Oggi ricorre il centenario della nascita del grande poeta elvetico Giorgio Orelli e gli amici della scrittura in versi lo ricordano con molte iniziative oltreconfine. Nella sua Bellinzona il 28 maggio, alle 18 nell’aula magna della Scuola cantonale di commercio (SCC) è in programma «Un giorno, invece di svolgere un tema, scrissi una poesia». A ricordare Giorgio Orelli, in quella che è stata per tanti anni la sua scuola, interverranno quattro scrittori/critici: Andrea Moser, Ariele Morinini, Laura Di Corcia, Tommaso Soldini. L’incontro, organizzato dalla scuola e dalla “Casa della Letteratura”, sarà moderato da Fabio Pusterla e Pietro De Marchi. E il 1° giugno alle 18.30 alla Biblioteca cantonale si terrà la presentazione di «Rosegrada», inedito orelliano a cura di Pietro De Marchi e Matteo Terzaghi con tre racconti.Nato ad Airolo nel 1921, lo svizzero Giorgio Orelli è stato uno dei maggiori poeti in lingua italiana del secondo Novecento, autorevole esponente della cosiddetta “quarta generazione” e allievo del filologo Gianfranco Contini che lo aveva definito «Toscano di Svizzera». Tutta la sua opera è raccolta nell’Oscar Mondadori curato nel 2015 da Pietro De Marchi mentre Marcos Y Marcos ha ripubblicato nel 2017 il suo unico libro di racconti Un giorno della vita. Anche Como coltiva memorie orelliane. L’atelier Lithos in via Venturino 18 a Como ha realizzato con Orelli due opere, nel 2012 e nel 2013. Si tratta di La buca delle lettere, Ragni, libro d’artista con due poesie di Orelli e serigrafia originale dell’artista Natalie Du Pasquier, tra i membri fondatori di Memphis, gruppo multimediale di designer di cui facevano parte, tra gli altri, Ettore Sottsass e Andrea Branzi. La tiratura è di 80 esemplari numerati e firmati dagli autori, più quattro prove d’artista. Poi ha realizzato L’altalena, La goccia, libro d’artista con due poesie di Orelli e litografia originale di Alfredo Taroni, artista e architetto che è l’anima di Lithos. La tiratura è di 50 esemplari. Sono gli ultimi due libri pubblicati da Orelli, morto nel 2013. In archivio Lithos ha un lungo documentario in cui Orelli racconta le sue origini di poeta e studioso e legge alcuni dei suoi test nella casa bellinzonese di via Belsoggiorno.
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Festa per i 120 anni della Camera del Lavoro di Como
Venerdì 28 maggio, dalle 10, la Cgil celebra i 120 anni della Camera del Lavoro di Como. Collocata inizialmente a San Pietro in Atrio, la Camera del Lavoro cittadina fu costituita nel 1901 (con un memoriale inviato al consiglio comunale) grazie all’iniziativa dell’avvocato socialista Angelo Noseda, già creatore nel 1892 della lega socialista a Como e successivamente sindaco di Como e deputato. Fra i fondatori anche Aristide Bari, mazziniano e repubblicano, tipografo, tra i fondatori della Tipografia Cooperativa Comense e promotore del movimento cooperativo comense. Aderirono 38 società rappresentanti le categorie e gli ordini professionali dell’epoca (operai, muratori, falegnami, tessitori, fattorini, facchini, calzolai, imbianchini…). Il primo segretario provvisorio fu Giulio Forti. È bene ricordare come, già dal 1877 esistesse in città un Consolato operaio al quale facevano riferimento le categorie maggiori, soppresso poi nel 1898 dopo la repressione di Bava beccaris. Sul territorio, erano inoltre attive diverse società di Mutuo Soccorso. La sede della Camera del Lavoro si spostò in via Rovelli e, durante la Resistenza fu provvisoriamente fissata in via Pessina, dove oggi c’è l’Ats.
L’evento sarà interamente online: si comincia alle 10. Sarà presente la vice segretaria nazionale Gianna Fracassi e sarà trasmesso un breve video del segretario nazionale Maurizio Landini alla fine della giornata.
