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  • Dal parrucchiere per sostenere l’Oncologia del Sant’Anna

    Dal parrucchiere per sostenere l’Oncologia del Sant’Anna

    Terza edizione dell’originale raccolta fondi ideata dall’associazione Centro di Riferimento Oncologico “Tullio Cairoli” onlus, che da trent’anni è al fianco dell’Oncologia dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia.L’iniziativa si chiama “Doniamo una piega alla ricerca e all’umanizzazione delle cure” e coinvolge 9 negozi di parrucchiere della provincia di Como che sabato 8 e domenica 9 settembre resteranno aperti. Il ricavato delle messa in piega sarà devoluto all’associazione.

    L’evento, nato da un’idea di Emilia Drago e coordinato da Carmelina Di Lella, caposala del Day Hospital Medico Oncologico dell’ospedale Sant’Anna, è dedicato alla memoria di Rosanna Marasco e di Barbara Campi, pazienti del Day Hospital di Oncologia.

    L’associazione Tullio Cairoli garantisce la presenza dei volontari in corsia che danno un valore aggiunto all’assistenza del paziente oncologico e ingentiliscono il trascorrere del tempo. Inoltre assicura il sostegno psicologico ai pazienti e alle famiglie con la presenza di psico-oncologa, la presenza di data manager per la ricerca e sperimentazione di protocolli clinici, l’organizzazione di gruppi assistiti secondo il protocollo Mindfulness, l’assistenza e la fornitura di parrucche, incontri aperti ai pazienti e familiari per cura della pelle e corretti stili di vita, la biblioteca, la musicoterapia, lo yoga e molto altro.

    Ecco i negozi aderenti e gli orari di apertura:

    ACCONCIATURE GABRIELLAVia Giovanni Palma 22 – 22100 Como RebbioSabato 8, ore 9 – 18

    BEAUTY HALLVia Dei Pizzi 4 – 22063 Cantù (CO)Domenica 9, ore 9 – 12.30

    EMY ACCONCIATUREVia H. Dunant 17 – 22020 Cavallasca (CO)Domenica 9, ore 9 – 17.30

    ETREBELVia Plinio 2 – 22071 Cadorago (CO)Sabato 8, ore 9 – 18

    HAIR & BEAUTYC/o Ospedale Sant’AnnaVia Ravona 20, 22042 San Fermo d/B (CO)Sabato 8, ore 8.30 – 14

    I CAPELLI DELLE MERAVIGLIEVia Bellinzona 129/A, 22100 Como Monte OlimpinoSabato 8, ore 8 -17

    IN GIO’ HAIR STYLEVia Varesina 20/A – 22070 Montano Lucino (CO)Sabato 8, ore 9 -18

    NEW FASHION LINEVia Varesina 195/A, 22100 Como BrecciaSabato 8, ore 9 -18

    PERFECT CRAZYVia XX Settembre 83 – 22075 Lurate Caccivio (CO)Sabato 8, ore 8 -19

  • Quindici chili di droga sull’auto, un arresto a Inverigo

    Quindici chili di droga sull’auto, un arresto a Inverigo

    Ieri sera i carabinieri di Lurago d’Erba, su ordine del Tribunale di Monza, hanno arrestato un 55enne di Inverigo per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.Dovrà scontare cinque anni e 11 mesi di carcere.

    L’episodio contestato all’uomo risale allo scorso anno, quando il 55enne venne fermato a Varedo alla guida della sua auto. Nel bagagliaio aveva qualcosa come 15 chili di cocaina.

    Ora che la giustizia ha concluso il suo iter, i carabinieri sono andati a prenderlo nella sua casa di Inverigo e lo hanno portato in carcere al Bassone.

  • Questa sera e domani si gira anche a Carate Urio

    Questa sera e domani si gira anche a Carate Urio

    Da questa sera la troupe di Netflix è nel Comune di Carate Urio.

    Il sindaco del paese, Daniele Aquilini ha disposto le necessarie modifiche viabilistiche sulla Vecchia Regina.

    Il tratto interessato dal set con Jennifer Aniston e Adam Sandler è tra il confine con Laglio e la località Genesio di Carate.

    E’ possibile accedere da Cernobbio, a Moltrasio, fino a Carate in direzione Nord. Garantito anche l’accesso alla farmacia del paese.

    Posti di blocco con le indicazioni sono previsti in località Pizzo, al Castello di Urio e a Torriggia.

  • Quelle strisce bianche fai da te in via Borgovico Vecchia

    Quelle strisce bianche fai da te in via Borgovico Vecchia

    La prima segnalazione sei anni fa. Un cartello indica il permesso di sosta

    Passano gli anni ma la moda del fai da te non sembra conoscere crisi.Anche quando si tratta di segnaletica orizzontale. In una città sempre più blu, con la maggior parte degli stalli destinati alla sosta che trasformati a pagamento, resistono alcune strisce bianche anche nella centrale via Borgovico Vecchia.

