Immoliamo la salute al flagello del traffico

di Mario Guidotti
Dai, in fondo era la settimana Santa, ci stava un po’ di
sofferenza per l’automobilista (comasco intendiamo). Se però ci mettete anche
tutto il mese di Dicembre Befana compresa, i superponti del 25 aprile e primo
maggio, i giovedì sacri in Svizzera e Germania che chissà perché scaricano il
traffico solo sul ramo occidentale del Lario, e poi i giorni del Baradello,
quelli del giro di Lombardia e tappa del Giro d’Italia, quelli dei vari meeting
Ambrosetti, i weekend sul Lago di Como, gli imperdibili giorni di mercato, le
fondamentali parate, ed ecco che tutti i discendenti di Alessandro Volta
cominciano ad averne pieni i polmoni.
Sì, non solo gli automobilisti, perché dobbiamo smetterla di
pensare al traffico come una seccatura per chi è in giro a zonzo a provare la
Ferrari e la Porsche. Su quelle code chilometriche della statale Regina, ma
anche solo in viale Innocenzo XI, viale Lecco, via Napoleona e Varesina si
consumano i destini di chi per esempio ha in ospedale un appuntamento vitale,
un esame irrinunciabile o una seduta di chemioterapia dirimente. E non hanno
meno dignità i figli che ancora prima di
andare al lavoro devono correre (si fa per dire ovviamente) da anziani genitori
malati, a portar loro una medicina, la spesa, una parole di conforto. E che
dire delle mamme che devono arrivare puntuali a prendere i loro bimbi
all’asilo?
Insomma, basta fare spallucce e fregarsene del traffico,
pensando che in qualche modo la gente se la cavi. Senza parlare poi che
l’inquinamento è scientificamente dimostrato essere causa di tumori solidi,
liquidi, trombosi e schifezze varie che la nostra società subisce come “ab
occulta coeli influentia” invece di rendersi conto che sono flagelli che ci
autoinfliggiamo, immolando la salute nostra e dei nostri figli e nipoti
sull’altare del prodotto interno lordo.
E non c’era bisogno di Greta Thumberg per scoprirsi
“gretini”, lo siamo già con la “c”, e da tanto, ma ci è comodo così.
Scordiamoci quindi globali prese di coscienza, comportamenti virtuosi di
popolazione. Servono provvedimenti radicali da parte delle Istituzioni:
divieti, limitazioni, aree C, targhe alterne, orari differenziati, ticket di
ingresso, super-sanzioni, quello che volete, ma fate qualcosa vi prego! E
soprattutto fate in modo che qualunque disposizione venga rispettata. Stiamo
morendo tutti soffocati. Non è forse la Salute dei cittadini il primo dovere di
un’Amministrazione? Mah, dicono, che a Como sia difficile applicare certe
soluzioni.
Inventiamone altre, non siamo Milano o Manhattan, qui è un
imbuto. Ma com’è che in occasione dei giri ciclistici si può fermare tutto e
per il Pm10 che schizza in alto invece no? Come per vietare le sigarette in
pubblico abbiamo atteso mezzo secolo, altrettanto dovremo aspettare per
accettare la relazione, scientificamente provata, tra traffico e malattie e
quindi procedere con i dovuti provvedimenti?