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  • Incidente sulla Pedemontana la scorsa notte: ferito un 28enne

    Incidente sulla Pedemontana la scorsa notte: ferito un 28enne

    Incidente poco prima delle 2 della scorsa notte sulla Pedemontana. Un’auto condotta da un 28enne, per cause che sono ancora in fase di accertamento è uscita di strada ed è andata a sbattere contro le barriere all’altezza di Lentate sul Seveso.

    Per i soccorsi sono intervenute l’automedica e un’ambulanza della Croce Rossa, oltre ai vigili del fuoco. Il 28enne coinvolto nell’incidente, fortunatamente non avrebbe riportato ferite gravi. E’ stato trasportato per accertamenti all’ospedale di Cantù.

  • Incidente ferroviario con feriti e contusi. Aperta un’inchiesta per disastro colposo

    Incidente ferroviario con feriti e contusi. Aperta un’inchiesta per disastro colposo

    Disastro ferroviario colposo e lesioni colpose. Sono le ipotesi di reato messe nero su bianco dalla Procura di Como nell’inchiesta, al momento ancora senza indagati, aperta dopo l’incidente ferroviario avvenuto a Inverigo.L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Daniela Moroni.L’impatto tra i due treni è stato frontale e ha coinvolto un convoglio partito da Milano Cadorna e diretto ad Asso e uno che viaggiava in direzione opposta. I treni erano carichi di pendolari e sono circa cinquanta i passeggeri che sono rimasti contusi. Sette invece i feriti trasportati in ospedale, sei dei quali in codice giallo. Tra questi anche il macchinista di uno dei treni. La persona in condizioni più serie dopo lo scontro è una 25enne di Melegnano, che ha subito un trauma addominale.

    La linea Asso-Seveso-Milano, gestita da Ferrovienord spa, è stata riaperta. Trenord ha fatto sapere che gli interventi tecnici sui due convogli coinvolti sono stati completati e che la circolazione è stata ripristinata lungo l’intero percorso.

    La dinamica del grave incidente è ancora in fase di ricostruzione. Trenord ha aperto un’indagine interna e in un comunicato diffuso poche ore dopo l’incidente ha precisato che il macchinista del convoglio in partenza verso Asso «avrebbe lasciato la stazione con il semaforo rosso».Un’ipotesi al momento non confermata dalla Procura, che attende gli esiti degli accertamenti tecnici disposti.I treni sono stati sequestrati e sono stati posti i sigilli ai vagoni con i comandi di guida di entrambi i convogli. Su uno dei due locomotori coinvolti nell’incidente, come confermato da Trenord, era presente anche un allievo della scuola macchinisti. «Alla guida – hanno precisato dalla società milanese – risulta comunque il macchinista, che in ogni caso ha la piena responsabilità di quello che accade all’interno della cabina».

    L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola sabato 30 marzo

  • Incidente  di Inverigo: la tratta riaperta al traffico ferroviario. L’inchiesta della Procura di Como

    Incidente di Inverigo: la tratta riaperta al traffico ferroviario. L’inchiesta della Procura di Como

    Nel corso della notte è stata riaperta la tratta ferroviaria Asso-Seveso-Milano, rimasta interrotta ieri per l’incidente ferroviario avvenuto ad Inverigo. Sette persone trasportate all’ospedale, una quarantina quelle medicate sul posto: è il bilancio dello scontro frontale fra due treni avvenuto poco prima delle 19 alla stazione del paese brianzolo.

    La dinamica del grave incidente è ancora in fase di ricostruzione. Trenord ha annunciato l’apertura di un’indagine interna. La Procura di Como, subito informata dello scontro ha aperto un fascicolo, coordinato dal pubblico ministero Daniela Moroni. In serata ieri è intervenuto anche il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che ha annunciato l’invio degli ispettori e ha sottolineato la mancanza, in quel tratto, del sistema di sicurezza Scmt, “una tecnologia – ha precisato l’esponente del governo – che avrebbe impedito lo scontro”. Dalle prime informazioni infatti, stando anche a un comunicato di Trenord, il macchinista del convoglio in partenza verso Asso “avrebbe lasciato la stazione con il semaforo rosso”.

