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  • Nicola Molteni eletto presidente della commissione speciale con 27 voti

    Nicola Molteni eletto presidente della commissione speciale con 27 voti

    L’aula di Montecitorio

    «Prendo atto che sul mio nome c’è stata una convergenza di natura istituzionale. Ho una responsabilità e cercherò con impegno e serietà di dimostrare che questo è un Parlamento che lavora in attesa della formazione del nuovo governo».

    Sono le parole con cui il deputato canturino della Lega, Nicola Molteni, ha commentato la sua elezione a presidente della commissione speciale della Camera.

    Molteni ha avuto 27 voti: sulla carta sarebbe potuto arrivare a 31, tanti quanti sono i commissari del centrodestra e del Movimento 5 Stelle.

    Il nome del deputato comasco era stato indicato ieri in una nota congiunta firmata da Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

  • Mario Landriscina: «Aperti al confronto, ma Como non è ferma». Il sindaco ribatte agli stimoli di Enrico Lironi

    Mario Landriscina: «Aperti al confronto, ma Como non è ferma». Il sindaco ribatte agli stimoli di Enrico Lironi

    «Accetto le suggestioni esterne e l’invito ad avere una visione ampia ma l’amministrazione non è ferma. In questo caso non posso proprio condividere l’opinione espressa sul Comune». Il sindaco di Como Mario Landriscina ribatte così agli stimoli di Enrico Lironi, da tre mesi nel consiglio di amministrazione della Fondazione Cariplo con delega a ricerca e innovazione, che dalle pagine delCorriere di Comoha lanciato un monito forte e chiaro: «la città deve cambiare passo e non sprecare più occasioni. Va superata inoltre la conflittualità esistente». Così Lironi ha voluto sintetizzare sia una presunta mancanza di idee che non consente agli attori in gioco sul territorio di immaginare la Como di domani, sia un’apparente rigidità a livello istituzionale, nonchè un immobilismo comunale. «E vorrei anche sottolineare come non siamo a corto di idee. La caratteristica di questa amministrazione è infatti quella di non fare annunci per ogni singolo piccolo provvedimento ma lavorare e poi dire ciò che di veramente rilevante è stato pensato per il futuro della città», spiega sempre il sindaco. «Inoltre, purtroppo esiste sempre una forte dissociazione tra il sentire del cittadino, i problemi aperti e le legittime ambizioni che sono necessarie. Però le esigenze quotidiane sono molto più concrete. Bisogna rispondere subito a questi bisogni, come ad esempio i lavori avviati sulle scuole che stiamo portando avanti. E poi certo ben venga un confronto sul futuro della città. E in tale ottica anche il discorso avviato su un possibile trasferimento degli uffici comunali nella Ticosa (poco apprezzato da Lironi) è frutto di un’analisi costi e benefici. Non è una semplice idea buttata lì», aggiunge Landriscina. «Infine è giusto avere sempre come obiettivo la vicina Milano. Ma senza rimanerne ipnotizzati. Dobbiamo saper sviluppare sempre meglio le nostre caratteristiche che già adesso completano l’offerta di Milano», spiega il sindaco.Nel dibattito interviene anche il presidente di Villa Saporiti, Fiorenzo Bongiasca. «Lo sguardo rivolto al futuro è fondamentale per un amministratore. Noi lo abbiamo e in provincia non ci consideriamo fermi, ma purtroppo zavorrati dal confronto con la quotidianità», dice Bongiasca. «Ovviamente si può sempre fare di più e la collaborazione è decisiva per avere, sviluppare e perseguire nuove idee – spiega Bongiasca – Purtroppo però quando, dall’immaginare il futuro si deve poi passare alla realtà, il salto è troppo lungo e i progetti si arenano. Lavorare in emergenza ogni giorno su temi quotidiani, come accade a noi e a molti comuni, inevitabilmente raffredda la spinta a guardare oltre». Raffredda ma sicuramente non «spegne. Fin dal mio insediamento ho sottolineato la volontà di avere un dialogo aperto con tutti. Così ho fatto e continuerò a fare. Sarà molto importante in questo senso anche il ruolo della nuova Camera di Commercio. Da lì ci potrà essere una ripartenza per evitare incomprensioni, gelosie e conflittualità», prosegue il presidente di Villa Saporiti. Un riferimento che lo stesso Enrico Lironi ha sottolineato ribadendo la necessità, in ambito camerale, di investire su progetti importanti senza dover guardare agli equilibri territoriali. Infine inevitabile coinvolgere il presidente di Villa Saporiti sui possibili attriti a livello istituzionale quale causa di immobilismo. «Sinceramente non noto incomunicabilità. Non esistono a livello territoriale, mentre invece osservo come ci siano sempre più limiti e vincoli da parte della Regione, che ha sempre più circoscritto le competenze delle province, e a livello governativo», conclude Fiorenzo Bongiasca.

  • Mario Landriscina: «Aperti al confronto, ma Como non è ferma». Il sindaco ribatte agli stimoli di Enrico Lironi

    Mario Landriscina: «Aperti al confronto, ma Como non è ferma». Il sindaco ribatte agli stimoli di Enrico Lironi

    «Accetto le suggestioni esterne e l’invito ad avere una visione ampia ma l’amministrazione non è ferma. In questo caso non posso proprio condividere l’opinione espressa sul Comune». Il sindaco di Como Mario Landriscina ribatte così agli stimoli di Enrico Lironi, da tre mesi nel consiglio di amministrazione della Fondazione Cariplo con delega a ricerca e innovazione, che dalle pagine delCorriere di Comoha lanciato un monito forte e chiaro: «la città deve cambiare passo e non sprecare più occasioni. Va superata inoltre la conflittualità esistente». Così Lironi ha voluto sintetizzare sia una presunta mancanza di idee che non consente agli attori in gioco sul territorio di immaginare la Como di domani, sia un’apparente rigidità a livello istituzionale, nonchè un immobilismo comunale. «E vorrei anche sottolineare come non siamo a corto di idee. La caratteristica di questa amministrazione è infatti quella di non fare annunci per ogni singolo piccolo provvedimento ma lavorare e poi dire ciò che di veramente rilevante è stato pensato per il futuro della città», spiega sempre il sindaco. «Inoltre, purtroppo esiste sempre una forte dissociazione tra il sentire del cittadino, i problemi aperti e le legittime ambizioni che sono necessarie. Però le esigenze quotidiane sono molto più concrete. Bisogna rispondere subito a questi bisogni, come ad esempio i lavori avviati sulle scuole che stiamo portando avanti. E poi certo ben venga un confronto sul futuro della città. E in tale ottica anche il discorso avviato su un possibile trasferimento degli uffici comunali nella Ticosa (poco apprezzato da Lironi) è frutto di un’analisi costi e benefici. Non è una semplice idea buttata lì», aggiunge Landriscina. «Infine è giusto avere sempre come obiettivo la vicina Milano. Ma senza rimanerne ipnotizzati. Dobbiamo saper sviluppare sempre meglio le nostre caratteristiche che già adesso completano l’offerta di Milano», spiega il sindaco.Nel dibattito interviene anche il presidente di Villa Saporiti, Fiorenzo Bongiasca. «Lo sguardo rivolto al futuro è fondamentale per un amministratore. Noi lo abbiamo e in provincia non ci consideriamo fermi, ma purtroppo zavorrati dal confronto con la quotidianità», dice Bongiasca. «Ovviamente si può sempre fare di più e la collaborazione è decisiva per avere, sviluppare e perseguire nuove idee – spiega Bongiasca – Purtroppo però quando, dall’immaginare il futuro si deve poi passare alla realtà, il salto è troppo lungo e i progetti si arenano. Lavorare in emergenza ogni giorno su temi quotidiani, come accade a noi e a molti comuni, inevitabilmente raffredda la spinta a guardare oltre». Raffredda ma sicuramente non «spegne. Fin dal mio insediamento ho sottolineato la volontà di avere un dialogo aperto con tutti. Così ho fatto e continuerò a fare. Sarà molto importante in questo senso anche il ruolo della nuova Camera di Commercio. Da lì ci potrà essere una ripartenza per evitare incomprensioni, gelosie e conflittualità», prosegue il presidente di Villa Saporiti. Un riferimento che lo stesso Enrico Lironi ha sottolineato ribadendo la necessità, in ambito camerale, di investire su progetti importanti senza dover guardare agli equilibri territoriali. Infine inevitabile coinvolgere il presidente di Villa Saporiti sui possibili attriti a livello istituzionale quale causa di immobilismo. «Sinceramente non noto incomunicabilità. Non esistono a livello territoriale, mentre invece osservo come ci siano sempre più limiti e vincoli da parte della Regione, che ha sempre più circoscritto le competenze delle province, e a livello governativo», conclude Fiorenzo Bongiasca.

  • «Stravolgono tutto, non sanno quello che fanno»

    «Stravolgono tutto, non sanno quello che fanno»

    Il progettista Carlo TerragniCarlo Terragni è stato, insieme con Renato Conti e Ugo Majone, uno dei veri padri del progetto originario delle paratie. E, fino al 2005, ne ha anche materialmente seguito gli sviluppi, salvo poi essere esautorato, come i colleghi, dalla direzioneper volontà unilaterale del Comune di Como.«E oggi – ammette subito l’ingegnere – faccio persino fatica a parlare di quello che sta avvenendo sul lungolago. Da molto tempo, ormai, non è più il progetto che conoscevo. È stato tutto stravolto e verrà stravolto ancora. Solo che non mi pare che il Comune sappia esattamente cosa sta facendo, in che direzione andare».Una delle novità più importanti degli ultimi tempi – corroborata anche da recenti studi universitari – è sicuramente la volontà di abbassare l’altezza massima di difesa dalle esondazioni rispetto ai 200,30 centimetri sul livello del mare. Una quota “baluardo”, invece, nel progetto firmato da Conti, Majone e Terragni.«Non ce la eravamo mica inventata – rivendica quest’ultimo – Quella soglia, da considerarsi a paratie innalzate al massimo, costituiva la mediazione tra la necessità di alzare ulteriormente le difese per scongiurare ogni possibile rischio di fuoriuscita del lago in piazza e, al contrario, l’effettivo lungo periodo di assenza delle esondazioni. Di sicuro, il nostro valore era stato valutato da tecnici ed esperti di primissimo livello e offriva ogni garanzia».Ultimo punto, la questione dei teorici rischi per gli edifici affacciati sul secondo lotto del cantiere. «Non capisco davvero di quale pericolo di crolli si stia parlando – conclude Terragni – I lavori eseguiti sul primo lotto del cantiere hanno dimostrato la perfetta sostenibilità dell’intervento. Non si sono verificati danni particolari o altri problemi seri. Quindi non vedo cosa potrebbe mai accadere sul secondo. O almeno, il nostro progetto originario era sicuro sotto ogni profilo. Ora, con tutti i cambiamenti, non mi pronuncio».

    Emanuele Caso

  • «Le paratie si possono evitare»

    «Le paratie si possono evitare»

