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  • I poeti e la Grande Guerra all’auditorium Don Guanella

    I poeti e la Grande Guerra all’auditorium Don Guanella

    Il volo di D’Annunzio su Trieste del 22 agosto 1915 in un disegno della “Domenica del Corriere”

    Venerdì 18 maggio, alle ore 21, all’auditorium Don Guanella (via Grossi) si terrà l’incontro “Poeti, intellettuali e la Grande Guerra” con Piero Poncetta, docente di Lettere presso l’Istituto Orsoline di Como. Ingresso libero. L’iniziativa è del Centro culturale Paolo VI di Como, in occasione del centenario della Prima Guerra mondiale. L’incontro intende approfondire il rapporto tra L’Italia e il primo conflitto mondiale, utilizzando quale chiave di lettura la produzione letteraria di autori di primo piano.

    Partendo da un’introduzione sul contesto storico-politico di inizio Novecento, il relatore si soffermerà poi sui fermenti interventisti e le loro radici ideologiche, quali quelli di Giovanni Papini, Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti, per giungere ad affrontare l’amara riflessione di Renato Serra e Piero Jahier. Infine sarà delineata la “nuova poesia” di Clemente Rebora e Giuseppe Ungaretti che, proprio a partire dalla drammatica esperienza di quegli anni, intuirono la necessità di una “rifondazione” del linguaggio poetico, al fine di esprimere con cruda, ma autentica evidenza la tragedia della guerra, vista quale metafora della sofferenza esistenziale dell’“uomo di pena”.

    Piero Poncetta, nato a Como nel 1969, diplomatosi presso il Liceo Classico “Alessandro Volta” di Como, ha conseguito la Laurea in Lettere antiche presso l’Università Cattolica di Milano. Docente di materie letterarie e latino presso l’Istituto Orsoline San Carlo di Como, è autore di libri di testo di argomento storico. Già da diversi anni tiene relazioni introduttive alla visione di spettacoli del Teatro Sociale di Como, quali quelle su Seneca, Goldoni, Pirandello, che hanno visto la partecipazione di un nutrito pubblico di adulti e studenti.

  • I parenti del comasco scomparso: «L’hanno portato via». E lanciano l’hashtag #troviamomattia

    I parenti del comasco scomparso: «L’hanno portato via». E lanciano l’hashtag #troviamomattia

    Appelli, ricerche in montagna e indagini delle forze dell’ordine ma ancora nessuna certezza sulle sorti di Mattia Mingarelli, il 30enne di Albavilla scomparso il 7 dicembre scorso sulle montagne della Valmalenco. Da allora di lui non hanno più notizie. I familiari e gli amici hanno lanciato ripetuti appelli sui social per cercare possibili informazioni sul giovane. È stato creato anche un apposito hashtag (#troviamomattia) in cui si invitano tutti a non lasciar calare il silenzio sulla sparizione del comasco. «Mattia non se n’è andato – scrivono i parenti – ce l’ha portato via qualcuno e tutti noi vogliamo sapere cosa è successo veramente e ritrovarlo!». L’invito – per chiunque abbia informazioni o anche semplici spunti utili – è quello di contattare i familiari o le forze dell’ordine. La Procura di Sondrio, incaricata di fare luce sulla vicenda, ha aperto un’inchiesta e conferma che proseguono da un lato gli accertamenti dei carabinieri e dall’altro le ricerche del personale specializzato e dei volontari nella zona di Chiesa Valmalenco, dove Mattia è stato visto per l’ultima volta ormai oltre dieci giorni fa. Di lui è stato ritrovato solo il cellulare e il cane che lo accompagnava in ogni escursione.

  • I nodi del 2019: Villa Olmo

    I nodi del 2019: Villa Olmo

    Villa Olmo, personaggio in cerca d’autoreperché torni a essere sede di grandi mostre

    Come garantire un solido futuro a Villa Olmo? Uno dei nodi da sciogliere quest’anno sarà il migliore modello di gestione per la storica dimora neoclassica a lago di proprietà comunale, sede un tempo di grandi mostre di successo e “casa della cultura” per antonomasia di Como per prestigio, imponenza e bellezza. L’assessore comunale delegato per la questione, Marco Butti, dialoga da tempo con “Struttura Srl”, società di Roma che lo scorso 19 giugno aveva presentato alla giunta una prima relazione sulla sostenibilità economica dei vari modelli di gestione. Tra le varie ipotesi c’è la “Fondazione di partecipazione”, ossia un soggetto pubblico-privato capace di «coinvolgere soggetti diversi dal fondatore». C’è, inoltre, da ridisegnare l’assetto gestionale dei musei civici, ricchi di tesori ma poco noti e soprattutto poco visitati.

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  • I nodi del 2019: Viadotto dei Lavatoi

    I nodi del 2019: Viadotto dei Lavatoi

    Scacco matto alla viabilità cittadina

    Realizzato tra il 2000 e il 2003 per alleviare il nodo di Muggiò e Camerlata dalla morsa del traffico, il viadotto dei Lavatoi continua ad essere chiuso ai mezzi pesanti. Dell’opera si è parlato anche in Tribunale di Como, tra perizie e controperizie. L’opera è stata definita «compromessa». Serviranno circa un milione di euro per il suo ripristino oltre a un cantiere di sicuro impatto per la viabilità cittadina.