Dopo l’introduzione del segretario provinciale Umberto Colombo, Luca Fonsdituri e Claudio Critelli (ex direttore dell’archivio di Stato di Como) parleranno della Camera del Lavoro di Como e delle sue origini.A seguire, saranno proiettati cinque video con cinque storie di lavoro, introdotte dal segretario provinciale Nidil Paolo Gagliardi. In una tavola rotonda virtuale dialogheranno Gianna Fracassi, Umberto Colombo, Monica Vangi (Cgil Lombardia), Marta Pezzati (Como Accoglie), Marina Consonno (Acli), Chiara Braga (deputata PD), Lelio Demichelis (docente Insubria) e Claudio Gerosa (Confindustria Como).L’evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook della Cgil.«Questa è la prima iniziativa, ne seguiranno altre durante l’anno – spiega il segretario generale della Camera del lavoro Umberto Colombo – il traguardo raggiunto ci rende orgogliosi: le lotte e le battaglie sindacali hanno consentito di migliorare le condizioni di lavoro e generali di vita nel territorio. La nostra attività non è finita e continua anche in questi mesi difficili: in provincia, ci sono generazioni di lavoratori con impieghi precari e preoccupazioni riguardo a risvolti negativi sull’occupazione a causa della pandemia. L’impegno anche in futuro deve essere determinato, a trecentosessanta gradi e riguardare tutti, confederale e generale come dice il nome stesso della Cgil. Ancora oggi, a distanza di 120 anni, la Camera del Lavoro, che ha saputo rinnovarsi, è fondamentale per unificare i diritti del lavoro e ridurre le disuguaglianze sociali».
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Comaschi al Mottarone: «Poteva accadere a noi»
La funivia era stata presa in considerazione fino alla sera precedente, poi la scelta di arrivare in cima utilizzando l’auto per comodità e per velocizzare i tempi. Una decisione che si è rivelata provvidenziale per un gruppo di ragazzi comaschi che domenica aveva organizzato una giornata di svago sul Mottarone.
Martina Floris e il fidanzato, sua sorella e gli altri amici, durante il tragitto di discesa dal Mottarone si sono trovati davanti i soccorsi che correvano. Si sono preoccupati all’istante ma ancora non sapevano che cosa fosse accaduto.«Abbiamo visto vigili del fuoco, polizia e ambulanze – ha raccontato al tg di Espansione Tv Martina, 28enne residente a Sagnino – ci siamo resi conto immediatamente che era successo qualcosa di grave».Poco dopo la drammatica scoperta: la cabina della funivia che si è sganciata dal cavo e si è trasformata in una trappola mortale. I ragazzi hanno iniziato a ricevere messaggi e chiamate da chi sapeva dove si trovavano o aveva visto postati sui loro profili social i video della mattinata.
A poche ore dall’accaduto, è ancora difficile realizzare. «Dovevamo salire anche noi sulla funivia, una scelta che è stata presa in considerazione fino alla sera precedente, poi per comodità e per velocizzare i tempi abbiamo optato per la salita in auto – ha raccontato ancora la comasca – quando abbiamo saputo è stato un colpo al cuore. Molte delle vittime erano nostri coetanei. Siamo rimasti colpiti, dovevamo essere su quella funivia e poteva succedere a noi. È stata una tragedia; non riesco nemmeno a immaginare i genitori che hanno capito quanto stava avvenendo e come abbiano tentato in ogni modo di proteggere i loro figli».
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“Classiche” di motonautica, istituito un trofeo unico
Fumata bianca alla riunione degli organizzatori della Centomiglia del Lario e del Raid Pavia- Venezia, le due grandi “classiche” della motonautica italiana. Ieri mattina l’incontro tra i promotori degli aventi, che si sono accordati per la definizione di un mini-campionato che riunirà entrambe le gare.