    Lucini: «Il Politecnico ha confermato che la soglia di 200,30 centimetri non è un dogma»Il giorno dopo il lungo confronto con gli studiosi dell’Università dell’Insubria e del Politecnico di Como, il sindaco Mario Lucini parla ufficialmente della questione. E, in buona parte, conferma le anticipazioni emerse ieri, almenorelativamente ai punti più caldi: la realizzazione o meno delle paratie vere e proprie lungo la nuova passeggiata e i possibili danni per gli edifici che si affacciano sul secondo lotto del cantiere (piazza Cavour-viale Geno).La novità ufficiale più significativa è sicuramente l’avallo tecnico-scientifico contenuto nello studio del Politecnico circa la possibilità – sempre sostenuta da Lucini – di evitare l’impianto delle barriere antiesondazione. «I lavori presentati da Università dell’Insubria e Politecnico non sono ancora del tutto completi, per cui non possiamo trarre conclusioni definitive – ha premesso il primo cittadino – Il Politecnico ha lavorato in particolar modo sull’analisi delle piene e dei livelli del lago, in modo da valutare se sia congrua o meno la quota di 200,30 centimetri sul livello del mare per la difesa della città dalle esondazioni. Lo studio dice che esistono i margini per riconsiderare questo aspetto e che quella soglia non è un dogma intoccabile».Parole soltanto apparentemente tecniche, perché dietro numeri e analisi, il significato è uno solo: stando alle “rassicurazioni” del Politecnico, sarebbe assolutamente possibile evitare di innalzare ogni forma di paratia sul lungolago di Como (la quota di 200,30, infatti, si raggiunge unicamente con l’innalzamento al massimo delle paratie previste dal progetto originario). E se a questo si aggiunge la storica contrarietà del sindaco a realizzare le barriere contro le eventuali fuoriuscite del lago, si capisce come il mix significhi una cosa sola: un asse tecnico-politico per presentarsi in Regione con argomenti validi per stoppare le paratie. Lucini, senza nemmeno troppe perifrasi, conferma. «A questo punto potremmo prendere in considerazione strade diverse rispetto alla realizzazione delle paratie così come progettate all’inizio – afferma – E, di sicuro, porteremo lo studio in Regione per ridiscutere il progetto. Tra l’altro, sempre il Politecnico ha lavorato sulla possibilità di riuscire a gestire gli afflussi dell’acqua senza realizzare la seconda vasca sotto la passeggiata da piazza Cavour a viale Geno».Lunedì scorso, comunque, è stato discusso anche un’altro studio, realizzato dall’Università dell’Insubria. «Questo studio si è concentrato sugli aspetti geologici e geotecnici per valutare la migliore prosecuzione dei lavori – ha sottolineato Lucini – Su questo, però, e sull’effetto che il cantiere potrebbe avere sugli edifici vicini, mancano ancora alcuni dati relativi agli spostamenti registrati nel corso del cantiere per poter decidere se proseguire i lavori come ipotizzato oppure no. Attendiamo anche l’esito di un monitoraggio satellitare». I rischi, insomma, non sono ancora stati scongiurati.

    Emanuele Caso

  • L’ex assessore promuove le novità «L’immobilismo fa male a Como. L’amministrazione vada avanti»

    L’ex assessore promuove le novità «L’immobilismo fa male a Como. L’amministrazione vada avanti»

    Nini Binda: «Undici anni fa anche io tirai dritto»

    stesse categorie che oggi lanciano un ultimatum. In quella occasione vennero bruciati alcuni parcometri e fui citato in Tribunale, ma portai comunque il piano in consiglio e, dopo un duro dibattito, il documento passò con un solo voto contrario». Pur se perplesso sulla scelta del sindaco, Mario Lucini, di non portare il piano in consiglio comunale, Nini Binda promuove l’allargamento della Ztl. «Probabilmente era più giusto passare in consiglio comunale – sottolinea l’ex assessore – Ciò detto, al sindaco e all’assessore, che non hanno bisogno di un mio consiglio, dico di tenere duro. Cinismo e immobilismo sono i peggiori nemici della città, uniti agli interessi economici e corporativi e anteposti alla salute e al futuro di una città turistica». Per l’ex assessore, la mancanza di posti auto non è un problema. «Non c’è mancanza di posti macchina a Como – dice Binda – Durante il mio mandato abbiamo aperto o potenziato i parcheggi di Tavernola, Val Mulini, Ticosa, Lazzago, Metropark, via Auguadri, Quarto Ponte, ex Zoo, via Italia Libera, piazze Amendola e Cacciatori delle Alpi. Abbiamo creato 4.800 posti a raso. Oggi forse si può dire che la chiusura della Ticosa e dell’Arena possono creare qualche problema, ma ci sono i parcheggi. I commercianti fanno sempre questa battaglia, ma sono convinto che migliorerà tutta la situazione. In 11 anni non è cambiato nulla, il nuovo piano, seppure con gradualità, deve essere adottato». L’ex assessore cita una poesia. «Per Como e la sua polemica – dice – vale la lezione di vita presa da una poesia brasiliana: lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi».

  • Le parole per raccontarsi: Simona Sparaco oggi alla Ubik con il suo ultimo romanzo

    “Un romanzo europeo”. Così lo ha definito Antonio Polito sulCorriere della Sera, una “cosa rara” per la letteratura italiana. Nel silenzio delle nostre parole, l’ultimo libro di Simona Sparaco – che l’autrice presenta oggi, alle 18, alla libreria Ubik di Como – è un racconto a più voci. Voci diverse unite dal bisogno di parole autentiche che risuonano dentro un palazzo di quattro piani, a Berlino, dove scoppierà un incendio.Il lettore lo sa fin dalle prime pagine mentre i personaggi, che provengono da Paesi e culture diverse, vivranno un’intera giornata – il tempo di svolgimento della storia – inconsapevoli del destino a cui andranno incontro. Ad accomunarli ci sarà la ricerca di quelle parole che non sono riusciti a dire alle persone che amano di più.Ci sono Alice, che scivola nel sonno mentre aspetta il ritorno di Matthias, il ragazzo che ama, e Bastien che da troppi mesi ha qualcosa di cruciale da rivelare alla madre e che potrebbe spezzarle il cuore. Ci sono Polina, ex ballerina classica, incapace di accettare il proprio corpo dopo la maternità e Hulya che sta pensando a lei. Il fuoco sta per stravolgere il futuro di tutti loro costringendoli a scelte estreme per colmare i silenzi, o dare loro un nuovo significato.Simona Sparaco ha raccontato dell’ispirazione per questo suo romanzo: la lettura di uno dei “Caffè” che il suo compagno, Massimo Gramellini, scrisse all’indomani del terribile incendio della Grenfell Tower di Londra, una vicenda di cronaca che la colpì profondamente. Con uno pseudonimo maschile Simona Sparaco ha partecipato con questo romanzo al Premio DeA Planeta 2019, vincendolo. Per poi rivelare la sua vera identità. “Leggendo questo libro – ha scritto Gramellini – ci sono cose che ti resteranno per sempre”.L’autrice dialoga con Paola Alessandro. Ingresso libero.

  • Le categorie economiche: «Pronti a superare le barriere per il bene del territorio»

    Le categorie economiche: «Pronti a superare le barriere per il bene del territorio»

