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  • I buoni motivi per un dormitorio

    I buoni motivi per un dormitorio

    di Marco Guggiari

    La richiesta di un dormitorio aperto per tutto l’anno a Como ha già prodotto conseguenze interessanti, anche se non il risultato sperato, almeno per ora. Vediamole rapidamente e vediamo poi perché l’obiettivo finale debba essere perseguito e centrato.

    Lo scorso martedì 30 aprile è stata chiusa definitivamente la struttura attiva in via Sirtori e sono stati smantellati i tendoni dell’emergenza freddo. Contestualmente tre elette in consiglio comunale, appartenenti a diversi gruppi, Patrizia Maesani (promotrice, ex FdI e ora Gruppo Misto), Barbara Minghetti (Scelta Civica) e Patrizia Lissi (Pd), hanno depositato una mozione affinché la città abbia un ricovero notturno permanente.

    La prima sorpresa, in un’epoca e in un contesto di norma divisivi, è stata la condivisione dell’iniziativa da più parti spesso tra loro in contrasto per motivi politici. A Como, per una volta, è prevalso il merito della questione, sostenuto anche da molti cittadini che si sono espressi su Facebook a favore della campagna #mettiamocilafaccia. Ecco il secondo aspetto non trascurabile: la partecipazione spontanea e trasversale anche tra i comaschi, di solito piuttosto “freddi” e refrattari a farsi coinvolgere. Nella vicenda c’è inoltre un di più di credibilità: le tre promotrici sono anche volontarie. Danno tempo e aiuti gratuitamente a chi ne ha bisogno.

    Tutto questo non garantisce l’esito finale positivo. Ma il re, ossia l’insieme di chi deve decidere, è per così dire un po’ più nudo. Il problema sollevato merita infatti una soluzione da più punti di vista. Per motivi umanitari, di decoro urbano e di sicurezza lungo le strade. Inoltre, è un problema che riguarda sia stranieri che italiani (padri separati, disoccupati in età avanzata, homeless), sia uomini che donne, al di là della contabilità e delle percentuali.

    Como ha una lunga storia di generosità e di accoglienza. Una tradizione che si nutre di modi specifici, ma sempre improntata al tratto di chi sa tendere la mano. Ha spazi disponibili. Si tratta di sceglierne e destinarne uno alla finalità di dormitorio. L’amministrazione comunale ha la possibilità di farlo, indipendentemente dagli accenti che riguardano le politiche nazionali e la visione sui migranti, sui loro drammatici viaggi per mare e sui luoghi dei loro approdi. Como può tracciare una via che sfugga a rigidi schemi e che funga da utile esperimento anche per altre città.

    In questa storia c’è tanto lavoro che non va in vetrina, ma costante e assolutamente gratuito, svolto da volontari comaschi che rinunciano a ore di sonno e a comode serate in casa o con gli amici. Anche costoro, pronti a proseguire il loro impegno, meritano una considerazione che non sia deludente, ma riconoscenza concreta da parte delle istituzioni.

  • Hockey Como, partenza sprint in campionato

    Hockey Como, partenza sprint in campionato

    Serie C – Biancoazzurri vincentiProcede a gonfie vele la stagione dell’Hockey Como, che ha iniziato con il piede giusto l’esperienza nel campionato di serie C nazionale di hockey su ghiaccio.Dopo aver vinto e convinto all’esordio in trasferta contro l’Adige Trento, la formazione del presidente Luca Ambrosoli nella seconda giornata del torneo si è confermata al palazzo del ghiaccio di Casate, battendo il Feltre per 4-2.«Un match risoltoin volata – dice lo stesso presidente Ambrosoli – dove sono emerse le qualità agonistiche ma anche tecniche della squadra schierata dal coach Karel Blazek».Un finale tutto in famiglia, si potrebbe dire, visto che le reti decisive sono state ad opera dei figli di Luca, Riccardo e Filippo Ambrosoli.Ora la formazione biancoazzurra è attesa da una nuova sfida casalinga. Al palazzetto di Casate, sabato prossimo, arriverà il Trento.

