Categoria: Economia

  • Clamorosa riconversione: c’è chi vuole trasformare Villa Erba in un albergo

    Clamorosa riconversione: c’è chi vuole trasformare Villa Erba in un albergo

    Villa Erba a Cernobbio

    Il più bel resort del mondo. La fantasia vola con le ali spiegate sopra i padiglioni e le vecchie mura di Villa Erba. E immagina un futuro a cinque stelle extralusso per il complesso edilizio affacciato sul primo bacino del lago.Complice la crisi dei poli espositivi e la debolezza ormai strutturale degli enti locali, qualcuno nei mesi scorsi ha lanciato l’idea di abbandonare la strada incerta delle fiere per imboccare quella molto più sicura del turismo. La notizia è sempre rimasta sott’acqua. Se n’è parlato in alcuni ambienti ma sempre sottovoce, perché lo “scandalo” di una simile proposta sarebbe probabilmente difficile da contenere.Eppure c’è chi insiste. Pure con toni e parole sommesse. Anche solo per tastare il terreno. E valutare le reazioni.Più fonti, in questi ultimi giorni, hanno confermato al Corriere di Como l’esistenza di un progetto di trasformazione di Villa Erba.

    Villa Erba a Cernobbio

    Almeno due dei quattro soci pubblici sono stati coinvolti, a più riprese, in «ragionamenti informali» su un clamoroso cambio di rotta. In entrambi i casi le reazioni sono state fredde, per motivi anche comprensibili. Quando furono costruiti, i padiglioni espositivi costarono 50 miliardi di lire. Soldi pubblici. Spesi per il rilancio del tessile e non per le vacanze di qualche miliardario texano. Sarebbe alquanto complicato spiegare ai cittadini una manovra del genere senza che si scateni un finimondo.Tuttavia, qualcuno ci ha provato. E continua a farlo. Forte di due elementi difficili da negare. Il primo: l’economia fieristica è in fortissima crisi. Il secondo: Villa Erba non è più adeguata.L’ex presidente della Camera di Commercio di Como, Marco Citterio, lo ha detto ieri in un’intervista a questo giornale: «Non si può pensare a Villa Erba come un polo fieristico, non ne ha più le caratteristiche, la dimensione».La critica di Citterio era rivolta al passato, metteva in evidenza l’errore compiuto da chi, forse con troppa disinvoltura, aveva deciso di costruire una immaginifica e gigantesca vetrina del tessile senza valutarne fino in fondo la fragilità. Tuttavia, il dato evidenziato da Citterio è autentico.E allora ecco che qualcuno tenta di giocare la carta più difficile. Azzarda.L’ipotesi albergo, così come è stata ventilata, prevederebbe un diverso utilizzo di parte dei padiglioni e la realizzazione di una Spa. Il punto più critico è ovviamente legato ai vincoli architettonici della villa storica, ma le soluzioni possibili sono diverse. La trasformazione è una possibilità.Ne sentiremo parlare di nuovo. Soprattutto se dovesse fallire la ricapitalizzazione della società che oggi gestisce il polo fieristico.Questo è un altro punto decisivo della questione. Gli enti locali sono talmente deboli finanziariamente da non poter permettersi margini di manovra. C’è chi fa il tifo per un fallimento di ogni possibile trattativa. E spera che la riconversione diventi l’unica via d’uscita.Una cosa è chiara: la strategia di rilancio del polo fieristico, al momento, non esiste. Mentre la strategia di consolidamento del distretto turistico del Lago di Como, su cui molti e importanti attori privati hanno investito una valanga di risorse, è un dato di fatto.Da. C.

  • Ai blocchi di partenza “Milano Unica”

    Ai blocchi di partenza “Milano Unica”

    Sono 52 le aziende della provincia di Como che partecipano da domani a Milano Unica, la rassegna internazionale del settore tessile in calendario fino a giovedì prossimo nei padiglioni di Rho Fiera. L’inaugurazione è in programma questa mattina alle 10.

    In crescita il numero complessivo degli espositori: lo scorso anno erano 456, ora 475 (+4%). Un incremento ancora più consistente se si guarda agli espositori che giungono da altri Paesi europei: da 71 a 86 (+21%).

    Tra le molteplici aree specifiche allestite a Milano Unica, non mancherà quella dedicata al “vintage”, con un viaggio speciale nel patrimonio storico e culturale della moda d’epoca, con capi di abbigliamento, bijoux e accessori selezionati dalle aziende. Ci saranno inoltre le sezioni “Japan Observatory” e “Korean Observatory”, dedicate alle produzioni e allo stile dei due Paesi.

  • Bcc Brianza e Laghi, il 2018 parte bene. La dotazione patrimoniale raggiunge i 91,1 milioni di euro

    Bcc Brianza e Laghi, il 2018 parte bene. La dotazione patrimoniale raggiunge i 91,1 milioni di euro

    Bcc Brianza e Laghi. Da sinistra Ernesto Mauri Giovanni Pontiggia e Carlo Beretta.

    «Siamo un gruppo a totale capitale italiano e senza un’azionista di maggioranza. La nostra forza è la presenza sul territorio e il legame con il tessuto sociale e produttivo locale». Le parole sono dell’ingegner Giovanni Pontiggia, presidente della Bcc Brianza e Laghi che ieri ha illustrato i dati salienti del bilancio 2017. Documento che i soci saranno chiamati ad approvare il prossimo 20 maggio. Si è trattato di un anno di svolta per la Bcc dell’Alta Brianza – Alzate Brianza e per la Bcc di Lesmo che si sono fuse lo scorso dicembre nella nuova Bcc Brianza e laghi. «Il progetto di aggregazione, ancorchè complesso e impegnativo, ha avuto valenza strategica per consentire un salto di qualità a beneficio della continuità di lungo periodo delle due banche che insieme raggiungono un patrimonio netto di 91,1 milioni di euro», spiega il direttore Ernesto Mauri. La Bcc Brianza e Laghi chiude l’esercizio con una perdita di 9,4 milioni di euro, superiore a quella prevista nel piano industriale di fusione approvato (4,3 milioni di euro) «assorbendo però 11,3 milioni di euro di rettifiche di valore sui crediti (anzichè i 9 milioni di euro previsti), imputabili ad un preciso e puntuale atteggiamento prudenziale del consiglio di amministrazione, alla luce delle direttive sempre più stringenti della autorità di vigilanza in materia», sottolinea Mauri. Essendo l’anno di partenza della Bcc Brianza e Laghi non esistono dati di bilancio del 2016 che permettano un confronto omogeneo perchè il bilancio 2017 rappresenta 12 mesi della Bcc Alta Brianza e 1 mese delle due Bcc unite. «L’alleanza è molto salda e ha permesso al territorio di diventare ancor più strategico e importante», ha aggiunto il vicepresidente Carlo Maria Beretta. A livello dimensionale il nuovo soggetto ha 2,14 miliardi di euro di supermontante (ovvero impieghi per 674,8 milioni di euro, raccolta diretta per 988,3 milioni e indiretta per 479,6 milioni di euro), 24 sportelli in tre province (Lecco, Como, Monza e Brianza), 29.443 clienti e 5.997 soci. I crediti lordi verso clientela sono 758,6 milioni di euro, di cui i deteriorati sono 174,4 milioni di euro con accantonamenti per 86,7 milioni di euro. Il 27,11 % dei crediti a clientela è concesso a privati, il 23,14% alle attività manifatturiero, il 12,24% al commercio all’ingrosso e al dettaglio, l’11,22% alle costruzioni e il 10,43% alle attività immobiliari. «Aspetto interessante è vedere come le Bcc aderenti al Gruppo Iccrea hanno erogato oltre il 17% dei finanziamenti alle imprese turistiche – spiega Pontiggia – Sicuramente è questo un settore da curare sempre di più, specialmente nei nostri territori. Importante sarebbe per noi e per gli operatori turistici sedersi intorno a un tavolo per capire esigenze e possibilità degli operatori». In conclusione uno sguardo al futuro. «Archiviamo dunque il 2017 che è stato l’anno zero e salutiamo il 2018 con la speranza, peraltro suffragata dai buoni risultati del primo trimestre, che sia il primo di numerosi anni favorevoli», spiega Pontiggia.

  • Casinò di Campione: trattativa per scongiurare i licenziamenti

    Casinò di Campione: trattativa per scongiurare i licenziamenti

    Trattativa serrata tra sindacati e vertici di Comune e Casa da gioco di Campione d’Italia per provare a scongiurare il piano di licenziamento di 156 dei 492 dipendenti del Casinò, deliberato dall’assemblea dei soci. Questa mattina nell’enclave si è svolto un primo confronto tra le organizzazioni sindacali, il sindaco Roberto Salmoiraghi e l’amministratore unico della casa da gioco Marco Ambrosini. È già stato fissato un nuovo appuntamento per il prossimo 21 febbraio, mercoledì. Scongiurare gli esuberi sembra almeno sulla carta un obiettivo condiviso.I rappresentanti sindacali hanno chiesto lo stop della procedura di mobilità, che al momento resta aperta, anche se si tornerà a discuterne già la prossima settimana.

    I rappresentanti sindacali hanno chiesto lo stop della procedura di mobilità, che al momento resta aperta, anche se si tornerà a discuterne già la prossima settimana. Nell’incontro fissato per il 21, i vertici della casa da gioco dovrebbero anche presentare un piano industriale.«Abbiamo apprezzato che il sindaco abbia convocato le parti e riaperto il dialogo – sottolinea Giovanni Fagone, sindacalista della Cgil – L’argomento Campione deve essere affrontato nel suo complesso, casa da gioco e Comune. Non si può chiedere un sacrificio solo al Casinò, che negli ultimi cinque anni ha dato molto. La condizione che noi poniamo è il superamento della procedura di mobilità e la riproporremo alla prossima riunione».I rappresentanti sindacali contestano anche la decisione di chiudere il ristorante.«Tutti siamo per un passo avanti per la risoluzione del problema e per arrivare a trovare una soluzione che permetta di scongiurare l’ipotesi di fallimento prospettata dalla Procura lariana – aggiunge Fagone – Questo deve avvenire con tutto il sistema Campione d’Italia. Abbiamo chiesto soluzioni nel breve, medio e lungo periodo per rilanciare la casa da gioco».Il sindaco Roberto Salmoiraghi ha inoltre confermato che l’obiettivo condiviso è «scongiurare i licenziamenti».«Si tratta di una situazione molto delicata – ha detto il sindaco – Ma nel primo incontro nessuno ha fatto barricate. Anche tra i sindacalisti si è dimostrato un grande buonsenso». «Certo, l’obiettivo di tutti è scongiurare i 156 esuberi – ha aggiunto il sindaco – Tra pochi giorni avremo un nuovo incontro proprio sui numeri. Credo però che l’inizio sia stato positivo. Come si dice di solito, che bene inizia è a metà dell’opera. L’importate è che non vi siano delle pregiudiziali, ma tanto buonsenso».«Dobbiamo trovare 18milioni di franchi da dare al Comune, l’anno prossimo la cifra scenderà grazie ai tagli che faremo in Comune», ha concluso.A. Cam.

  • Cassa integrazione in calo nei primi 5 mesi dell’anno

    Cassa integrazione in calo nei primi 5 mesi dell’anno

    Cala la richiesta di cassa integrazione in provincia di Como. La conferma giunge dall’analisi dei primi cinque mesi dell’anno fatta dalla Uil. Rispetto allo stesso periodo del 2017 la variazione è di -37,3%, vicina alla media nazionale (-35,5%) ma nettamente superiore a quella della Lombardia (-17,7%).

    Per quanto riguarda i diversi tipi di ammortizzatori sociali, la diminuzione maggiore riguarda la cassa integrazione straordinaria (-65,6%) e quella in deroga (-99,7%), mentre è cresciuta leggermente la cassa ordinaria (+5,2%). Su questo dato incide la richiesta del tessile (+33,3%).

    «Anche il settore dell’edilizia – commenta Salvatore Monteduro, segretario Generale Cst Uil del Lario – manifesta una condizione di difficoltà. Mentre per le aziende metalmeccaniche la ripresa economica è più strutturata».

    Per quanto per quanto riguarda i settori, in provincia di Como, nell’industria il calo è stato del -33,1%, nell’edilizia si è assistito a un crescita del 45,2%, nell’artigianato un clamoroso -100,0%, dovuto anche alla riforma degli ammortizzatori del settore, nel commercio -77,0%. A livello di numero di addetti in “cassa”, a Como -947, Lecco -424, rispetto ai primi 5 mesi del 2017.

  • Chiara Canclini alla guida dei Giovani di Coldiretti

    Chiara Canclini alla guida dei Giovani di Coldiretti

    Chiara Canclini

    Chiara Canclini, imprenditrice 28enne di Stazzona, è stata riconfermata al vertice dei giovani agricoltori della Coldiretti di Como e Lecco. Specializzata nella coltivazione e trasformazione di piccoli frutti e nell’allevamento di conigli, Canclini è titolare di un agriturismo ed è laureata in Lingue e Letteratura straniera. Dopo quattro anni di reggenza, è stata rieletta Delegato di Coldiretti Giovani Impresa di Como e Lecco.

    «La reinterpretazione creativa della storia delle nostre campagne – afferma la neoletta delegata – è uno dei punti di forza dei giovani imprenditori agricoli ed è una risorsa capace di valorizzare fortemente il territorio».

    Completamente rinnovato, invece, il Comitato Giovani Impresa Como Lecco che affiancherà Chiara Canclini: sono stati eletti Fabio Villa, 25 anni, apicoltore di Casatenovo (Lecco) che ha assunto la carica di vice-delegato, Martina Vicini, 22 anni, allevatore di Solbiate Comasco, Stefano Villa, 29 anni, orticoltore di Asso e il 28enne Luca Longhi,allevatore di Bulciago (Lecco).

  • Acsm-Agam, insediato il nuovo consiglio di amministrazione

    Acsm-Agam, insediato il nuovo consiglio di amministrazione

    Il consiglio di amministrazione di Acsm-Agam spa, nominato dall’assemblea dei soci del 3 luglio, al termine delle procedure di insediamento ha provveduto a nominare Paolo Soldani amministratore delegato.

    Il consiglio ha inoltre verificato la sussistenza dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza dei propri amministratori e ha anche verificato l’assenza di cause di ineleggibilità o incompatibilità.

    Il consiglio di amministrazione ha infine ritenuto che i consiglieri Paolo Giuseppe Busnelli, Marco Rezzonico, Chiara Cogliati, Fausto Gusmeroli, Paola Musile Tanzi, Tommaso Nizzi siano in possesso dei requisiti di indipendenza.

  • Affitto breve, è boom anche a Como. Nei portali specializzati sono migliaia le proposte

    Affitto breve, è boom anche a Como. Nei portali specializzati sono migliaia le proposte

    In ogni casa, palazzo o complesso residenziale che si può trovare in provincia di Como, dalle rive del Lario ai paesi più sperduti della brianza comasca, passando per le location più suggestive ed esclusive, è ormai sempre più facile trovare una casa a disposizione per stipulare un contratto di affitto breve. È infatti incredibile scoprire, usando dei motori di ricerca specializzati, quante siano le strutture che offrono questa possibilità. Un vero boom che sta interessando anche il lario. Solo per citare un caso su Hometogo la disponibilità di soluzioni abitative conta, senza impostare filtri particolari per restringere la ricerca, ben oltre mille opportunità. Occasioni che si adattano alle tasche di chiunque, di chi lo deve fare per un trasferimento temporaneo in una città o di chi invece lo vuole sperimentare come forma alternativa di vacanza. Le offerte rimangono sempre superiori alle centinaia anche quando si impostano diversi criteri di selezione. Ad esempio se si prevede anche la presenza di due bambini ecco che su Homeway compaiono più di 300 offerte così come su AirBnb e Booking, dove ci si assesta sugli stessi parametri. E spulciando tra le proposte si può trovare realmente di tutto in termini di prezzi, dai 40 euro al giorno per una stanza in una casa alle diverse centinaia di euro in un residence affacciato sul lago. L’affitto breve si è sempre più diffuso negli ultimi anni perché permette di alleggerire i costi derivanti dalla proprietà di un immobile e limita le spese. Il contratto di affitto, infatti, non è superiore ai 18 mesi ed è quindi ideale per chi si trasferisce in una città temporaneamente. Esistono due diverse tipologie di contratto di affitto breve: quello turistico – il più utilizzato – quando si rientra nei 30 giorni e quello transitorio, quando si decide di prendere in locazione un appartamento per più di 30 giorni, ma comunque entro i 18 mesi.

