Forza Italia: i nostri assenti erano giustificati. Il sindaco: mancanza di rispetto per chi lavora

Quattordici. Troppo pochi per decidere. Troppo pochi anche soltanto per iniziare il consiglio comunale. Quattordici è il numero al quale è rimasta inchiodata, mercoledì sera, la maggioranza di centrodestra che governa Como da due anni e mezzo. Quattordici, come i consiglieri presenti in aula al momento del secondo appello, attorno alle 21 (al primo, erano ancora meno, tredici per l’esattezza).Un terzo degli eletti della coalizione che sostiene il sindaco Mario Landriscina, l’altra sera, non si è presentato: quattro consiglieri di Forza Italia – Enrico Cenetiempo, Davide Gervasoni, Luca Biondi ed Elena Canova – e tre consiglieri degli altri gruppi, Franco Brenna (Lista civica del sindaco), Antonella Patera (Fratelli d’Italia) e Claudio Borghi (Lega).Assenze formalmente giustificate, alcune addirittura in anticipo, ma troppo pesanti per non creare una situazione di pre-crisi. Nel mirino di tutti c’è ovviamente il gruppo forzista, rimasto a casa praticamente in blocco (in aula era presente soltanto la presidente del consiglio, Anna Veronelli). «Era un mercoledì di coppe e forse c’è stato chi ha pensato che vi fossero altre priorità – ha detto il sindaco ai microfoni di Espansione Tv senza nascondere il suo disappunto – Per preparare la serata hanno lavorato decine di persone; chi non è venuto dimostra che non c’è rispetto per il lavoro di coloro i quali, pur di mandare avanti l’amministrazione, non si sono risparmiati. Anche per questo ringrazio i dipendenti in modo convinto».Sì perché all’ordine del giorno della seduta di mercoledì c’era l’avvio della discussione sul bilancio, il documento cardine di ogni anno consiliare.Come dice il capogruppo della Lega, Giampiero Ajani, «far saltare il consiglio sulla coltivazione delle fragole è un conto, farlo saltare sul bilancio è tutta un’altra cosa».Già, ma che cosa? La parola crisi non piace al centrodestra. Che tende ad escluderla.«Forza Italia mi ha assicurato dopo l’uscita dalla giunta lealtà e sostegno e non hanno mai ritrattato – insiste Landriscina – Io non sono stato informato di cambiamenti rispetto a questo. Certo, sono dispiaciuto, perché la città ha esigenze che dovrebbero trovare soluzione. La politica mi sta insegnando cose che avrei preferito non imparare».La lettura politica del sindaco è ancora all’insegna dell’ottimismo, ma forse soltanto in pubblico. L’altra sera, dopo il secondo appello e la chiusura anticipata del consiglio, Landriscina ha riunito i capidelegazione di giunta per uno sfogo in piena regola. Di più non è trapelato, ma il clima non era dei migliori.Tuttavia, anche da Forza Italia si minimizza. «Un consigliere è in vacanza con la famiglia, altri due erano a una festa di laurea. Io ho finito di lavorare alle nove di sera. Avevamo annunciato le nostre assenze – dice il capogruppo Enrico Cenetiempo, il quale di fronte alle obiezioni su una fronda annunciata, tende a escludere ogni tatticismo.«Mancavano anche altri consiglieri ed è una combinazione il fatto che ci fosse in discussione il bilancio». Rassicurazioni alle quali nessuno crede.Matteo Ferretti, capogruppo di Fratelli d’Italia, parla apertamente di «pasticcio. Se Forza Italia vuole far cadere il sindaco, lo dica chiaramente. Questo loro malcontento sta bloccando tutto. Qualcuno avanzi una proposta, dobbiamo uscire dall’impasse in cui ci siamo cacciati».Anche Ajani, che si definisce sempre un «ottimista inguaribile», stavolta deve prendere atto di una situazione sgradevole. «Non mi aspettavo una defezione così massiccia della maggioranza – ammette – continuo a pensare che pure di fronte a inciampi e cadute sia utile mantenere un atteggiamento positivo. Non voglio credere che Forza Italia sia decisa ad alzare il prezzo per restare in maggioranza. E in ogni caso, le questioni politiche si discutono a tavolino. Il segnale c’è stato, ci dicano che cosa vogliono fare e poi decidiamo, basta con i tira e molla».