    “Desidero ringraziare tutti gli operatori che ieri si sono prodigatiaffinchè tutto fosse pronto per assistere e curare un elevato numero diferiti – sottolinea Fabio Banfi, direttore generale di Asst Lariana, riferendosi all’opera svolta dai sanitari dell’ospedale Sant’Anna – Fortunatamente le conseguenze dell’incidente ferroviario sono state meno gravi di quanto ipotizzato nei momenti immediatamente successivi all’impatto tra i due convogli, ma il nostro ospedale ha dimostrato in questo frangente una capacità di reazione eccellente. Desidero inoltre ringraziare tutto il personale clinico e dedicato all’assistenza – prosegue – che si è impegnato a garantire la propria presenza e il proprio supporto ai colleghi del Pronto Soccorso dando la disponibilità anche oltre l’orario di fine turno. E’ stata garantita una risposta in tempi brevissimi, secondo il nostro piano di emergenza”.

  • Imprenditori e sindacati uniti per lo sviluppo. Siglato il patto per far ripartire le infrastrutture

    Imprenditori e sindacati uniti per lo sviluppo. Siglato il patto per far ripartire le infrastrutture

    Un manifesto per lo sviluppo dell’Italia e di Como. Un invito – quasi una supplica per evitare un imminente tracollo economico – a far partire i cantieri per la realizzazione delle infrastrutture, vitali per la rinascita del Paese.A firmarlo, ieri mattina nella sede di Ance Como, non c’erano solo le associazioni di categoria ma anche le organizzazioni sindacali compatte. Si tratta di un patto per il rilancio del lavoro, per la crescita del Paese che unisce datori di lavoro e rappresentanti dei lavoratori, compatti nel chiedere la partenza di opere fondamentali. A cominciare da quelle più piccole come, ad esempio, la variante di Olgiate – Solbiate sulla ss342, fino ad arrivare alla Tav. Senza ovviamente tralasciare la Pedemontana, eterna incompiuta, la tangenziale e la decisiva Variante della Tremezzina. Seduti allo stesso tavolo c’erano Ance Como, Cdo Como, Cgil Como, Cisl dei Laghi, Cna del Lario e della Brianza, Confartigianato imprese Como, Confcommercio Como, Confcooperative Insubria sede di Como, Confesercenti provinciale di Como, Fai Como, Uil Lario, Unindustria Como. «Il momento è grave, l’economia è in picchiata e le aziende sono sempre più a rischio – ha esordito Francesco Molteni, presidente Ance Como – È tutto fermo. Noi siamo qui a presentare un documento condiviso per cercare di avere un domani. Il mondo imprenditoriale e i rappresentanti dei lavoratori della provincia di Como prendono atto con disappunto del taglio degli investimenti per nuove opere inizialmente previsti in manovra, scesi da 3,5 miliardi a soli 500 milioni. Sollecitiamo il Governo a rilanciare le grandi opere, già appaltate per un valore di 25 miliardi, oggi bloccate, e chiediamo una semplificazione delle procedure burocratico-amministrative. Necessaria poi una revisione del codice degli appalti». Interlocutori obbligati ovviamente i politici comaschi – ieri era presente il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi – che dovranno impegnarsi per sostenere queste istanze. Inoltre è arrivata la richiesta di aprire Tavoli di confronto sui singoli temi per raccogliere le istanze del territorio, oltre alla volontà di sottoporre il documento anche al Tavolo della Competitività. «L’iniziativa di oggi è unica perché ci riunisce tutti insieme – spiega Giacomo Licata, segretario provinciale Cgil – nel condividere una piattaforma di rilancio. Noi solitamente siamo controparte, oggi invece siamo tutti coesi. Investire in infrastrutture significa, oltre che far ripartire l’economia, anche investire nel territorio».Si potrebbe dunque definirla un’insolita alleanza che però ben fotografa la realtà di un territorio che chiede e ha bisogno di infrastrutture, lavoro e rilancio. Tutti i rappresentanti delle varie associazioni sono voluti intervenire per ribadire con forza l’adesione al documento. Duro l’intervento di Fabio Porro, presidente di Unindustria Como: «Il Governo ha il dovere di ascoltarci – afferma – Abbiamo bisogno delle opere, a partire dalla Tav che rappresenta anche per il nostro territorio una fonte di ricchezza, intesa come lavoro e facilità nei collegamenti con Paesi per Como molto importanti». E per ribadire la lentezza e i continui intoppi nel decidere se fare o meno quest’opera, sono stati citati alcuni numeri, come il fatto che la progettazione della Torino -Lione sia iniziata nel 1996, ovvero 23 anni fa, e da allora siano state svolte ben sette analisi costi-benefici (fino al 2014), tutte positive.«L’obiettivo è ora che questa iniziativa abbia un seguito. Di possibilità di intervento ce ne sono molte. Ad esempio ogni anno vengono raccolti 600 milioni di euro di introiti doganali in accise. Perchè non battersi per fare in modo che una parte, almeno il 10%, rimanga sul territorio per finanziare delle infrastrutture?», dice Giorgio Colato della Federazione autotrasportatori italiana. La speranza è dunque che, ripartendo le infrastrutture, possa ripartire il territorio.

