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  • Al Buskers Festival di Ferrara a sorpresa Gianna Nannini

    (ANSA) – BOLOGNA, 26 AGO – Apertura con sorpresa per la 33/a edizione del Ferrara Buskers Festival. Ospite e protagonista di una performance musicale è stata Gianna Nannini, che si è esibita dal camminamento della via Coperta del Castello Estense senza essere annunciata, come un’artista di strada, accompagnata al pianoforte Steinway & Sons da Christian Lohr, eseguendo un medley di La differenza, La donna cannone, Sei nell’anima, Meravigliosa creatura, Ragazzo dell’Europa e Notti senza cuore. Il concerto della rocker senese è stato introdotto dall’esibizione di Raffaele Kohler, il trombettista milanese che, nei giorni del lockdown, suonava O mia bela Madunina dietro le finestre di casa sua, e dagli interventi di Marco Sbarbati, dei Daiana Lou e di AmbraMarie che hanno proposto alcuni brani del loro repertorio, suonando dai balconi delle case del centro di Ferrara. Quest’anno il Festival si presenta con una limited edition che porta a Ferrara le migliori 14 buskers band d’Europa, selezionate tra oltre 700 richieste che, fino al 30 agosto, suoneranno in cinque location storiche della città, come il Giardino di Palazzo dei Diamanti, il Cortile di Palazzo Crema, il Chiostro di San Paolo, il Cortile del Castello Estense e il Giardino di Palazzo Roverella. “La presenza di ospiti come Gianna Nannini è un grande onore per noi ed è una occasione speciale per vivere la nostra città”, ha commentato il sindaco Alan Fabbri. (ANSA).

  • Afghanistan: missili su Kabul, almeno 8 morti

    (ANSA) – ROMA, 21 NOV – Sono almeno otto le persone rimaste uccise dal lancio di 14 missili contro diverse aree di Kabul. Lo riferiscono fonti ufficiali. Secondo il portavoce del ministero degli Interni, Tariq Arain, sono otto le persone rimaste uccise dal lancio di missili e 31 quelle ferite. L’attacco è avvenuto attorno le 8.40 ora di Kabul, (circa le 5.30 in Italia). (ANSA).

  • A Turate riaffiora il fascino dei cimeli militari

    A Turate riaffiora il fascino dei cimeli militari

    Reportage – Visita nell’ex “Casa Umberto I” oggi al centro di una disputa sugli uffici ministerialiCucine, scuderie, parco e sale della ex struttura per veterani di Turate permettono uno straordinario viaggio a ritroso. La “Casa militare Umberto I”, ospizio per i veterani di guerra, ha smesso di svolgere la sua funzione nel 2004, dopo 105 anni di servizio. Di recente l’immenso complesso ha però ripreso a vivere, destinando spazi a cerimonie pubbliche e a sedi di associazioni. Al suo interno c’è anche un piccolo museo. Altri progetti riguardano il futuro. Sullo sfondo il botta e risposta tra sindaco e presidente della Casa sull’opportunità di trasferire lì alcuni uffici ministeriali.Leggi l’articolodiBarabesiin PRIMO PIANO

  • L’incontro tra l’omicida e don Roberto: «Mi hai tradito»

