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  • Boschi al setaccio: quattro fermi per droga e un capanno smantellato

    Boschi al setaccio: quattro fermi per droga e un capanno smantellato

    Boschi al setaccio tra Oltrona San Mamette fino a Mozzate e Carbonate. Una intera fascia, che corre a ridosso della provincia di Varese, pattugliata dai carabinieri della compagnia di Cantù (stazioni di Mozzate e Appiano Gentile) che nelle scorse ore hanno fermato quattro persone (accusate di spaccio di sostanze stupefacenti), segnalato al prefetto un assuntore di droga trovato in possesso di modiche quantità di cocaina e eroina, e smantellato un capanno che era stato allestito nel bosco e che fungeva da base operativa per spacciare di nascosto da occhi indiscreti.

    L’operazione principale, giunta al termine di una indagine con tanto di appostamenti e telecamere piazzate tra gli alberi, è andata in scena a Mozzate e Carbonate. I carabinieri hanno fermato quattro persone portate al Bassone. Si tratta di un italiano di Locate Varesino, 32 anni, e di tre marocchini – tutti irregolari e senza fissa dimora – di 29, 41 e 46 anni. Secondo l’accusa sarebbero protagonisti di numerosi episodi di spaccio tra agosto e ottobre. I tre marocchini sono stati fermati in auto mentre raggiungevano il complice a Mozzate, all’ingresso del bosco.

    Il fermo – che verrà ora vagliato dal giudice – è stato eseguito per scongiurare quello che i militari ritengono essere un «fondato pericolo di fuga». Intanto a Oltrona San Mamette i carabinieri di Appiano hanno smantellato un bivacco che fungeva da postazione di spaccio. Numerose le persone controllate e sentite per raccogliere informazione sui pusher attivi in zona. Un assuntore è stato segnalato al Prefetto in quanto trovato in possesso sia di cocaina sia di eroina.

  • Borgovico vecchia, la “piccola Brera” fa quadrato. Il via all’associazione di artisti e commercianti.

    Borgovico vecchia, la “piccola Brera” fa quadrato. Il via all’associazione di artisti e commercianti.

    Quartiere Borgo Vico, la mancata “Brera” di Como. Alberghi, atelier d’arte e un pavé che grida vendetta. Ma qualcosa si muove per questo mezzo chilometro di strada che attende il rilancio in un’atmosfera vintage con due piccoli alberghi, bed and breakfast, locali e ristoranti tipici, atelier d’artisti. Sorta di “piccola Brera” lariana, con uno dei pochi pavé sopravvissuti alle spalmate d’asfalto, ma oscenamente crivellato di buche peggio di una pista per il fuoristrada, dall’11 novembre scorso ha una associazione che la tutela, si chiama Borgovico Street ed è composta da commercianti e artisti.Qui Marco Vido, architetto e dal 2008 solo artista, vive nei mesi freddi e ha riconvertito il suo atelier, ora ad Albate, in bed&breakfast con opere d’arte sulle pareti. Fa parte anche lui dell’associazione insieme con Fabrizio Bellanca, artista e grafico che lavora nella via dal 2005.«Speriamo con l’associazione di tornare alle mitiche serate di “Manifest”, una grande festa che diventava opportunità lavorativa per tutti, dagli esercenti agli artisti che aprivano i loro spazi» dice Bellanca. Tra le proposte quella di una grande galleria d’arte diffusa presso tutti gli esercenti della via.Presidente del sodalizio è la pittrice Ester Negretti, che ha da due anni l’atelier proprio qui: «Lavoriamo fianco a fianco con il Comune per poter realizzare i nostri programmi, e aderire a bandi specifici per lo sviluppo di questa zona. Primo obiettivo che presenteremo nel nostro incontro d’esordio in pubblico il 24 novembre sarà la sistemazione della pavimentazione stradale, un passo essenziale per valorizzare questo incanto bohémien nel cuore di Como».Già alla precedente giunta era stato chiesto di intitolare parte della via “Largo degli artisti” per identificarla ancor di più. Tra le idee in cantiere fin dalla scorsa estate, la proposta di realizzare un grande dipinto sull’edificio di ingresso alla via.«Siamo aperti a tutti i comaschi che vogliano contribuire, e naturalmente anche ai commercianti del resto della città, compresa la parte del Borgovico verso Villa Olmo. Chi arriva a piedi dalla stazione e va verso quella zona transita da noi» conclude Negretti.