  • Impossibile un’Area B per la città di Como. Il sindaco: «Non possiamo fare come Milano»

    Impossibile un’Area B per la città di Como. Il sindaco: «Non possiamo fare come Milano»

    «Al momento non ci sono elementi per rifarci nello specifico alla strada intrapresa da Milano». Il sindaco di Como, Mario Landriscina, boccia qualunque ipotesi di Area B per il capoluogo lariano. Troppo diverse, le due città, troppo differenti i contesti viabilistici per prendere seriamente in considerazione l’idea di spegnere – nel giro di pochi o pochissimi anni – i vecchi motori più inquinanti.Domani, com’è noto, a Milano inizia una sorta di rivoluzione del traffico. Una scelta a dir poco radicale compiuta dalla giunta di Giuseppe Sala per limitare i danni causati dall’inquinamento atmosferico.Como osserva da lontano, pur avendo a che fare allo stesso modo con il problema delle polveri sottili e dell’aria irrespirabile.«Non posso certo negare che la questione di cui trattiamo sia fortemente attuale – dice ancora il sindaco Landriscina – Abbiamo alcune ipotesi allo studio, anche se va detto che la configurazione specifica della nostra rete stradale è profondamente diversa da quella della metropoli, ragione per cui è difficile poter prendere spunti realmente applicabili al nostro caso».Il sindaco di Como dice di volere in ogni caso «guardare con attenzione a ogni soluzione che altre realtà decideranno di adottare», ma nega di fatto la possibilità che nel capoluogo lariano possa essere anche soltanto sperimentata una sorta di Area B.La via intrapresa da Milano, insomma, resta per il momento un cammino solitario, per quanto capace di incidere (e non poco) sulle abitudini di vita di molti comaschi, e in particolare di quelli che ogni giorno sono costretti a muoversi in auto verso l’area metropolitana.Non tutto è fermo, però, dalle parti di Palazzo Cernezzi. L’assessore alla Viabilità, Vincenzo Bella, conferma che a breve sarà perfezionato l’incarico per la stesura del nuovo piano della mobilità. «Nel bando c’è il tema della valutazione delle limitazioni al traffico per contrastare l’inquinamento – dice – ma a Como non potrà mai essere avviata una sperimentazione simile a quella di Milano. Noi non abbiamo percorsi alternativi ai transiti di attraversamento, basti pensare a chi proviene dalla Lariana o a chi arriva da Varese ed è diretto a Bergamo».Il piano conterrà quindi «un’analisi dettagliata dei volumi del traffico in relazione ai limiti fisici della città, quel traffico cioè che non può essere cancellato. Da qui si partirà per capire come ridurre il carico di auto sulle nostre strade». A Como, dice ancora l’assessore Bella, «quando si ragiona di viabilità si deve sempre immaginare un mix di interventi. Bisogna cioè lavorare sul potenziamento delle infrastrutture, sulle possibili limitazioni e sullo spostamento della mobilità dalla gomma al ferro. Inoltre, cosa non da poco, è necessario coinvolgere nell’analisi e nella scelta delle soluzioni anche i Comuni limitrofi, dato che gli effetti delle nostre decisioni si propagherebbero sicuramente oltre i confini del capoluogo».I tempi di una possibile rivoluzione in salsa lariana, quindi, si annunciano lunghi. E le opzioni possibili, numerose.

