Sono trascorsi due anni e mezzo da quel tragico pomeriggio
di fine ottobre ad Annone Brianza, lungo la Statale che collega Lecco alla
metropoli lombarda, quando un cavalcavia cedette di schianto finendo sulle
carreggiate sottostanti della superstrada. Il crollo del 28 ottobre 2016
provocò la morte di un uomo, Claudio Bertini, schiacciato dentro la sua auto
dalla campata del ponte venuto giù all’improvviso.
Un evento che forse si sarebbe potuto evitare – e su questo
dirà una parola definitiva la magistratura nei prossimi mesi – ma che
sicuramente non si dovrà ripetere.
Il cantiere del nuovo ponte, in via d’ultimazione, è stato
“visitato” ieri dal ministro dei Lavori pubblici, Danilo Toninelli, giunto nel
Lecchese per vedere da vicino come procedono i lavori del viadotto iniziati a
marzo dello scorso anno.
«È un momento importante – ha detto il ministro ai microfoni
di Etv – tra pochi mesi finirà il cantiere e si potrà finalmente tornare a
circolare sul cavalcavia. Alle tragedie bisogna rispondere così, per evitare
che possano ripetersi».
Il viadotto in costruzione è stato realizzato con acciai
speciali e costruito con una campata unica di 44 metri. Le due travi dovrebbero
arrivare già la prossima settimana e per la loro posa sarà necessario chiudere
la superstrada. L’Anas sta valutando i tempi dell’operazione soprattutto per
evitare disagi ai moltissimi pendolari che ogni giorno utilizzano la Statale
che collega la Brianza lecchese con Milano. E a proposito del cantiere di
Annone, Toninelli ha parlato di un «grande piano infrastrutturale di
manutenzione dell’esistente», una strategia necessaria per evitare che si
ripeta quanto accaduto in Lombardia o a Genova con il ponte Morandi.
«Stanzieremo tutte le cifre necessarie – ha spiegato il ministro – Nel contratto
di programma dell’Anas fino al 2020, un programma che si aggiorna ogni anno,
investiremo molto per la manutenzione dell’esistente. Questo si tradurrà in
migliaia di piccoli cantieri sul territorio nazionale nei quali lavoreranno
tante imprese locali».
Inevitabili, da parte dei cronisti presenti ieri ad Annone,
anche le domande sulla Tav, alle quali Toninelli ha risposto manifestando
aperto fastidio. «Mi sono tremendamente stancato di parlarne – ha detto il
ministro – E in ogni caso ribadisco il no netto alla Tav, mio e del Movimento 5
Stelle. Se crolla un altro ponte, io come ministro mi sento responsabile,
perché avrei potuto impegnare le risorse della Tav per verificare la stabilità
di quella stessa infrastruttura», ha concluso.