  • Quartiere Borgo Vico, la mancata “Brera” di Como alberghi, atelier d’arte e un pavé che grida vendetta

    Quartiere Borgo Vico, la mancata “Brera” di Como alberghi, atelier d’arte e un pavé che grida vendetta

    In un’atmosfera vintage due piccoli alberghi, bed and breakfast, locali e ristoranti tipici, atelier d’artisti. Borgo Vico vecchia è una mancata “piccola Brera” lariana. Con uno dei pochi pavé sopravvissuti alle spalmate d’asfalto, ma oscenamente crivellato di buche peggio di una pista per il fuoristrada.

    Ecco, un quartiere così, in una città lungimirante, verrebbe preservato come un organismo vivo, un gioiello da offrire ai turisti e alle coppie giovani in cerca di nido. Pensiamo a quanto impegno mette Milano ad esempio a tutelare il quartiere Isola, nato in analogo contesto “povero”, grazie alla vicinanza della ferrovia e di grandi fabbriche (là la Pirelli, qui c’erano la Ticosa e le sue sorelle).

    Ma non è solo questione di rivalutazione edilizia, anche se è la benvenuta. Di recente un ex luogo di ritrovo della comunità islamica è stato convertito in appartamenti. Ma servono ben altri forti segni: ad esempio la chiusura al traffico, se non permanente almeno nella bella stagione, legata a eventi, mercatini, spettacoli com’era uso un tempo, per la confezione dei quali ci si è tornati a mobilitare. Solo così potrebbe respirare questo mezzo chilometro di case vecchie e colorate, ed essere meta di passeggiate e non solo occasione per svicolare, vanamente, dal traffico dell’asse che porta da viale Masia alla cosiddetta “tangenziale” cittadina . Ma così non è nonostante i tentativi virtuosi del passato, e ora il vecchio borgo rischia di rimanere un fossile. E, complice la lontananza dal centro storico, la bellezza viene sfregiata, nonostante i molti sforzi di chi intraprende, come detto, spesso con successo, attività nei servizi, nell’accoglienza e anche nel segno della cultura.

    Qui negli anni Ottanta il “Teatro Cantina Club” di Dino Abba ospitò gli autori dell’editrice Spirali di Armando Verdiglione e, nel 1996, anche Susan Strasberg, attrice del famoso Actor’s Studio di New York. Qui Marco Vido, architetto e dal 2008 solo artista, vive nei mesi freddi e ha riconvertito il suo atelier, ora ad Albate, in bed&breakfast con opere d’arte sulle pareti. «È come un quartiere romantico della vecchia Parigi – dice – ci si conosce tutti. Purtroppo è storicamente scollegato dal resto di Como, un tempo complice il Cosia all’aperto, e la ferrovia che identificava la via come area di transito, di passaggio. Come è oggi. Peccato, con qualche negozio in più potrebbe essere una perla come il suo omologo, il quartiere dei pescatori, Sant’Agostino».

    Una vocazione al modello della “smart city” che è maturata negli anni sotto il profilo culturale. Basti pensare alle mostre nello spazio “Borgovico 33” all’ omonimo civico, dal 2002 fino al 2008. Una storia singolare, emblematica delle potenzialità dell’area: nasce dalla riconversione dell’ex chiesa del convento di Santa Caterina a Como. Costruita nel 1634 su basi della fine del ’200, fu seminario diocesano nel 1740, nel 1800 divenne in caserma militare, in seguito acquistata da privati fu cotonificio, magazzino di un droghiere e poi abbandonata. Oggi l’edificio è a disposizione solo per eventi e visite su appuntamento.