Il gemellaggio sancito qualche settimana fa, dunque, non sarà soltanto a livello di collaborazione organizzativa e di immagine, ma punterà anche sulla creazione di una classifica che andrà a comprendere i piloti iscritti alle due importanti manifestazioni motoristiche.
Il nome del trofeo che verrà assegnato deve essere definito, al pari del regolamento, che comprenderà una serie di coefficienti a seconda dello scafo utilizzato. Per entrare nella graduatoria, i piloti dovranno comunque correre nella stessa categoria sia sulle acque del Lario, sia nel Raid sul fiume Po.
L’evento più vicino nel tempo è il Raid Pavia-Venezia, che è in calendario domenica 6 giugno, con partenza da Pavia e arrivo a Brondolo-Chioggia, alle porte della Serenissima. La competizione torna dopo dieci anni di stop. L’ultimo vincitore fu, nel 2011, Dino Zantelli.
Il percorso prevede tre tratti cronometrati. Il primo da Pavia a Isola Serafini (Piacenza), di 97 chilometri. Il secondo va da Isola Serafini a Boretto Po (Reggio Emilia), ed è lungo 78 km. Il terzo e ultimo, il più lungo, è sul percorso Boretto Po-Voltagrimana (Rovigo), di 189 km. Poi il trasferimento finale con la proclamazione del vincitore.
Il primo Raid si svolse domenica 6 giugno 1929, con partenza alle 4 del mattino e successo finale di Ettore Negri. A partire da quella edizione la manifestazione venne effettuata regolarmente e senza interruzioni fino al 1939. Poi, dopo la sosta forzata per la Seconda Guerra Mondiale, la ripresa nel 1952 e, più recentemente un paio di eventi saltati a causa delle carenze idriche dei fiumi Ticino e Po. Come detto, ora il ritorno dopo un decennio di sospensione.
Nell’albo d’oro anche un grande nome della motonautica mondiale come il comasco Renato Molinari, primo nel 1973, 1978 e 1979. Al via dell’edizione 2021 è annunciato anche un altro campione di casa nostra, Guido Cappellini, che scatterà con lo scafo con il motore più potente tra quelli in lizza. In una recente prova a San Nazzaro (Piacenza), ha raggiunto la velocità di 240,5 chilometri orari.«Sto prestando la massima attenzione sulla ricerca dei limiti dell’imbarcazione – ha detto Cappellini – per sfruttare il potenziale sui tratti meno insidiosi e gestire il possibile vantaggio in quelli più pericolosi».Obiettivo di Guido è, oltre al successo nella gara, cercare di battere il record della velocità media, che appartiene a Zantelli (203 chilometri orari). Il marianese peraltro partirà per ultimo – proprio perché il suo scafo è il più potente – e dovrà anche tener conto della scia delle ottanta imbarcazioni che prenderanno il via prima di lui.
Per quanto riguarda la Centomiglia del Lario (nella foto), la prova sulle acque del lago è stata messa in calendario per il fine settimana del 3 ottobre. Un mese che per la città e il territorio della provincia si annuncia ad alto tasso di sportività: il successivo sabato 9 è in programma il Giro di Lombardia di ciclismo (anche se luoghi di partenza e arrivo della corsa sono da definire) mentre il 22 e il 23 ottobre ci sarà il Rally Aci Como Etv, valido per il Campionato italiano Wrc.
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Asilo di Cernobbio, si aggrava la posizione della seconda maestra
Si aggrava – almeno sulla carta – la posizione della seconda maestra dell’asilo nido di Cernobbio iscritta sul registro degli indagati della Procura di Como con le ipotesi di reato di «maltrattamento degli infanti del reparto “lattanti” a lei affidati».
Il pubblico ministero, accogliendo la sollecitazione ad aggiornare l’articolazione del capo di imputazione «tenuto conto delle memorie difensive di parte civile» prodotte dai legali Simone Dotti e Benedetto Tusa, ha ampliato di una decina il numero di episodi contestati a Loretta Fasana, 52 anni, residente a Cernobbio. Una modifica che ha fatto lievitare il numero fino a 39 episodi in danno di sette bambini, uno dei quali non era ancora stato individuato come eventuale parte lesa. Per questo motivo l’udienza di fronte al giudice dell’udienza preliminare di Como, che era in calendario nei giorni scorsi di fronte al gup Massimo Mercaldo, è stata aggiornata al prossimo mese di luglio, quando anche i familiari dell’ultimo bambino potranno decidere se costituirsi o meno come parte lesa.