    Sono state tracciate, cancellate e ritracciate, nel corso degli anni, si pensa da uno più residenti, che nell’ultima occasione hanno utilizzato probabilmente una bomboletta visto che le linee non sono proprio rette. Quattro posti auto, disegnati con una striscia bianca un po’ tremolante.

    La segnaletica verticale indica la “P” di parcheggio, quindi tecnicamente chi vi lascia l’auto non rischia la multa. In base al codice della strada i cartelli (segnaletica verticale) prevalgono sulle strisce, qualsiasi esse siano. Quella “P” bianca sul cartello blu è così garanzia di libertà di sosta. Detto questo, quelle strisce fai-da-te anche a prima vista non possono essere regolari.

    In passato si era registrato un identico caso anche in via Anzani, dove la segnaletica era stata subito rimossa da parte di Palazzo Cernezzi. La vicenda di via Borgovico Vecchia è evidentemente più complessa. Sul selciato della strada, nonostante una prima segnalazione apparsa su queste colonne nel dicembre del 2012, le tremolanti strisce bianche fai da te resistono, amministrazione dopo amministrazione.

  • Quella città dismessa che non meritiamo

    Quella città dismessa che non meritiamo

    di Lorenzo Morandotti

    N on ci meritiamo una  città in questo stato  di degrado e sporcizia e non se la meritano nemmeno i turisti che la visitano. Non se lo merita Como per il suo passato e per il suo presente.

    D’accordo, forse è anche colpa degli elettori, se non sono messi in grado di  esprimere una classe dirigente meno miope, che cioè sia all’altezza delle sfide.

    Anche le sfide, però, sono un avversario ragguardevole: anzi, matasse che a sbrogliarle occorrono anni e denari, e in assenza di passi risolutivi come si è visto in più di un caso il gomitolo diventa una valanga e allora sono guai per tutti e anche per le generazioni future.

    Ma bando alle tentazioni del populismo e facciamo esempi concreti. E diamo un rapido sguardo alle aree dismesse, in senso letterale e figurato.

    Ex tintostamperia Ticosa a parte, perché la fotografia che ciascuno può regalarsi con una passeggiata a piedi (attenzione: polmoni a rischio) tra  via Regina e via Grandi vale più di ogni mucchio di parole per quanto ben concertato e supportato da numeri e proiezioni. Però ricordiamo almeno che sullo stesso asse abbiamo  gioielli romanici come Sant’Abbondio (accanto, l’università) e San Carpoforo (chiesa chiusa se non in particolari occasioni) e un gioiello di proprietà privata in sfacelo come  San Lazzaro in via Rimoldi, uno dei più antichi monumenti di Como, costituito da una chiesa e dai resti di un convento e di un ospedale per il ricovero dei viandanti e il controllo delle epidemie. La chiesa era celebre per l’affresco della “danza macabra” del XV secolo all’esterno di uno dei muri laterali, purtroppo perduto.  Personaggio in cerca d’autore  è, nonostante l’importante intervento in corso, Villa Olmo, dato che –   feste private milionarie a parte  – non si sa come verrà gestita per  tornare a ospitare eventi pubblici come mostre e convegni. Identità dimezzata anche per il Tempio Voltiano a lago, il cui piano superiore attende paziente l’avvio dei restauri. Silenzio anche sul destino dell’ex cinema Politeama di piazza Cacciatori delle Alpi, proprietà quasi tutta comunale: sabato ci sarà  la presentazione della stagione autunnale  del Conservatorio “Verdi” che ha annunciato di volersene far carico entro pochi anni, ma servono milioni per il restauro.

    Dismessa nei fatti è anche la  Pinacoteca di via Diaz, che non ha una direzione scientifica e attende una razionalizzazione degli spazi: ottimo  prorogare come è stato annunciato ieri  fino al 6 gennaio 2019 la mostra Giuseppe Terragni per i bambini: l’Asilo Sant’Elia tuttora in corso,  «nell’ambito del processo di rivalorizzazione» della struttura di Palazzo Volpi. Unita però all’ex carcere di San Donnino, messo in vendita dal demanio ma tuttora invenduto. Insomma, ovunque ti giri, il dismesso  è un convitato di pietra che può rovinarti la festa.

  • Quei giovani italiani senza l’italiano

    Quei giovani italiani senza l’italiano

    di Agostino Clerici

    «L’italiano e la rete, le reti per l’italiano». Non stiamo parlando del digiuno di goal della nazionale di calcio, in cerca di reti per rilanciarsi. L’italiano di cui si parla è la lingua italiana, e la rete è il mondo variegato di internet e dei suoi social network. In che rapporto sta il web con la nostra lingua? Il tema verrà sviluppato con iniziative organizzate in diversi Paesi del mondo proprio in questa “Settimana della lingua italiana nel mondo” (giunta alla diciottesima edizione).

    Il nostro idioma è la quarta lingua più studiata nel mondo, dopo inglese, spagnolo e cinese. I primi a meravigliarci di questa notizia siamo noi italiani. Eppure basterebbero quattro o cinque considerazioni per rendere ragione di questo dato. La lingua italiana – pur non essendone la lingua ufficiale, che è il latino – è la lingua viva della Chiesa cattolica, parlata tra prelati in Vaticano e nel mondo e usata dal Papa stesso (che pure non è italiano, come del resto non lo erano i suoi due predecessori).

    Una grande parte dei 40 milioni di emigrati italiani diffusi nel mondo (in particolare in America) sono tuttora bilingui e conoscono e parlano l’italiano. La letteratura italiana è, dal XIII secolo in poi con uno sviluppo continuo, una delle prime nel mondo. Sul piano culturale, artistico e storico il nostro Paese ha un ruolo di grande protagonista: pensiamo solo ai milioni di appassionati della lirica e del bel canto, e l’italiano è la lingua principale del melodramma. Potremmo aggiungere anche altri due settori emergenti nel mondo in cui l’Italia è ai primissimi posti: la gastronomia e la moda.

    Si direbbe che il problema della lingua italiana non è nel mondo ma in Italia! Il linguaggio del web e soprattutto quello dei social network ha indubbiamente modificato il rapporto che gli italiani hanno con la loro lingua. Cito solo due emergenze che mi sembrano aver favorito non poco l’abbandono di un buon italiano parlato e scritto.

    In primo luogo, il progressivo impoverimento del vocabolario – che per tanti è al disotto della soglia dei 500 vocaboli, considerata come il minimo indispensabile per imparare una lingua straniera – aggravato anche dall’utilizzo di parole abbreviate o storpiate. C’è poi il sempre più ampio uso di vocaboli stranieri (in inglese soprattutto) che sostituiscono le appropriate parole della lingua italiana, che quindi non verranno mai imparate e usate.

    Naturalmente la responsabilità non è da ascrivere unicamente alla rete. C’è un equivoco che chiama in causa anche la scuola, dove alcune volte sembra che il problema sia unicamente quello di sostituire il libro con il tablet. Ma così si confonde il livello degli strumenti con quello dei contenuti.

    Una fase di nuova acculturazione delle giovani generazioni – sicuramente utilizzando anche i più moderni media – non può che partire da un serio recupero dell’apprendimento e dell’uso appropriato della lingua italiana. Non certo per parlare come dei libri stampati, ma per essere in grado di assimilare tutta quella ricchezza che la nostra bella lingua ha accumulato in otto secoli di storia, e che all’estero sembra molto apprezzata.

  • Quattrone, meditazioni in forma di poesia

    Quattrone, meditazioni in forma di poesia

    Il poeta comasco Alessandro Quattrone ha esordito nel 1984 con la raccolta di poesieInterrogare la pioggia, finalista al premio Viareggio 1984 nella sezione “Opera prima”; con il successivoPasseggiate e inseguimentiha vinto il premio Montale nel 1994. Dopo quasi venti anni dal precedenteRifugi Provvisori, nel 2014 Quattrone ha pubblicato una nuova raccolta di poesie, dal titoloProve di Lontananza, terzo classificato nel Premio Internazionale “Mario Luzi” del 2014.

    Nel lungo periodo intercorso tra le ultime due raccolte di poesie, Quattrone si è dedicato alla traduzione di classici della poesia latina, inglese e francese, e alla stesura del suo unico romanzo, Ai bordi del diluvio, pubblicato nel 2002. Quattrone ha anche collaborato con il musicista Daniele Battaglia per il quale ha scritto i testi delle canzoni del secondo album.  Il suo ultimo libro èLa gentilezza dell’acero, Bagno a Ripoli, Passigli Editori, 2018 ma l’editore Puntoacapo della provincia di Alessandria, diretta dallo scrittore e critico Mauro Ferrari, ha anche pubblicato una sua raccolta di testi teatrali,A me non sembra di dover morire e altri dialoghi teatrali(Collana di teatro Persona, diretta da Paolo Valesio), con prefazione della studiosa di filosofia, pure comasca, Maddalena Mazzocut Mis. Puntoacapo ha in catalogo anche un altro comasco, Andrea Testa, che sul “Corriere della Sera” è stato mesi fa segnalato come una delle firme più promettenti di oggi.

    Da segnalare che di Quattrone, che è di origine calabrese e fa l’insegnante, Puntoacapo ha anche pubblicato nella collana “Altre scritture” l’intensa raccoltaL’ombra di chi passa, che contiene anche notevoli poesie d’amore  e che alterna nostalgia e sensualità, riflessioni sulla scrittura e sulla parola, sulle sue possibilità e limiti, contemplazione della caducità dell’esperienza umana e meditazioni sul senso stesso dell’esistere, tra spazio e tempo: “Tutto il corpo è devozione / è confine che si estende e arriva / a racchiudere anche il mare. / Lo vedi? Freme, palpita e ha tremori / di vela che – lo sa  – non ha ritorno”. Scrive Mauro Ferrari, che è anche anglista e traduttore: “Non si può non sottolineare come la sua vena sembri obbedire a una sorta di sorgiva naturalità che non impone tempi se non quelli della maturazione umana ed artistica”. Un poeta, Quattrone, forse schivo e appartato, lontano dai circoli letterari più mondali, un autore che pubblica quando ritiene giunto il momento di farlo, quando il materiale è maturo e deve andare per il mondo, e non solo per il gusto di far gemere i torchi. Un autore che Ferrari a ragione definisce “una delle voci  più originali del panorama nazionale”.

  • Quarant’anni di foto in concorso a Cernobbio

    Quarant’anni di foto in concorso a Cernobbio

    Compie quarant’anni il concorso fotografico nazionale del Foto Cine Club di Cernobbio. L’iniziativa si deve ad Antonio Vasconi, storico fotografo cernobbiese, e al figlio Piero che ne continua l’attività nel segno del nonno che si chiamava come lui e fu uno dei fotografi principali di Villa d’Este dove immortalò tra l’altro la diva Joséphine Baker. Il bando ed il regolamento sono disponibili sul sitowww.fotocineclubcernobbio.it. La giuria si riunirà all’hotel Regina Olga della località lariana a metà ottobre. La proiezione e premiazione  come di consueto  si terrà al Grand Hotel Villa d’Este di Cernobbio (foto), domenica 11 novembre.

  • Quarant’anni di Acàrya a Erba

    Quarant’anni di Acàrya a Erba

    Il circolo letterario lariano Acàrya (termine sanscrito che significa sia colui, sia il luogo dove si insegna con l’esempio) prosegue la tournée di presentazione della sua corposa antologiaMai la parola rimane sola. Il libro  con testi letterari di autori di ieri e di oggi, lariani e non, e testimonianze di critici e soci del circolo stesso, è dedicato ai 40 anni di attività dell’associazione culturale che si riunisce regolarmente ogni venerdì sera alle 21.15 nella sede di via Grandi presso l’ex Circoscrizione 6 del Comune di Como. Info su www.acarya.it.

    Il libro verrà presentato in una serata letteraria con la partecipazione dell’Orchestrina delle Ore che interpreterà quarant’anni di canzoni  a Erba, venerdì 20 luglio alle 21 sotto i portici di piazza Vittorio Veneto. In caso di maltempo l’incontro avverà nella sala mostre della Biblioteca comunale di via Joriati, 6. Ingresso libero.

  • Quando oltre agli elettori mancano i candidati

    Quando oltre agli elettori mancano i candidati

    A distanza di un solo anno si torna a votare in primavera anche a Carugo e Sorico, comuni nei quali pochi mesi fa l’elettorato svuotò letteralmente le urne, decretando per la prima volta in provincia di Como il commissariamento di un ente locale per mancato raggiungimento del quorum.Sia a Carugo sia a Sorico si erano infatti presentati un unico candidato sindaco e un’unica lista. Perché le elezioni fossero valide avrebbe dovuto votare metà più uno degli aventi diritto. A Carugo, paese con oltre 6.500 abitanti, la percentuale dei votanti si fermò al 42,32%. A Sorico, invece, si recò ai seggi addirittura soltanto il 28,94% degli elettori. Un flop clamoroso.Ancora più fragoroso fu il caso di Rodero, comune nel quale le elezioni non furono nemmeno indette per mancanza di candidati. Una situazione incredibile, anch’essa totalmente nuova nel panorama politico della provincia di Como, che potrebbe magari ripetersi quest’anno in altre piccole realtà.Sembra comunque che a Carugo i partiti stiano lavorando per presentare almeno due liste, in modo che non si ripeta quanto accaduto nel 2018. Più incerta la situazione di Sorico e di Rodero, paesi piccoli – entrambi di poco superiori ai mille abitanti – e molto periferici. Vittime di una disaffezione dalla politica che ha molte cause. Non ultima, l’enorme difficoltà cui va incontro oggi chi decide di mettersi in gioco per amministrare Comuni piccoli e privi delle necessarie risorse finanziarie.