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  • Cinema Gloria in vendita, domani il lancio della campagna popolare per l’acquisto

    Cinema Gloria in vendita, domani il lancio della campagna popolare per l’acquisto

    “Manchi
    tu nell’aria”, lancio ufficiale della campagna e festa domani,
    venerdì 1 marzo alle 21 al Gloria, cinema di via Varesina 72 a Como.
    L’obiettivo è l’acquisto con la formula della condivisione
    popolare dello storico cinema riaperto 12 anni fa dal circolo Arci
    Xanadu. “Sono stati dodici anni belli e difficili  durante i
    quali abbiamo fatto fronte a diverse crisi economiche, che talvolta
    ci hanno portato sull’orlo della chiusura, ne siamo sempre venuti
    fuori guardando avanti – si legge nel comunicato ufficiale –
    cogliendo in ogni crisi nuove possibilità di sviluppo, abbiamo
    imparato a vivere nel terremoto, portando il progetto Spazio Gloria
    alla sua piena maturità”. Oggi la proprietà ha deciso di vendere
    lo stabile e la scommessa è trovare i fondi per l’acquisto e
    mantenere l’uso culturale della sala. Domani come detto l’evento
    di presentazione della campagna intitolata citando Gloria di Umberto
    Tozzi “Manchi tu nell’aria” Una serata che sarà anche di festa
    con la  partecipazione del gruppo musicale Settegrani.

  • Viadotto dei Lavatoi chiuso per due ore. Un Tir ha sfondato le barriere

    Viadotto dei Lavatoi chiuso per due ore. Un Tir ha sfondato le barriere

    Chiuso in serata il viadotto dei Lavatoi per circa due ore.

    Un Tir, l’ennesimo, ha sfondato le barriere che impediscono l’accesso ai mezzi pesanti e ha rotto il serbatoio perdendo gasolio per diversi chilometri. Il camionista non si è fermato ma è poi stato bloccato dalla polizia locale. Inevitabili i disagi alla circolazione con due chilometri di coda in serata. Al lavoro il settore Reti e strade, i vigili del fuoco e una ditta specializzata già all’opera. Il viadotto dei Lavatoi è rimasto chiuso per circa due ore in modo da consentire l’intervento di pulizia dell’asfalto.

  • Viadotto dei Lavatoi chiuso per due ore. Un Tir ha sfondato le barriere

    Viadotto dei Lavatoi chiuso per due ore. Un Tir ha sfondato le barriere

    Chiuso in serata il viadotto dei Lavatoi per circa due ore.

    Un Tir, l’ennesimo, ha sfondato le barriere che impediscono l’accesso ai mezzi pesanti e ha rotto il serbatoio perdendo gasolio per diversi chilometri. Il camionista non si è fermato ma è poi stato bloccato dalla polizia locale. Inevitabili i disagi alla circolazione con due chilometri di coda in serata. Al lavoro il settore Reti e strade, i vigili del fuoco e una ditta specializzata già all’opera. Il viadotto dei Lavatoi è rimasto chiuso per circa due ore in modo da consentire l’intervento di pulizia dell’asfalto.

  • Centrodestra diviso anche in Provincia. Il Pd e Bongiasca sperano nel colpaccio

    Centrodestra diviso anche in Provincia. Il Pd e Bongiasca sperano nel colpaccio

    Centrodestra di nuovo diviso a Como. Questa volta in Provincia, dove la Lega ha scelto di presentare una propria lista per il rinnovo del consiglio di Villa Saporiti. Il Pd e il presidente Fiorenzo Bongiasca sentitamente ringraziano, dato che lo “spacchettamento” dei voti degli amministratori locali potrebbe permettere al centrosinistra di ottenere nuovamente la maggioranza dei seggi in consiglio provinciale.Ieri pomeriggio, il segretario Dem Federico Broggi ha postato su Facebook un breve messaggio proprio a proposito delle ormai imminenti elezioni provinciali: «Noi corriamo con le nostre forze, con gli amministratori del territorio che hanno voglia di lavorare per il territorio. Nell’ambito del centrosinistra».Esclusa ogni ipotesi diversa da un’alleanza con i centristi del presidente Bongiasca, alleanza alla quale peraltro il giovane segretario del Pd sta lavorando sin dal primo giorno del suo mandato.D’altronde, l’occasione è ghiotta. La Lega, sembra senza annunciare agli alleati la propria intenzione, ha deciso nei giorni scorsi di presentare per Villa Saporiti una sua lista con il simbolo del Carroccio.Una scelta che penalizzerà fortemente il centrodestra, dato che avrà come inevitabile conseguenza la divisione dei voti di sindaci e consiglieri comunali.Bisogna infatti ricordare che per il rinnovo dell’assemblea provinciale si recano alle urne soltanto gli eletti nei consigli comunali. Già qualche mese fa Bongiasca prevalse su suo avversario, Pierluigi Mascetti, per un pugno di voti. Un centrodestra diviso non farà che accrescere le chances di vittoria del Pd e del centrosinistra che presenterà una lista in cui confluiranno anche candidati provenienti da alcune formazioni civiche.