  • Il testimone: «Il mio amico picchiato? No… si buttò a terra da solo»

    Il testimone: «Il mio amico picchiato? No… si buttò a terra da solo»

    Da una parte ci sono i carabinieri e i verbali di quello che vittime (e testimoni) denunciarono anni fa. Dall’altra ci sono le stesse vittime (e testimoni) che oggi sono chiamati a parlare di fronte al Collegio giudicante di Como sui fatti di malavita con metodo mafioso (pestaggi ed estorsioni) che, secondo l’accusa, caratterizzarono Cantù e soprattutto i locali di piazza Garibaldi. Le due cose – i verbali di allora e le deposizioni di oggi – quasi mai sono sovrapponibili. Perché nella maggior parte dei casi sembra di parlare di città diverse, distanti chilometri.

    E allora, nel palazzo di giustizia di Como, profondo Nord, con la Svizzera appena oltre la montagna, si può essere “costretti” ad ascoltare la deposizione di un parrucchiere che lavorava vicino alla piazza, che frequentava quei locali e quelle vie in cui in poche settimane ci furono due tentati omicidi, dire che a lui «poco interessava di quelle cose», perché faceva le sue «cose private». È lo stesso che nei verbali, dopo un pestaggio in discoteca da parte di alcuni degli otto imputati di oggi, aveva detto di aver inseguito e raggiunto i responsabili che picchiarono un suo amico per chiedere conto di quello che avevano fatto. Oggi invece dice che il suo amico «si era buttato a terra da solo perché aveva paura».

    Ovviamente, quello che nel verbale era «gli aggressori erano italiani con accento calabrese», oggi diventa «non ricordo episodi violenti, ne sentivo parlare ma erano dominicani o albanesi». Viene da chiedersi con che coraggio, allora, firmò quel verbale.

    In aula si siede anche il gestore (con altri soci) della discoteca “Spazio”. Nelle intercettazioni parlava in questi termini: «Non si può far scassare così un ragazzo e non intervenire… li devono arrestare, se i carabinieri non li arrestano cosa vogliono da noi? Arrivano e ti sfondano il locale, io non ne posso più, mi devo tutelare… Questi fanno quello che vogliono, sparano senza motivo, noi per il quieto vivere facciamo buon viso a cattivo gioco». Oggi, quello sfogo di rabbia e paura si scopre che era provocato solo da «quattro ragazzetti», e che lui si riferiva in generale «alle notti a Cantù» e non al suo locale, e che per lui erano una «compagnia un po’ agitata».

    C’è poi l’imprenditore edile che – per uno screzio viabilistico – si trovò un proiettile a pochi centimetri dalla testa. Esploso ad altezza uomo. Nel novembre del 2015 li descrisse con particolari («uno indossava un maglione arancione e nero a strisce… erano giovani, accento meridionale»), oggi nega di aver mai dato una descrizione anche sommaria.

