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  • Ghisallo, scoperto il busto di Magni. Le figlie: «Papà Fiorenzo, padrone di casa del    Museo». Colnago: «Un esempio per i giovani»

    Ghisallo, scoperto il busto di Magni. Le figlie: «Papà Fiorenzo, padrone di casa del Museo». Colnago: «Un esempio per i giovani»

    «Lo possiamo considerare nel posto giusto, quello del padrone di casa». Con queste parole Tiziana e Beatrice Magni ieri mattina hanno salutato la scopertura del busto di loro padre Fiorenzo.L’opera, donata dall’imprenditore Ernesto Colnago, si trova davanti alla porta d’ingresso del Museo del Ciclismo, l’esposizione permanente di cimeli del mondo del pedale che di fatto è stata l’ultima grande battaglia di Fiorenzo Magni, prima della sua scomparsa, nel 2012.

    Una cerimonia sentita, quella di ieri: a fare gli onori di casa il presidente della Fondazione Museo Antonio Molteni, la direttrice Carola Gentilini e la giornalista Luciana Rota. Al loro fianco lo stesso Ernesto Colnago, le figlie di Magni e i nipoti Giulio, Riccardo ed Edoardo. La Federazione ciclistica era rappresentata dal presidente provinciale Franco Bettoni.

    «Questa è la casa di nostro padre – ha detto Beatrice Magni – Il suo lavoro per costruire questo museo è stato incredibile, una battaglia che sembrava contro i mulini a vento e che invece ha vinto. Ma soprattutto è riuscito, prima della sua scomparsa, a circondarsi delle persone giuste, che proseguissero nel suo progetto, per evitare che questa si trasformasse in una cattedrale nel deserto».«Una prova della sua lungimiranza – ha aggiunto la figlia – Papà era un uomo di intelligenza fuori dal comune, anche se io, nel dirlo, posso sembrare di parte».

    Beatrice Magni interviene anche rispetto alla proposta che era stata ipotizzata di dedicare l’intero museo a suo padre. «Non lo avrebbe voluto. Magari in un sottotitolo questo pensiero ci potrebbe stare, ma per lui questa era la casa dei ciclisti, senza personalizzazioni».«Chi sta portando avanti ora la struttura sta facendo un lavoro meraviglioso – spiega ancora Beatrice Magni – seguendo il solco che era stato tracciato. Papà è scomparso a 92 anni, ma fino a quel giorno è stato un uomo progettuale e modernissimo, nonostante la sua età. Il museo di oggi, con tante mostre, iniziative, eventi itineranti gli sarebbe piaciuto. E avrebbe sicuramente gradito l’interscambio con altri luoghi, come sta avvenendo con il Museo della Bicicletta di Alessandria. Una collaborazione, tra l’altro nel centenario della nascita di Fausto Coppi, con cui mio papà aveva un rapporto di amicizia e stima reciproca». Peraltro Magni era nato nel 1920; l’anno prossimo sarà il suo centenario: «Sicuramente ci saranno festeggiamenti adeguati e giornate come questa – conclude Beatrice – che per me e mia sorella è stata di grande gioia».

    Anche Ernesto Colnago ha avuto parole di commosso ricordo per l’ex corridore. «Fiorenzo Magni è stato un insegnamento per tutto il ciclismo – ha spiegato l’imprenditore 87enne – Vorrei tanto che i giovani lo prendessero da esempio. Il suo ricordo merita di essere onorato: è stato, tra l’altro, l’uomo che ha salvato il nostro sport, trovando negli anni ‘50 sponsor non tecnici, marchi che nulla c’entravano con il questo mondo. Ha portato tante innovazioni nelle squadre e nella loro organizzazione. Siamo sempre stati amici: era un personaggio unico».Il busto dedicato a Fiorenzo Magni, ma non solo. La giornata di ieri ha visto anche l’inaugurazione della mostra “Veni Vidi Bici” di Riccardo Guasco, una serie di disegni e illustrazioni dedicati al mondo del ciclismo e ai suoi campioni, visibile fino a maggio.