    Situazione di stallo, per il momento, a Palazzo Cernezzi dove il sindaco, Mario Landriscina, sta lavorando alla ricerca di un sostituto dell’assessore alla Cultura Simona Rossotti. Landriscina sembra intenzionato a chiedere un confronto a Forza Italia nel tentativo di far rientrare gli azzurri in giunta, ma i segnali provenienti dal partito di maggioranza relativa in Comune a Como non sembrano positivi.La frattura di qualche mese fa non si ricompone facilmente e la scelta della Lega di andare da sola alle provinciali in qualche modo acuisce il problema.È del tutto evidente che a Como il centrodestra non riesce a trovare obiettivi e metodi di lavoro comuni.

  • Castello di Carimate in vendita, asta deserta. Dieci milioni il valore, ma nessuna offerta di acquisto

    Castello di Carimate in vendita, asta deserta. Dieci milioni il valore, ma nessuna offerta di acquisto

    Nessuna offerta per uno dei luoghi mitici della canzone italiana, che ha ospitato gli Stone Castle Studio dove tra il 1977 e il 1987 hanno inciso dischi artisti come Fabrizio De André, Lucio Dalla, Francesco Guccini, Paul Young e gli Stadio. Il Castello di Carimate è in vendita, ma invano. La base d’asta, 10 milioni di euro con offerta minima 7,5 milioni, resta sul mercato.L’edificio in vendita, con asta fissata per oggi e scadenza per presentare le offerte prevista a mezzogiorno di ieri, era appunto l’edificio costruito a partire dal Trecento dalla famiglia Visconti. Al momento, la dimora rimarrà in disuso e senza una proprietà perché, nonostante qualche richiesta di informazioni e interessamento, non è stata presentata alcuna offerta per acquistare l’antico maniero. Il tentativo di vendita è andato a vuoto e sarà probabilmente fissata una seconda asta, con una riduzione della base e dell’offerta minima.Nelle scorse settimane, si erano fatte avanti alcune società legate soprattutto al settore turistico e degli alberghi extra lusso, che si erano mostrati interessati al castello. Alla fine però nulla di fatto, magari proprio in attesa di un ribasso. Il castello ha una destinazione commerciale. La vendita riguarda l’intero fabbricato ad uso attività alberghiera per una superficie lorda complessiva di 7.335 metri quadrati, all’interno dell’immobile monumentale del Castello di Carimate, circondato da oltre 5 ettari di terreno in parte a parco e in parte a bosco.

  • Cassa integrazione in aumento nei primi due mesi del 2019

    Cassa integrazione in aumento nei primi due mesi del 2019

    Critica la realtà economica nel territorio comasco. A confermarlo arriva il 2° Rapporto UIL del Lario relativo al primo bimestre 2019. Aumenta infatti la richiesta di ore di cassa integrazione totale da parte delle imprese rispetto allo stesso periodo del 2018: i lavoratori in cassa integrazione nel primo bimestre sul Lario sono 2.421, 1.335 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una crescita del 122,9%. A pesare sull’aumento della richiesta di ore è soprattutto il settore tessile con 558.476 ore di cassa integrazione, +176,7% rispetto a gennaio-febbraio 2018. Per quanto riguarda i singoli settori produttivi, si registra una crescita nel settore industriale e in quello del commercio. “Il Rapporto conferma le incertezze e preoccupazioni su una ripresa economica che è instabile e che vive delle dinamiche e fluttuazioni dei mercati globali e di una domanda interna che non decolla – commenta il Segretario Generale CST UIL del Lario Salvatore Monteduro – Una instabilità che si evince anche dall’andamento dell’export, che a Como è aumentato del 4,48% nel 2018 rispetto al 2017. Per attenuare l’impatto negativo dei mercati globali bisogna agire sulla domanda interna – conclude Monteduro – e a tutt’oggi non si vede un’azione del Governo Nazionale su questo fronte”.

