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  • Nord terra di mafia. E le cosche sono sempre più forti

    Nord terra di mafia. E le cosche sono sempre più forti

    I nuovi criminaliOrmai siamo di fronte a una struttura unica di gestione degli affari illeciti

    (da.c.) Si può ancora parlare delle “mafie del Nord”? Oppure è necessario aggiornare (e in fretta, anche) gli strumenti e i metodi di analisi delle attività della criminalità organizzata italiana per evitare di cadere in pericolose e insidiosissime trappole semantiche?La risposta a questa domanda, evidentemente retorica, giunge in contemporanea da due nuove pubblicazioni, da pochi giorni in libreria. Enzo Ciconte, storico della ’ndrangheta, docente universitario ed ex parlamentare, ha

    dato alle stampe un agile volume, ricco di dati e tabelle comparative (Le proiezioni mafiose al Nord, Rubbettino Editore, pagine 140, euro 10), mentre la rivista di geopolitica “Limes” ha dedicato l’ultimo fascicolo al tema della espansione internazionale delle cosche (Il circuito delle mafie, pagine 200, euro 14).Se dalla metà degli anni Settanta si era parlato – non senza ragione – della migrazione delle famiglie mafiose dal Sud del Paese verso le regioni più ricche, oggi lo scenario appare mutato.Non perché vi sia un riflusso o un abbandono improvviso del territorio da parte dei capibastone insediati al Nord. Tutt’altro.L’analisi si fa più complessa. E porta dritto a immaginare una mafia (intesa in senso ampio) strutturata in modo unitario, che occupa militarmente più luoghi diversi tra loro ma con identica (e terribile) efficacia.Insomma: il Nord non più come terra di conquista ma come luogo di affermata espansione. Vivaio della nuova generazione di ’ndranghetisti, ad esempio, che pur mantenendo uno strettissimo legame con la madre Calabria prosperano e crescono secondo logiche criminali assolutamente identiche tra loro.Il 31 ottobre 2009, seduti attorno a un tavolo del circolo Arci di Paderno Dugnano intitolato ai giudici Falcone e Borsellino, sono inquadrati dalle telecamere dei carabinieri i mammasantissima che governano le “locali” già strutturate della ’ndrangheta di Milano, Como, Lecco, Varese, Pavia. «Generali di un’antica e sanguinaria tribù – scrive Piero Colaprico su Limes – che ha lasciato il mare e i boschi della Calabria per i capannoni, le industrie, il riciclaggio, i ristoranti. Persone che sottomettono brianzoli e milanesi, vanno a braccetto con le amministrazioni locali, si muovono armati di revolver lungo le tangenziali che portano all’Expo».La ’ndrangheta lombarda è ormai «un solo corpo e una sola testa» con quella calabrese.«Quello che in decenni di inchieste al Nord e al Sud appariva come un rosario di famiglie, faide e faccende scollegate si profila ora come una cupola».Se tutto questo è vero – e lo è, così come dimostrato da recenti sentenze di primo e di secondo grado pronunciate dal Tribunale di Milano al termine dei processi ai clan lombardi – l’idea di una mafia che dal Sud si muove alla conquista del Nord deve essere messa definitivamente da parte. «Dal punto di vista criminale – dice Enzo Ciconte – Milano è in provincia di Reggio Calabria». Le famiglie della mafia calabrese «hanno creato forme di collegamento e di direzione più impegnative rispetto al passato. Una struttura unica di gestione degli affari criminali».Nel suo ultimo libro, Ciconte dedica un capitolo ai «luoghi comuni» sulle mafie, con l’obiettivo dichiarato di smontarli.«Tra i tanti motivi che resero il Nord restio a prendere atto del cambiamento della realtà c’è stato un dato culturale: una certa interpretazione della nascita della mafia ha inoculato una serie di errori clamorosi e gravi. Secondo questa interpretazione, la nascita della mafia si verificò soltanto in zone arretrate, di povertà, di fame, di miseria, di desolazione, di abbandono e di degrado. Insomma, prevalse una facile equazione: laddove c’è miseria e sottosviluppo, lì c’è mafia. La storiografia più recente ha dimostrato che questa interpretazione era profondamente errata e non serviva né a comprendere le ragioni né a individuare i luoghi d’origine e di diffusione», scrive Ciconte.Sin dalle origini, dice ancora lo storico calabrese, «c’è stato chi ha sostenuto che la mafia non fosse un’organizzazione strutturata e neanche un’associazione formalmente costituita». Un tragico errore, di cui si sono pagate le conseguenze a lungo. Lo stesso potrebbe accadere oggi se non si comprendesse l’unitarietà di un fenomeno in forte espansione.

