Dopo il fidanzamento più lussuoso dell’anno, che a settembre per oltre una settimana ha blindato Villa Olmo e diverse altre dimore storiche del Lario, in questi giorni è la volta di un altro grande evento indiano. Si tratta del matrimonio tra due degli attori più amati di Bollywood, Ranveer Singh e Deepika Padukone. In India i media di gossip non parlano d’altro da tempo. La cerimonia è oggi e domani a Villa Balbianello. Una doppia celebrazione, rispettando le tradizioni delle comunità di origine di Ranveer e Deepika, preceduta, ieri sera, da una festa con gli invitati. Come riporta la stampa indiana, in particolare India Today che sta dedicando ampio spazio all’evento, il matrimonio sarà riservato a una cerchia ristretta di ospiti, familiari, amici e colleghi.Singh e Padukone hanno lavorato insieme in quello che è uno dei maggiori film di successo di Bollywood, la ricostruzione in versione indiana di Romeo e Giulietta di Shakespeare. Una pellicola che in tutto il mondo ha incassato più di 30 milioni di dollari. Il 28 novembre la coppia ha già organizzato un ricevimento a Mumbai per gli amici che non sono arrivati sul Lario.
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A “Striscia la Notizia” i bollini della messa a Lurate
È finito anche su “Striscia la Notizia”, il tg satirico di Canale 5, il caso della “tessera a punti” per i fedeli di Lurate Caccivio.
Il parroco don Angelo Fontana è stato intervistato da Chiara Squaglia, spiegando il senso dell’iniziativa e ha ribadito: “Se vuoi seguire Gesù, lo devi volere fino in fondo, ma quello che conta è la preghiera”. Il caso era stato trattato anche su queste colonne all’inizio di ottobre.
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A scuola fino a 18 anni. La Svizzera ci pensa
Elevare l’obbligo scolastico fino a 18 anni. Una proposta che in Italia era stata mossa dall’ex ministro all’Istruzione, Valeria Fedeli. Oggi l’obbligatorietà finisce a 16 anni. In Italia come nella maggior parte d’Europa. Fanno eccezione Belgio, Portogallo, Paesi Bassi e Germania (solo in alcune regioni) e, in Svizzera, nel Canton Ginevra. Valeria Fedeli non è più ministro. In Italia così non si parla più del provvedimento. L’obbligo a 18 anni potrebbe però arrivare tra Chiasso e Bellinzona. La proposta in Canton Ticino è stata avanzata dal Partito Comunista con una prima interrogazione presentata dal deputato Massimiliano Ay.La discussione ha poi coinvolto tutto il Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport del Canton Ticino, guidato da Manuele Bertoli. «Avevamo chiesto di valutare questa ipotesi, attualmente già in vigore a Ginevra – scrive il Partito Comunista in una nota – nell’ottica di contrastare il preoccupante fenomeno dell’abbandono scolastico».«Il nostro deputato aveva poi ribadito la questione in Gran Consiglio sul Preventivo 2019 ottenendo da parte del ministro Bertoli una riposta possibilista, ribadita di recente via mezzo stampa dallo stesso Consigliere di Stato».Anche le parti sociali avrebbero espresso la loro soddisfazione in merito.«Al Partito Comunista non bastano però gli interessamenti del Dipartimento – si legge sempre nella nota – occorre procedere speditamente perché la dispersione scolastica e la precarietà sociale che ne consegue fra i giovani stanno diventano vere e proprie emergenze».Massimiliano Ay ha formalizzato così ieri la sua proposta anche in una mozione al Consiglio di Stato. La scolarità obbligatoria, anche se estesa, dovrà essere gratuita. In Italia la titolare del Miur aveva collegato l’innalzamento con la sperimentazione del diploma in quattro anni prevista dal recente decreto del ministero che, a partire dall’anno scolastico 2018/2019, coinvolge 100 classi dei licei e degli istituti tecnici in tutta Italia, compresi in provincia di Como il Liceo Giovio, il Collegio Gallio e il Setificio Paolo Carcano.
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A Milano va in scena l’archivio del pacifista Moneta
Il 13 novembre nella sala conferenze del Museo del Risorgimento di Milano (Palazzo Moriggia in via Borgonuovo 23) alle 17 sarà presentato il riordino del Fondo Archivistico “Ernesto Teodoro Moneta” delle Civiche Raccolte Storiche, promosso dallo stesso museo. Interverranno Saverio Almini, curatore del riordino del fondo, e Claudio Colombo che leggerà il saggio di Arturo Colombo Viaggio in tre tempi (forse quattro) di Teodoro Moneta. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.Nello stesso museo è aperta fino al 2 dicembre la mostra documentaria “Il pacifismo sconfitto”, promossa dalla Fondazione Kuliscioff, in collaborazione con il Comune di Milano, nel centenario della fine della Prima guerra mondiale con l’obiettivo di spiegare le ragioni della crisi del pacifismo tra gli inizi del XX secolo e la Conferenza di pace di Versailles del 1919.È significativo che la figura di Moneta torni in auge, in un periodo storico in cui la pace è sotto attacco, si alzano muri e risorgono tentazioni nazionaliste che si speravano sconfitte dalla storia. Moneta, comasco, è l’unico italiano che fu insignito, correva l’anno 1907, del premio Nobel per la Pace. Le sue convinzioni presero voce sul quotidiano milanese “Il Secolo”, da lui diretto tra il 1869 e il 1896.Moneta si batté per idee quali l’istituzione dell’arbitrato internazionale, per una federazione europea come garanzia di pace e per l’abolizione degli eserciti permanenti, e si adoperò per la libertà e l’indipendenza dei popoli, animando tra l’altro la campagna contro la guerra d’Eritrea voluta da Francesco Crispi.Lorenzo MorandottiErnesto Teodoro Moneta (1833-1918), combattente garibaldino e unico italiano Nobel per la PaceIl personaggioErnesto Teodoro Moneta, combattente garibaldino, pubblicista e giornalista e unico italiano a essere stato insignito della prestigiosa onorificenza del Premio Nobel per la Pace, fu anticipatore, con il suo pensiero pacifista, della Carta delle Nazioni Unite . Le 96mila lire del Nobel furono interamente destinate alla “Unione Lombarda per la pace”, rappresentanza in Italia della “Società Internazionale per la pace”, da lui fondata nel 1887
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A Lariofiere di Erba due giorni tutti dedicati a Fido
Compagni di vita e di gioco, angeli salvatori in situazioni di pericolo, fedeli testimoni della quotidianità familiare. I nostri cani sono protagonisti al Lake Como Dog Show in programma l’8 e 9 dicembre al centro Lariofiere di viale Resegone a Erba. Un evento organizzato dal Gruppo Cinofilo Comasco.Il sodalizio si presenta così sul suo sito Internet: «Siamo una associazione legalmente costituita tra cinofili proprietari di cani di razza e simpatizzanti, riconosciuta dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana». Scopi sono «la propaganda e il miglioramento del cane di pura razza, mediante manifestazioni, convegni ed altre iniziative a carattere divulgativo e/o zootecnico».Sarà soprattutto, quello atteso a Erba, un evento legato alla passione, la possibilità di incontrare persone che condividono l’amore per il cane da sempre ritenuto il migliore amico dell’uomo (certo, compresi gli incroci). Si potranno così scambiare esperienze: chi è già esperto e “purista” potrà trovare occasioni di confronto e approfondimento, mentre il neofita potrà avere informazioni di base per avventurarsi nel mondo cinofilo senza paura di sbagliare. E per chi non può permettersi di tenere un cane in casa, ricordiamo che i canili del territorio permettono di portare a passeggio i fedeli amici affidandoli ai volontari. Informazioni sul sito www.gliamicidelrandagio.it.Momento scenografico e spettacolare a Lariofiere sarà naturalmente la passerella dell’esposizione canina, giunta all’edizione numero 43, con razze e taglie di ogni genere, italiane e internazionali, dal bassotto all’alano, dal pastore bergamasco al fox terrier, compresi i cani da ferma (protagonisti l’8 dicembre) e quelli da riporto, da cerca e da acqua (protagonisti il 9 dicembre). Folta anche la rappresentanza di cinofili dall’estero che scenderanno in campo per la gara con gli esemplari migliori: se la giocano alla pari Regno Unito e Irlanda con 4 rappresentanti per ciascuno, ci sarà poi una rappresentanza dalla Svizzera, una dalla Finlandia, una dalla Bosnia Erzegovina, una dall’Olanda e una dalla Serbia. Info allo 031.572.473. Ingresso 7 euro dalle 9 alle 17, gratis fino a 14 anni.
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A Gironico il take away dello spaccio: due arresti
Era una sorta di take away della droga, da acquistare stando comodamente seduti sul sedile dell’auto. Bastava effettuare una telefonata allo spacciatore di turno e poi arrivare con la propria vettura in via Casarico a Gironico. Una sosta di qualche secondo e dal bosco accanto usciva un uomo che consegnava la “spesa” direttamente dal finestrino per poi scomparire tra gli alberi.Tutto durava pochissimo, nemmeno una decina di secondi. Eppure i carabinieri della stazione di Faloppio da tempo tenevano monitorata la situazione. Un lavoro di verifiche e riscontri che si era intensificato nelle ultime due settimane. Nelle scorse ore è poi scattato il blitz che ha portato all’arresto di due spacciatori – entrambi marocchini di 18 anni, irregolari in Italia – che nel bosco avevano creato il proprio supermercato della droga.Tutti i gusti potevano essere soddisfatti: a disposizione c’era la cocaina (la più richiesta), ma anche eroina, hashish e marijuana.I due spacciatori sono stati arrestati e condotti in carcere al Bassone di Albate in attesa di essere sentiti dal giudice delle indagini preliminari.A pochi passi dalla strada avevano allestito un bivacco di fortuna dove – una volta ricevuto l’ordine via cellulare – preparavano la dose richiesta e attendevano l’arrivo dell’auto. A questo punto, il “pacco” veniva preso da uno dei due marocchini che in pochissimi secondi scendeva lungo la via a consegnare quanto era stato richiesto. Una azione fulminea difficile da monitorare.Nel corso del blitz sono stati posti sotto sequestro 100 grammi di sostanza stupefacente di vario tipo, più 3.000 euro in contanti, diversi telefoni cellulari e l’attrezzatura per il confezionamento delle dosi.Non c’era una figura di riferimento tra gli acquirenti. Gli interessati alla droga potevano essere ragazzi, ma anche cinquantenni, in arrivo dalle province limitrofe e pure dalla Svizzera. Nel corso di una giornata potevano essere registrate fino a 40 cessioni di stupefacente. Le indagini dei carabinieri di Faloppio sono ancora in corso per individuare eventuali altri stranieri coinvolti nello spaccio.Nel corso della conferenza stampa di ieri, successiva agli arresti, i carabinieri hanno voluto anche ringraziare i cittadini per le segnalazioni che si sono rivelate molto utili ai fini dell’inchiesta.
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A Como la “Piccola Brera” rinasce con Gulliver. Presentata “Borgovico Street”
Il celebre romanzoI viaggi di Gulliverdi Jonathan Swift ispira la rinascita del quartiere Borgovico di Como.Sabato pomeriggio è stata presentata l’associazione di artisti e commercianti della “Piccola Brera” di Como,Borgovico Street.Via Borgovico vecchia ha un pavé che grida vendetta. Commercianti e intellettuali si sono riuniti quindi in sodalizio per far rinascere proprio partendo dalla sistemazione della strada; questo mezzo chilometro di antiche case e negozi che attende il rilancio in un’atmosfera vintage con due piccoli alberghi, bed and breakfast, locali e ristoranti tipici, atelier d’artisti.Tra gli attivisti Marco Vido, architetto e dal 2008 solo artista, che in Borgovico vecchia ha riconvertito il suo atelier, ora ad Albate, in bed&breakfast con opere d’arte sulle pareti, e Fabrizio Bellanca, artista e grafico che lavora nella via dal 2005.Presidentessa della nuova associazione è la pittrice Ester Negretti, da poco trasferitasi con il suo atelier nella “Piccola Brera” di Como due anni fa: «Lavoriamo fianco a fianco con il Comune per poter realizzare i nostri programmi, e aderire a bandi specifici per lo sviluppo di questa zona come quello recentemente presentato del distretto sul commercio. Ieri abbiamo chiesto la sistemazione della pavimentazione stradale, un passo essenziale per valorizzare questo incanto bohémien nel cuore di Como».E cosa c’entra Swift con il suo capolavoro letterario? «Dal 15 dicembre esporremo in ogni vetrina della via le tavole del celebre artista e illustratore comasco Libico Maraja dedicate ai Viaggi di Gulliver. Vogliamo simbolicamente far capire che la nostra via è la porta di accesso alle meraviglie di Como, per turisti e residenti, uno scrigno di tesori tutto da scoprire in un viaggio che può partire proprio dalla nostra “piccola Brera” comasca. E sempre da metà dicembre daremo il via a laboratori d’arte e attività culturali».Ieri pomeriggio è partito ufficialmente anche il tesseramento dell’associazione “Borgovico street”, aperta a tutti.
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A Como il cantautore Mimmo Locasciulli
Il cantautore Mimmo Locasciulli (foto) torna con “Cenere”, il suo nuovo album di inediti in uscita il 9 novembre in formato digitale e venerdì 16 novembre nei negozi “fisici”.A due anni dalla pubblicazione del doppio cd celebrativo “Piccoli cambiamenti”, e dopo 9 anni dal suo ultimo album di inediti (“Idra”), “Cenere” racchiude tutto il percorso artistico di Mimmo: dalle prime esperienze folk al rock-pop cantautorale, dagli sconfinamenti nell’elettronica fino alle immersioni nel blues e nel jazz. I suoi testi, come di consueto, si arricchiscono di una ricerca anche poetica, oltre che della testimonianza e della cronaca del tempo che vive.
Il disco racchiude diverse collaborazioni con nomi noti del panorama cantautorale, come quello di Enrico Ruggeri, di Pacifico e di Büne Huber, front-man e anima dei Patent Ochsner, strepitosa rock band bernese premiata lo scorso anno con gli Award come miglior gruppo, miglior album e miglior live. “Cenere” si arricchisce, inoltre, della presenza di due artisti tanto diversi quanto ugualmente preziosi: Fabrizio Bosso e Awa Ly, giovane cantante franco-senegalese, ormai popolarissima in Francia e in Europa.
Insieme a Mimmo (piano, organo e tastiere) e Matteo (contrabbasso, basso e chitarre) hanno suonato: Andi Hug (batteria), Massimo Fumanti (chitarre), Giovanna Famulari (violoncello), Marco Di Marzio (contrabbasso, ukulele e mandola), Mattia Feliciani (sax e clarinetto basso), Jorge Ro (tromba e flicorno), Filippo Schininà (batteria), Manuel Trabucco (sax) Michael Applebaum (tromba).
Dal 22 novembre Mimmo Locasciulli sarà in concerto in Italia e in Svizzera, dove sarà accompagnato da Büne Huber. Il 24 novembre sarà alla “Officina della musica” di via Giulini a Como. È inoltre disponibile in libreria il nuovo libro di Mimmo Locasciulli, “Come una macchina volante” (Castelvecchi edizioni), un racconto biografico che illustra le curiosità sul doppio amore che l’ha guidato nella vita: la musica e la medicina.
Tra i più grandi cantautori italiani, Mimmo Locasciulli ha debuttato al Folkstudio di Roma negli anni Settanta. Ha inciso finora 18 album, ha prodotto Claudio Lolli, Gigliola Cinquetti, Roberto Kunstler, Goran Kuzminac e Haber, ha collaborato con artisti nazionali e internazionali di primissimo piano. Recentemente ha festeggiato i quarant’anni di carriera musicale con il doppio album “Piccoli cambiamenti”. Esercita la professione di chirurgo e nutrizionista a Roma, dove vive.
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A 26 anni è morta Angelica Angelinetta, testimonial della lotta alla fibrosi cistica
Ogni giorno attraverso i social raccontava la sua battaglia, i sogni che aveva, i viaggi che avrebbe voluto fare, dava coraggio agli altri e chiedeva di sostenere la lotta alla fibrosi cistica, la terribile malattia da cui non si può guarire. A 26 anni è scomparsa Angelica Angelinetta, giovane di Dongo, diventata un simbolo della lotta alla fibrosi cistica, l’organizzatrice di un evento di successo come la Marafibrositona a Gravedona. Attraverso questa manifestazione poche settimane fa erano stati raccolti più di 80mila euro. Nell’aprile del 2017 era stata sottoposta a un trapianto di polmoni che, come lei stessa ha spesso spigato sui social, le poteva servire a migliorare le condizioni di vita, ma non a guarire. E anche dall’ospedale, negli ultimi tempi, sempre rispondeva alle domande e agli incoraggiamenti di chi le scriveva, invitando le persone a contribuire alla battaglia contro la fibrosi e ad informarsi sulla malattia.
Nel suo ricordo, vale la pena rileggere la parole che Angelica aveva scritto nella pagina personale di Facebook in accompagnamento alla foto profilo.
Sono nata con la Fibrosi Cistica tra le braccia di due genitori meravigliosi. Mi hanno riempita di dolcezza e forza ogni giorno, mi hanno curata con precisione e determinazione. Le terapie giornaliere non erano altro che un’ulteriore dimostrazione d’amore, un’occasione per riempirmi di coccole ed attenzioni. La mia meravigliosa sorella tiene stretta la mia mano sin da quando eravamo piccine, non mi ha mai fatto sentire diversa ma mi ha trasmesso tutto il suo essere speciale. Hanno trasformato ricoveri, flebo, punture, aerosol e antibiotici in una quotidianità necessaria ma per niente pesante. Sono stati in grado di far diventare la Fibrosi Cistica la ragione che mi spinge a godermi ogni istante della vita con una passione fuori dal comune ed è a loro che devo ogni mio respiro.
Crescere con questa malattia significa capire che vivere è la cosa più bella e rara al mondo e che i più, esistono solamente.Significa amare profondamente e sorridere con il cuore, vedere le cose in maniera diversa, meditare sulla mia vita con urgenza appassionata.
La Fibrosi Cistica è probabilmente la causa dei miei più grandi problemi e pensieri, ma è questa bestia che mi ha fatto diventare quella sono, che mi ha fatto conoscere le persone più importanti e speciali, che mi ha fatto capire i valori della vita, che mi ha circondato di persone stupende.
Sostenete la ricerca, vogliamo guarire!
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Cantù interrompe la serie nera. Dopo otto sconfitte è arrivata la vittoria con Pistoia
La Pallacanestro Cantù interrompe la serie negativa. Dopo otto sconfitte consecutive è arrivato il tanto atteso successo dei toscani, che a Desio hanno battuto Pistoia per 100-79. Alla vigilia le due squadre condividevano l’ultimo posto assieme a Reggio Emilia, a cui è riuscita l’impresa di battere la Reyer Venezia. Contro i toscani ben tre i giocatori canturini sopra i venti punti: 25 di Jefferson (top scorer), 21 di Blakes (con 8 assist) e 20 per Gaines (3/5 dall’arco).«Era un momento difficile per tutti: per la squadra, per la società e per i tifosi. Per questo motivo ho davvero apprezzato lo sforzo dei miei ragazzi – ha detto alla fine coach Evgeny Pashutin – Si sono davvero impegnati e sacrificati gli uni per gli l’altri. Hanno messo in campo il cuore. Abbiamo subito pochi punti – cosa che non accadeva da molte partite – questo perché finalmente c’è stata una difesa solida. Abbiamo cambiato bene sulle marcature, abbiamo combattuto a rimbalzo e abbiamo contrastato i loro tiri. In attacco, invece, c’è stata una buona condivisione del pallone, limitando tantissimo le individualità che a volte è davvero difficile contenere. Credo che questo possa essere un buon segnale per la squadra, per la società e per i tifosi, per un buon 2019. Ho sempre detto che siamo una buona squadra, che Cantù è una buona squadra, dobbiamo solo continuare a giocare uniti e insieme».
In classifica l’Acqua S.Bernardo Cantù sale a 8 punti al penultimo posto, condiviso con Torino (avversario nella gara del 6 gennaio), Reggio Emilia e Pesaro.