  • Gomitata durante la partita di calcio: lo scontro finisce in tribunale

    Gomitata durante la partita di calcio: lo scontro finisce in tribunale

    L’episodio risale al 2011 nel campionato a 7 del Csi, quando si sfidarono Pontechiasso e Oltronese

    Un contrasto di gioco. Il gomito alto che impatta contro la bocca dell’avversario. Due denti incisivi che rimangono sull’erba. Il fischio dell’arbitro alla vista del sangue, l’intervento dei soccorsi, il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna. Una vicenda che però non è rimasta all’interno del terreno di gioco, ma si è trascinata fino ad un’aula di tribunale, con tanto di citazione a giudizio davanti al giudice monocratico per il giocatore che alzò troppo il gomito.

    L’accusa è ovviamente quella di lesioni personali. Secondo la vittima, la gomitata fu data volontariamente e lontano dalla palla. Secondo l’avversario ora imputato, il fallo fu invece del tutto accidentale e frutto solo del tentativo di difendere la palla dall’arrivo dell’avversario. Posizioni – come è ben possibile vedere – all’opposto in cui a fischiare e a distribuire i torti e le ragioni sarà più l’arbitro bensì un giudice del tribunale. I fatti avvennnero a Ponte Chiasso la sera del 21 ottobre 2011. Sul campo a sette alla periferia di Como era in programma la partita del campionato Csi Open a 7 (girone A) tra i padroni di casa e l’Oltronese. Al 18’ del primo tempo il giocatore degli ospiti – 30 anni di Como – colpì alla bocca con un gomito l’avversario (33 anni, anch’egli di Como) che finì a terra. L’arbitro intervenne ma non per fischiare il fallo, bensì solo perché vide il sangue del ferito poi portato in ospedale con una prognosi di 15 giorni. Ora la vicenda si sposta di fronte ad un altro “arbitro”, sempre vestito di nero ma non in giacchetta bensì in toga.

  • Gli altri candidati in lizza nel Pd: «Sì alle primarie, no alle investiture»

    Gli altri candidati in lizza nel Pd: «Sì alle primarie, no alle investiture»

    «Traglio è il benvenuto, così finalmente avremo le primarie, con buona pace di chi vorrebbe candidarsi senza farle. Il suo arrivo chiude finalmente le polemiche sull’assenza di candidati autorevoli». Sceglie l’ironia Gioacchino Favara, il consigliere comunale dei Dem che fin da subito si è detto pronto a partecipare alle primarie del Pd per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. «Ora abbiamo chiuso il cerchio – aggiunge Favara – Se partecipa anche la Marzorati, avremo un imprenditore, un medico, un avvocato e un rappresentante della base operaia».  I riferimenti sono, nell’ordine, a Maurizio Traglio, alla pediatra e consigliera comunale di opposizione Roberta Marzorati (lista “Per Como”), all’assessore Marcello Iantorno e a se stesso, visto che «da trent’anni faccio il sindacalista». «Il Pd nella sua tradizione ha le primarie e chi vuole si confronta con le nostre regole – sottolinea Favara – Se uno non vuole farle, ci sono altri partiti con cui candidarsi, mi riferisco a Bruno Magatti e a Mauro Frangi. In casa Pd valgono le regole del Pd, nessuno può dettare le sue condizioni. Il Pd è talmente democratico che permette a tutti, anche a chi non ha nella sua tradizione l’appartenenza al centrosinistra, di correre alle primarie».

    I Dem lariani, intanto, hanno rinviato l’assemblea provinciale inizialmente prevista per domani, in attesa di capire quando si terranno le primarie, previste in teoria a marzo in un’unica giornata a livello lombardo. Ma sono un tema caldo, che ha prodotto spaccature anche all’interno dello stesso Pd. Sull’importanza delle primarie è tornato ieri anche l’assessore al Patrimonio Marcello Iantorno, anch’egli esponente del Pd ufficialmente in corsa alle primarie. «Questi tentativi provenienti da più parti di individuare il candidato sindaco del centrosinistra con un’investitura dall’alto sono incomprensibili, anche perché il percorso democratico e partecipato delle primarie è stato deciso – commenta Iantorno – Chi intende sobbarcarsi le responsabilità di dirigere l’amministrazione comunale si faccia avanti abbandonando l’idea di sostenere operazioni burocratiche di vertice oramai indigeribili da parte dei cittadini e si sottoponga alla selezione del voto popolare delle primarie».

