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  • Forno crematorio di Como: incontro Comune-Provincia

    Forno crematorio di Como: incontro Comune-Provincia

    L’assessore Francesco Pettignano ieri ha incontrato il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca per avviare la creazione di un tavolo di lavoro con i tecnici dei due enti con obiettivo quello di per velocizzare l’autorizzazione alla riapertura del forno crematorio. Per lunedì è fissata la prima riunione del nuovo soggetto.

  • Forno crematorio chiuso, mezzo milione già pagato dai comaschi

    Forno crematorio chiuso, mezzo milione già pagato dai comaschi

    Intanto le altre città decidono di privatizzare il servizio. De Agostini: «Ci sono società che realizzerebbero la struttura in cambio della gestione»

    La chiusura del forno crematorio di Como al Cimitero Monumentale, oltre ai costi della manutenzione straordinaria in corso, per circa centomila euro (93mila euro Iva esclusa), e i mancati proventi derivanti dal suo utilizzo (circa 600mila euro all’anno) è già costato direttamente ai comaschi che hanno pianto un defunto dal giugno 2016 a oggi all’incirca mezzo milione di euro.Per ogni funzione fuori provincia si spendono infatti almeno 500 euro in più rispetto allo stesso servizio effettuato nel Comune di residenza del congiunto, tra trasporto e tassa di cremazione, come spiega Marco De Agostini, dell’omonima agenzia di pompe funebri.Se si considera che dal giorno della chiusura (4 giugno 2016) sono già 913 i comaschi cremati in strutture fuori città, ecco il conto di quasi mezzo milione.

    Un conteggio destinato a salire sempre maggiormente. Attualmente si sceglie infatti la cremazione per il 60% dei defunti, contro il 50% di un paio d’anni fa, e la crescita del fenomeno non è destinata a rallentare.I forni più vicini al Comasco sono quelli di Varese, di Busto Arsizio, Trecate in provincia di Novara e Sondrio.

    «C’è anche un aspetto sociale da considerare – spiega De Agostini – visto che i parenti finiscono per non seguire una funzione che termina così lontano. Ci viene affidato il servizio e noi riconsegniamo l’urna».«Nelle altre città il forno è sempre gestito da una società privata. Como potrebbe seguire l’esempio di Varese e Busto, ad esempio – dice De Agostini – Un nuovo impianto costa un paio di milioni di euro, ma ci sono società pronte a realizzare il forno in cambio di un contratto di gestione. A Como la struttura è sempre stata del Comune e gestita dal pubblico, con i problemi che ne conseguono, degli orari ad esempio, con le funzioni fino alle 17, mentre a Varese e Busto si fanno cremazioni anche alle 22 o a mezzanotte. Credo che il futuro del servizio debba passare per forza di cose da un privato».

    La domanda che al momento rimane senza risposta è il motivo per cui Palazzo Cernezzi non abbia scelto ancora questa strada. La possibilità di guadagno dal servizio per le casse comunali attraverso il vecchio forno è infatti soltanto teorica, basta guardarsi un po’ indietro nel tempo. Per gli appassionati di storia, la prima società di cremazione venne istituita a Como nel 1886, dieci anni più tardi di quella milanese.L’attuale forno del cimitero Monumentale della città di Volta non è affatto, come può sembrare, un pezzo di antiquariato, anzi, è stato inaugurato poco più di dieci anni fa, il 22 febbraio del 2007. Realizzato da una società di Udine, grazie ai suoi due forni alimentati a metano, l’impianto poteva garantire fino a dodici cremazioni al giorno.

    Ogni cremazione ha la durata di un’ora e mezza e il personale addetto, grazie a un software, controlla tutto a distanza. L’ex assessore Fulvio Caradonna, nel suo discorso di inaugurazione aveva spiegato come il piano di gestione prevedesse di recuperare nel giro di pochi anni l’investimento effettuato.Peccato che la storia recente e recentissima del forno di Como sia invece un’Odissea di continue chiusure e manutenzioni. Le cremazioni a Como hanno inoltre sempre avuto un singolare limite, ovvero i 90 chilogrammi della persona deceduta. Se il congiunto scomparso ha un peso superiore, non può essere accolto nella struttura.Limite invece mai applicato nei cimiteri di Varese, Busto Arsizio o Sondrio.