    Fabrizio Bellanca, artista e grafico, lavora nella via dal 2005: «Quando sono arrivato c’erano diverse gallerie, anzi sono qui grazie a un giovane gallerista che mi ha presentato colui che mi ha affittato l’atelier. Si respirava un’aria di fervore artistico. Ci sono state anche le mitiche serate di “Manifest”, una grande festa che diventava opportunità lavorativa per tutti, dagli esercenti agli artisti che aprivano i loro spazi. Facevano la fila per visitare il mio atelier. Una via che non ha niente da invidiare a Brera».

    Ester Negretti, pittrice, ha pure da due anni l’atelier proprio qui: «È un piccolo incanto bohémien nel cuore storico della città, molto amato ma, senza la presa di coscienza dell’amministrazione, non si va da nessuna parte. L’arte è un catalizzatore sociale ma anche una forte leva economica, basta vedere l’interesse che ha mosso su Como in questi giorni l’evento “Dolce & Gabbana”: abbiamo raccolto oltre 200 firme dei cittadini per chiedere ai candidati sindaco dell’ultima tornata elettorale la riqualificazione della via. E in febbraio abbiamo presentato un dettagliato progetto di rilancio in Comune, con tanto di piano di sostenibilità. Già alla precedente giunta era stato chiesto di intitolare parte della via “Largo degli artisti” per identificarla ancor di più. Stiamo aspettando i tempi burocratici per presentare ufficialmente la richiesta di realizzare un grande dipinto sull’edificio di ingresso alla via. Tutti parlano di rilancio, ma manca ancora un segnale forte dal Comune».

  • Borghese, la stangata: tre turni di squalifica; fermato anche il viceallenatore Cau. Ingaggiato Meduri

    Borghese, la stangata: tre turni di squalifica; fermato anche il viceallenatore Cau. Ingaggiato Meduri

    Tre giornate di stop per Martino Borghese, giocatore del Como espulso domenica scorsa durante la partita con l’Olginatese. Il motivo, spiegato nel comunicato del giudice sportivo: «Per avere, a gioco fermo, colpito un calciatore avversario con un pugno al torace». Una motivazione decisamente pesante, con una pena proporzionata. Un turno di stop per il viceallenatore Roberto Cau, che pure si è visto sventolare il cartellino rosso in questo caso – e come spesso è capitato – per proteste nei confronti del direttore di gara.La società lariana ha intanto comunicato un nuovo acquisto, che andrà a rinforzare il centrocampo. Il Como ha ingaggiato Fabio Meduri, classe 1991.Meduri ha giocato per quasi tutta la sua carriera in serie C, tra Monza, Rodengo, Barletta, Foggia, Cosenza, Lumezzane, Ischia e Monopoli. Nella stagione 2016-2017 ha conquistato la promozione in Serie C con la Triestina, all’epoca allenata da Antonio Andreucci, che poi sarebbe diventato mister lariano.

  • Bonus famiglia, dal 16 gennaio le domande online

    Bonus famiglia, dal 16 gennaio le domande online

    Dal prossimo 16 gennaio arriva l’assegno di 1.500 euro
    per le famiglie in difficoltà. A partire da quella data, infatti, potranno
    essere presentate alla Regione le domande per ottenere il “Bonus Famiglia 2019”
    destinato ai nuclei familiari «in condizioni di vulnerabilità e fragilità, in
    cui la donna si trovi in stato di gravidanza, o in caso di adozione» (nell’eventualità
    di gravidanze o adozioni gemellari, il genitore potrà ricevere un contributo
    moltiplicato per il numero dei figli).

    La misura è sperimentale e resterà attiva fino al 30
    giugno 2019. I requisiti di accesso prevedono un valore Isee non superiore a
    22.000 euro e residenza continuativa in Lombardia per un periodo di 5 anni; le
    famiglie devono inoltre trovarsi in uno stato di «vulnerabilità».