    Il messaggio lanciato è chiaro. Per far marciare spedito un territorio sono decisivi due elementi. Innanzitutto una collaborazione costante a livello istituzionale e poi un tessuto economico dove le categorie siano in grado di parlare la stessa lingua e desiderose – oltre naturalmente a perseguire i propri interessi specifici – di fare quadrato quando è necessario. Specialmente sui grandi temi.La sfida per il futuro tracciata da Enrico Lironi sembra dunque questa. E l’invito ad «avere un tavolo di discussione attorno al quale ragionare in modo serio», come proposto dal membro del cda di Fondazione Cariplo è «giusto. Purchè però si tratti di luoghi costruttivi e non troppo ampi. No a riunioni con un numero elevato di soggetti spesso astratti dalla realtà. E soprattutto sarebbe utile riunirsi per affrontare essenzialmente grandi temi», interviene il presidente di Confcommercio Como Giovanni Ciceri. «Inoltre non dimentichiamo che esiste già un parlamentino economico dove discutere e affrontare le sfide del futuro, che è la Camera di Commercio. Compito di tutti soggetti che la compongono è ovviamente quello di farla funzionare al meglio», spiega Ciceri, che ribadisce come a livello associativo «la nostra categoria sia in costante movimento. Ad esempio con la decisione di ritornare in maniera consistente tra la gente con l’insediamento di diverse delegazioni territoriali», chiude il presidente. «La città e il territorio del futuro hanno bisogno di grande collaborazione a tutti i livelli. Questo è innegabile – interviene il presidente di Confartigianato Como Roberto Galli – Ma a me sembra che già si lavori in tal senso. Faccio solo un esempio: nel sostenere il progetto Como città creativa Unesco, tutto il territorio a livello associativo e di categorie si è mostrato compatto. Certo si può e si deve fare sempre meglio, ma siamo sulla buona strada». Anche sulla formazione del nuovo ente camerale «ci sono state le giuste discussioni, ma si è collaborato fino ad arrivare alla nuova compagine che sarà importante in futuro e dovrà rappresentare un luogo di dibattito – prosegue Galli – Ovviamente l’ambizione è e dovrà essere quella di cercare di aprirsi sempre di più all’esterno e non guardare solo al nostro territorio. Noi ci siamo e ovviamente siamo pronti a dialogare per superare le barriere e un possibile immobilismo». Un ultimo commento arriva dal presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli. «È giusto sedersi intorno a un tavolo e dialogare. Lo abbiamo fatto di recente per la Ticosa e siamo pronti a rifarlo. Forse a livello territoriale ci vorrebbero organismi più snelli. Il Tavolo della competitività, ad esempio, è troppo ampio per concentrarsi su specifiche necessità – spiega Casartelli – Importante sarà la nuova Camera di Commercio. È infine innegabile che il tema “la città che vorrei” deve sempre essere un priorità da considerare». E sulla presunta incomunicabilità a livello istituzionale «va detto che spesso ciò che i politici ipotizzano poi si scontra con il passaggio a livello degli uffici e dei dirigenti che lo devono mettere in pratica per i troppi vincoli a cui si è sottoposti. A volte sembra di osservare i pezzi sparpagliati di un puzzle che non si può ricomporre perchè manca il disegno originale», chiude Casartelli.

  • Lanzo Intelvi, gara benefica  di golf. Iscrizioni aperte

    Lanzo Intelvi, gara benefica di golf. Iscrizioni aperte

    Sabato  14 settembre al Golf Club Lanzo è in programma la gara di beneficenza “Hole in one al tumore!”, una 9 buche Stableford HCP. Il ricavato sarà  devoluto all’Associazione centro di riferimento oncologico “Tullio Cairoli” di Como. Quota di iscrizione: 15 euro per i soci, 35 euro per i non soci. La premiazione è prevista per le 17.Per maggiori informazioni e iscrizioni, contattare la Segreteria del circolo allo 031.83.90.60 oppure inviare una mail a segreteria@golflanzo.it.

  • La “Storia della Brianza” adesso è completa

    La “Storia della Brianza” adesso è completa

    PUBBLICAZIONICon l’uscita degli ultimi due volumi si completa la “Storia della Brianza”. Il paesaggio naturale brianzolo e la sua antropizzazione sono al centro del sesto volume dell’opera, mentre il settimo volume è un compendio introdotto dalla testimonianza del ministro della Cultura di Benedetto XVI, il cardinale Gianfranco Ravasi, noto biblista molto legato al territorio della Brianza. Si tratta della monumentale opera alla quale, dal 2005, si sta dedicando l’editore lariano Paolo Cattaneo, che ne ha condiviso l’idea con lo storico comasco Giorgio Rumi, già presidente del “Comitato scientifico” dell’opera, poi prematuramente scomparso. Si completa così un impegno editoriale di straordinarie proporzioni, che ha visto nel 2007 l’uscita dei primi due tomi (“Storia e politica” e “Economia, religione, società” a cura di Edoardo Bressan), nel 2008 di altri due volumi (“Architettura e territorio” a cura di Adele Buratti Mazzotta e “Le arti” a cura di Simonetta Coppa) e, nel 2010, del V tomo (“Le culture popolari” a cura di Massimo Pirovano). Tra gli autori del sesto volume, in vendita a 40 euro, ci sono gli studiosi comaschi Tiziano Casartelli e Lanfredo Castelletti.