  • Gennaio 2019, crescita record della cassa integrazione in provincia di Como

    Gennaio 2019, crescita record della cassa integrazione in provincia di Como

    Il 2019 si apre male per l’economia lariana. Cresce infatti in maniera considerevole il ricorso agli ammortizzatori sociali. Il mese di gennaio ha fatto segnare un sostanzioso incremento nella richiesta di ore di cassa integrazione in provincia di Como. A certificarlo il 1° rapporto Uil del Lario anno 2019. In decisa salita la domanda di ore di cassa integrazione che in provincia di Como ha raggiunto addirittura, rispetto allo stesso periodo 2018, un +290,8% rispetto al segno meno della Lombardia (-23,6%). In salita anche la richiesta di ore di cassa integrazione ordinaria: Como +83,3 %, Lombardia +16,8 %. E cresce anche la cassa integrazione straordinaria in Provincia di Como. A pesare sulla crescita della richiesta di ore di cassa integrazione a gennaio a Como è soprattutto il settore tessile con 459.356 ore di cassa integrazione totale, +465,7% rispetto a gennaio 2018. Osservando la cassa integrazione nei singoli settori produttivi a gennaio 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si registra una crescita della richiesta delle ore di cassa integrazione nel settore industriale con +370,2 % a Como. Scende invece nell’edilizia con -51,5 % e nel commercio con un -100 %. I lavoratori in cassa integrazione a gennaio 2019 sono stati 3575 a Como (+2.660 rispetto a Gennaio 2018). «Il 1° rapporto UIL del Lario del 2019, conferma il rallentamento della ripresa economica, una situazione già palesata nella fase finale del 2018. Permane, quindi, una preoccupazione della fase di incertezza che sta attraversando il Paese, ed è quanto mai attuale e urgente un intervento del Governo Nazionale per rilanciare gli investimenti pubblici in infrastrutture materiali ed immateriali, fondamentali per la ripresa occupazionale, l’ammodernamento e lo sviluppo e competitività del nostro sistema produttivo. Bisogna agire velocemente»., dice Monteduro

  • Futuro della città, presidenti di architetti e ingegneri ricevuti in Comune

    Futuro della città, presidenti di architetti e ingegneri ricevuti in Comune

    Il disegno della Como del futuro passa domani pomeriggio da Palazzo Cernezzi e dalla Commissione consiliare II, convocata alle 16 in Sala Stemmi dalla sua presidente, l’avvocato Patrizia Maesani, consigliere comunale di Fratelli d’Italia.

    Sono stati convocati come relatori il presidente dell’ordine degli architetti Michele Pierpaoli, il presidente dell’ordine degli ingegneri Mauro Volontè, il prof Emanuele Boscolo dell’università dell’Insubria e l’ingegner Clemente Tajana dell’Accademia Galli.

    L’ordine del giorno della seduta è:  “Metodologia di pianificazione delle aree strategiche” una discussione che comprenderà le numerose aree della città sulle quali Palazzo Cernezzi vuole attuare importanti interventi nel corso del mandato del sindaco Mario Landriscina, dall’ex Ticosa all’ex Lechler e Albarelli, passando per l’ex scalo merci della stazione di Como San Giovanni e per l’ex area Sca Mercedes, senza dimenticare la zona della Caserma De Cristoforis e, in particolare, l’ex ospedale Sant’Anna, a Camerlata.

  • Furioso incendio sopra Carlazzo, brucia il Monte Pidagia

    Furioso incendio sopra Carlazzo, brucia il Monte Pidagia

    Uno spaventoso incendio sta distruggendo ettari di bosco sul versante del Monte Pidagia, sopra Carlazzo.

    Le fiamme sono molto alte e perfettamente visibili da Porlezza e dalle frazioni basse lungo la statale Regina.

    Non è la prima volta che il fuoco aggredisce questa zona, negli ultimi tre anni è già accaduto più volte.

    Sul posto per domare l’incendio i vigili del fuoco e la Protezione civile.

  • Furioso incendio a Mariano Comense: in fumo una montagna di rifiuti

    Furioso incendio a Mariano Comense: in fumo una montagna di rifiuti

    I vigili del fuoco si stanno portando in forze in via del Radizzone a Mariano Comense per un devastante incendio che ha avvolto una montagna di rifiuti. Allertate anche le ambulanze del 118 in via precauzionale.

    La colonna di fumo nero denso e acre è visibile da chilometri di distanza. A Febbraio 2018 altri due incendi – di sospetta natura dolosa – si erano sprigionati in zona.

  • Furbetti della multa in Ticino, 8 su 10 sono italiani

    Furbetti della multa in Ticino, 8 su 10 sono italiani

    Sono molti gli automobilisti targati “Ch” che in Italia infrangono il codice prendendo multe che poi non pagano. Un mancato incasso quantificabile, solo per la città di Como, in 300mila euro l’anno.Il contrappasso non si è fatto attendere. Come riporta il Corriere del Ticino di ieri, il deputato leghista Daniele Casalini ha interpellato il Consiglio di Stato ticinese sui furbetti della multa. Ha scoperto che otto sanzioni non pagate su dieci sono intestate a italiani. Bellinzona sta inseguendo 6.653 debitori, l’81% dei quali è italiano. Gli automobilisti italiani devono al Ticino multe non pagate per quasi 800mila franchi.Così come accade all’Italia per le multe svizzere, anche per la Svizzera non è semplice incassare le multe non pagate da italiani: mancano accordi internazionali che consentirebbero di esigere il credito. Fanno eccezione i frontalieri, cui la giustizia svizzera può sequestrare parte del salario per saldare la sanzione.I furbetti della multa vengono pizzicati anche al confine: all’ingresso in Svizzera, infatti, un lettore di targhe consente alla polizia cantonale di scoprire la pendenza e passare all’incasso.