    La domanda di contributo può essere presentata esclusivamente online all’indirizzowww.bandi.servizirl.ita partire dalle ore 10 del 16 gennaio. Le richieste dovranno essere presentate previa registrazione o autenticazione attraverso il Sistema pubblico di identità digitale (Spid) o la Carta nazionale/regionale dei servizi (Cns, Crs), corredate dalla scheda di avvenuto colloquio per la valutazione dello stato di vulnerabilità.

    Il compito di istruire le domande, verificare i requisiti e liquidare i contributi nei limiti del budget assegnato, in collaborazione con la rete dei soggetti pubblici e privati (Comuni, Centri di Aiuto alla Vita, Consultori accreditati e a contratto) presenti nei diversi territori, è stato affidato alle Agenzia di tutela della salute (Ats). La Regione ha assegnato le risorse alle Ats in base al numero di donne residenti, in età compresa tra i 15 e 49 anni, e al numero di nascite risultanti dall’ultimo dato Istat disponibile

    Le domande che soddisfano tutti i requisiti saranno finanziate
    sino ad esaurimento delle risorse, in base all’ordine di protocollo.

  • Bonifica della Ticosa, a giorni il tavolo tecnico

    Bonifica della Ticosa, a giorni il tavolo tecnico

    Si apre ufficialmente un nuovo capitolo bonifica per l’area Ticosa. Dopo l’atto finale che ha riportato nelle mani del Comune di Como la partita, grazie all’opera di mediazione dell’assessore all’Urbanistica, Marco Butti, la prossima settimana si riunirà il tavolo tecnico, formato da Butti con gli assessori Marco Galli e Vincenzo Bella, assieme ai dirigenti e tecnici, per decidere il progetto definitivo per portare a termine la bonifica della Ticosa.Un intervento lungo e complesso, con il rischio che la Ticosa diventi un nuovo caso paratie. Un timore diffuso in giunta. Il nodo cruciale riguarda ora la modalità di assegnazione dell’intervento. L’assessore Galli vorrebbe un controllo diretto da parte del Comune passo per passo. Un modo per tenere i tempi maggiormente sotto controllo.Dettagli, tempi e costi di uno degli interventi più attesi dalla città dovrebbero arrivare prima di Natale. Nel breve periodo, come è noto, è prevista la realizzazione di un parcheggio a raso.

  • “Blues to bop”, 60 ore di concerti

    “Blues to bop”, 60 ore di concerti

    La trentesima edizione di Blues To Bop, la prima senza il suo storico direttore artistico Norman Hewitt, renderà omaggio alla propria storia e al suo fondatore, con un programma tra tradizione e scoperte. La kermesse ticinese ritorna con la sua energia in un’edizione che vedrà in cartellone musicisti noti e talenti emergenti, internazionali con una storia da raccontare e tante emozioni da trasmettere. Nelle prime due serate di giovedì 30 e venerdì 31 agosto gli artisti si esibiranno in contemporanea sui tre palchi di Piazza della Riforma, Piazza San Rocco e Piazza Cioccaro a Lugano. La line up 2018 offre anche quest’anno un ricco ventaglio di artisti come Deanna Bogart Band, Divas Redemption feat. Paul Smith, Duncan McKenzie e Judith Emeline (nella foto), che regaleranno oltre 60 ore di concerti.

  • Blocco auto diesel Euro 3 dal 1° ottobre anche nel Comasco

    Blocco auto diesel Euro 3 dal 1° ottobre anche nel Comasco

    Blocco auto diesel Euro 3 dal 1° ottobre anche nel Comasco. Lo ha deciso il “Tavolo Aria” del Pirellone che ha limitato la circolazione in tutta la Lombardia di tali veicoli considerati troppo inquinanti. Non potranno più circolare dalle 7.30 alle 19.30 dal lunedì al venerdì come già accade, nello stesso periodo fino al marzo, per i diesel fino a Euro 2 e per i benzina Euro 0.