    Un servizio, quello del Monumentale di Como, nato insomma con problemi, tutt’ora in corso. Nel caso dell’affidamento della realizzazione di un nuovo impianto, come anticipato, ci sarebbero società del Nord Italia già pronte a investire la cifra necessaria, di circa due milioni di euro, in cambio di una gestione trentennale con il sistema collaudato del project financing. Per tutta la durata dell’accordo le provvigioni continuerebbero a entrare nelle casse di Palazzo Cernezzi, ma senza spese.

  • Formazione degli allenatori: Renzo Ulivieri sul Lario

    Formazione degli allenatori: Renzo Ulivieri sul Lario

    Renzo Ulivieri, numero uno dei tecnici italiani sbarca a Como per una mattinata di formazione gratuita insieme all’Assoallenatori di Como. Tutti i mister, aspiranti allenatori e addetti ai lavori potranno incontrarlo sabato 5 maggio a San Fermo, presso il centro sportivo Eracle di via Fittavolo, per una lezione che si svolgerà (9.30) dapprima in aula e poi in campo (10.30). Il tema: “I principi della difesa moderna”.

    L’appuntamento fa parte del primo corso formativo itinerante gratuito organizzato dalla sezione comasca dell’Associazione allenatori che, in questi mesi, ha radunato centinaia di addetti ai lavori sui campi di Rebbio, Rovellasca, Montesolaro, Figino Serenza, Villa Guardia e prossimamente Anzano al Parco.

    “Siamo felicissimi di ospitare Ulivieri – spiega il presidente Cosimo Savoia – Significa che questo nostro progetto dalla formula un po’ diversa che va incontro alle esigenze dei tecnici e delle società, si è rivelato vincente. Per recuperare punti sulle altre province, il calcio lariano ha bisogno di crescere, mettersi in discussione e migliorarsi. Questo può avvenire solo attraverso la formazione. La risposta dei comaschi però è sempre timida, a differenza delle altre province”.

    Sabato mattina il focus dell’ex tecnico del Bologna, da qualche anno a capo della scuola allenatori di Coverciano, sarà dedicato ai concetti della fase difensiva.

    Durante il corso itinerante, invece, sono stati sin qui analizzate le metodologie di allenamento dei club professionistici, del Milan, dei Centri Federali e dell’Anderlecht, sviscerando pro e contro. In aula e sul campo i tecnici di Milan, della Figc e alcuni mister comaschi noti come Nazzareno Tosetti e Christian Boscolo.

  • Football Nfl: Tavecchio “di ghiaccio” incanta gli States

    Football Nfl: Tavecchio “di ghiaccio” incanta gli States

    Il kicker torna in campo e trascina alla vittoria Atlanta

    Il sito degli Atlanta Falcons, squadra professionistica della Nfl (lega di football americano) semplicemente l’ha definito “Italian Ice”. La Lega l’ha onorato con l’ambito premio del “Player of the week” relativo agli special team (quel gruppo di giocatori che scende in campo per affrontare situazioni “speciali” e spesso complicate di gioco).

    Il protagonista di tutto questo è il brianzolo Giorgio Tavecchio, unico italiano nello sport più seguito degli Stati Uniti.

    Il giocatore di origine comasca (suo papà è dell’Erbese) è stato il grande protagonista di uno degli eventi più seguiti negli States, il “Monday Night” contro i New York Giants. Tavecchio è un kicker, cioè colui chiamato solo ed unicamente per calciare la palla tra i pali. Contro New York era la prima partita con Atlanta, dopo essere stato tagliato in estate (a sorpresa vista la buona stagione disputata) da Oakland. Bene, nonostante l’inattività Tavecchio ha realizzato 11 punti nel 23-20 con cui i Falcons hanno battuto i Giants, ottenendo una vittoria fondamentale.

    L’italiano di ghiaccio ha realizzato tutti e 5 i calci, tra cui uno dalle 56 yard, record personale. Alla fine è stato portato in trionfo.