  • Non ci sono soldi nemmeno per i carri funebri

    Non ci sono soldi nemmeno per i carri funebri

    Rottame con le ruote

    (f.bar.) In molti, venerdì mattina, hanno incrociato, lungo via Grandi, il carro funebre comunale diretto al Cimitero Maggiore. E in tanti sono rimasti sbalorditi nell’osservare le condizioni del mezzo, un Ducato del 1991 con ammaccature e ruggine ovunque. All’interno, due bare di legno accatastate una sopra l’altra. Nessuna tendina o vetri oscurati a nascondere il macabro carico.«In mattinata, due addetti avevano eseguito delle esumazioni nel cimitero di Breccia e stavano trasportando

    i resti al Monumentale – spiega l’assessore ai Servizi cimiteriali del Comune di Como, Marcello Iantorno – Purtroppo i mezzi a disposizione sono pochi e malmessi». I veicoli di servizio sono 3 e quello avvistato «è sicuramente quello nelle condizioni peggiori. Stiamo valutando l’acquisto di un nuovo furgone. Ma dobbiamo fare i conti con le risorse ristrette. Intanto provvederemo a oscurare i vetri del furgone», conclude Iantorno.

  • Nick Cave & The Bad Seeds, il ritorno

    Nick Cave & The Bad Seeds, il ritorno

    «Se dovessi usare la metafora logora degli album che sono come figli – spiega Nick Cave nella nota di presentazione del suo recente lavoro – allora Push The Sky Away sarebbe il bimbo-fantasma in incubatrice e i loop di Warren Ellis il suo debole e tremante battito cardiaco».E se è vero che questo disco, diversamente dai precedenti, ha incontrato anche il gusto dei suoi due figli gemelli, come ha dichiarato sornione lo stesso Nick, potremmo considerare persino chiuso il cerchio magico della

    sua musica. Un cerchio che, ancora una volta, ha fatto prigioniera sua moglie, musa e vittima delle canzoni del compagno Nick Cave: perché un conto è ispirare le sue liriche e un altro spostare il loro talamo nuziale su un palco.Ma sposando Nick, Susie sapeva che sarebbe finita con un patto diabolico. E finché tra i due funziona e l’australiano (confinato a Brighton) produce dischi come questo, nessuno si lamenta. Sono passati cinque anni da Dig!!! Lazarus Dig!!! ed è chiaro che le redini, anche quando i Bad Seeds sferzano Nick Cave, sono tornate nelle sue mani, in un gioco della parti che trova il giusto equilibrio tra le languide morbidezze di un capolavoro come No More Shall We Part e i recenti morsi dei Grinderman. Una giostra sonora dalla quale, soprattutto dal vivo, giovedì 28, alle 21, all’Alcatraz di Milano, non si vorrebbe mai scendere.Era il gennaio del 2003 quando Petra Magoni e Ferruccio Spinetti si incontravano per la prima volta su un palco. Da allora i due artisti non si sono più lasciati e hanno portato il progetto “Musica Nuda”, che incrocia la voce strepitosa di Petra al funambolico contrabbasso di Ferruccio, in giro per il mondo. Le loro canzoni, frutto della splendida complicità di due musicisti straordinariamente sinceri, hanno dato vita a sei raffinati nudi d’autore interpretati con classe ed emozione. Come settimo sigillo, per celebrare questi primi 10 anni, Magoni e Spinetti hanno pensato di mettersi in ghingheri, di vestire a festa le loro canzoni con l’album Banda Larga dove, per la prima volta, il duo è accompagnato da un’intera orchestra da camera diretta da Daniele Di Gregorio.Lo stesso virtuoso musicista, polistrumentista e collaboratore di Paolo Conte da molti anni, che ha lavorato anche agli arrangiamenti delle canzoni, è riuscito a cucire intorno alla voce di Petra e al contrabbasso di Ferruccio un sontuoso abito da cerimonia. Dal vivo, al Bloom di Mezzago, venerdì 29, alle 21.Il cantante e compositore svedese Kristian Matsson, alias “The Tallest Man on Earth”, è in tour in Italia.Mercoledì 4 dicembre, alle 21, al Circolo Magnolia di Milano, presenterà dal vivo There’s No Leaving Now, il terzo splendido album della sua carriera pubblicato la scorsa estate. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una composizione dettagliata e accattivante come nel caso di The Wild Hunt, il suo precedente lavoro del 2010 all’interno del quale è racchiuso il capolavoro Love is All.Questa volta, però, l’artista nordico ha deciso di giocare nuove carte sul suo personalissimo spartito: se le onde sonore di The Tallest Man on Earth sono tradizionalmente incentrate sul potere della performance, in questo caso il musicista ha voluto aggiungere nuovi arrangiamenti alle canzoni rivelando un carattere diverso, dando quel tocco in più che mancava alle precedenti registrazioni.Questo disco consolida l’inizio di un incredibile viaggio raccontato attraverso storie di speranza e di sconfitta, di perdita e di amore.