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  • I nodi del 2019: Piazza Roma

    I nodi del 2019: Piazza Roma

    Luogo in cerca di un’identità

    Da parcheggio per auto a parcheggio per pullman. L’identità di piazza Roma è uno dei temi che necessita di una soluzione. Nell’allargamento della Ztl di Como, che ha portato a indubbi benefici in chiave di valorizzazione della città turistica, la centralissima piazza Roma attende di conoscere il suo destino. Verrà concluso e potenziato l’impianto di illuminazione. Rimane aperta la ridefinizione di un parcheggio per le auto, ma si dovrà pronunciare la Soprintendenza.

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  • I nodi del 2019: Le paratie

    I nodi del 2019: Le paratie

    I lavori sul lungolago di Como si dovrebbero chiudere entro l’aprile del 2022. Tempi ancora lunghi, quindi, quelli tracciati da Regione Lombardia per la chiusura dell’attesa opera. Il costo stimato è di 15 milioni di euro. Il progetto prevede due fasi di lavori. L’arredo urbano sarà deciso soltanto in un secondo tempo. Il dibattito sul cantiere intanto prosegue. Da una parte in Tribunale di Como si cercano le responsabilità sui ritardi accusati fino ad oggi, dall’altra si propongono ancora soluzioni alternative al progetto contro l’esondazione del Lario.

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  • I nodi del 2019: La crisi della Canepa

    I nodi del 2019: La crisi della Canepa

    Il colpo di coda della crisi del tessile lariano, che morde quantomeno dagli anni Novanta, ha colpito un’azienda storica come la Canepa di San Fermo della Battaglia.Sono 450 i dipendenti dell’industria: ad agosto un piano aveva previsto oltre cento licenziamenti, ma potrebbero non essere sufficienti per garantire un futuro all’impresa. I tavoli a livello locale e regionale sono stati attivati poco prima di Natale. La partita si giocherà nei prossimi mesi. Perdere la Canepa sarebbe una grave sconfitta per tutto il distretto serico comasco, che rimane il più importante del mondo per quanto riguarda il tessuto di alta gamma.

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  • I nodi del 2019: Il Politeama

    I nodi del 2019: Il Politeama

    L’ex cineteatro Politeama va sul mercatoe il Conservatorio Verdi spera di gestirlo

    Potrebbe essere l’anno della svolta per una storica sala dedicata allo spettacolo, “spenta” da oltre 13 anni, e per l’81% di proprietà comunale. È l’ex cineteatro Politeama di piazza Cacciatori delle Alpi. Il liquidatore convocherà a breve l’assemblea dei soci. Obiettivo primario è mettere in vendita quanto prima l’immobile ascoltando le manifestazioni d’interesse che si faranno avanti dopo aver rivisto la perizia che valuta lo stabile 5 milioni. È datata, e nel frattempo l’edificio, sottoposto a vincolo e che il Comune vuole mantenere con destinazione soprattutto culturale preservandone il ruolo storico, si è deteriorato. Tra i soggetti più interessati a gestire il Politeama c’è il Conservatorio di Como che è in cerca di nuovi spazi per ampliare l’offerta didattica (che da poco si avvale di una partnership con la Cina) e si è dato due anni e mezzo per reperire 4 milioni di euro necessari all’operazione.

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  • I nodi del 2019: Campione d’Italia

    I nodi del 2019: Campione d’Italia

    Casinò e Comune in attesa di ripartireCi sono seicento persone senza lavoro

    Deflagrato la scorsa estate, il tema Campione d’Italia entra prepotentemente anche nell’agenda 2019 delle cose da fare, su più tavoli. Il tema principale riguarda le persone e le famiglie. In quasi 600 hanno perso il lavoro: 469 i dipendenti della casa da gioco per i quali il licenziamento è definitivo da ieri, oltre un centinaio quelli del Comune rimasti a casa. Tra questi in 86 aspettano il ricorso al Tar del 26 febbraio. Il commissario straordinario dovrà riaprire la casa da gioco, ma la soluzione si prospetta tutt’altro che indolore.

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  • I musei di Como si candidano all’International Council of Museum

    I musei di Como si candidano all’International Council of Museum

    Il Comune di Como ha comunicato che la candidatura dei musei cittadini  gestiti da Palazzo Cernezzi  all’Icom, International Council of Museum, “è stata ufficialmente accettata e partirà dal 2019”.Il sodalizio èun’organizzazione senza fini di lucro associata all’Unesco attiva dal 1946 che riunisce i musei e i professionisti museali a livello mondiale con all’attivo oltre 30.000 aderenti  nei cinque continenti. Ha come scopo la conservazione e la comunicazione del valore del patrimonio culturale e naturale mondiale (nella foto, la Pinacoteca di Palazzo Volpi in via Diaz 84).

    “L’adesione all’Icom  – si legge in una nota del Comune – permetterà di dare un maggior respiro a livello nazionale e internazionale ai Musei civici, in termini di possibilità di scambi, di ampliamento della loro fruizione, di aggiornamento rispetto alle ultime istanze in ambito museale, legate a uno scenario culturale in costante mutamento. In aggiunta, faciliterà le collaborazioni attraverso i Coordinamenti regionali e le Commissioni tematiche nazionali, il confronto con gli altri professionisti italiani per conoscere le buone pratiche e le esperienze di successo, per aggiornarsi e per elaborare proposte a livello territoriale e nazionale”.