anche nel Comasco, dopo gli scrutini nelle prime sezioni, la Lega è il partito con più preferenze. Per visionare i risultati completiCLICCARE QUIper collegarsi con il sito della Prefettura di Como.

  • Elezioni amministrative. L’esito del voto nei comuni della Provincia di Como

    Elezioni amministrative. L’esito del voto nei comuni della Provincia di Como

    Dopo l’esito del voto delle elezioni europee, è tempo di spoglio per le schede nei comuni della provincia di Como dove sono state espresse le preferenze per le amministrazioni locali. Per i risultatiCLICCARE QUIsul sito della Prefettura di Como.