    A parlare senza freni è il luogotenente Francesco Cabras, comandante del nucleo operativo radiomobile di Cantù. «Le cose cambiarono quando Ludovico Muscatello (figlio del boss del Locale di Mariano) che lavorava come buttafuori nella discoteca, fu gambizzato – ha detto – Avvenne pochi giorni dopo un litigio nel locale con quelli che ci dissero essere calabresi di Africo, vicino ai Morabito. Temevamo una guerra tra bande attorno alla piazza. Invece ci fu silenzio. Quando andai in ospedale da Muscatello mi disse: “Non dico nulla, tanto lei già sa chi è stato…”. Dimesso dall’ospedale non è più tornato a lavorare alla discoteca, ha iniziato a operare lontano da Cantù». «Emerse che quello che era avvenuto era stato voluto per togliere il controllo al nipote del boss. Muscatello scomparve, e contestualmente nella discoteca presero piede i personaggi che si erano resi autori di quella gambizzazione».

    È l’inizio della serie di violenze nei locali affacciati sulla piazza. Compiute da quelli che i testimoni avevano chiamato «quattro ragazzetti».

  • Il Museo del Ciclismo  riapre  le porte.   Un anno speciale nel ricordo di Fausto Coppi

    Il Museo del Ciclismo riapre le porte. Un anno speciale nel ricordo di Fausto Coppi

    La stagione 2019 del Museo del Ciclismo del Ghisallo, che riapre oggi, sabato 2 marzo, prevede una serie di appuntamenti nel segno di Fausto Coppi, amico fraterno di Fiorenzo Magni, l’uomo che più di tutti ha voluto la struttura di Magreglio.Il 2019 di eventi inizierà con la mostra “Veni Vidi Bici” di Riccardo Guasco, che sarà allestita nei prossimi giorni e inaugurata a fine mese, dedicata al ciclismo vintage.L’esposizione di Riccardo Guasco terrà compagnia ai visitatori sino alla fine del mese di maggio, quando al Ghisallo si inaugurerà un’altra rassegna storica “speciale”, riservata al settantesimo anniversario della Polizia Stradale al seguito del Giro d’Italia.Un percorso a ritroso nel tempo attraverso immagini, cimeli e rievocazioni con un doppio evento previsto per domenica 26 e lunedì 27 maggio, per il passaggio della Corsa Rosa sul Lario (in occasione della tappa da Ivrea a Como) e per la successiva giornata di riposo, che sarà dedicata ad una speciale visita degli studenti, con il coinvolgimento del Pullman Azzurro della Polstrada.Settant’anni della Polizia stradale alle corse ciclistiche e pure sette decenni del Santuario del Ghisallo. Museo e Santuario sono pronti a festeggiare nel segno del Centenario di Fausto Coppi (nato nel settembre del 1919) con una serie di eventi, gemellando in modo ancora più incisivo la casa dei ciclisti con la chiesetta che ospita la Madonnina protettrice di tutti i corridori. Le celebrazioni avranno inizio a fine mese di marzo con l’inaugurazione davanti al Museo di un busto in bronzo dedicato a Fiorenzo Magni, dono di Ernesto Colnago. A giugno ci sarà una mostra dedicata ai 70 anni del Santuario, che condurrà i visitatori nella storia del Ghisallo con una importante rassegna dedicata a Fausto Coppi e Fiorenzo Magni (mostra fotografica sui due campioni e amici).Ma non solo. Il Museo riapre con alcune importanti novità come l’allestimento di una audioguida realizzata dallo staff della struttura in collaborazione con Cheleo Multimedia, grazie al contributo di Regione Lombardia, e l’ampliamento del bookshop e del negozio interno, per uno spazio sempre più coinvolgente.Rimane poi da definire il calendario delle visite di personaggi del mondo del pedale a Magreglio. Del resto, da quando è nato, il Museo ha sempre ospitato protagonisti del pedale di ieri e di oggi. Antonio Molteni, che presiede la Fondazione che gestisce l’esposizione permanente, si è mosso per portare sul Colle grandi firme del ciclismo.Molti i personaggi che in tempi recenti si sono affacciati nei locali sia a sorpresa (è stato il caso di Miguel Indurain, Davide Cassani, Francesco Moser e Alessandro Ballan), sia in momenti annunciati che hanno avuto un grande riscontro di pubblico, come è stato nel caso di Vincenzo Nibali, Paolo Bettini, Andrew Hampsten, Johan Museeuw ed Eddy Merckx.