  • Netanyahu: ‘i terroristi vogliono ostacolare la pace’

    (ANSA) – TEL AVIV, 16 SET – “Non mi stupisco dei terroristi palestinesi. Hanno sparato contro Israele proprio durante una cerimonia storica. Vogliono far retrocedere la pace, ma non ci riusciranno. Noi colpiremo chiunque tenti di colpirci, ma porgiamo una mano di pace a quanti vogliono la pace con noi”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu alla partenza dagli Stati Uniti, commentando i lanci di razzi da Gaza avvenuti ieri mentre a Washington era impegnato a firmare accordi di pace e di normalizzazione con gli Emirati arabi uniti e con il Bahrein Al ritorno in Israele, ha aggiunto, lo attendono adesso tre compiti urgenti: “Combattere il coronavirus, combattere il terrorismo ed allargare il cerchio della pace”. (ANSA).

  • Nessuna traccia dell’imprenditore scomparso

    L’ERBESE GIUSEPPE BARONENon c’è purtroppo ancora alcuna traccia di Giuseppe Barone, l’imprenditore 67enne scomparso lunedì da Erba. La figlia Fabiana, l’altro ieri, aveva informato, tramite Facebook, che l’uomo sarebbe stato segnalato ad Alzate e ad Anzano del Parco. Ha infatti affidato il proprio accorato appello al social network nella speranza che il passaparola possa far tornare presto a casa il padre. Dell’uomo non si hanno più notizie da lunedì mattina. Il 67enne era atteso a Pero, nel Milanese, per questioni di lavoro, ma non vi è mai arrivato né ha fatto ritorno a casa. Sono stati gli stessi familiari a lanciare l’allarme e ad avvisare i carabinieri. La scomparsa è stata segnalata anche dalla trasmissione di Rai Tre “Chi l’ha visto?”.

  • Nba: Denver ferma i Clippers, si va a gara-7

    (ANSA) – ROMA, 13 SET – Denver fa sua gara-6 della semifinale della West Conference battendo 111-98 i Los Angeles Clippers, che avevano un’altra possibilità di chiudere la sfida e presentarsi al derby con i Lakers. Per i Nuggets è la seconda vittoria di fila che dall’1-3 li porta sul 3-3, e anche la partita odierna è stata all’insegna della rimonta, quando tutto sembrava perduto a metà gara. I Nuggets, con le spalle al muro, partono bene ma la difesa come al solito è il loro punto debole e alla fine del primo quarto sono sotto 34-26. Il divario si allarga nella seconda frazione, quando anche l’attacco di Denver si fa meno efficace e all’intervallo lungo il punteggio è 63-47, lasciando presagire il successo di Los Angeles. Nulla cambia per un po’, finchè Denver non piazza un improvviso 17-0 che lo riporta a -1, riaprendo del tutto la sfida, anche se al penultimo stop i Clippers sono avanti 79-77. Ma i Nuggets cavalcano l’onda e non sbagliano più nulla, mentre gli avversari alzano bandiera bianca, rimandando tutto allo spareggio di gara 7. Il mvp della serata è il serbo Nikola Jokic (34 punti, 14 rimbalzi, 7 assist), mentre i 33 di Paul George non bastano a tenere a galla i Clippers. (ANSA).