  • Football Club Como sull’orlo del baratro: poche ore di speranza

    Football Club Como sull’orlo del baratro: poche ore di speranza

    Akosua Puni Essien allo stadio Sinigaglia

    Poche ore di speranza per il Football Club Como. I tempi stringono: dopodomani è il giorno in cui scade il termine per iscrivere la società lariana al campionato di serie C 2017-2018. Prima, però, sarà necessario completare le pratiche per l’affiliazione.E assieme alla documentazione – che peraltro è pronta da tempo – sarà necessario portare l’elemento più importante, i soldi, che per ora non sono ancora arrivati dalla nuova proprietaria, Akosua Puni Essien.Un bonifico di circa un milione, euro più, euro meno; denaro che prima di tutto serve per pagare gli stipendi relativi alla stagione terminata qualche settimana fa. Una volta effettuato e dimostrato questo versamento, si deve procedere alla richiesta di affiliazione alla Federcalcio, che senza il passaggio dell’erogazione degli emolumenti non può essere fatta.E in ogni caso, per questo ritardo (il termine era il 26) ci sarà una penalizzazione nel prossimo campionato.Ma, per come stanno andando le cose, tutti i tifosi azzurri e le persone che hanno a cuore le sorti del club, metterebbero ben volentieri la firma per giocare nella serie C 2017-2018 anche con qualche punto in meno in partenza.

    L’ultima gara ufficiale degli azzurri, la sfida di playoff persa a Piacenza

    Perché il problema, a questo punto, non è come il Como affronterà il prossimo torneo, ma se lo affronterà.Che ci sia una società sull’orlo del baratro è un dato di fatto. Fatti salvi gli altri passaggi, venerdì è l’ultimo giorno per consegnare l’iscrizione (per la garanzia fideiussoria, invece, è il 5 luglio). E alternative non ce ne sono: il Football Club Como sarebbe destinato a sparire.Ipotesi che fino a poco tempo fa nessuno avrebbe pensato, ma che a questo punto va considerata. Chi volesse farsi carico di una nuova società – sempre che ci sia qualcuno – dovrebbe comunque ripartire dai campionati dilettantistici. Formalmente, visto che si ripartirebbe da zero, dalla Terza Categoria. Ma le esperienze recenti insegnano che, con club blasonati, si è optato per una ripartenza più soft. Per esempio il Parma, dopo il fallimento, è stato ricollocato in serie D.«È uno scenario che per ora non vogliamo nemmeno immaginare», dicono le persone che in questo momento in Italia lavorano per conto di Akosua Puni Essien.Da quanto trapelato, ieri il nuovo consulente finanziario della donna d’affari anglo-ghanese avrebbe di nuovo garantito l’arrivo dei soldi in tempi brevi. Ma è un discorso che ormai si sente da molto, troppo tempo, almeno quando era stato comunicato che entro lunedì 12 giugno sarebbero giunti i soldi per pagare gli stipendi arretrati.E di giorno in giorno si è andati avanti con la speranza di vedere accreditato il “famigerato” bonifico.Tempo prezioso è stato perso anche perché, da quanto trapelato, Akosua Puni Essien avrebbe svolto le sue operazioni dall’Africa, dove si trovava per lavoro.Ma per un motivo o per l’altro, il dato di fatto è che i tanto attesi soldi finora non sono arrivati a destinazione, dove tutto è pronto per correre in Federazione e consegnare i documenti – ovviamente già predisposti – per l’affiliazione e per l’iscrizione.

    Mister Mark Iuliano

    La preoccupazione, oltre che i tifosi e lo staff, tocca da vicino anche il reparto tecnico. Lo stesso allenatore Mark Iuliano non ha mai nascosto la sua preoccupazione; il responsabile dell’area tecnica Nello De Nicola, dal canto suo, è costretto a stare fermo con il suo lavoro. Gli accordi con i grandi club per l’arrivo sul Lario di giovani promettenti sono congelati, come pure quelli con gli albergatori e le località che in linea di massima hanno dato la loro disponibilità a ospitare il ritiro degli azzurri in vista della nuova stagione, che in teoria dovrebbe iniziare tra il 10 e 15 luglio.Tutti discorsi teorici, appunto, perché non vi è alcuna certezza.C’è poi un altro lato di questa vicenda che potrebbe essere ancora più devastante, se il Como non ce la dovesse fare, ossia lo stop dell’attività di un settore giovanile, che negli ultimi anni era stato faticosamente riavviato.Non è un caso che un elemento cresciuto a Orsenigo come Christian Mutton quest’anno abbia vinto lo scudetto Primavera con l’Inter e che la squadra Under 17 abbia conquistato lo stesso trofeo proprio pochi giorni fa nel torneo riservato ai club di Lega Pro. Sarebbe un danno devastante.Massimo Moscardi

  • Football Club Como, mistero e imbarazzo. Vicinissime le scadenze

    Football Club Como, mistero e imbarazzo. Vicinissime le scadenze

    Evitare le corse dell’ultimo minuto era ciò che tutti avrebbero desiderato. Ma ora in molti metterebbero la firma per consegnare ogni cosa anche sul filo di lana.La vicenda del Football Club Como continua a essere nel mistero. Ormai la situazione è nota: entro lunedì prossimo alla Covisoc va fornita la documentazione che attesti il pagamento degli ultimi stipendi relativi alla stagione 2016-2017.I documenti sono pronti, ma per ora mancano i soldi, che devono giungere dalla proprietaria Akosua Puni Essien. Una vicenda che va avanti da giorni e che sta inquietando non poco tutto l’ambiente.Prima la garanzia che sarebbe arrivato tutto per lunedì 12, poi i rinvii quotidiani fino al momento attuale, con uno stallo che sta bloccando anche l’organizzazione in vista del prossimo campionato.E i componenti dello staff italiano, il responsabile dell’area tecnica Nello De Nicola e l’allenatore Mark Iuliano, in questa fase sono decisamente preoccupati, al pari dei tifosi azzurri, che temperature a parte, stanno vivendo un inizio di estate decisamente caldo.Una nuova società che oggi è attesa alla riunione della Commissione di vigilanza che avrà al centro dell’attenzione lo stadio Sinigaglia. L’accordo con il Comune per il suo utilizzo è stato ratificato, ma ora è necessario affrontare i problemi che riguardano la struttura. Al tavolo, vigili del fuoco, Palazzo Cernezzi e il club.Ovvio, questo è un passo importante anche se, per chi lavora al Como, la giornata sarà caratterizzata dall’attesa per vedere se il tanto atteso bonifico arriverà o meno. Anche ieri Akosua Puni Essien avrebbe dato garanzie, ma ora, dopo una serie di annunci, la speranza è che ci sia una conferma.

    Dalla telecronaca sul web, le immagini della festa scudetto dei giovani azzurrini

    In questo buio ieri c’è anche stato un lampo azzurro, con la conquista di quello che di fatto è uno dei trofei più importanti nella storia dell’ultracentenaria società cittadina. Superando per 3-0 il Padova nella finalissima tricolore sul campo di Cesena, la formazione Under 17 del Como ha infatti conquistato lo scudetto 2017 di categoria per la Lega Pro.Una grande soddisfazione per tutti, a partire dall’allenatore Massimo Cicconi, arrivato giovanissimo nel vivaio azzurro, cresciuto a Orsenigo come giocatore e ora tecnico vincente. Stasera alle 20.30 la Supercoppa nazionale contro l’Inter, che ha vinto lo scudetto principale.Massimo Moscardi

    I dirigenti del Football Club Como? In Rete solo fantasmi

  • Football Club Como, game over. Carlo Tavecchio: «Non c’è più niente da fare»

    Football Club Como, game over. Carlo Tavecchio: «Non c’è più niente da fare»

    Carlo Tavecchio, comasco e presidente Figc

    «Per il Como non c’è più niente da fare». Lo dice a malincuore, Carlo Tavecchio. Comasco di Ponte Lambro e oggi presidente della Federcalcio, nonché commissario ad interim della Lega di Serie A. «Non ha rispettato i termini per l’affiliazione – ribadisce al telefono al Corriere di Como – lunedì uscirà il comunicato ufficiale della Federazione sulla sua esclusione». Il Como non c’è più. Qualcuno tenterà di farlo rinascere, e si dovrà aggrappare ai vari lodi Petrucci. Ma la storia della squadra si interrompe qui.

    «Naturalmente – dice ancora Tavecchio – dispiace molto quanto sta accadendo. Per la città, certo, ma anche per la tradizione sportiva di questa piazza che, per ovvi motivi, conosco bene. Mi sono ancora una volta meravigliato di come nessuno degli imprenditori locali si sia fatto avanti per tenere in vita questa gloriosa squadra», aggiunge il numero uno della Figc, ponendosi una domanda che altri si sono fatti senza naturalmente trovare una risposta convincente. Il futuro delle maglie azzurre con la croce bianca in campo rosso è incerto. Nebuloso. «Adesso deve intervenire il sindaco – chiarisce Tavecchio – La Federazione farà sicuramente la sua parte. Ma attenzione: bene che vada, la ripartenza sarà lontana dal calcio professionistico. Ricominciare vorrà dire partecipare a un campionato interregionale».

    L’ultima gara degli azzurri fra i professionisti: la trasferta playoff di Piacenza

    Indietro non si torna. Le possibilità sono finite. «Credo che nelle scorse settimane sia stata dimostrata da parte nostra tutta la disponibilità a recepire le difficoltà di una nuova società – conclude Carlo Tavecchio – ma ora il tempo è ormai scaduto. Lunedì (domani, ndr) si iniziano a guardare le iscrizioni. E il Como è fuori». La parole del massimo dirigente della Federcalcio – che il destino cinico e baro di questa estate bollente ha voluto fosse comasco – fanno piazza pulita di speranze e illusioni. Di tentativi dell’ultimo minuto e di rincorse disperate. E mettono in evidenza ancora una volta l’incredibile gestione di tutta la vicenda, caratterizzata da un approccio a dir poco dilettantesco.

    Sempre ieri sono emersi altri retroscena, ad esempio sull’affiliazione mancata alla Federcalcio. Giuseppe Baretti, presidente del comitato regionale lombardo, ha infatti rivelato che subito dopo l’acquisto all’asta della società, i nuovi proprietari andarono nella sede milanese del comitato per istruire la pratica dell’affiliazione. «Abbiamo dato loro il modulo necessario e anche assegnato un numero di matricola – spiega Baretti – ma nelle settimane successive non è accaduto nulla. Ancora ieri (venerdì, ndr), il database della Federazione, alla voce “Como”, riportava la dicitura “Società in attesa di affiliazione”».

    In realtà, quindi, chi ha comprato dal fallimento ben conosceva i passaggi necessari a restare dentro il circo Barnum del pallone italiano. E si era anche preoccupato di mettere in modo le procedure. Per poi, inspiegabilmente, fermarsi. E a nulla valgono i malinconici, estremi, tentativi di iscrizione al campionato di Lega Pro. Ciambelle di salvataggio, ma pesanti come il marmo. Lanciati in direzione dei naufraghi ormai preda delle onde. Domani, gli uffici e i consulenti della Lega Pro metteranno mano alle carte spedite via mail dal Como contenente la domanda di iscrizione al campionato. L’unica che andava depositata nel termine perentorio del 30 giugno.

    Il punto, hanno ribadito ancora ieri dalla sede fiorentina della Lega Pro, è che nel caso del Como manca il presupposto di partenza, vale a dire l’affiliazione alla Federcalcio. «Lo scoglio dell’articolo 52 delle norme organizzative». Così lo definiscono in Lega Pro. L’affiliazione, che la nuova società non ha mai ottenuto (e forse nemmeno chiesto). Peraltro, sempre dagli uffici toscani della Lega, si fa notare un altro, interessante, particolare: il Como ha giocato con l’esercizio provvisorio dalla data del fallimento e sino all’acqui – sto all’asta. Ma negli ultimi mesi, durante cioè la conduzione di Puni Essien, è scesa in campo una squadra “fantasma”, senza affiliazione. Chi è stato retrocesso dalla Lega Pro potrebbe, forse a buon diritto, chiedere se tutto ciò fosse regolare e pretendere una spiegazione. Fino a depositare un ricorso alla giustizia sportiva con cui chiedere conto e ragione di questa apparente (ma vistosa) anomalia.

    Il diesse del Como Nello De Nicola: «È assurdo che sia finito tutto così»

  • Fondazione Volta, polemiche sulla nomina di Castelli

    Fondazione Volta, polemiche sulla nomina di Castelli

    «Consegnamo una fondazione con i conti in ordine e capace di creare progetti di alta formazione che danno lustro al nostro territorio».Mauro Frangi traccia un breve bilancio dei tre anni e mezzo alla guida della Fondazione Volta, organismo nato dalla fusione di UniverComo e Centro Volta e votato al sostegno della ricerca e dell’istruzione universitaria. Ieri mattina i soci hanno approvato il bilancio 2017 (il conto economico è stato chiuso attorno ai 2,5 milioni di euro) e discusso le nuove nomine (tutti i nomi sono nella scheda a fianco), non senza qualche polemica.

    Alla scadenza del primo mandato, infatti, soltanto due consiglieri uscenti degli 11 del cda attuale sono stati confermati nel loro incarico.Ma a far discutere è stato soprattutto il ritorno di Giuseppe Castelli, già presidente del Centro Volta. Criticato per aver lasciato in eredità alla Fondazione un bilancio gravato di molti debiti.«In questi tre anni abbiamo chiuso la vertenza con l’Unione Europea che ci chiedeva di rimborsare 1,6 milioni di euro e messo in sicurezza un altro debito di 400mila euro – dice Frangi – le perplessità e l’imbarazzo sul ritorno di Castelli sono stati inevitabili».Ciò detto, Frangi ribadisce la qualità del lavoro svolto. In particolare la «costante crescita delle scuole di alta formazione e del programma di scuole speciali che abbiamo svolto in collaborazione con varie università». I numeri parlano chiaro: «dalle 39 giornate di formazione del 2014 si è passati alle 140 in programma nel 2018. In cinque anni siamo passati da 290 partecipanti a 829, per quasi due terzi provenienti dall’estero».

  • Fondazione Minoprio, nuove opportunità nel settore agroalimentare

    Fondazione Minoprio, nuove opportunità nel settore agroalimentare

    Iscrizioni aperte  fino al 14 dicembre e inizio corsi il 17 dicembre per il ciclo “Professioni 4.0” alla Fondazione Minoprio che offre nuove opportunità di lavoro nel settore agroalimentare. “Industria 4.0 Tecnico Superiore per le biotecnologie applicate alla produzione di piante officinali ed essenziere e alla nutraceutica”, questo il titolo per esteso del corso che permette lo sviluppo di nuove competenze tecniche, con particolare attenzione alla sostenibilità economica dei processi di trasformazione dei prodotti. Un corso orientato al futuro e alle nuove tecnologie in campo agrario. Il corso è gratuito e  finanziato dal Fondo Sociale Europeo e prevede un 40% del monte ore in azienda. Durante il corso sarà rilasciato un patentino per uso droni,  abilitazioni per uso attrezzi e macchine agricole e  certificazioni nell’ambito della sicurezza. Il corso avrà durata biennale e si rivolge a diplomati e laureati fino al 29° anno di età. Informazioni alla Fondazione Minoprio in viale Raimondi 54  a Vertemate con Minoprio (031.68.76.201).

  • Focus sull’ipotermia a Gravedona

    Focus sull’ipotermia a Gravedona

    ALL’OSPEDALE MORIGGIA PELASCINILa Società Italo Svizzera Studi Ipotermia (Sissi) organizza a Gravedona, all’ospedale Moriggia Pelascini, un importante focus sull’ipotermia che vedrà la partecipazione di specialisti italiani ed elvetici. Il convegno è in programma sabato prossimo per l’intera giornata, con relatori di rilevanza nazionale e non solo. L’evento è patrocinato dal 118, dall’Agenzia Regionale per l’Emergenza e Urgenza (Areu) e dal Soccorso Alpino.