    Il quarto nome che potrebbe scendere in campo è quello di Roberta Marzorati. «Data la situazione che si è fatta più complessa, con lo scenario delle primarie sullo sfondo, mi sono presa più tempo per poter riflettere e studiare in maniera adeguata la situazione – afferma la pediatra – Prenderò quindi una decisione definitiva sulla mia candidatura a sindaco non prima del prossimo 31 gennaio. È prematuro parlare di nomi per una squadra di governo, ma in vista di un impegno che vorrei portare avanti, e lo confermo, è naturale che emergono figure di riferimento per potenziali assessorati»

  • Giardini a lago, l’offensiva, in due giorni 12 fermati. Si studiano i Daspo urbani

    Giardini a lago, l’offensiva, in due giorni 12 fermati. Si studiano i Daspo urbani

    Prima il vertice del Comitato dell’ordine e la sicurezza, poi l’incontro con i media. Nessun proclama o slogan “politico”, ma fatti e numeri. Giornata cruciale oggi sulla questione “giardini a lago”, da alcune settimane al centro delle cronache per i continui episodi di microcriminalità.Prefetto, sindaco di Como, questore e comandanti di carabinieri, guardia di finanza e polizia locale hanno presentato il secondo step del progetto di vigilanza.Sul fronte degli investimenti, il prefetto ha annunciato la presenza di un bando del Ministero dell’Interno proprio per la sicurezza in ambito urbano, e interventi per acquistare telecamere cofinanziati. Progetto che si aggiunge ai bandi regionali in materia.  «Quest’anno siamo a 12 interventi ai giardini, oltre a 10 in viale Rosselli e 15 in viale Puecher» spiega il questore di Como Giuseppe De Angelis.La novità maggiore per l’area potrebbe però arrivare sul fronte amministrativo, con l’istituzione di Daspo urbani. «Il processo passa dalla modifica del regolamento di polizia urbana – ha spiegato il comandante dei vigili, Donatello Ghezzo – Stiamo verificando la possibilità sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista giuridico, in attesa di presentare il provvedimento in Prefettura».I Daspo (allontanamento da determinate zone) oggi applicati per gli impianti sportivi, grazie al decreto Minniti, possono valere anche per la sicurezza urbana di alcune aree ben identificate.In altre città italiane vengono già applicati, a Milano, ad esempio, ma pure a Pavia, Torino, Jesolo e Siracusa. Le zone del provvedimento potrebbero essere estese anche ad altri giardini pubblici dove si sono verificati frequenti episodi di degrado sociale.L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola mercoledì 6 giugno