  • Casnate, denuncia un’aggressione dal vicino di casa, ma si era inventato tutto

    Casnate, denuncia un’aggressione dal vicino di casa, ma si era inventato tutto

    Spinte, calci all’addome, una prognosi di 33 giorni, minacce e una richiesta di risarcimento del danno di 30mila euro.Il tutto per dei mozziconi di sigaro lanciati (dalla presunta vittima dell’aggressione) dentro il garage pieno di carta del vicino di casa. Una classica lite di condominio, all’apparenza.

    Invece, stando a quanto emerso in aula che ha portato alla sentenza di assoluzione del giudice («perché il fatto non sussiste»), la vicenda non sarebbe andata in questo modo. Tanto che lo stesso pm avrebbe chiesto l’assoluzione «perché non c’è la prova di quanto sostenuto dalla vittima». Pesante anche lo scambio di battute tra il legale di parte civile («In quel condominio di Casnate con Bernate c’era il far west, e l’imputato era l’ispettore Harry Callaghan») e quello della difesa, Livia Zanetti: «Qui di cinematografico c’è solo la ricostruzione della parte offesa che ha simulato l’aggressione. Nessuno l’ha spinta, nessuno l’ha colpita. Si sono inventati tutto. Il motivo? I soldi, ovviamente».

    Ed alla fine il giudice – in attesa delle motivazioni – ha “sposato” la versione della difesa.

  • Casinò, la Lega attacca i Cinque Stelle. Molteni: «Di Maio ha frenato la nomina del commissario»

    Casinò, la Lega attacca i Cinque Stelle. Molteni: «Di Maio ha frenato la nomina del commissario»

    «La nomina del commissario straordinario per la casa da gioco – si tratta di Maurizio Bruschi – poteva essere realtà da giorni. La responsabilità del ritardo è di Luigi Di Maio che ha chiesto tempo per accertamenti quando il nome prescelto è arrivato sul suo tavolo». Le parole sono del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni che da tempo segue la vicenda e che con questa dichiarazione innescherà l’ennesima polemica all’interno del Governo giallo-verde. Questo perché il sottosegretario lariano ha parole dure anche per altri esponenti del Movimento 5 Stelle. Una sorta di resa dei conti su una vicenda che si è impantanata giorno dopo giorno. «La realtà è semplice. Bene farebbe a informarsi, prima di parlare, anche il parlamentare Giovanni Currò che in passato ha avanzato dubbi sui ritardi nella nomina che sarebbero stati causati da Salvini senza sapere che è stato Di Maio a prendere tempo». In mezzo a questa polemica va ribadito, anche se l’annuncio ufficiale non è ancora stato reso noto, che il «nome indicato in questi giorni, quello di Maurizio Bruschi, è corretto. Il decreto di nomina, con tutte le firme necessarie, è già alla Corte dei Conti. Questo è l’ultimo passaggio che deve essere fatto e non esiste alcuna necessità che passi in consiglio dei ministri. Quindi si tratta di ore, di attendere la bollinatura da parte della Corte dei Conti», spiega Molteni, che poi affonda. «Incredibile, in questa vicenda così delicata, che personaggi come Giovanni Currò addirittura abbiano presentato un’interrogazione sul tema, senza sapere quello che accadeva, ovvero che Di Maio aveva il nome sul tavolo e ha chiesto tempo», dice Nicola Molteni, che riassume così i passaggi formali dell’intera vicenda. «L’indicazione del nome del commissario, che spetta al ministero dell’Interno, è stata fatta più di 20 giorni fa. Dopodiché è necessaria innanzitutto la firma del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che ha immediatamente provveduto e poi è passata prima al Mef (ministero economia e finanze) e successivamente al Mise di Luigi Di Maio (il ministero dello sviluppo economico), dove l’iter si è arenato – spiega sempre il sottosegretario Molteni – Alla fine, dopo che si è sbloccata la situazione, il decreto di nomina, con tutte le firme richieste, è arrivato alla Corte dei Conti. Adesso attendiamo l’ufficializzazione che sarà veramente questione di ore, anche perchè non è necessario alcun passaggio in Consiglio dei ministri». Il duro attacco al M5S da parte del sottosegretario Molteni, viene immediatamente controbattuto dal parlamentare comasco del partito di Grillo, Giovanni Currò, chiamato in causa dall’esponente di Governo della Lega. «Sull’interrogazione mi limito a dire che è uno strumento lecito e che tutti noi possiamo utilizzare in parlamento. Così ho fatto io, solo per sollecitare delle risposte su un tema molto delicato. Francamente non mi interessa sapere di chi è la colpa o se c’è una colpa nei ritardi sulla nomina del commissario e non mi va di polemizzare con il sottosegretario Molteni», spiega Currò. «Inoltre, anche ammesso che il dossier si sia fermato sulla scrivania del ministro Di Maio, se la Lega era così in ansia per la nomina, poteva sollecitare gli uomini del Mise, visto che sapeva dove si trovava il fascicolo. A livello personale, infine, non capisco perché il sottosegretario non mi abbia chiamato per chiarire», conclude Giovanni Currò.

