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  • Influencer europei alla scoperta del Lario

    Influencer europei alla scoperta del Lario

    Dal 20 al 22 novembre,#inLombardia365, il progetto che coinvolge blogger e influencer italiani e stranieri in un viaggio per le destinazioni più belle della regione, toccherà il Lago di Como, portando 4 blogger europei (2 inglesi e 2 tedeschi), una influencer italiana e un videomaker alla scoperta dei segreti di due delle destinazioni più popolari della regione.

    Dopo avere esplorato il centro storico del capoluogo, sono previste puntate in funicolare a Brunate e visite al Museo del Ciclismo sul colle del Ghisallo, presso l’antico Santuario, a Magreglio e  a Bellagio, una delle mete italiane più conosciute nel mondo intero.

  • Indoeuropei e celti sotto la lente

    Indoeuropei e celti sotto la lente

    Guido Borghi, glottologo dell’Università degli Studi di Genova (dipartimento di Antichità, Storia, Filosofia, Storia e Geografia), parlerà sul tema “Antichità indoeuropea e celtica di Erba ed estensione dell’Indoeuropeo preistorico” in una attesa conferenza che è stata organizzata dal Civico Museo e dalla Biblioteca Comunale di Erba e che si terrà lunedì 19 novembre alle 21 nella Sala Mostre della Biblioteca Comunale di viia Joriati 6. Gli interessi di ricerca del docente si concentrano sulla distribuzione geografica, le istituzioni territoriali e il patrimonio onomastico delle tribù e popolazioni soprattutto preromane dell’Europa antica e del Bacino del Mediterraneo. Ingresso libero.

  • Incidente a Vighizzolo e morte della piccola Aurora: ieri l’udienza

    Incidente a Vighizzolo e morte della piccola Aurora: ieri l’udienza

    Si è svolta ieri mattina l’udienza preliminare per il drammatico incidente stradale che un anno fa a Vighizzolo costò la vita alla piccola Aurora di appena 16 mesi. Poco prima della mezzanotte la bimba, che era in macchina con mamma e papà, fu coinvolta in un frontale con un’altra vettura sulla quale viaggiava un 34enne risultato positivo all’alcol-test. Di fronte al giudice sono finiti in tre: il guidatore dell’auto – che ha scelto di essere giudicato con il rito Abbreviato – ma anche papà e mamma della piccola. A loro viene contestato il non aver rispettato una serie di precauzioni (come il riporre la bimba nel seggiolino posteriore) che avrebbero potuto evitare la tragedia. L’udienza per i genitori è stata rinviata a settembre per trovare la via di un patteggiamento.

    Le indagini dei carabinieri di Cantù verificarono subito che sulla vettura dove viaggiava la famiglia non c’era alcun seggiolino al quale la bimba potesse essere legata, come previsto dalle norme per il trasporto in sicurezza dei più piccoli.