  • Galleria di Cernobbio. Lavori in anticipo sui tempi

    Galleria di Cernobbio. Lavori in anticipo sui tempi

    Il tunnel potrebbe essere riaperto al traffico prima del previstoCantiere avanti tutta. La galleria di Cernobbio, chiusa da una settimana a causa di una ristrutturazione che prevede il rifacimento totale delle pareti, potrebbe riaprire parzialmente al traffico (vale a dire nel solo orario diurno) prima del 16 novembre, data fissata dall’Anas per il termine del primo lotto di lavori.Non ci sono conferme ufficiali, né date. Ma un’indicazione di massima, riportata dal sindaco di Cernobbio e in qualche modo ufficializzata anche in un comunicato stampa della stessa Anas. «Ho parlato con il direttore compartimentale Claudio De Lorenzo – dice Simona Saladini – Mi ha detto di aver fatto un sopralluogo nella galleria e di essere possibilista su una chiusura anticipatadel cantiere. Sono stata rassicurata sul fatto che i lavori procedono regolarmente», aggiunge il sindaco.E in effetti, è stata proprio l’Anas a mettere nero su bianco ieri che «in relazione ai lavori per il miglioramento strutturale delle condizioni di sicurezza della galleria di Cernobbio, alcune attività risultano in anticipo rispetto a quanto previsto dal cronoprogramma, grazie all’organizzazione del lavoro ed all’assenza, ad oggi, di imprevisti».Di conseguenza, assicurano i vertici dell’Ente Strade, «si prevede di poter ultimare in anticipo le attività di cantiere, per consentire la riapertura della galleria prima del 16 novembre prossimo, data inizialmente fissata per la conclusione della fase dei lavori che necessita dell’interdizione totale del tunnel al traffico».L’Anas è andata anche nel dettaglio del cantiere e ha specificato come «sia stato già possibile demolire la quasi totalità degli elementi del controsoffitto della galleria con la pinza meccanica, proteggendo il piano viabile dal materiale di risulta delle demolizioni, che cade per gravità». Dopo aver eliminato la copertura di calcestruzzo, ormai ammalorata e a rischio crollo, i tecnici e gli operai dell’Anas monteranno nuovamente i 12 ventilatori provvisori per la ventilazione e gli impianti di illuminazione e antincendio, oltre a ripristinare la segnaletica verticale e orizzontale.In cantiere lavorano «a ciclo continuo e su 3 turni lavorativi 45 operai (15 per turno)». Tra i macchinari utilizzati ci sono una pinza meccanica, 2 escavatori con martello demolitore, 9 autocarri per le attività di demolizione, 4 carrelli elevatori per le attività di montaggio degli impianti provvisori.Chi volesse verificare l’andamento del cantiere può collegarsi alla sezione del sito Internet di Anas dedicata ai lavori (indirizzo:www.stradeanas.it/cernobbio.html).

  • Gala del belcanto al “Lac” di Lugano

    Gala del belcanto al “Lac” di Lugano

    Il centro Lac di Lugano dove è in corso una retrospettiva dedicata a Picasso

    Si terrà domenica 29 aprile alle ore 11 nella hall del centro “Lac” di Lugano in piazza Luini il “Concerto di Gala” diTicino Musica, secondo degli appuntamenti di avvicinamento alla ventiduesima edizione del festival che si terrà a luglio, dedicato al fondatore del festival Janos Meszaros in occasione dell’85° anniversario della nascita.

    Protagonisti di questo evento saranno alcuni dei cantanti che, in virtù della vittoria alle audizioni che si sono tenute lo scorso marzo, sono stati selezionati per formare il doppio cast che interpreterà Isabella, Taddeo, Lindoro, Mustafà, Haly, Zulma ed Elvira nelle cinque recite deL’italiana in Algeridi Gioachino Rossini che si terranno alla fine di luglio, tra Lugano, Bellinzona, Ascona e Sorengo.

    In questa speciale matinée i cantanti, accompagnati al pianoforte dal maestro Nelson Guido Calzi, interpreteranno arie e duetti di Rossini, Donizetti, Saint-Saëns, Rimskij-Korsakov e Charpentier.  Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, informazioni suwww.ticinomusica.com.

  • Frana sulla Regina, ancora nessuna traccia del cronoprogramma

    Frana sulla Regina, ancora nessuna traccia del cronoprogramma

    Del cronoprogramma dei lavori ancora nessuna traccia. Delle notti di chiusura della statale neppure. Le scadenze sulla questione dello sbancamento della Regina ad Argegno e della messa in sicurezza del muro di contenimento sovrastante sembrano fatte solo per essere disattese. Una data certa in realtà rimane, ovvero quella del 4 luglio, ultimo giorno utile per il cantiere.

    Sulla partenza delle opere c’è invece solo un «dopo il 1° maggio» che aleggia ormai da tre settimane. «A breve dovrebbero partire i lavori, dopo il 1° maggio, ma ancora non abbiamo una data definita». Anas, attraverso il suo ufficio stampa, con sede a Torino, deve limitarsi a questa frase di circostanza, interrogata per l’ennesima volta dai giornalisti di Espansione Tv.