  • Casinò di Campione Spa. Nuova richiesta di fallimento «Stato passivo a 175 milioni»

    Casinò di Campione Spa. Nuova richiesta di fallimento «Stato passivo a 175 milioni»

    L’istanza verrà affrontata in una udienza fissata a maggio

    La Procura di Como, a firma del pubblico ministero Pasquale Addesso e del procuratore capo Nicola Piacente, ha presentato alla prima sezione civile fallimentare del Tribunale di Como una nuova richiesta di fallimento della società Casinò di Campione Spa. L’udienza in cui verrà discussa l’istanza, di fronte a un collegio composto dalla presidente Paola Parlati e dai giudici Marco Mancini e Alessandro Petronzi, è stata fissata per il prossimo 13 maggio.Una notizia che apre un nuovo scenario in una vicenda già assai complessa.L’antecedente (noto) di questa ulteriore mossa, è stato la sentenza di nullità del primo Fallimento (letta dalla Corte d’Appello di Milano) che risaliva al luglio del 2018. In attesa di una eventuale impugnazione dei curatori di fronte alla Cassazione, la Procura di Como ha deciso di reiterare l’istanza già formulata la scorsa estate per chiedere nuovamente il fallimento della casa da gioco. E nel mettere nero su bianco la richiesta («riportandosi integralmente alla richiesta presentata in data 9 gennaio 2018»), ha riepilogato lo stato di insolvenza, che è ulteriormente lievitato.Numeri impressionanti, da cui si desume «l’esistenza di debiti scaduti liquidi ed esigibili pari a complessivi 175.884.040 euro». Una cifra che esce dalla somma dei creditori insinuati alla data del 28 gennaio 2019 (pari a 81.995.069,55 euro) cui vanno aggiunte le insinuazioni tardive proposte fino alla data del 1° marzo 2019 (ulteriori 93.888.970,45 euro). Perentoria la chiosa della Procura lariana nel chiedere il nuovo fallimento: «Alla data odierna è configurabile un grave stato di insolvenza» definito «ben più consistente» della situazione debitoria calcolata alla data di presentazione della prima istanza di fallimento. «La possibile riapertura della casa da gioco – scrivono ancora il procuratore capo di Como, Nicola Piacente, e il pubblico ministero Pasquale Addesso – non appare una ipotesi percorribile» anche perché «l’attività di esercizio del gioco d’azzardo è allo stato cessata».E inoltre «il socio unico della Spa, e cioè il Comune di Campione d’Italia (a oggi gestito da un commissario governativo), ha dichiarato lo stato di dissesto finanziario dell’Ente».Nella nuova richiesta di fallimento della società Casinò di Campione Spa, viene anche sottolineato il punto cardine su cui era ruotata la vicenda nella scorsa estate, ovvero «l’assoggettabilità a fallimento» della società «ribadita dalla Corte d’Appello di Milano» nella sua sentenza dell’11 marzo 2019.Insomma, dopo il turbolento passaggio sotto la “Madonnina”, la vicenda torna sul tavolo del Tribunale fallimentare di Como.La nuova istanza, come detto, verrà affrontata il prossimo mese di maggio.I curatori fallimentari avranno invece tempo fino alla metà di aprile per decidere se chiedere l’intervento della Cassazione in merito alla nullità del primo fallimento. Senza contare poi che lo stato passivo – oggi a 175 milioni di euro – potrebbe ulteriormente lievitare.

  • Casinò di Campione, le reazioni. «Puntare comunque alla riapertura»

    Casinò di Campione, le reazioni. «Puntare comunque alla riapertura»

    L’ennesimo capitolo di una storia che sembra infinita, arriva all’indomani dell’ultima riunione tra i sindacati e il prefetto di Como. La chiusura del Casinò di Campione e la conseguente crisi, inarrestabile, di un’intera comunità deve adesso fare i conti anche con la nuova istanza di fallimento della casa da gioco presentata dalla Procura di Como.

    Nel mezzo la decisione della Corte d’Appello di annullare la prima sentenza di fallimento. E gli stessi sindacati sempre in prima linea nel tentativo di sbloccare una situazione sempre più ingarbugliata, giudicano in modo differente la novità. «Da una prima valutazione mi sento di dire che questo ulteriore passaggio potrebbe limitare ancora di più le possibilità di riapertura del casinò, passaggio invece decisivo che la sentenza della corte d’Appello di Milano aveva alimentato – spiega Francesco Diomaiuta, segretario Generale reggente della Cisl dei Laghi – nonostante però adesso ci siano debiti per 175 milioni euro.

    Realtà dunque ancor più critica del passato. Certo è che, a prescindere anche dalla possibilità in capo ai curatori di ricorrere ancora in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano, è sempre più necessario un intervento forte del Governo centrale». Unico punto fermo, la difficoltà nel riuscire a vedere un percorso lineare di uscita dalla crisi. «Con questo nuovo passaggio si dovrebbe dunque tornare a sentire tutti i soggetti coinvolti – interviene Giacomo Licata, segretario provinciale della Cgil – Per noi in tal senso è sempre stata determinante la costruzione di un piano di ristrutturazione capace di coinvolgere la politica e tutte le realtà di Campione. Una comunità che deve ripartire dal Casinò. Se poi sarà necessaria una ricapitalizzazione, sia essa pubblica o privata, questo si vedrà ma è decisivo avere una strategia comune».

    Al netto dunque della nuova istanza e del possibile ricorso in Cassazione sempre pendente, rimane un’unica convinzione. «Necessario puntare comunque alla riapertura della casa da gioco – interviene Salvatore Monteduro, segretario provinciale Uil – L’attività della Procura va ovviamente rispettata. Personalmente rimango convinto che ci siano gli estremi per arrivare a una riapertura del casinò. Ci vuole, ovvio, la volontà politica». Sul fronte istituzionale, il primo parlamentare a intervenire è Alessio Butti (Fratelli d’Italia).

    «Sono convinto del fatto che la richiesta di fallimento iniziale sia derivata da un errore di valutazione. Campione era l’unico casinò che produceva utili. Inoltre in una vicenda così complessa si dovrebbe sempre concedere la possibilità del contraddittorio alle parti, cosa che non è accaduta lo scorsa estate e che è stata evidenziata dalla sentenza della Corte d’Appello di Milano – dice Alessio Butti – Ovvio poi che prorogando all’infinito una situazione di stallo, come è stato fatto nei mesi passati, i debiti vadano ad aumentare. Il Governo, come ripetuto più volte, doveva intervenire subito e in maniera netta: non saremmo in questa situazione».

    Dubbiosa anche Chiara Braga (Partito Democratico). «Rispetto a una situazione di assoluta gravità – dice Braga – questa ulteriore novità non potrà che portare a ulteriori passaggi e probabilmente ritardi. Si deve intervenire in fretta. Non si tratta di una questione di parti o colorazione politiche ma di una crisi da risolvere al più presto».