  • Funicolare ferma per lavori dall’11 al 23 marzo

    Funicolare ferma per lavori dall’11 al 23 marzo

    Quest’anno non sarà possibile festeggiare
    l’arrivo della primavera con uno dei percorsi più suggestivi e
    apprezzati dai comaschi e soprattutto dai turisti, ovvero sulla
    Funicolare Como-Brunate.

    Proseguono infatti i lavori di manutenzione
    straordinaria del collegamento. “Da lunedì 11 a sabato 23 marzo –
    si legge in una nota di Atm, che gestisce l’impianto – la
    circolazione dell’impianto sarà sospesa per permettere il
    completamento dei lavori di rinnovo della scala di evacuazione, a
    cura della proprietà Cpt (Consorzio Pubblici Trasporti Como). Si
    tratta del proseguimento dei lavori iniziati lo scorso ottobre,
    durante i quali verrà completato il tragitto parallelo alla
    funicolare”.

    Atm istituirà per tutto il periodo di chiusura dell’impianto dei bus sostitutivi per permettere il regolare spostamento dei passeggeri tra i due comuni di Brunate e Como. Le corse sono programmate ogni mezz’ora in entrambe le direzioni, dalle 6 alle 22.30 nei giorni feriali e la domenica dalle 6 alle 24 il sabato, con bus di rinforzo negli orari di punta in settimana e per tutta la giornata nel weekend.

    Atm si scusa per i disagi dovuti ai lavori,
    necessari per mettere in sicurezza l’infrastruttura e per offrire
    un miglior servizio ai cittadini e ai turisti.

  • Fugge dalla comunità di recupero. In carcere un membro della baby gang

    Fugge dalla comunità di recupero. In carcere un membro della baby gang

    Fuggito più volte dalla comunità di recupero alla quale era stato affidato, uno dei minorenni accusato di essere un componente della baby gang di Como è stato ritrovato dai carabinieri a casa sua, a Montano Lucino.Il ragazzino, su disposizione del giudice, è stato pertanto arrestato e trasferito al carcere minorile Beccaria di Milano.Il minorenne era uno dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita a fine gennaio nei confronti di ben 17 giovanissimi. Dopo un primo periodo in carcere, il giudice gli aveva concesso un alleggerimento della misura cautelare, affidandolo a una comunità di Peschiera Borromeo, in provincia di Milano. Da qui però, senza autorizzazione, il ragazzino si è allontanato più volte, tanto che il 21 febbraio scorso il Tribunale dei minorenni di Milano ha deciso di disporre nuovamente il trasferimento in carcere del giovanissimo.I carabinieri della compagnia di Cantù e della stazione di Lurate Caccivio, incaricati di eseguire l’ordinanza del giudice, hanno avviato le ricerche del ragazzino, rintracciato nella sua abitazione a Montano Lucino e subito trasferito in carcere al Beccaria. La baby gang di Como, come ricostruito da polizia e carabinieri, ha seminato il panico per mesi a Como, soprattutto tra i coetanei dei giovanissimi coinvolti. I ragazzi fermati sono accusati a vario titolo di rapina, furto aggravato, ricettazione, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale.

  • Frontalieri e Unione Europea, la proposta del consigliere regionale Pd Angelo Orsenigo

    Frontalieri e Unione Europea, la proposta del consigliere regionale Pd Angelo Orsenigo

    Lo sconto carburante, la disoccupazione dei frontalieri, la possibilità per cittadini, imprese ed enti locali di accedere ai fondi Ue. Queste le richieste di Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, contenute nella risoluzione sulProgramma di lavoro della Commissione europea, anno 2019, e politiche dell’Unione europea di maggiore interesse per il tessuto socioeconomico lombardoapprovata questo pomeriggio in consiglio regionale.

    «Per quanto riguarda la procedura d’infrazione per l’aliquota Iva sul carburante, introdotta in Lombardia da una legge regionale del 1999, il consiglio ha impegnato la Giunta a collaborare con gli organi statali affinché venga giustificato in fatto e in diritto l’operato regionale, salvaguardando e mantenendo così una misura fondamentale per il gettito fiscale italiano e lombardo – spiega Orsenigo –. Sono convinto che l’Unione europea non abbia capito cosa la Regione abbia inteso fare all’epoca con questo provvedimento. Soprattutto per la nostra zona di confine era importante arginare la fuga verso la Svizzera per il pieno di carburante. La Risoluzione vuole evitare che si stoppi questa iniziativa portata avanti in maniera legittima».