    «Mi ha tradito, sono andato per ucciderlo». Sarebbe stata una sorta di lunga rivendicazione, senza alcun apparente pentimento, l’interrogatorio che martedì pomeriggio ha visto l’arrestato per l’omicidio di don Roberto Malgesini, Mahmoudi Ridha, 53enne tunisino, parlare di fronte al pubblico ministero Massimo Astori, agli uomini della Squadra mobile e all’avvocato d’ufficio Davide Giudici. Due ore o poco più in cui l’indagato ha ripercorso quando accaduto e i motivi che a suo dire l’avrebbero portato ad uccidere in un modo tanto barbaro e crudele. Alla base c’era, come già riferito ieri, la paura di dover essere rimpatriato in Tunisia.Il 53enne era arrabbiato con il mondo, credeva di essere vittima di un colossale complotto in cui tutti – giudici, avvocati, magistrati, anche don Roberto – avevano svolto un ruolo. «Dovevo uccidere qualcuno», avrebbe detto, scandendo con precisione date, luoghi, nomi e cognomi delle persone che negli anni avevano seguito le sue vicende. Già nei giorni precedenti il tunisino avrebbe dichiarato di aver girato attorno al Tribunale di Como, perché cercava i suoi avvocati: «Se li avessi trovati li avrei uccisi».Lunedì, davanti a Porta Torre, ci sarebbe invece stato un incontro proprio con don Roberto mentre distribuiva le colazioni: «Mi hai tradito», gli avrebbe detto, «sono nei guai per colpa tua». «Non ho colpa, mi spiace», avrebbe risposto don Roberto, sempre secondo il racconto fornito dall’omicida. Ma Ridha era invece convinto che un ruolo il prete l’avesse avuto, che fosse complice del Prefetto, della Questura, dei giudici, degli avvocati nel volerlo via dall’Italia.Arriviamo così a martedì mattina. Il tunisino conosceva bene le abitudini di don Roberto. Nella sua sete di vendetta («dovevo uccidere qualcuno») era l’obiettivo più facile. «Sono andato per ucciderlo», avrebbe detto agli inquirenti. Martedì era anche il giorno dell’udienza che lo riguardava di fronte al giudice di pace: il 53enne credeva che l’avrebbero preso per portarlo in un centro per il rimpatrio. Da qui la decisione di agire. Avrebbe finto di avere un mal di denti, chiedendo del ghiaccio a don Roberto. «Quando torno ti porto in ospedale», gli avrebbe risposto il prete, fidandosi dell’uomo che aveva di fronte e dandogli le spalle. Proprio in quel momento Mahmoudi Ridha avrebbe estratto il coltello colpendo il religioso, mentre preparava l’auto per portare le colazioni.Un racconto che non avrebbe lasciato indifferenti i presenti. Che a questo punto avrebbero chiesto conto del perché tanta foga contro un uomo che per anni l’aveva aiutato.«È vero, mi ha dato spesso da mangiare – avrebbe risposto l’arrestato – ma anche lui mi ha tradito».

  • «Faremo di tutto per tutelare i frontalieri»

    «Faremo di tutto per tutelare i frontalieri»

    Confine difficile – Sindaci del Comasco preoccupati. Matteo Salvini (europarlamentare del Carroccio) rassicuraMa il leader della Lega dei Ticinesi rilancia la proposta di un muroNessun voto svizzero contro la Lombardia. Parola dell’europarlamentare leghista Matteo Salvini, che assicura: «Faremo di tutto. Anche l’impossibile per tutelare i nostri frontalieri». Le sortite di Giuliano Bignasca, il leader della Lega dei Ticinesi, preoccupano però i sindaci dei Comuni comaschi di confine, i cui abitanti sono spesso frontalieri. E proprio ieri Bignasca ha rilanciato ai microfoni di Etv la sua posizione: «Assumeremo nuove guardie di confine e presidieremo i valichi 24 ore su 24. Serve un muro lungo l’intera frontiera».Leggi l’articolodiBarabesiinPRIMO PIANO

  • «Facciamo un muro tra Como e Chiasso»

    «Facciamo un muro tra Como e Chiasso»

    La provocazione. Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi, va all’attacco a tutela del Cantone di confineProposta shock contro il possibile passaggio in Svizzera di immigrati nordafricaniProposta shock di Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi, preoccupato per il rischio che immigrati nordafricani, in fuga dai loro Paesi, giungano in Italia e poi, dalla zona di frontiera, riescano a passare in Svizzera. «Ogni anno spendiamo migliaia di franchi per sistemare la rete di confine tra Como e Chiasso – ha detto – Sapete qual è la soluzione? “Tirare su” un bel muro». E con «tutto il cemento che altrimenti finirebbe per deturpare il territorio».Leggi l’articolodiBambacein PRIMO PIANO

  • Letture per il lockdown, i consigli dei vip della cultura

    Letture per il lockdown, i consigli dei vip della cultura

    Pagine per distrarsi, ingannare l’attesa ma anche per interrogarsi sul senso di ciò che viviamo. Torna il lockdown e rimanere tra le mura domestiche per obbligo sanitario può comportare un ritorno all’abitudine della lettura, o per alcuni la scoperta che un libro non fa solo arredamento o regalo. Ecco qualche consiglio dai Vip lariani del mondo della cultura e dello spettacolo. Cosa tengono in questi giorni di sospensione sul comodino, in attesa di tornare a rivedere le stelle?Iniziamo il viaggio daDavide Van De Sfroos, menestrello laghée simbolo della canzone d’autore in dialetto che è stato costretto come tutto il mondo dello spettacolo a staccare per un po’ la spina con le serate di presentazione della riedizione dell’album dei De Sfroos “Manicomi” uscito un quarto di secolo fa, suggerisce letture che lo hanno alimentato anche nel primo lockdown ossiaChiedi alla polveredi John Fante, e poi un capolavoro di uno scrittore portato via dal Covid 19,Il vecchio che leggeva romanzi d’amoredi Luis Sepùlveda, ma ancheIl segreto di Lucadi Ignazio Silone, «un libro – dice De Sfroos – che ho letto nel lockdown scorso per la terza volta» eQualcuno volò sul nido del cuculoda cui Milos Forman trasse il film capolavoro con Jack Nicholson. E poi un classico scritto e meditato vicino a noi (Montagnola presso Lugano ospita il museo dell’autore premio Nobel) comeDemiandi Hermann Hesse. Un classico sul ruolo dell’arte che non delude mai.Da parte sua il cantautoreSimone Tomassiniche ha recentemente messo all’asta con la Fondazione Comasca il manoscritto diÈ stato tanto tempo faa favore dei bisognosi (De Sfroos lo aveva fatto giorni fa con il suo mitico cappello portafortuna) consiglia un classicissimo, comeIl profetadi Gibran K. Gibran.Sempre per rimanere in ambito musicale, dove il coronavirus ha portato stop e cancellazioni di eventi in ogni settore,Christian Leottapianista lariano di fama internazionale, che ha procrastinato causa Covid molte tournée all’estero, consiglia «la (ri)lettura delle novelle di Verga e Pirandello, che ci riportano con spirito contemporaneo e profondità ad anni dove l’esistenza umana era assai più precaria di oggi».MentreDilene FerrazeSergio Fabian Lavia, coppia menaggina portavoce della cultura musicale sudamericana (da Argentina e Brasile), che promuove da anni un fortunato festival internazionale sulla chitarra e i suoi interpreti, condivide una lettura attualissima comeIl virus che rende follidel guru culturale francese Bernard-Henri Lévy edito da La nave di Teseo, la casa editrice diretta da Elisabetta Sgarbi.Giovanni Cocco, autore di romanzi di ambientazione lariana tra cui i gialli scritti con Amneris Magella, suggerisce una novità narrativa che invita ad amare i libri e lettura comeMalinverno(Feltrinelli) del comasco Domenico Dara e «tra i classici contemporanei e vista la situazione internazionale,Sottomissionedi Michel Houellebecq». Un libro quello dell’autore francese più famoso della scena contemporanea che ha profetizzato la stagione di terrorismo di matrice fondamentalista che devasta da anni il suo Paese.Alessandro Piccinelli, autore delle copertine degli albi di Zagor per Sergio Bonelli editore, suggerisce poi per svagarsi «lo speciale Dampyr, disegnato dal comasco Marco Villa».Da parte suaGiacinto Di Pietrantonio, docente all’Accademia di Brera e critico d’arte, curatore di mostre d’arte contemporanea tra cui quelle tenutesi a Villa Olmo a Como con l’assessore alla Cultura Luigi Cavadini durante la giunta Lucini, suggerisce da parte sua per chi ama la narrativa un nuovo narratore di ormai consolidata esperienza come Giorgio Falco che esce da Einaudi conFlashover, ma in attesa di tornare a visitare musei e pinacoteche suggerisceL’arte contemporaneadi Tony Godfrey edito sempre dallo Struzzo torinese e l’opera di un premio Nobel come Wole Soynka,Al di là dell’esteticaedito da Jaca Book.Sempre rimanendo nel settore arteAdriano Caverzasio, pittore, alterna al suo cavalletto riletture di classici come leLezioni Americanedi Italo Calvino, «che è sempre un bel leggere», e poi sempre in tema di riletture proponeI Quarantanove Raccontidi Ernest Hemingway, modello di narrativa sempre attuale e anche un’ottima compagnia nei pomeriggi di lockdown. «L’Enigma Bergogliodi Massimo Franco – aggiunge – svela le difficoltà di questo papato».L’architettoPaolo Donàsuggerisce un titolo edito da Ponte alle Grazie,La lezione del legno. Il lavoro manuale e l’etica del faredi Arthur Lochmann, una storia di formazione dove il maestro è il legno e si impara a «pensare con le mani». Da parte sua Attilio Terragni, architetto pronipote del geniale razionalista Giuseppe Terragni, consigliaIl giorno del giudiziodi Salvatore Satta edito da Adelphi. scelta condivisa anche da un altro architetto lariano come Tiziano Casartelli direttore della rivista culturale “Canturium” nonché storico del legno arredo brianzolo: «Consiglio ancheLa veranda, Satta è un autore da riscoprire senz’altro».La poetessa larianaAlina Rizzi, che ha appena pubblicato una nuova raccolta dall’editrice Puntoacapo, suggerisce alcuni titoli forti: «La corsaradi Sandra Petrignani è un ritratto di Natalia Ginzburg che scriveva nonostante la guerra la povertà e il marito Leone giustiziato. Per ricordare che quello che stiamo vivendo non è il peggio possibile. E si può e si deve resistere. PoiPiangi puredi Lidia Ravera. Un romanzo sulla terza età che può essere intensa e profonda nonostante la stanchezza del corpo. Credo che possa dare sollievo a tanti over 60 in crisi, visto il periodo». Poi, avendo tempo per studiare, anche lei come Di Pietrantonio suggerisce il nuovo libro di Tony Godfrey, «critico d’arte e ottimo divulgatore, offre un panorama globale. Così appena riaprono i musei ci si va più motivati e consapevoli».Albertina Nessi, vicepresidente dell’associazione culturale “Segretaisola”, suggerisce per distendersi i gialli di Donato Carrisi e poi molti classici “nobili” comeSiddhartadi Hesse,Lungo petalo di maredi Isabel Allende,Norwegian Wooddi Haruki Murakami eVivere per raccontarlaossia l’autobiografia di Gabriel Garcia Marquez.Enzo D’Antuonodel circolo Arci Xanadù che gestisce il cinema Gloria, chiuso per lockdown, suggerisce poiStrade bludi William Least Heat Moon, viaggio di tre mesi attraverso l’America a bordo di un furgone adattato a camper, «libro da leggere lentamente adatto al momento è datato 70 ma ci dice qualcosa anche dell’oggi di questo paese».Alessandro Cerioli, organizzatore di mostre ed eventi dello Studio Tablinum di Bellagio, ora per lavoro a Montecarlo, sta «approfondendo il tema del tempo: suggerisco di Werner KinnebrockDove va il tempo che passa». Mentre la moglie, la storica dell’arte Elisa Larese sta leggendo il secondo tomo dell’opera su MussoliniM.di Antonio Scurati ma a chi vuole rilassarsi consigliaShantaramdi Gregory David Roberts, «un classico del 2003».Claudio Bocchiettipresidente della Società dei Palchettisti proprietaria del Teatro Sociale invita poi a rileggere leMemorie di Adrianodi Marguerite Yourcenar, «in tempo di virus la passione per la bellezza è felicemente contagiosa».Evelina Borgesi, docente e vicepresidente dell’associazione “Organo Prestinari 1821” di Blevio suggerisceRespirazione artificialeeLa città assentedell’argentino Ricardo Piglia, in ambito musicaleMozart era un figo, Bach ancora di piùdi Matteo Rampin e Leonora Armellini eUna breve eternitàdi Pascal Bruckner sul tema della longevità.Paolo Carboniresponsabile della comunicazione della Cattedrale di Como suggerisce una lettura fresca di stampa come l’ultimo romanzo di Ken Follett,Fu sera e fu mattina.Tanti libri, ma dove trovarli visto che le biblioteche sono chiuse? Per fortuna le librerie sono aperte e molte anche disposte a spedire a domicilio in caso si aggravi il lockdown ed ecco cheCarmen Legnantedella libreria Al Sette di Carugo ci dà qualche altro consiglio.«Parto con il consigliare un libro molto particolare che in questo periodo mi è stato richiesto, si tratta deIl dannato caso del signor Emmedi Massimo Roscia. Una storia di grande fantasia imperniata sul tema della damnatio memoriae. la protagonista dovrà ricomporre la vita e le opere del fantomatico Signor Emme e mettere insieme un fascicolo da sottoporre al giudizio dell’oscura “Congregazione dell’Indice delle vite cancellate e delle opere proibite”. Consiglio anche l’ultimo romanzo di Valeria ParrellaQuel tipo di donnaeMalinvernodi Dara. Per chi invece vuole l’evasione divertente c’è il classicoZia Mamedi Patrick Dennis. Infine, da segnalare l’editore indipendente CasaSirio che pubblica libri gialli di pura evasione come il rocambolescoSul fondo sta Berlino».