  • Il deputato di Fratelli d’Italia Marco Osnato ospite questa sera del “Dariosauro” su Etv

    Il deputato di Fratelli d’Italia Marco Osnato ospite questa sera del “Dariosauro” su Etv

    Marco Osnato, parlamentare di Fratelli d’Italia, sarà ospite questa sera del settimanale di attualitàIl Dariosauro, in onda suEspansione Tva partire dalle 21.20.

    Imprenditore edile, a lungo in passato dirigente dell’Aler, Osnato è entrato alla Camera nel 2018.

    I telespettatori potranno come sempre dialogare con l’ospite e con il conduttore della trasmissione, il giornalista delCorriere di ComoDario Campione, chiamando in diretta il numero031.3300655oppure scrivendo un messaggioWhatsAppal numero335.7084396.

    Sui canali social è attivo l’hashtag#dariosauro.

  • Il Como soffre ma alla fine ha la meglio sulla Pro Sesto: successo  in rimonta per 2-1

    Il Como soffre ma alla fine ha la meglio sulla Pro Sesto: successo in rimonta per 2-1

    Vittoria del Como al Sinigaglia contro la Pro Sesto. Un 2-1 in rimonta che garantisce alla squadra lariana il primo posto in classifica con un punto di vantaggio sul Mantova, che dal canto suo si è imposto sul terreno del Ciserano per 1-0. Azzurri che hanno sofferto: gli ospiti sono andati in vantaggio dopo due minuti grazie a Guccione. I lariani nel primo tempo hanno tenuto il campo e hanno cercato immediatamente il pareggio, senza però trovare la via della rete. La scolta nella seconda parte: con un secco 1-2 con Dell’Agnello su rigore al 12′ e bis del giovane Valsecchi al 15′. Come in occasione della sfida dei playoff non è mancata tensione in tribuna centrale, con i dirigenti della squadra ospite e i tifosi di casa protagonisti di accesi scontri verbali. Nel prossimo turno gli uomini di mister Marco Banchini sono attesi dalla trasferta con il Pontisola, mentre i biancorossi virgiliani attendono il Legnago reduce dalla stop interno (2-1) proprio contro il Pontisola.

    I risultati nel girone B:Ambrosiana-Caravaggio 2-3; Caronnese-Sondrio 3-0; Ciserano-Mantova 0-1; Como-Pro Sesto 2-1; Legnago Salus-Pontisola 1-2; Olginatese-Seregno 0-0; Scanzorosciate-Darfo Boario 1-0; Villa d’Almè-Rezzato 2-0; Virtus Bergamo-Villafranca Veronese 1-1

    La classifica:Como 64 punti; Mantova 63; Pro Sesto 50; Caronnese 48; Rezzato 47; Pontisola e Virtus Bergamo 35; Sondrio e Villa d’Almè 32; Seregno 31; Caravaggio 29; Darfo Boario 26; Villafranca Veronese, Legnago Salus e Scanzorosciate 24; Ciserano 20; Ambrosiana 18; Olginatese 13

    Prossima giornata:Caravaggio-Scanzorosciate; Darfo Boario-Virtus Bergamo; Mantova-Legnago Salus; Pontisola-Como 1907; Pro Sesto-Villa d’Almè; Rezzato-Olginatese; Seregno-Ambrosiana; Sondrio-Ciserano; Villafranca Veronese-Caronnese

  • Il comasco Binda alla guida della Cna Lombardia

    Il comasco Binda alla guida della Cna Lombardia

    Un comasco alla guida di Cna Lombardia. L’associazione di artigiani ha scelto Stefano Binda, albavillese, laureato in Filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, quale nuovo segretario generale.

    Da otto anni Binda era responsabile dall’Area Lobby, Politiche del Lavoro e Relazioni sindacali. Nato a Erba 37 anni fa, è stato in precedenza funzionario responsabile delle politiche industriali presso Confindustria Lombardia. Nel 2011 il suo ingresso nell’associazione degli artigiani.

    Tra i primi a congratularsi con Binda, il consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo.