di Adria Bartolich
La Varkey Foundation è un istituto internazionale di ricerca sui sistemi d’istruzione che pubblica periodicamente studi sul tema prendendo in esame come campione 35 Paesi rappresentativi di tutto il mondo.
Dall’ultimo rapporto pubblicato è emerso un dato significativo e al contempo sconcertante per il nostro Paese, anche se abbastanza allineato alle diverse rilevazioni che vengono effettuate a proposito dei diversi aspetti dei vari sistemi scolastici: lo status sociale degli insegnanti italiani è il peggiore in Europa collocandosi al 33° posto sui 35 Paesi esaminati nel mondo.
Il Global Teacher Status Index è lo studio più completo sugli insegnanti di tutto il mondo e perciò particolarmente significativo per una comparazione tra i sistemi scolastici degli Stati.
Dallo studio emerge la convinzione degli italiani che la considerazione nei confronti degli insegnanti sia molto diminuita negli ultimi anni: solo il 16% ritiene che gli alunni li rispettino, dato in decremento in confronto all’ultima rilevazione risalente a quasi sei anni fa, quando il risultato era già basso visto che si era espresso positivamente solo il 20% degli intervistati. Nonostante ciò, oltre il 30% del campione consiglierebbe al proprio figlio di diventare insegnante.
Potrebbe sembrare una contraddizione ma non lo è, e certifica l’esatta situazione della scuola italiana dove, storicamente, esiste un tacito accordo, quasi una sorta di baratto, tra basso livello salariale e profilo professionale incerto con scarse gratificazioni sia economiche che di carriera, e la certezza della condizione e della stabilità del posto di lavoro. Una parziale rinuncia allo status in cambio di sicurezza.
In sintesi, non avrai un ruolo prestigioso ma in compenso un lavoro per sempre.
Questa condizione viene confermata nell’incrocio con un altro dato, quello riguardante la percezione del ruolo professionale dei docenti che vede gli italiani considerare l’insegnante come una figura simile a quella dell’assistente sociale.
È un dato su cui riflettere. La scuola di massa mette evidentemente a grande rischio la professionalità dei docenti impegnati a svolgere ruoli e funzioni che non sono loro proprie.
Questo spinge anche i genitori a considerare il rapporto con gli insegnanti alla pari di una relazione d’aiuto, asimmetrica per definizione: se non mi aiuti e non aiuti mio figlio non svolgi la tua funzione, se inoltre chiedi dei risultati, ti contesto e faccio ricorso.
Tutto ciò chiude il docente in una specie di assedio permanente che snatura l’insegnamento e la sua funzione primaria, che è quella di istruire ed educare.
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