  • Alberi di Natale, Como seconda in Lombardia

    Alberi di Natale, Como seconda in Lombardia

    Seconda solo a Milano, Como è la provincia-leader in Lombardia per numero di imprese specializzate nella fornitura di abeti natalizi: 10, contro le 18 della città metropolitana (il totale per l’intera Lombardia è di 53).

    Gli “alberi naturali” di Natale quest’anno,secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, troveranno spazio nelle case della stragrande maggioranza delle famiglie nelle due province lariane, per una spesa media di 33 euro. Importante, in questo senso, scegliere l’albero vero Made in Italy che concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente, a differenza di quelli di plastica che nascono dal petrolio e inquinano l’ambiente.

    “Nelle nostre campagne, poi, nascono le
    eccellenze agroalimentari che troveranno posto sulle tavole delle feste o per
    regali da fare ad amici e parenti con prodotti che vanno dagli immancabili
    cotechini, cesti e strenne natalizie che in queste settimane trovano ampio
    spazio negli AgriMercati che si svolgono sul territorio delle due province”,come sottolineanoFortunato
    Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco eFrancesca Biffi,
    presidente dell’Associazione AgriMercato di Campagna Amica.

    “Il comparto agricolo lariano è
    protagonista anche nel periodo delle festività natalizie”prosegue Trezzi.“In
    primo piano le imprese agroalimentari, con i loro prodotti  che divengono
    protagonisti sulle tavole natalizie, ma anche nella scelta del regalo
    gastronomico, autentico trend degli ultimi anni: e anche nel 2018, la scelta di
    una bottiglia di vino, una forma di formaggio o una bottiglia d’olio è, insieme
    al tradizionale “cesto” natalizio, nella top-ten delle preferenze dei nostri
    consumatori”.

    Ma non solo: per ornare tavola e casa, sono ben
    939 le attività lombarde che coltivano fiori e piante all’aria aperta, di cui
    oltre cento si concentrano nel centro-nord Lombardia, Como, Varese, Milano,
    Brescia e Bergamo.

    Intanto domani (sabato 15), presso l’AgriMercato di Mariano Comense (parcheggio di Porta Spinola, ore 8/12.30) è confermato l’arrivo degli abeti di Natale provenienti dai boschi devastati dal maltempo che ha colpito il Nord-est a fine ottobre. In particolare, ci saranno le punte d’abete provenienti dall’Altopiano di Asiago e recuperate da Coldiretti, Federforeste e Pefc, che i cittadini potranno acquistare a un prezzo equo di 15 euro: le dimensioni sono variabili da 1,5 a 2 metri.

    “Sono ideali per
    realizzare il proprio e vero “albero di Natale” a casa”conclude Biffi“E
    sarà un “albero di Natale della solidarietà, con un gesto concreto e importante
    per aiutare la ripresa dei territori feriti e regalare una seconda vita alle
    piante colpite”.

  • Alberi mangiasmog, la top ten a Villa D’Este

    Alberi mangiasmog, la top ten a Villa D’Este

    Se vivete nei pressi di un Acero riccio (Acer platanoides), che arriva a toccare i venti metri di altezza, siete in ottima compagnia: in vent’anni la pianta elimina dall’aria grazie alla fotosintesi clorofilliana qualcosa come 3,8 tonnellate di perfida C02. E avrete garanzia di performance parimenti virtuose (3,1) da una betulla verrucosa (Betula pendula), e da un Cerro (Quercus cerris), ma non potrete lamentarvi nemmeno se siete dirimpettai di un Ginkgo Biloba (2,8) o di un Tiglio nostrano (Tilia Plathyphyllos) e nemmeno di un Olmo comune (Ulmus minor) che ne di tonnellate ne aspirano 2,8 in vent’anni.

    Piante mangiasmog: il fenomeno è scientificamente noto ma la top ten delle piante più ghiotte di inquinamento ha fatto notizia in tutta Italia ieri, partendo da una platea comasca, il Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione che si tiene a Cernobbio, nel contesto dotato di splendido parco secolare di Villa d’Este.Dove ha fatto scalpore uno studio di Coldiretti sulle piante più adatte a battere l’inquinamento, che elabora dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche.