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  • Ciclismo giovanile: scatta il settantesimo Giro della Provincia

    Ciclismo giovanile: scatta il settantesimo Giro della Provincia

    Prende il via oggi con l’ormai tradizionale cronoprologo ad Appiano Gentile l’edizione numero settanta del Giro Ciclistico della Provincia di Como per la categoria Allievi.Una manifestazione che ha fatto la storia del ciclismo giovanile italiano e che negli ultimi anni, oltre alla provincia di Como, ha toccato i territori di Sondrio, Varese e Lecco.L’edizione numero 70 della corsa prevede un percorso molto impegnativo con il Colle Brianza (nella seconda prova il 12 agosto), sino all’ultima tappa il 26 agosto da Appiano a Como con il tratto finale che ricalcherà il percorso del Giro di Lombardia dei professionisti (anche se l’eventuale utilizzo della Valfresca, attualmente chiusa per una frana, è tutto da verificare).Il prologo di Appiano Gentile, corsa contro il tempo di circa quattro chilometri, servirà a compilare una prima classifica in vista della prima prova in linea, in programma domenica a Sondrio.Oggi, dunque, si gareggerà per quarto Memorial Pietro Zanardi-8° Trofeo Città di Appiano Gentile, con la prima partenza prevista per le ore 18.Il calendario delle quattro prove in linea prevede, come detto, domenica, la frazione con partenza e arrivo da Sondrio (77 chilometri) organizzata dall’Inter Club Ponchiera.Dopo sette giorni trasferimento nel Lecchese, con la tappa di 83 chilometri Sirtori-Sirtori, curata dal Team Quality Bicycle.Il successivo 19 agosto, appuntamento tra il Comasco e il Varesino, con la Olgiate-Orino (70 chilometri) proposta da Usc Calzolari e Orinese.Il gran finale il 26 agosto con l’egida del Pedale Appianese, con l’Appiano Gentile-Como.Una gara di grande tradizione, il Giro della Provincia. I primi tre vincitori furono Lino Colombo (1949), Leonardo Vasco (1950) e Sandro Casartelli (1951).Nell’albo d’oro non mancano nomi di atleti poi diventati Professionisti – alcuni con grandi risultati – come Gianni Motta, primo nel 1961 e nel 1962, il due volte iridato Gianni Bugno (1980), Oscar Biason (1991), lo svizzero Patrick Calcagni (1992), il campione italiano 2016 Giacomo Nizzolo (2005), Davide Orrico (2006) e Davide Ballerini (2010), in questo momento il corridore comasco più importante, portacolori del team Androni-Sidermec, in procinto di passare nel 2019 in una grande squadra internazionale.

  • Chiusure, problemi, polemiche: la surreale situazione degli impianti sportivi di Como

    Chiusure, problemi, polemiche: la surreale situazione degli impianti sportivi di Como

    E’ surreale la situazione degli impianti sportivi di Como. La piscina di Casate rimarrà chiusa almeno fino a gennaio, il  palaghiaccio è a rischio (per domani è annunciato un incontro tra il Comune, Csu e le quattro  società interessate), ci sono ritardi nella manutenzione del Palasampietro di Casnate e regna l’incertezza sulla riapertura del Lido di Villa Olmo. Attesa poi per conoscere la data di riapertura, dopo la lunga sistemazione, del Campo Coni di Muggiò. Problematiche che costringono gli atleti a emigrare e creano seri disagi (sia di natura logistica, sia sotto il profilo economico) a società, accompagnatori e famiglie.

    Un ampio approfondimento sull’argomento sul Corriere di Como in edicola domani, giovedì 19 luglio

  • Chiude lo spazio giochi in via Palestro, personale dirottato sugli asili nido

    Chiude lo spazio giochi in via Palestro, personale dirottato sugli asili nido

    Chiude lo spazio gioco di via Palestro, a Como: genitori contrari.Si tratta di una protesta iniziata in realtà sul finire della primavera, quando mamme, papà e nonni comaschi avevano chiesto a gran voce al Comune di Como di riaprire la struttura, dedicata ai bambini fino a tre anni accompagnati da un adulto. Al termine della battaglia, le richieste delle famiglie erano state ascoltate: il Comune aveva deciso di sospendere temporaneamente i servizi dall’11 al 16 giugno per la carenza di personale, ma dal 18 giugno lo spazio era stato riaperto.Il problema, ora, si è ripresentato: la struttura è nuovamente chiusa. Secondo quanto annunciato da Palazzo Cernezzi, la riapertura era prevista a fine agosto, ma le porte dello spazio gioco di via Palestro sono rimaste chiuse.

    A spiegare le motivazioni è l’assessore agli Asili nido Amelia Locatelli. «Abbiamo liste d’attesa lunghissime per gli asili nido, e abbiamo percorso ogni strada per reperire tutto il personale necessario. A fronte di una evidente difficoltà, abbiamo dovuto fare una scelta “etica”: spostare gli educatori dello spazio gioco sugli asili. Nello spazio gioco accedono bimbi accompagnati da un adulto, mentre all’asilo i genitori lasciano i bimbi durante l’orario di lavoro. Era prioritario rispondere a questa esigenza».