  • Indice di sportività: la provincia di Como al 57° posto in Italia

    Indice di sportività: la provincia di Como al 57° posto in Italia

    Cosa rende una provincia “sportiva”? Uno strumento utile per cercare di rispondere a questa domanda è l’indice di sportività che ogni anno viene elaborato dal “Sole 24 Ore”. E così si scopre che Como è al 57esimo posto su 110 realtà, in peggioramento rispetto al passato. Mentre la provincia di Lecco si piazza addirittura al sesto posto generale.Va detto che a formare questo strumento di valutazione concorrono 50 parametri che vanno dalla diffusione e dalla qualità dello sport, alla presenza di strutture adeguate, al numero di tesserati Coni fino alla presenza – solo per citare alcuni indicatori – di atleti che si sono distinti nelle competizioni di maggior prestigio.Ma questa discesa in graduatoria – analizzando i diversi elementi che concorrono a formare l’indice di sportività – riserva anche buone notizie.Negli sport dell’acqua (canottaggio, sci nautico, vela, canoa), ad esempio, Como è in quarta posizione mentre è al 5 posto nella graduatoria specializzata negli sport paralimpici.Queste le buone notizie. Peggiora invece la situazione quando si analizza la classifica riservata agli sport di squadra dove il territorio è in 30esima posizione, si sprofonda nel settore sport individuali (57esimo gradino) e nel rapporto tra sport e società (dove si analizzano gli aspetti non agonistici delle attività sportive), Como è invece al 35esimo posto.A livello lombardo meglio di Como nella classifica generale si piazzano, come detto, il territorio di Lecco con un ottimo sesto posto, Brescia in 13esima posizione, Milano 19esima, Varese 22esima, Bergamo subito dietro, Cremona 31esima e Sondrio 46esima. Ultima in regione è la provincia di Lodi al 73esimo posto.«Si tratta di studi importanti che vanno tenuti in considerazione. Soprattutto perchè fotografano le mutazioni di una realtà, quale è quella sportiva, nel corso degli anni – dice l’assessore allo Sport del Comune di Como, Marco Galli – E purtroppo la fotografia scattata è lo specchio della realtà».A prescindere dai risultati agonistici delle diverse squadre e degli atleti comaschi, uno dei tasti dolenti – con un palaghiaccio a servizio ridotto e il palazzetto di Muggiò chiuso da anni – è rappresentato proprio dalla carenza di strutture idonee sul territorio. «La nostra idea è chiara: questo trend negativo va invertito subito guardando al futuro e ideando progetti di rilancio. Lo dico per Como anche se il concetto può essere esteso a tutto il territorio», dice Galli. Il riferimento immediato dell’assessore – come annunciato alcuni giorni fa sul Corriere di Como – prende spunto dal discorso del palazzetto del ghiaccio di Casate, che anche per la prossima stagione dovrà essere sottoposto a una serie di lavori di adeguamento (aprirà dal 1° ottobre al 31 marzo). Da qui l’idea di costruire una cittadella dello sport. Creando nell’area che vede già presente la piscina olimpionica, il campo Belvedere, il campo Coni e il tiro a segno, anche il palazzetto dello sport, al posto dell’attuale rudere e, appunto, il nuovo palaghiaccio. «Si tratta naturalmente di un lavoro complesso e a lunga scadenza ma che deve essere messo in cantiere il primo possibile», conclude l’assessore. Infine ritornando alla graduatoria del “Sole 24 ore”, va detto che a livello italiano sul podio si sono piazzate Livorno terza, Trento seconda e Trieste vincitrice.

  • Indennità di disoccupazione ai frontalieri, due Cantoni dicono no

    Indennità di disoccupazione ai frontalieri, due Cantoni dicono no

    Argoviesi e ticinesi non vorrebbero versare il sussidio agli italiani

    In barba agli accordi tra Svizzera e l’Unione Europea, un Cantone svizzero ha votato di non pagare l’indennità di disoccupazione ai frontalieri secondo i parametri elvetici e in un secondo Cantone, il Ticino, la Lega vorrebbe seguire l’esempio argoviese.

    Frontalieri ancora sotto attacco da parte di Udc e Lega dei Ticinesi. Nessun manifesto questa volta, come nel caso della campagna “Bala i ratt” tornata in auge in questi giorni, ma azioni dirette verso chi ha perso il posto di lavoro.

    Il Gran Consiglio argoviese, parlamento del Cantone, ha già votato a favore (77 sì, 50 no) per sottoporre alle Camere federali la modifica sull’indennità di disoccupazione prevista per i frontalieri. Ricordiamo che l’Unione europea ha chiesto, dallo scorso giugno, che le indennità di disoccupazione vengano erogate dallo Stato in cui il lavoratore ha operato e non più in base alla residenza. Un aggravio considerevole per le casse della Svizzera che conta 320mila frontalieri, 60mila in Canton Ticino e 12mila nel Canton Argovia.L’accordo è ancora in itinere anche a livello europeo, ma dai Cantoni arrivano le prime opposizioni. L’esempio argoviese viene proposto così in Ticino dal deputato Daniele Caverzasio a nome di tutto il gruppo Lega dei Ticinesi in Gran Consiglio.

    La Lega chiede al Cantone un’azione verso la Confederazione per rinunciare all’applicazione delle normative comunitarie Ue sul sostegno ai lavoratori transfrontalieri disoccupati in Svizzera attraverso un’apposita iniziativa cantonale. In modo simile si era mosso lo scorso 17 settembre il gruppo Udc-La Destra.Era stato espressamente chiesto al Consiglio di Stato di attivarsi presso la Confederazione “affinché la stessa non adotti le regole europee riguardanti le indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri”.