Intanto in aula, chiamato come responsabile civile, si è presentato anche il Comune di Cernobbio (rappresentato dall’avvocato Edoardo Pacia). L’indagine sull’asilo nido del comune comasco era partita tempo fa nei riguardi di un’altra insegnante, che è già di fronte ai giudici di secondo grado (l’udienza sarà a ottobre).A sorpresa tuttavia, un anno fa, la Procura di Como (pm Giuseppe Rose) aveva chiuso l’inchiesta anche a carico di una seconda maestra dell’asilo di Cernobbio.Secondo il capo di imputazione, la maestra avrebbe inserito «forzatamente il cibo nel cavo orale dei bambini», li avrebbe strattonati per le braccia, li avrebbe «presi per le orecchie e per i capelli», colpendoli con schiaffi sulle mani e sul sedere.
Erano già oltre la ventina gli episodi elencati in un primo momento, che ora sono lievitati fino a 39. Aggiunti fatti avvenuti tra l’area giochi dell’asilo e la mensa.Vicende tutte racchiuse in un arco di tempo che va dal 5 febbraio del 2019 al 27 marzo dello stesso anno.La Procura di Como contesta anche l’aggravante di aver «abusato dei poteri» in violazione dei «doveri inerenti un pubblico servizio» danneggiando dei minori.
La difesa della maestra, rappresentata dagli avvocati Massimo Ambrosetti e Lisa Epifani, ha sempre contestato la ricostruzione dell’accusa, sostenendo che gli episodi cui si farebbe riferimento nel capo di imputazione non sarebbero affatto dei maltrattamenti di bambini.La vicenda dell’asilo nido di Cernobbio, come detto in apertura, era già approdata nella cronaca cittadina nel marzo di due anni fa con l’operazione dei carabinieri che aveva riguardato la collega dell’educatrice.Una vicenda, questa, che aveva percorso una strada parallela e, soprattutto, più rapida visto che si è già arrivati alla condanna di primo grado (a 4 anni in Abbreviato) ma anche al ricorso in Appello contestando tutte le accuse formulate prima dalla Procura di Como e poi dal giudice con le motivazioni della sentenza. Udienza di secondo grado che avrebbe dovuto svolgersi la scorsa settimana ma che è stata rinviata a ottobre per un difetto di notifica.
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Arte e salute protagoniste nel parco di Villa Olmo
La poesia dell’americano William Carlos Williams, la creatività degli studenti del Liceo Artistico dell’Istituto Carcano e una ottima causa come la lotta al cancro, in un momento in cui si cerca di tornare a riveder le stelle dopo il tunnel della pandemia. Il tutto in uno scenario all’aria aperta che compendia natura, storia e arte ed è uno dei simboli culturali della città lariana.Sabato 29 e domenica 30 maggio nel parco di Villa Olmo a Como in via Canzoni si potrà visitare una mostra molto particolare, che sollecita una riflessione autentica insieme sull’arte e sulla salute.Si tratta di “Something els(i)e”, organizzata dall’associazione Erone onlus.La mostra, che si potrà visitare dalle ore 17 di sabato 29 maggio fino alle ore 21 di domenica 30 maggio, è costituita da opere, video installazioni e performance realizzate con l’apporto creativo dei giovani dell’istituto lariano che rappresenteranno ai visitatori il rapporto tra la bellezza disarmonica del contemporaneo e la bellezza classica, facendosi al contempo metafora di cosa accade nel nostro corpo quando un tumore compromette i canoni di forma e sostanza delle cellule.