    «Tuttavia – conclude l’assessore – poiché abbiamo effettivamente notato una certa richiesta per lo spazio gioco, vorremmo affidare la gestione della struttura entro ottobre a una cooperativa».

  • Cerro Mangiafuoco in Patagonia, la conquista di Schiera e Marazzi

    Cerro Mangiafuoco in Patagonia, la conquista di Schiera e Marazzi

    Una nuova impresa in Patagonia per l’alpinista di Anzano del Parco Luca Schiera che, con l’altro comasco Paolo Marazzi, ha raggiunto la cima, finora inviolata, di una montagna che di fatto non ha un nome e che i due hanno ribattezzato Cerro Mangiafuoco.L’ennesimo exploit per Schiera, che nella sua carriera ha sempre prediletto nuove vie da scalare, rispetto a percorsi già noti, soprattutto in Patagonia dove le vette non hanno grandi altezze, paragonabili a quelle himalayane, ma dove le difficoltà sono decisamente elevate.Schiera e Marazzi hanno descritto la loro impresa in Sud America dopo essere tornati alla base. Nel momento in cui salivano e scendevano, infatti, hanno preferito non sprecare preziosa energia del loro telefono satellitare.«La montagna, secondo le nostre misure, dovrebbe essere alta poco meno di 2mila metri – hanno spiegato sul sito dei Ragni dei Lecco, la loro associazione – l’abbiamo chiamata Cerro Mangiafuoco per restare in tema con le altre vicine, la via si chiama L’appel du vide».Non manca la descrizione della scalata verso la cima. «Nella notte il vento cala e alle 6 partiamo, la giornata si preannuncia perfetta, calda e senza vento – scrivono Luca e Paolo – In breve raggiungiamo il colle dove parte lo spigolo. Scaliamo alternati su roccia e neve e in poche ore superiamo la prima parte della via».«La parte in mezzo, che sembrava facile, è invece delicata per la difficoltà di trovare la via fra le torri e le creste di neve. I risalti di roccia più ripidi con scarponi e zaino diventano molto impegnativi, ma raggiungiamo il muro finale nel primo pomeriggio. Ci sono due fessure larghe in cui corre acqua e una terza meno larga e in parte asciutta, partiamo in scarpette dalla cengia e con un bel runout iniziale arriviamo sotto l’ultimo tiro: alle due del pomeriggio siamo in cima».

  • Casinò di Campione d’Italia, Roberto Maroni possibile commissario

    Casinò di Campione d’Italia, Roberto Maroni possibile commissario

    Roberto Maroni, ex governatore di Regione Lombardia e ex ministro dell’Interno, potrebbe essere il prossimo commissario straordinario per il Casinò di Campione d’Italia. Questa l’indiscrezione pubblicata sul sito casinò.gioconews.it

  • Casinò e Comune di Campione in rosso: il sindaco annuncia un piano lacrime e sangue

    Un momento dell’assemblea di oggi a Campione

    Il Casinò di Campione – unica azienda dell’enclave italiana in Svizzera– è in crisi profonda, e il sindaco del Comune – proprietario della casa da gioco – annuncia un piano di lacrime e sangue.Lo fa dal Salone delle Feste del casinò, di fronte a tutti i cittadini campionesi, a poche ore dalla richiesta di fallimento per insolvenza avanzata dalla Procura di Como.Richiesta che, il sindaco, dice di non condividere.

    Un momento dell’assemblea di oggi a Campione

    «Qui si tratta di salvare il paese o di mandarlo a gambe per aria – sono state le secche parole del primo cittadino – Abbiamo passato 40 anni di benessere assoluto grazie al Casinò e ora siamo diventati poveri. Non c’è niente di male. In ogni caso tutto è ancora in fase di valutazione».

    Un momento dell’assemblea di oggi a Campione

    Quindi, il piano di lacrime e sangue. Ai conti del Casinò (500 dipendenti) sono collegate le sorti finanziarie del Comune (100 dipendenti). Dal 2011 al 2016 il Casinò, ha spiegato Salmoiraghi, ha perso ricavi e ha aumentato in modo esponenziale l’indebitamento: nullo nel 2011, 39 milioni di franchi nel 2016. Per sanare la situazione economica di Campione, Salmoiraghi partirà dal Comune: un risparmio di 5, 8 milioni franchi con taglio delle spese, interventi su appalti e una pesante decurtazione degli stipendi dei dipendenti comunali, pari al 20% a partire da febbraio.  Tagli  in vista anche per il personale del casinò e sulle pensioni erogate.