  • Indagine sui passatori, 24 i viaggi monitorati dalla Finanza

    Indagine sui passatori, 24 i viaggi monitorati dalla Finanza

    Due gruppi di presunti “passatori”, uno che ruotava attorno a Ponte Chiasso, l’altro a Ronago.Ventiquattro i viaggi della speranza che avrebbero organizzato, o quantomeno aiutato, nel tentativo di far passare i clandestini oltre il confine di Stato della Svizzera. Persone che venivano avvicinate in luoghi “sensibili”, nelle stazioni ferroviarie oppure nei centri di accoglienza.La guardia di finanza di Ponte Chiasso ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere (firmata dal giudice Laura De Gregorio) per tre persone, un cittadino del Mali di 24 anni, un gambiano di 21 anni e un tunisino di 47 anni, i primi due residenti a Uggiate Trevano, il terzo in via Bellinzona a Como. Altre due persone sono indagate a piede libero. L’indagine delle fiamme gialle risale all’estate del 2017.I militari avrebbero monitorato gli spostamenti dei passatori, il primo gruppo che si muoveva nelle immediate vicinanze della dogana di Ponte Chiasso, il secondo a Ronago. Dietro corrispettivi minimi, tra i 10 euro per una semplice indicazione stradale (o consiglio per un treno da prendere), fino a 200 euro per condurre di persona i clandestini nei pressi del confine, gli indagati si prestavano ad aiutare stranieri a passare illegalmente in territorio elvetico. In un caso monitorato, il gruppo di Ponte Chiasso avrebbe aiutato un migrante per ben tre volte a passare il confine, due volte caricandolo su un treno a Como San Giovanni, e l’ultima volta via terra dopo averlo fatto dormire all’autosilo della Valmulini. Tutti i tentativi andarono a vuoto.Ieri i tre arrestati hanno risposto alle domande del giudice, lo stesso magistrato che ha firmato l’ordinanza. Avrebbero riferito al gip – almeno in un caso – che non facevano altro che fornire indicazioni stradali a dei connazionali che le chiedevano.M.Pv.

  • Incontro sul diabete in Pinacoteca

    Incontro sul diabete in Pinacoteca

    Penultimo appuntamento con la rassegna “Como in salute”, il ciclo di incontri divulgativi rivolti a tutti tenuti da medici e personale sanitario su temi di medicina generale e specialistica organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Como in collaborazione con il Comune di Como.

    Mercoledì 7 novembre alle ore 17 a Palazzo Volpi, sede della Pinacoteca civica di Como (foto)  in via Diaz 84, si parla del diabete con Alberto Molteni e Giuseppe Carrano, diabetologi e un infermiere. Modera l’incontro Gianluigi Spata, medico di famiglia e presidente dell’Ordine dei Medici di Como. Ingresso libero.

  • Incidenti a Varese: otto Daspo per i tifosi delle due squadre

    Incidenti a Varese: otto Daspo per i tifosi delle due squadre

    Scontri a Varese prima della gara tra biancorossi e Como: otto Daspo (Divieto di accedere a manifestazioni sportive). Cinque ad altrettanti supporter del Varese, di durate variabili da uno a cinque anni. Provvedimenti ancora più pesanti per i tre ultras del Como 1907, diffidati rispettivamente per tre, quattro e sei anni.Gli otto ultras sottoposti al provvedimento sono stati identificati dalle Digos grazie ai filmati delle telecamere: oltre a essere stati diffidati, sono stati anche denunciati, a vario titolo, per rissa e utilizzo di oggetti atti a offendere nell’ambito della manifestazione sportiva.Varese Como era una partita temuta, sul fronte dell’ordine pubblico. Timori, purtroppo, che si erano rivelati fondati: a pochi minuti dall’inizio di Varese-Como (match vinto dai lariani 1 a 0) le due tifoserie si erano scontrate, e la partita era stata sospesa per qualche minuto.Erano volati pugni, calci e schiaffi, colpi con i bastoni delle bandiere, erano stati lanciati fumogeni e petardi. Cinque minuti di follia, fino a che i poliziotti in tenuta antisommossa erano riusciti a raffreddato gli animi dei tifosi, permettendo all’arbitro di far riprendere il gioco.Le conseguenze dell’episodio non colpiscono solamente gli otto tifosi diffidati, ma tutta la tifoseria lariana. Oggi, infatti, come è noto, per la terza volta il Como si troverà a giocare senza tifo: il prefetto di Varese (competente per territorio, visto che la partita si disputa a Caronno Pertusella) ha vietato la trasferta ai supporter dei biancoazzurri.

  • Incidenti stradali, il bilancio annuale è drammatico

    Incidenti stradali, il bilancio annuale è drammatico

    Dati drammatici sugli incidenti stradali in provincia di Como, con un aumento generalizzato di sinistri, morti e feriti. Lo dicono le ultime statistiche disponibili, quelle Istat del 2017, che sono state rielaborate dall’Aci e che sono state presentate ieri dal presidente Enrico Gelpi e dal direttore Roberto Conforti.

    Numeri in crescita che ribadiscono quanto questa sia ancora una vera emergenza. Basti pensare che, a livello nazionale, si registra un ferito ogni due minuti. Ciò significa che, calcolando 5-6 minuti per la lettura di questo articolo, quando si arriverà alla fine ci saranno tre persone in più bisognose di soccorso a causa di un incidente stradale.