  • Navalny su Instagram, ‘respiro da solo e mi mancate’

    (ANSA) – MOSCA, 15 SET – Alexei Navalny è tornato a rivolgersi ai suoi follower per la prima volta dopo l’avvelenamento del 20 agosto scorso e ha scelto Instagram per farlo. “Mi mancate”, ha scritto Navalny pubblicando una sua foto sul letto d’ospedale di Berlino. “Non riesco ancora a fare quasi niente ma ieri sono riuscito a respirare da solo per tutto il giorno. In generale sono me stesso. Non ho usato nessun aiuto esterno, nemmeno la più semplice valvola in gola. Mi è piaciuto molto…”.(ANSA).

  • Navalny: Merkel, il mondo aspetta risposte da Mosca

    EMBED START Image {id: “editor_0”} epa08631626 German Chancellor Angela Merkel during her annual press conference at Bundespressekonferenz in Berlin, Germany, 28 August 2020. The traditional media briefing usually takes place during summer time. EPA/HENNING SCHACHT / POOL EMBED END Image {id: “editor_0”} (ANSA) – BERLINO, 2 SET – La Russia deve fare chiarezza urgentemente sul caso Navalny. Lo ha detto Angela Merkel in uno statement a Berlino. “Ci sono domande a cui solo il governo russo può e deve rispondere”, ha incalzato. “Il mondo aspetterà le risposte”. (ANSA).

  • Museo del Ghisallo. Ora si muove la Regione. Rossi e Dotti in prima linea per trovare una soluzione

    Museo del Ghisallo. Ora si muove la Regione. Rossi e Dotti in prima linea per trovare una soluzione

    La memoria del ciclismo a rischio(p.an.) Da lunedì 4 novembre chiude il Museo del Ciclismo del Ghisallo. Chiude per almeno cinque mesi. Licenziati i tre dipendenti. La questione è arrivata anche in Regione Lombardia, sui tavoli degli assessori allo Sport, Antonio Rossi e della Cultura, Cristina Cappellini. «Stiamo raccogliendo informazioni – ha commentato Rossi – e nei prossimi giorni riuniremo intorno a un tavolo i responsabili del museo, i rappresentanti del territorio e tutti i soggetti interessati e cercheremo insieme a loro e al Coni

  • Multiutiliy, verso la società unica del Nord Lombardia

    Multiutiliy, verso la società unica del Nord Lombardia

    Prende sempre più corpo e consistenza il progetto di costruzione della grande multiutility del Nord pedemontano lombardo.Acsm-Agam, Aspem, Lario Reti holding, Aevv e A2a, che lo scorso 1° aprile avevano firmato una lettera d’intenti e dato mandato a un advisor di studiare il possibile percorso di fusione, sono in dirittura di arrivo. In un comunicato ufficiale spiegano infatti che è stato «condiviso un documento tecnico in cui sono state delineate le possibili linee guida dell’operazione nonché le prime valutazioni».Tradotto dal linguaggio formale destinato agli operatori di Borsa (A2a e Acsm-Agam sono infatti quotate), il messaggio è chiaro: la fusione si farà. E in tempi molto stretti.Entro la fine dell’anno lo stesso advisor che si è occupato della prima parte del progetto proporrà una ipotesi di governance.Le società multiutility delle province pedemontane (Varese, Lecco, Como, Monza e Sondrio) assieme ad A2a daranno vita a un piccolo “colosso” da mezzo milione di clienti.A2a, che oggi possiede partecipazioni in tutte queste società, sarà l’azionista di riferimento con quasi il 40% del capitale sociale. La città di Como, che porta in dote la sua parte di Acsm-Agam, dovrebbe arrivare a possedere tra il 10 e il 12% del pacchetto azionario. Anche se non c’è tuttora nulla di sicuro, si può facilmente immaginare la scelta di far “ruotare” tra tutti i soci la presidenza e gli altri incarichi.La multiutility del Nord Lombardia, una volta nata, potrebbe essere la quinta per importanza in Italia. E partecipare alle future gare per gas, acqua e altri servizi con concrete speranze di vincerle.La parola finale sarà data ai consigli comunali delle città che oggi detengono i pacchetti azionari delle varie società chiamate a fondersi. Un passaggio non soltanto formale, durante il quale si svilupperà sicuramente un dibattito tra favorevoli e contrari.