    Un’altra questione è tutta di iniziativa del consigliere Pd: «La disoccupazione dei frontalieri. La mia richiesta impegna la giunta regionale a manifestare al Parlamento e al governo nazionale e alle istituzioni europee, la rilevanza per i nostri lavoratori frontalieri in Svizzera di una modifica del regolamento europeo in materia di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, nel senso di prevedere la corresponsione del trattamento di disoccupazione previsto dall’ordinamento dello Stato di ultima occupazione, nel quale sono state pagate le trattenute per le prestazioni di sostegno al reddito, e di garantire l’applicazione di questa regola anche nei rapporti intercorrenti tra Stati membri dell’Unione europea e Confederazione Svizzera».

    Infine, Orsenigo è intervenuto per sollecitare la Regione a «mettere in atto iniziative per sostenere e affiancare i soggetti lombardi, imprese, istituzioni, enti locali, associazioni, che intendano accedere a bandi e fondi europei. Dobbiamo far percepire l’Europa più vicina a noi e la Regione deve essere di aiuto e parte attiva in questo».

  • Frode fiscale sulla vendita delle auto usate. Il giro d’affari era di 15 milioni di euro

    Frode fiscale sulla vendita delle auto usate. Il giro d’affari era di 15 milioni di euro

    Alla fine erano tutti contenti: il compratore, che acquistava auto di grande pregio a prezzi più bassi rispetto al mercato; il venditore, che ne traeva a sua volta un utile tra il soldi sborsati per l’acquisto e quelli poi intascati nella vendita. Una “felicità” che non vedeva la partecipazione dello Stato, cui non veniva corrisposta l’Iva. La guardia di finanza di Menaggio, con una operazione eseguita ieri mattina, ha notificato ordinanze di custodia cautelare nei confronti di cinque persone accusate di emissione di fatture false e, in alcuni casi, anche di irregolarità nella dichiarazione dei redditi.Le società coinvolte sono la S&B Auto, con sede legale a Milano e sede operativa a Porlezza, l’Officina S&B, con sede legale a Grandola ed Uniti e sede operativa a Carlazzo e la Lm Auto, con sede legale a Monza e attività a Guanzate.Le fiamme gialle ritengono di aver portato alla luce un giro d’affari nascosto di circa 15 milioni di euro, con un’evasione da oltre 3 milioni di euro, ricostruito grazie a una complessa indagine iniziata nel 2015. Sono centinaia le macchine vendute dagli arrestati.Gli acquirenti erano soprattutto giovani italiani, in particolare frontalieri, residenti nella zona del medio Lario e del Porlezzese.Le auto vendute rientravano in una fascia di prezzo tra i 25mila e i 70mila euro, con picchi superiori a 100mila euro. Tra le macchine vendute una Porsche 911 S del 2017, valore di mercato superiore ai 124mila euro venduta a 117mila. Macchina che tuttavia era stata acquistata dalle società indagate (in Germania, senza Iva) a 97mila euro. Ecco perché tutti erano contenti: la società che ne traeva un utile di 20 mila euro e l’acquirente che si trovava la Porsche chiavi in mano con un risparmio di 7mila euro. Gli indagati, infatti, simulavano la vendita diretta dalla Germania all’acquirente finale, falsificando la fattura intestata correttamente dal venditore tedesco alle società coinvolte.La frode si era poi evoluta con la costituzione, dopo il 2016, della Car Planet Sro, in Repubblica Ceca, una società solo virtuale utilizzata come schermo nel tentativo di scaricare su un gruppo di fatto inesistente la responsabilità dell’evasione dell’Iva.Uno stratagemma che permetteva agli indagati di rivendere le auto – tutte sul mercato dell’usato – a prezzi imbattibili per tutti i concorrenti, distorcendo in tal modo il mercato automobilistico in danno degli operatori onesti.Questa è – quantomeno – la tesi della Procura di Como e della guardia di finanza di Menaggio che hanno chiesto e ottenuto dal gip l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare.L’accusa per tutti (in concorso) è quella di aver emesso fatture per operazioni inesistenti.È stato contestualmente eseguito anche un sequestro per equivalente del valore di tre milioni di euro, pari dunque all’Iva che sarebbe stata evasa.È stato calcolato che la maggior parte delle autovetture è stata venduta a un prezzo più basso – rispetto a quanto offerto dal mercato – da un minimo del 5% ad un massimo del 10%.