«Tutti i tumori- racconta Alberto Vannelli, primario della Chirurgia generale e responsabile dell’unità operativa di Chirurgia oncologica dell’ospedale Valduce di Como nonché presidente di Erone Onlus – hanno origine da una cellula del nostro corpo. Nei tessuti normali le cellule si riproducono seguendo regole, che garantiscono i canoni di bellezza ai quali siamo abituati. Nei tumori questo equilibrio è compromesso. La cellula perde armonia e continua a riprodursi senza regole, perdendo questi canoni di forma e sostanza. Corretti stili di vita e diagnosi precoce restano i primi strumenti per combattere questa malattia, eppure la prevenzione è realmente efficace se comincia quando si è ancora giovani».Sono state coinvolte tutte e tre le classi del liceo artistico nato tre anni fa (prima, seconda e terza), che comprendono in tutto una sessantina di studenti, guidate da Giuseppe Vigliotti, docente di discipline pittoriche, e Toni D’angela, docente di filosofia.L’iniziativa parte da un approccio interdisciplinare, grazie al quale i ragazzi hanno affrontato, oltre alla fase di predisposizione e realizzazione delle installazioni, un momento di riflessione più ampia sulla bellezza e sul senso della bellezza nella contemporaneità.Lo scorso febbraio è iniziato il lavoro di progettazione con la raccolta delle idee, per passare alla fase di realizzazione nei mesi di aprile e maggio. Tutta l’attività si è svolta a scuola, anche utilizzando ore extra curricolari, con un impegno importante da parte degli studenti, e con la garanzia della scuola di poter mantenere per ogni classe almeno un giorno a settimana di didattica in presenza anche nei periodi in zona rossa.«I ragazzi – conclude Alessandra Bonduri, assessore alle Politiche Educative del Comune di Como – divisi in gruppi, hanno preparato dodici opere/installazioni realizzate con materiali di recupero (legno, metallo, plastiche) che si potranno vedere posizionati in diverse zone del parco di Villa Olmo a Como. Un gruppo inoltre ha preparato una performance per coinvolgere e far riflettere, che sarà eseguita all’inaugurazione della mostra alle ore 17 di sabato 29 maggio e ripetuta il giorno dopo a partire dalle ore 11. Un altro gruppo ha preparato una video installazione con immagini e suoni nel casinò Nord».
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Le incognite di un luogo-simbolo
di Marco Guggiari
La vicenda dei restauri a Villa Olmo è surreale da ogni punto di vista. Sotto il profilo dei tempi, delle incognite sui finanziamenti, della stessa gestione futura. Ricapitoliamo in breve: Il Comune di Como ha ottenuto una sovvenzione della Fondazione Cariplo (5 milioni), per l’orto botanico del compendio neoclassico, per la facciata e per le ali laterali dell’immobile.
Nel mese di aprile del 2018 scrivevamo che il cantiere sarebbe stato ultimato di lì a un anno. Inguaribili e ingenui ottimisti. I tempi si sono dilatati, anche se in questa città non è affatto una notizia.
Questo giornale ed Etv documentano come il retro della Villa sia tuttora transennato alla bell’e meglio, senza che vi si intraveda un operaio da mesi. La facciata, ultimata nel 2018, e che quindi dovrebbe splendere, mostra intonaci scrostati ed è piena di recenti magagne. Il restauro di altre parti è tuttora incompiuto.
Non stiamo parlando di un luogo qualunque, ma del luogo simbolo di Como.
Nessuna proprietà del patrimonio comunale ha più evidenza e potenzialità culturali e turistiche della dimora progettata da Simone Cantoni e del suo parco. Eppure, Villa Olmo, dov’erano state organizzate grandi mostre di richiamo nazionale ed estero, è off-limits a questa specifica funzione da sette anni. Ora, grazie a un accordo tra l’assessorato alla Cultura e Teatro Sociale/Aslico, il parco ospiterà un festival di eventi dal 30 giugno al 15 agosto prossimi.
Appuntamenti musicali e culturali. Un segnale che non impedisce una preoccupata analisi complessiva.
I tempi di questi lavori e la loro stessa apparente qualità sono un inevitabile campanello d’allarme per chiunque abbia a cuore le sorti dello straordinario complesso a lago. La pandemia, oltre che una realistica ragione di ritardi nel completamento di opere pubbliche, è diventata un grande alibi.
Non può giustificare tutto. Perché i restauri vanno così a rilento? Chi controlla?
Quando ne dà conto?
Nel marzo 2019, epoca pre-Covid, il sindaco ha firmato una richiesta di proroga per tre anni al fine di non perdere i finanziamenti di Fondazione Cariplo. Questo significa che nel marzo 2022 le attività dovranno essere completate. Riuscirà Palazzo Cernezzi nell’intento?
Può darcene assicurazione, fornendo un cronoprogramma in tal senso?
Il rischio reale, in caso contrario, è la clamorosa perdita delle risorse stanziate, oltre che l’assoluta incertezza sugli sviluppi successivi.
C’è di più ed è ciò che attiene alla gestione di Villa Olmo. Il Comune puntava per questo su una fondazione pubblico-privata che dovrebbe occuparsi della villa e del parco. Le buste dell’asta sono state aperte il 17 settembre 2019. Una sola l’offerta: quella della società romana Struttura srl, che accettava l’idea di bilanci in perdita per quattro anni, per poi avere profitti dal quinto. Sono passati venti mesi e i lavori non sono finiti. Il Comune si è preoccupato di verificare se la società in questione è tuttora interessata e dovrà comunque provvedere alla gestione? Sono domande legittime.
Il rilancio di Como, atteso da tempo, partirà dalle sue eccellenze o non sarà.
Villa Olmo è capofila di tutto questo. Ha ospitato mostre, concorsi d’eleganza e di bellezza, l’Autunno Musicale. E nei mesi d’agosto del 1955 e 1956 anche il Festival dei Festival, una rassegna canora con le migliori canzoni tra quelle presentate alle manifestazioni musicali più note in Italia e in Europa.
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Degrado e abbandono di Villa Olmo: in previsione pochi interventi per la stagione estiva
Como città sempre più aperta ai turisti. L’estate 2021 sembra preannunciarsi come la possibile stagione della svolta, di una nuova scalata verso gli incredibili traguardi raggiunti dal Lago negli anni pre-pandemia.Ma – in queste situazioni c’è purtroppo sempre un ma – la città deve sapersi mostrare all’altezza di quanti vorranno visitarla per la prima volta o tornare ad ammirarla. E a guardarsi intorno non sembra purtroppo che la situazione sia delle migliori. L’ultimo esempio è lo stato di degrado e apparente abbandono in cui versa Villa Olmo.
Come documentato sulle pagine delCorriere di Como, la dimora neoclassica, meta tra le preferite dai cittadini e dai visitatori per la sua incomparabile bellezza, da tempo assomiglia a un cantiere, con l’unica differenza di trovarsi però innanzi a un cantiere dove nessuno più lavora, dove si sono lasciate transenne per delimitare le aree pericolose e basta.
E allora inevitabili piovono le critiche all’amministrazione da parte delle minoranze. «Una città che si prepara ad accogliere nuovamente migliaia di turisti con l’attenuarsi della pandemia dovrebbe mostrarsi nella sua veste migliore – spiega il capogruppo del PdStefano Fanetti– Una forma di buon senso che non si applica a Como però, e le condizioni di Villa Olmo dimostrano l’approssimazione con cui la città viene amministrata sia per i cittadini sia per gli ospiti internazionali che saranno con noi quest’estate».Un attacco senza possibili attenuanti. «Bella figura che ci facciamo. Como deve trovare una leadership in grado di farci cambiare passo sotto molti punti di vista: da quello turistico a quello culturale», chiude Fanetti.
E non è da meno l’accusa diFabio Aleotti, capogruppo del Movimento 5 Stelle. «Villa Olmo è il simbolo delle opere incompiute di questa amministrazione, bandi in ritardo (come l’ assegnazione di Villa Geno) e Ticosa. Non possiamo che stendere un velo pietoso – dice Aleotti – Sono state fatte poche opere solo per apparire operativi, come la facciata principale di Villa Olmo, ma basta guardare bene e vedere come “dietro” la facciata, appunto, la città è peggiorata a causa di un abbandono e una gestione che non assolve nemmeno l’ordinaria amministrazione».
Di più ampio respiro il pensiero diVittorio Nessidi Svolta Civica. «Dobbiamo rassegnarci sino alle prossime elezioni. Nessuno può negare l’accumulo dei problemi che questa città da tempo trascina dentro di sé, ma ormai è chiaro che questa amministrazione non è all’altezza del compito. Oltretutto, Villa Olmo meritava un’attenzione straordinaria ed è invece stata dimenticata».
Sul fronte comunale la replica è affidata, per l’immediato, all’assessore competentePierangelo Gervasonie per un ragionamento a più ampio respiro al sindaco Landriscina. «Gli uffici competenti ormai da una settimana sono impegnati per capire e valutare le risorse necessarie per interventi tali da rendere fruibile le aree ora interdette o almeno per circoscrivere il disagio (la facciata posteriore, va ricordato, è circondata da un centinaio di metri di transenne che dovrebbero tutelare i passanti da eventuali crolli dell’intonaco o degli infissi) – spiega l’assessore Gervasoni – Avute tali indicazioni agiremo subito per ridurre la quantità di transenne e dunque per restringere la zona a rischio».Ma il vero ragionamento è un altro. «Detto dei lavori immediati e necessari anche in vista dell’avvicinarsi dell’estate e delle iniziative che lì si svolgeranno, se poi gli uffici mi diranno che per altri interventi più radicali, come ad esempio il tetto o gli infissi, ci vorranno somme alte, allora andrà valutato se farli adesso oppure aspettare in futuro».
Un rinvio a data da destinarsi che non potrà che far scoppiare ulteriori polemiche, ma che così viene spiegato dal sindacoMario Landriscina. «Detto che personalmente avrei cominciato a lavorare, anche grazie ai fondi ottenuti in passato (si tratta dei 5 milioni che il Comune ottenne grazie a un bando di Fondazione Cariplo sotto l’amministrazione Lucini), sull’interno della villa o sul tetto e non sulla facciata, come fatto dai mie predecessori, ora però bisogna guardare avanti e il futuro prevede, per chiudere l’operazione Villa Olmo, ulteriori, ingenti fondi. Abbiamo in essere un studio per un progetto preliminare di completamento dell’opera che indica essere intorno ai 10 milioni di euro la cifra necessaria per concludere». Un somma decisamente elevata che «andrà trovata. Inoltre abbiamo dato incarico a Struttura srl (la società di consulenza che già nel maggio del 2017 aveva presentato al Comune di Como quattro possibili modelli di gestione), di aggiornare ad oggi, in considerazione anche di quanto provocato dalla pandemia, i dettagli del piano di gestione futura di Villa Olmo», chiude il sindaco.
Ma questa spiegazione non convinceBruno Magatti(Civitas) che proprio nell’era Lucini fu ex assessore. «Non è un ragionamento corretto quello che viene fatto dal sindaco. Inoltre ha avuto 4 anni di tempo per fare qualcosa e nulla si è mosso. Quel cantiere di Villa Olmo è l’emblema del non saper concludere un lavoro di cui andava realizzato solo l’ultimo tratto – spiega Magatti – In un contesto dove le amministrazioni si succedono è normale che chi arriva per ultimo si impegni per portare a termine lavori cominciati da altri. In questo caso mi sembra che sia per Villa Olmo che per altre opere non ci sia neanche questa capacità. Sarebbe meglio dedicarsi a un altro mestiere».
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Da oggi si entra in Italia con il documento di localizzazione
A partire da oggi per entrare in Italia non sarà sufficiente il test anticovid con esito negativo, ma bisognerà compilare anche uno specifico modulo di localizzazione. Si chiama “Passenger Locator Form” e comprende informazioni sugli itinerari, sui numeri telefonici e sugli indirizzi di permanenza in Italia dei viaggiatori. Uno strumento per il tracciamento degli spostamenti.