  • Blitz della polizia locale nella Santarella. L’assessore Negretti: «Subito pulizia e accessi chiusi»

    Blitz della polizia locale nella Santarella. L’assessore Negretti: «Subito pulizia e accessi chiusi»

    Sopralluogo ieri dei tecnici comunali e del comandante della polizia locale Donatello Ghezzo alla Santarella, l’ex centrale termica della Ticosa.L’obiettivo del Comune è mettere in sicurezza l’edificio, da tempo trasformato in rifugio di disperati. Presenze che sono state la causa di almeno due incendi, uno dei quali furioso, nel dicembre del 2013.Se da una parte il Comune lavora alla realizzazione di un parcheggio in Ticosa entro Natale, come aveva spiegato il sindaco ad agosto, dall’altra si pensa anche alla Santarella.«Abbiamo fatto un sopralluogo assieme al nuovo dirigente delle opere pubbliche del Comune di Como, l’architetto Andrea Pozzi, per verificare lo stato della struttura – ha spiegato Ghezzo – L’immobile è invaso dalla vegetazione. Abbiamo trovato oggetti che lasciano intendere che il luogo sia frequentato».Da anni, infatti, nella Santarella vivono senzatetto e disperati in condizioni igieniche e di sicurezza decisamente precarie.«Questa mattina (ieri per chi legge, ndr), prima del nostro arrivo, gli operatori che si sono recati sul posto hanno visto allontanarsi una persona», spiega ancora Ghezzo.«Continueremo a tenere l’area sotto osservazione. La preoccupazione resta sempre la stessa – ha aggiunto il comandante della polizia locale – nessuno dovrebbe introdursi nell’edificio, soprattutto dopo l’ultimo l’incendio».«La Santarella rappresenta un caso emblematico per la città. I lavori per la messa in sicurezza e la pulizia dell’area dovranno partire al più presto», ha commentato l’assessore alla Sicurezza Elena Negretti, presente al sopralluogo. Ieri i tecnici di Acsm hanno chiuso l’acqua mentre a breve gli sbarramenti agli accessi al fabbricato saranno rafforzati.

  • Blitz del consigliere di “+Europa” in via Regina. Usuelli: «I numeri  non sono quelli dell’invasione. Struttura efficiente»

    Blitz del consigliere di “+Europa” in via Regina. Usuelli: «I numeri non sono quelli dell’invasione. Struttura efficiente»

    «I numeri non sono quelli dell’invasione», sono parole del consigliere regionale di “+Europa” Michele Usuelli, all’uscita da un’ispezione a sorpresa, un vero e proprio blitz, avvenuto con il sostegno di Como senza frontiere nel campo governativo di via Regina Teodolinda. I tempi dell’emergenza sarebbero passati e, secondo il consigliere, questo centro, così come altri dello stesso genere, potrebbe quindi essere destinato alla chiusura.Oggi nei container di via Regina, gestiti dalla Croce Rossa, si contano 180 ospiti, mentre nel picco dell’emergenza si era arrivati a superare i 300.Tra questi, anche persone fragili, donne incinte, minori accompagnati, donne vittime di tratta. All’uscita dal centro, Usuelli, che è anche medico neonatologo ed è stato impegnato in diverse missioni all’estero con Emergency, ha espresso un giudizio pienamente positivo sulle condizioni del campo, sulla qualità del personale e sui servizi offerti assai migliori di quelle di tanti Cas (Centro accoglienza straordinaria) italiani, dove la gestione è affidata direttamente alle prefetture.«Ieri eravamo nel Bresciano ed è mia intenzione visitare tutti i campi della Lombardia – ha detto il consigliere regionale al termine della visita – La politica tende a banalizzare la questione dell’accoglienza e dei profughi, noi cerchiamo di approfondirla».Usuelli ha spiegato che anche Como e i comaschi ricevono troppe poche informazioni su cosa avviene in una struttura come quella di via Regina. Questo si presta così anche a strumentalizzazioni.«Qui vengono ospitate le persone respinti o trovati in Svizzera – ha detto – qualche volta venivano recuperati anche a piedi in autostrada. Si tratta di un luogo in cui si dovrebbe soggiornare per breve tempo, pochi mesi, in attesa di essere smistati in altri centri».La riduzione degli ospiti, secondo Michele Usuelli consente di uscire da un regime emergenziale.