    La vicenda è purtroppo nota a tutti. Un cantiere atteso ormai da otto mesi sulla statale Regina, nel tratto del comune di Argegno, colpito lo scorso 10 settembre da una frana. Il prefetto di Como, Bruno Corda, anche lunedì aveva assicurato di avere sul tavolo la questione. «Si lavora per definire il cronoprogramma», rassicurazione ripetuta appunto anche ieri dall’ufficio stampa di Anas. Peccato che né il rappresentante del governo in provincia di Como né i responsabili della comunicazione con i media dell’ente di gestione di tutte le strade nazionali, abbiano avuto al momento tempistiche certe sull’inizio del cantiere per togliere quei sassi dalla Regina.

    La scorsa settimana l’azienda che si è aggiudicata l’appalto, ovvero “Adrenalina” di Avellino, avrebbe dovuto presentare ad Anas un cronoprogramma con l’obiettivo di ridurre la tempistica del cantiere, visto che, come detto, di tempo ne è già trascorso anche troppo. Il sindaco Roberto De Angeli, che in questi mesi si è battuto in prima persona, insieme con il prefetto, per questa causa, aveva detto che, secondo quanto si era potuto capire, «sarebbe prevista una riduzione di qualche settimana». Ma da quando? Quando inizieranno i lavori? Inizialmente si era parlato di 87 giorni di cantiere, ma a questo punto si spera davvero che si possa avviare un percorso virtuoso delle opere, con un’accele – razione.

    L’unica data certa, però, ripetiamo, al momento, rimane quel 4 luglio, per evitare di pagare penali. La strada in quel tratto che salendo da Cernobbio verso Menaggio precede l’abitato di Argegno rimane a senso unico alternato regolata da un semaforo. La preoccupazione, che già si è concretizzata a Pasqua e Pasquetta, è che da oggi e per tutto il lungo ponte le code verso l’Altolago in mattinata e soprattutto verso il Basso Lario dal tardo pomeriggio fino a sera saranno di chilometri e chilometri. Con buona pace per i turisti che lasceranno il Lario con un pessimo ricordo delle sue strade.

  • Flavio Santi protagonista alla Ubik

    Flavio Santi protagonista alla Ubik

    Il romanzoLa primavera tarda ad arrivareedito da Mondadori l’anno scorso è stato il primo romanzo giallo di Flavio Santi, ambientato in Friuli. Si tratta della prima indagine dell’“ispettore di campagna” Drago Furlan, ultras dell’Udinese e personaggio ispirato alla figura mitica di “Papa” Hemingway, nella splendida cornice della provincia friulana, sospesa tra monti e vento di mare. Così ha esordito nel giallo il docente di italiano nel corso di Mediazione Culturale dell’Università dell’Insubria di Como, giurato del premio internazionale “Città di Como”, che è anche uno dei più interessanti poeti della sua generazione. Flavio Santi (1973) ha studiato a Pavia e Ginevra. Ha collaborato con ilDizionario Battagliadella UTET, ilDizionario biografico degli Italianie l’Enciclopedia del Cinemadella Treccani. Ha pubblicato diverse raccolte di poesia, tra cuiRimis te sachete(Marsilio 2001),Mappe del genere umano(Scheiwiller 2012). Ha scritto vari libri di narrativa tra cuiDiario di bordo della rosa(PeQuod, 1999; ristampa Laurana 2014),Aspetta primavera, Lucky(Socrates 2011) e il memoirIl tai e l’arte di girovagare in motocicletta. Friuli on the road(Laterza 2011). Sta per uscire su “Nuovi argomenti” un suo lavoro su Dacia Maraini, la scrittrice che è pure nella giuria del premio. Ora torna con un nuovo giallo che odora di osteria e di cose vere. Nato sul confine (tra Italia e Slovenia ma metaforicamente parlando anche tra più generi). Che fa pensare e indignare (sui tanti “passati che non passano” dell’ultima guerra). E che diverte, proseguendo autorevolmente la tradizione dei thriller legati alla gastronomia. Senza essere un Pepe Carvalho (l’investigatore cuoco figlio del catalano Manuel Vázquez Montalbán), Drago Furlan è senza dubbio un’ottima forchetta, conosce pietanze e filiere meglio di un Artusi. Il suo idolo (a parte Arthur Antunes Coimbra detto Zico e la sua Udinese) è Carlin Petrini, guru di Slow Food. Furlan incarna l’anima contadina schietta e verace: se può, gusta il sapore dei gamberetti vivi pescati nel Natisone. Rustico, umorale, di campagna, nostalgicamente pasoliniano, Diego è un ispettore, anche se molti per indigestione mediatica lo dicono commissario, “alla Montalbano”. E in effetti è nato a Colloredo di Monte Albano, come gli avi di Santi. Guida una sorniona Guzzi California con cui si diletta a frequentare sagre e ristoranti chic con l’eterna fidanzata Perla. Lo chiamano «l’ispettore della decrescita felice», per il suo amore per le cose di un tempo. Apprezza il buon vino di Cividale e dintorni. E non vede un morto dal 1995. Ma nel primo giallo della serie presto deve scrollarsi di dosso la ruggine. Perché c’è da spiegare che ci fa un morto senza nome in fondo a un pozzo con una pallottola in fronte. Esplosa peraltro da un’arma rara, in uso durante la seconda guerra mondiale ma anche negli anni di piombo. Diego è un ispettore che Santi pensa come il Maigret del Friuli, ma ispirandosi come dicevamo prima anche alla figura del barbuto “Papa” Hemingway e a un odierno mito letterario montano, Mauro Corona. Come detto, la quieta vita di provincia, prima interrotta solo da incidentini, furtarelli ed episodi di usura, viene spezzata da un omicidio in uno sperduto paesino d’alta quota. E così dal questurino di provincia, tra false piste e la polvere di archivi silenziosi, nasce un detective sui generis, che pensa meglio vuotando bicchieri, guida oltre la moto una Zastava vintage, si tuffa nei piatti della tradizione culinaria locale e non si vergogna di avere una mamma – lei pure “furlan” fino al midollo – con cui dividere casa. E dopo la primavera, non poteva che arrivare un’infuocata estate, ed è lecito supporre che ci saranno per Santi e il suo Maigret furlano altre stagioni di sangue e caccia al mistero: si parla di un autunno già in fase di elaborazione e poi chissà se arriveremo all’inverno. Intanto il secondo romanzo dal titoloL’estate non perdonaesce sempre da Mondadori (verrà presentato alla libreria Ubik di Como il 17 maggio alle 18 da Barbara Pozzo dell’Università dell’Insubria e dal giornalista