La compilazione obbligatoria viene introdotta per tutte le persone in arrivo in Italia. Il documento va compilato online. Occorre collegarsi al sito Internet app.euplf.eu/#/ e seguire la procedura indicata al suo interno, registrarsi al sito creando un account personale con user e password (è necessario farlo solo la prima volta).
Una volta inviato il modulo, il passeggero riceverà all’indirizzo e-mail indicato in fase di registrazione, il documento in formato Pdf e QRcode che dovrà mostrare direttamente dal suo smartphone (in formato digitale) all’atto dell’ingresso in Italia con qualsiasi mezzo. Il documento potrà anche essere stampato in formato cartaceo.
Il nuovo adempimento burocratico adottato dalle autorità italiane nel quadro di provvedimenti sulla sicurezza a livello europeo non ha mancato di sollevare perplessità e polemiche oltre frontiera sulle potenziali limitazioni all’accesso. Tanto che si è tornati a parlare di una zona franca dove poter transitare senza tampone e senza scartoffie aggiuntive a complicare la vita.
Ma tutto ciò condizionerà la vita dei frontalieri? No, dicono gli esperti. «Il frontaliere a livello europeo è una categoria tutelata – si parla di un milione e mezzo di persone – perché ad alta mobilità, anche se varca la frontiera una volta la settimana. Basterà esibire il permesso di lavoro. Consideriamo poi che il Ticino garantisce cinque tamponi gratis al mese ai lavoratori frontalieri» dice Pancrazio Raimondo, segretario nazionale della Uil Frontalieri, che sottolinea come già l’Italia si muova in anticipo con queste nuove norme di tracciamento rispetto all’imminente pass anticovid europeo.
E Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri della Cgil, aggiunge: «Fino a oggi se ci si sposta per lavoro si è esentati da tutto, quindi direi che non ci sono problemi: il frontaliere che va o torna dal lavoro è esentato dalla compilazione del modulo, se va o torna per ragioni personali no».
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Asia Bonelli da Busto Arsizio a Chieri
Conferma nella serie A di pallavolo femminile per la giocatrice comasca Asia Bonelli. La palleggiatrice lo scorso anno ha giocato con l’Uyba Busto Arsizio; nel torneo 2021-2022 militerà invece nella più importante serie nazionale con la compagine piemontese della Reale Mutua Fenera Chieri ’76.Con la squadra lombarda, Asia è arrivata in semifinale di Champions League, in finale di Supercoppa tricolore (persa) ed è uscita nei quarti dei playoff del Campionato italiano.Ora una nuova opportunità per Bonelli, che nella massima serie aveva debuttato proprio contro Chieri, il 1° settembre dello scorso anno, nei quarti di finale della Supercoppa.La pallavolista di Albiolo ha iniziato a giocare a 7 anni, ha militato fino ai 16 nella Polisportiva Intercomunale di Solbiate con Cagno. Poi le esperienze con Orago, Novara, Albese, San Giovanni in Marignano e Busto. In carriera ha vestito anche la maglia azzurra della nazionale Prejuniores, con cui ha vinto il Torneo delle Otto Nazioni in Portogallo.«Ho affrontato Chieri da avversaria la scorsa stagione, sono rimasta colpita e sorpresa dal suo modo di giocare, credo uno dei più veloci del campionato: questo mi è piaciuto tantissimo – ha spiegato Asia Bonelli – Ho così accettato con convinzione la proposta che mi è stata fatta. Ho apprezzato il progetto in generale, come pure il fatto che in questa società si lavori molto con le giovani».Iscritta a Scienze Motorie, Asia si è presentata così ai suoi nuovi sostenitori: «Sono una atleta determinata che ha tanta voglia di crescere – ha aggiunto la lariana, classe 2000 – Nell’ultimo anno ho lavorato molto per velocizzare il mio gioco. Vorrei migliorare ulteriormente in questa nuova esperienza con il Chieri: è un bel posto per imparare e per progredire».