    Nella provincia di Como nel 2017 – dove il parco veicolare era di 514.600 mezzi – sono stati registrati 1.597 sinistri, con 22 morti e 2.252 feriti (sei al giorno).La fascia più a rischio, sul fronte delle vittime, è quella degli anziani oltre i 65 anni (10 morti); seguono le persone di età compresa fra i 30 e i 54 anni. Quindici le vittime tra conducenti e passeggeri di auto, quattro fra i motociclisti, 2 fra i ciclisti, 7 fra i pedoni. Le strade dove sono avvenuti più scontri mortali, la Briantea e la diramazione della Statale Regina, che collega Menaggio all’Altolago.

    La città è il luogo dove si corrono più rischi (887 incidenti con 8 persone che hanno perso la vita). Il mese più pericoloso sul Lario è agosto (nel resto d’Italia è luglio), i giorni peggiori il venerdì e la domenica.Il tragitto in cui accadono queste situazioni è solitamente casa-lavoro o casa-scuola, come confermano gli orari con più episodi, ossia le fasce 10-13 e 14-17.Le cause sono, nell’ordine, mancato rispetto dei segnali, guida distratta e velocità elevata (nell’ordine). Sicuramente, è stato sottolineato anche nel corso della conferenza stampa, l’abitudine di utilizzare il telefono mentre si guida, non solo per chiamare, ma anche per mandare messaggi, chattare, controllare Internet è un problema molto serio. Basti pensare che, ipotizzando una distrazione di anche soli due secondi mentre si guida ai 50 all’ora, si percorrono 28 metri, praticamente al buio, se non si guarda la strada, ma lo schermo del telefono cellulare.Seguono, tra le altre cause, la distanza di sicurezza, la manovra irregolare e – fenomeno incredibilmente sempre più diffuso – la guida in contromano.

    Nella statistica che riguarda le situazioni in cui sono coinvolti i pedoni emerge che nel 56% dei casi la colpa è da accreditare al conducente del mezzo coinvolto, mentre per il 35,02% la persona a piedi ha comunque una parte di responsabilità (negli altri casi non è precisato il reo).Queste le nude cifre, che vanno confrontate con quelle del 2016. In Italia si è registrato un lieve calo (174.933 contro i 165.791 incidenti del 2016), quindi con un calo dello 0,49% anche se sono aumentati i morti (3.378 nel 2017, 3.283 nel 2016, quindi +2,9%).Il raffronto comasco è poco confortante: i sinistri con danni alle persone sono aumentati del 2,7% (1.597 contro 1.555); 22 morti nel 2017, 15 nel 2016 (+46,66%) e incremento dei feriti (+2,18%, 2,252 contro 2.204).Nella vicina Lecco, ad esempio, su tutti i fronti si è registrato un calo, mentre a Sondrio la situazione è simile a quella comasca.L’Aci ha scorporato anche i dati relativi ai comuni del territorio dove si sono registrati più incidenti: in testa c’è ovviamente il capoluogo Como, con 428 segnalazioni nel 2017. Seguono Cantù (141), Mariano Comense (66), Erba (50), Olgiate Comasco (42), Fino Mornasco (41) e Lomazzo (36).Prima si era detto della Briantea e della diramazione della Regina da Menaggio all’Altolago e dell’alto numero di incidenti mortali (tre per ogni strada, sempre nel 2017). Ma c’è anche la statistica che riguarda il numero complessivo dei sinistri in provincia di Como, con il triste primato che appartiene alla Statale Regina (82 in totale) seguita da Briantea (63), Statale dei Giovi (58), la diramazione della Regina (42), Autostrada dei Laghi (40), Varesina (20) e Lariana (17).

  • Incidenti in moto: la provincia di Como terza in Lombardia e 28esima in Italia

    Incidenti in moto: la provincia di Como terza in Lombardia e 28esima in Italia

    Con un sinistro ogni 1.305 abitanti laLombardia è al 4° postonella classifica delle regioni con la più elevatadensità di incidenti con moto, trainata dalla provincia diMilano(1/733) che è nona a livello nazionale. Sono i risultati di un’analisi effettuata da Generali Italia.

    In questa graduatoria assoluta – terza in Lombardia, 28esima in Italia –spicca la Provincia di Comoseconda solo alla già citata Milano e a Lecco. Sul Lario si registraun incidente ogni 1.629 abitanti, e questo nonostante un calo dei sinistri tra 2016 e 2017 calcolato intorno al 18%.

    Più sicure le strade del Comasco per quanto riguarda imotorini(un incidente ogni 7995 abitanti, 11esima in Lombardia) e lebiciclettecon un sinistro ogni 3.446 abitanti (anche in questo caso 11esima a livello regionale).