  • Le Canossiane piangono madre Maria Pina. Lunedì il funerale in Duomo

    Canossiane in lutto per la scomparsa di madre Maria Pina Lombardini, superiora e direttrice dell’Istituto Matilde di Canossa di Como, scuola paritaria del centro, che conta oltre 800 studenti dalla materna al liceo. Ricopriva anche l’incarico di consigliere all’interno del Consiglio provinciale. Madre Maria Pina, delle Canossiane di Como, è stata anima e motore, come ricorda Simona Saladini, vicedirettrice dell’Istituto ed ex sindaco di Cernobbio. Aveva 65 anni, da tre aveva scoperto di soffrire di un male incurabile, ma anche dopo le cure più pesanti si presentava in ufficio con la sua solita disponibilità e volontà.

    L’altra sera l’aggravamento, il trasporto d’urgenza all’ospedale Fatebenfratelli di Erba e, anche per volere della famiglia, il rientro a Como dove si è spenta serenamente. «Appena tornata dall’ospedale, ancora in barella, si è rivolta a noi e ha detto: “Sono a casa, e ho ancora delle cose da fare. Dobbiamo sistemare gli open day”. Aveva una grinta e uno spirito incredibile – ricorda sempre Simona Saladini – Era una suora, è vero, ma anche un manager capace, intelligente, con un’apertura mentale a tutto. Sapeva prevedere le mode e i problemi. Insieme abbiamo attivato il liceo bilingue, ad esempio. L’ho vista spesso mediare a tutti i livelli su situazioni molto difficili. Io sono sempre stata impulsiva nelle decisioni, anche da sindaco, lei, invece, sapeva temporeggiare, poi, al momento giusto prendeva la sua posizione ferma e condivisa».

    Maria Pina Lombardini avrebbe festeggiato il prossimo anno il trentennale alle Canossiane di Como, ma aveva frequentato l’Istituto anche da studente magistrale.Fino all’ultimo è stata con le sue sorelle, gli studenti, le insegnanti e il personale.Questo pomeriggio le è stata dedicata una puntata speciale del programma “Angoli” su Etv che era stata realizzata per volere della superiore per promuovere l’offerta scolastica delle Canossiane.Domani sera, sabato 21 novembre 2020, dalle 18, in Duomo, è prevista la recita del rosario, mentre il rito funebre verrà celebrato lunedì mattina, 23 novembre 2020, alle 10, sempre in Cattedrale. Lunedì la scuola rimarrà aperta. «Madre Maria Pina avrebbe voluto così, il suo primo pensiero era non creare problemi alle famiglie» conclude Simona Saladini. Al funerale parteciperà una delegazione di studenti. Tanti ex allieve e allievi, con le loro famiglie si recheranno in Duomo per salutare la loro madre Pina.

  • Laura Ravetto lascia Forza Italia per la Lega

    Originaria di Cuneo, residente a Milano. Deputata lombarda dal 2006, nel 2018 era stata catapultata da Forza Italia nel collegio uninominale di Como. «Mi occuperò da vicino dei problemi della città e della provincia», aveva promesso in campagna elettorale. Ma nessuno, dalle parti del capoluogo lariano, ha mai avuto il piacere di vederla. Adesso, Laura Ravetto, una delle passionarie berlusconiane più celebrate dai media nazionali, cambia casacca. Strappa con il suo partito e approda nella Lega di Matteo Salvini, ingrossando la già corposa pattuglia di parlamentari che il Carroccio comasco ha fatto approdare a Roma.L’addio ha creato rumore, anche perché in passato il personaggio non si era mai sottratto a prendere le difese del suo leader, pure nelle situazioni meno piacevoli.Ma le cose cambiano. I partiti perdono o guadagnano voti e consensi, e la riforma che ha tagliato un terzo delle poltrone tra Camera e Senato diminuisce notevolmente le chances di rimanere tra i banchi dell’agognato Parlamento. Ovviamente, Ravetto – e con lei gli altri due deputati forzisti che ieri si sono accasati nella Lega, Maurizio Carrara e Federica Zanella – non ne fanno una questione di seggio, ma politica.In una nota congiunta hanno spiegato i motivi della loro scelta: «Abbiamo deciso di impegnarci in politica, in tempi e modi diversi, convinti che i valori e i programmi del centrodestra siano la risposta giusta per il Paese».I tre transfughi «ringraziano» quindi «Silvio Berlusconi per averci dato la possibilità di tradurre le nostre competenze e il nostro “sentire” in azioni politiche concrete. In qualità di eletti su collegi uninominali con i voti di tutto il centrodestra, tuttavia, viviamo con disagio le sempre più ampie aperture al governo e gli ammiccamenti con il Partito Democratico. Prendiamo atto che Forza Italia ha altresì perso quella forza propulsiva che l’aveva portata a essere luogo di aggregazione per tutto il centrodestra e riteniamo che quel luogo di aggregazione sia oggi rappresentato dalla Lega di Matteo Salvini che crediamo possa essere il miglior interprete di quella rivoluzione liberale i cui valori sono più che mai attuali e necessari, nonché il partito con cui meglio portare avanti, con coerenza, quel programma unitario su cui abbiamo “messo la faccia” in campagna elettorale, e che non vogliamo tradire. Per tutti questi motivi aderiamo convintamente al gruppo della Lega certi che – in tale gruppo – ci verrà data la possibilità di continuare a portare avanti al meglio le battaglie politiche in cui abbiamo sempre creduto e che ci hanno caratterizzati in aula e sui territori».Parole nobili, se non fosse che a stretto giro di posta, Carlo Calenda – eurodeputato e leader di Azione – ha twittato: «Per capire come siamo messi in Parlamento, uno dei deputati di Forza Italia passato oggi alla Lega aveva chiesto di venire da noi perché “non posso stare in un partito che si fa comandare da Salvini”. Per fortuna non se n’è fatto più nulla».Lapidario il commento del coordinatore provinciale di Forza Italia a Como, Mauro Caprani: «Non abbiamo perso nulla. Quando ti eleggono con le preferenze devi stare sul territorio, e se non fai il tuo mestiere i voti non li prendi più. Ma non è questo il caso. Mi pare che il passaggio dei tre sia una ritorsione della Lega per le aperture di Berlusconi sulla manovra. Ormai siamo al “liberi tutti”».

    Nella foto, Laura Ravetto ospite in una puntata del passato del Dariosauro

  • Lariowood a Menaggio

    Lariowood a Menaggio

    CINEMA SUL LAGO – Dopo il film con De Luigi anche “Benvenuti al Nord” con Bisio potrebbe essere ospitato nel ComascoIl popolare e simpatico Fabio De Luigi girerà fino a domani con la bella Cristiana Capotondi il suo nuovo film a Menaggio, in una villa d’epoca di proprietà privata in località Croce. È il set della pellicola La peggior settimana della mia vita, diretta dal regista Alessandro Genovesi (nel cast anche la cantante rivelazione di Sanremo 2009, Arisa), che dovrebbe uscire nelle sale in settembre, distribuito da Warner Bros.La troupe è in Altolario da tre settimane, dopo quindici giorni

    di riprese milanesi, sui Navigli e alla vecchia università Bocconi. Sul Lario, sono state effettuate riprese a Gravedona e nella chiesetta di Sant’Anna sopra Menaggio (l’episodio del matrimonio sognato dal protagonista, che è un pubblicitario a caccia d’amore), più varie scene in battello e in auto (i cosiddetti “camera car”) lungo la Regina tra Menaggio e Gravedona, località nel cui grand hotel gli attori hanno in parte soggiornato durante le riprese.Una commedia leggera che trova sul Lario l’atmosfera adatta per le corde romantiche e al tempo stesso frizzante e intelligente nello stile delle gag dell’indimenticabile Peter Sellers, come anticipato ieri da Maurizio Porro sul “Corriere della Sera”. Un film, tra l’atro, che riapre la questione di una “Lariowood” sul lago.«La location lariana del film di De Luigi (che ha scritto la sceneggiatura insieme al regista, ndr) è il primo passo ufficiale della “Film commission” comasca che abbiamo varato con la Camera di Commercio di Como e che lavora su questo progetto da un mese con l’apporto del regista lariano Paolo Lipari – dice Alberto Contri, presidente della “Film Commission Lombardia” di Milano – La peggior settimana della mia vita è il primo atto concreto di questo nuovo strumento operativo comasco. Si sta lavorando benissimo».le nuove frontiereMa non ci si ferma a questo set. Sì perché oltre a questa produzione firmata Colorado e Mediaset un’altra tutta italiana potrebbe godere di scene lariane. Si tratta del seguito del film di successo di Claudio Bisio Benvenuti al Sud di Luca Miniero. Si intitolerà Benvenuti al Nord (la sceneggiatura è già stata completata) e vedrà ancora in scena, con il conduttore di Zelig, l’attore Alessandro Siani, peraltro impegnato egli pure nelle riprese di Menaggio sul set di Genovesi. La location di questo sequel firmato dal produttore Cattleya, di Roma, sarà scelta a breve tra Como, Monza e Bergamo. C’è grande fermento quindi tra gli operatori del cinema lariani per spingere di nuovo verso una scelta lacustre. Si è in cerca, si mormora dietro le quinte, di un borgo tipico che rappresenti il Settentrione d’Italia, così come è avvenuto nel film Benvenuti al Sud con la scelta di Castellabate in provincia di Salerno per simboleggiare il meridione d’Italia.«Stiamo lavorando alla costituzione di un sistema “federale” di “film commission” locali in tutta la Lombardia per ottimizzare le risorse nei singoli contesti – prosegue Contri – Siamo appena partiti a Lecco che ha varato da pochi giorni un ufficio con l’apporto dall’amministrazione provinciale ed è stata una delle prime realtà a partire. Poi è venuta Bergamo che si è appoggiata alla Pro Loco della città. L’importante è che ci sia un referente istituzionale sul territorio che possa fare da catalizzatore delle varie energie necessarie».Contri anticipa che un’altra location lariana – probabilmente l’aeroporto di Verzago-Alzate Brianza – potrebbe ospitare un film in via di realizzazione sull’asso dell’aviazione ed eroe della prima guerra mondiale Francesco Baracca.«Alle varie “film commission” locali nascenti – dice Contri – ho lanciato l’idea di valorizzare i personaggi-simbolo delle loro radici culturali: se a Bergamo ho proposto d’immaginare una fiction su Gaetano Donizetti e a Lecco d’immaginare le gesta di un “Montalbano lariano” raccontate dalla penna dello scrittore bellanese di best seller Andrea Vitali, Como potrebbe candidarsi senz’altro a creare un bel film sulla figura dello scienziato Alessandro Volta».le prospettive economicheMa il cinema non è fatto di soli sogni: ci sono anche i dati concreti. «Alla Film Commission Lombardia servono database con immagini dei luoghi che le varie realtà locali vogliono candidare per ospitarvi produzioni e set di film – prosegue Contri – E ovviamente serve ogni dato utile a vincere la gara con la concorrenza. Arriva primo chi offre le migliori condizioni in termini di ospitalità, catering, servizi. Le produzioni non cercano solo lo scenario più bello ma anche il contesto in cui girare è più comodo e costa meno. Sul Lario, ad esempio, potrebbe essere vincente offrire ospitalità negli alberghi quando c’è meno turismo, da ottobre ad aprile».Investire nella filiera del cinema è redditizio, per Contri: il Piemonte che ospita la più dinamica “Film commission” d’Italia «ha calcolato che ogni 6 milioni di euro investiti c’è un ritorno di fatturato sul territorio del 4mila per cento e cioè di 240 milioni. Esclusi il ritorno di immagine per i singoli territorio e il volano turistico che le produzioni possono generare. Al Castello di Agliè la fiction Elisa di Rivombrosa ha fatto crescere in due anni le presenze da 2mila e 90mila unità».Contri lancia un’ultima sfida: «Fate come la Svizzera, invitate sul lago il set di un film romantico indiano. Bollywood garantisce 8 milioni e mezzo di spettatori e la nuova linea aerea diretta Milano-Delhi è tutta da sfruttare».

    Lorenzo Morandotti