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    Lorenzo Morandotti) per le cure dell’agenzia Santachiara, la stessa che ha gestito gli interessi editoriali e letterari di Roberto Saviano e di altri celebri scrittori. “Aver un agente come Santachiara è il massimo – dice Santi – Significa pensare solo alla scrittura , concentrarsi sul lavoro senza avere altri problemi per la testa”. Ed eccoci al nuovo giallo. L’estate più calda degli ultimi anni sta arroventando il Friuli, e l’ispettore Drago Furlan si sta finalmente godendo una vacanza al mare con l’eterna fidanzata Perla. Ma la tanto sospirata villeggiatura viene interrotta da una telefonata del pm Santoliquido: sul greto del fiume Natisone è stato ritrovato un cadavere con la faccia spappolata a colpi di kalashnikov. Chi è la vittima? E perché l’assassino si è accanito sul cadavere tanto da sfigurarne il volto? Furlan rientra immediatamente in servizio per cercare di risolvere il caso: ma gli indizi sono pochi e contraddittori, e l’abbraccio torrido dell’afa non aiuta di certo a ragionare… tanto più che, per non dare un dispiacere a Perla, Drago fa la spola tra la spiaggia e il commissariato di nascosto, adducendo come scusa gli acciacchi e i capricci della madre Vendramina. Mentre la stampa nazionale monta il caso del “Mostro del Natisone” e le indagini arrancano, ci scappa pure il secondo morto: che sta succedendo nella tranquilla provincia friulana? È il caldo che dà alla testa oppure dietro la scia di sangue si nasconde un nemico terribile, il cui solo nome basta a evocare antichi orrori e a far venire i brividi? Drago Furlan, piglio rude da ispettore contadino, tra una bevuta all’osteria dell’amico Tarcisio, una mangiata di gustosissimo frico e una passeggiata sul lungomare, dovrà dare fondo a tutto il suo fiuto investigativo per venire a capo del mistero. E dovrà pure sbrigarsi, visto che il killer sembra aver preso di mira proprio lui… E  in questa seconda avventura dell’ispettore Furlan dà un’altra grande prova del suo talento narrativo: oltre a tenerci con il fiato sospeso in una vicenda ricca di colpi di scena, ci regala ancora una volta il ritratto della sorniona provincia friulana, coi suoi scorci di paradiso in cui – inatteso – può anche scoppiare l’inferno. Un giallo che odora di osteria, profuma di Ribolla gialla e grappa alla vipera. Ma anche di sangue, sudore e lacrime. E colpi micidiali di Ak-74, la versione più cattiva dopo opportune modifiche del già tremendo mitragliatore Kalashnikov Ak-47. Nasce sempre sulla frontiera (tra Italia e il “corridoio balcanico” dove secoli fa arrivarono i turchi). Fa pensare e indignare. E diverte. Stavolta il suo un ispettore-contadino che nel primo romanzo era alle prese con le ombre e i fantasmi della seconda guerra mondiale ora indaga sulla potenziale terza, ossia sulla minaccia del terrorismo globale. Rustico, umorale, nostalgicamente pasoliniano, Diego è nato a Colloredo di Monte Albano, come gli avi di Santi. Guida una sorniona Guzzi California e anche una cadente Zastava vintage. La sua eterna fidanzata Perla è suo malgrado parcheggiata a Lignano Sabbiadoro. Lui, in quel di Cividale e dintorni, sulle rive del Natisone intrise di sangue, alle prese con eventi che sconvolgono la provincia sotto l’afa. Il papà del «Maigret del Friuli» è rinomato poeta, oltre che filologo. E ha successo anche come traduttore, sulla scia di un grande eroe della letteratura d’azione come James Bond. Ha appena pubblicato da Adelphi la nuova versione italiana di un capolavoro di Ian Fleming, “Dottor No”, dopo essersi cimentato con “Vivi e lascia morire”. «Fleming mi ha aiutato molto – dice – nella costruzione delle storie che ruotano attorno al mio ispettore contadino. È un omone dai lati teneri, che si scontra sempre con problemi molto più grandi di lui, in una terra di confine». Come detto, dopo la primavera e l’estate, è lecito aspettarsi altre stagioni. «Il romanzo avrà un seguito – annuncia Santi – La serialità è una bella sfida, ti misuri con personaggi che cambiano col tempo, svelano nuove sfumature. Tradurre Ian Fleming insegna ad apprezzare, in un eroe, anche le debolezze e le ombre. Ma il giallo ha le sue regole: richiede disciplina e pazienza, come ogni lavoro di buon artigianato. Io scrivo ogni mattina, prima di curare l’orto».

  • Fine settimana da record per il Duomo di Como: migliaia di visitatori

    Fine settimana da record per il Duomo di Como: migliaia di visitatori

    Il Duomo di Como

    Weekend da record per il Duomo di Como. Sabato e domenica, 28 e 29 aprile, hanno varcato le porte della Cattedrale oltre 5mila visitatori. Un boom di turisti interessati ad ammirare la cattedrale lariana.

    Soddisfatto l’arciprete della basilica don Flavio Feroldi: un dato simile fa ben sperare per il prosieguo della stagione turistica appena iniziata.