  • Casinò di Campione, prolungato di due mesi il contratto di solidarietà dei dipendenti

    Casinò di Campione, prolungato di due mesi il contratto di solidarietà dei dipendenti

    Un’immagine del Casinò di Campione d’Italia

    Casinò di Campione, un altro passo in avanti nella crisi della casa da gioco. Questo pomeriggio i lavoratori del Casinò – riuniti in assemblea generale indetta dalla Rsu – hanno accettato di prorogare l’accordo in essere fino al 30 aprile del 2018. Questo significa che ancora per due mesi sarà operativo il contratto di solidarietà che sarebbe invece scaduto domani. «Ancora una volta i dipendenti del Casinò hanno dimostrato grande senso di responsabilità e attaccamento alla propria azienda», si legge nel comunicato sindacale.  Come è noto, il casinò dell’enclave attraversa un grave momento di crisi. L’azienda ha predisposto un pesante piano di tagli al personale, che prevede il licenziamento di 156 dei 492 dipendenti attualmente in servizio. Il piano, già approvato dall’assemblea dei soci della casa da gioco, è al centro delle trattative con i sindacati, il cui obiettivo è naturalmente quello di ridurre il più possibile l’impatto dei tagli sui dipendenti della casa da gioco di Campione. «Quanto deciso questo pomeriggio ha un senso ben preciso – spiega Giovanni Fagone, sindacalista della Cgil – Si è voluto mettere al sicuro il Casinò. Si è inoltre guadagnato del tempo prezioso per poter così continuare il confronto sui termini del piano di licenziamenti predisposto. Inoltre si è voluto anche dare un senso di unità in vista dell’importante appuntamento in calendario il prossimo 12 marzo». Data per la quale è fissata l’udienza davanti al giudice fallimentare del Tribunale di Como. Nelle settimane scorse la Procura lariana ha chiesto proprio il fallimento della casa da gioco per insolvenza e uno dei modi per scongiurare questa eventualità è la presentazione al magistrato di un piano che preveda tagli e un deciso contenimento dei costi. «Nell’ambito della procedura di mobilità in essere ormai da tempo – ha sottolineato sempre Giovanni Fagone – questo gesto dimostra la piena volontà dei dipendenti di continuare a discutere del futuro per trovare delle soluzioni condivise. Nei prossimi mesi dunque procederà serrato il confronto tra le parti».

  • Casinò di Campione in profonda crisi,  primo incontro sui tagli al personale

    Casinò di Campione in profonda crisi, primo incontro sui tagli al personale

    Casinò, domani, sabato, i sindacati incontreranno l’amministratore unico della casa da gioco nonchè sindaco del Comune di Campione d’Italia, Roberto Salmoiraghi. Un passaggio decisivo per l’avvio delle trattative dopo il drastico piano di riduzione del personale annunciato nei giorni scorsi, che prevede il licenziamento collettivo per 156 dei 492 dipendenti attualmente in servizio. Sono emersi i dettagli del piano dei tagli che riguarda oltre la metà degli ausiliari, il 23% degli amministrativi e il 22% degli addetti ai giochi, oltre a prevedere l’azzeramento del comparto ristorazione.

    Oggi, intanto, si è tenuta l’assemblea dei dipendenti, che segue la dichiarazione dello stato di agitazione al Casinò. «Siamo arrivati a questa situazione – spiega Angelo Cassani (Confsal) – perché è evidente che il piano industriale fatto in passato e i tagli alle retribuzioni che noi avevamo ipotizzato negli anni, facendo fare grossi sacrifici ai dipendenti, non sono stati sufficienti per garantire il funzionamento del sistema Campione». «Abbiamo dichiarato lo stato di agitazione – dice Giovanni Fagone della Cgil – perché l’azienda ha aperto una procedura di mobilità con 156 esuberi. Ed è stata fatta in maniera improvvida visto che noi avevamo l’impegno di incontrare l’amministratore unico che di fatto è il sindaco di Campione. Lo vedremo domani e illustreremo subito la procedura per capire come ci si potrà muovere».  «L’assemblea di oggi – conclude Luca Fogliata (Uilcom) – è servita per descrivere la drammatica situazione ai lavoratori».

  • Caserma De Cristoforis, novità in vista. Il Comune incontrerà il Demanio

    Caserma De Cristoforis, novità in vista. Il Comune incontrerà il Demanio

    Caserma De Cristoforis, qualcosa sembra muoversi. Il progetto di insediare negli spazi un tempo occupati esclusivamente dai militari, una cittadella dei servizi, potrebbe infatti riservare qualche novità già nelle prossime ore. «Intenzione del Comune è ottenere un incontro a breve, già nei prossimi giorni, con l’Agenzia del Demanio per spingere sul piano che dovrebbe portare alla creazione di un polo di uffici pubblici, un luogo dove riunire diverse funzioni. Ci stiamo lavorando, in passato abbiamo già affrontato il tema che è, come detto, in mano all’Agenzia del Demanio», spiega l’assessore Vincenzo Bella. Dalla seconda metà del 2017 infatti si discute con insistenza di un piano – firmato Agenzia del Demanio – per far rinascere la De Cristoforis. L’idea, come detto, è proprio quella di trasferire in caserma gli uffici di alcuni enti oggi ospitati in immobili di proprietà privata. E così l’operazione sarebbe finalizzata a incardinare nella caserma le sedi di Agenzia delle entrate (oggi in viale Cavallotti), Prefettura (in via Volta, all’interno di locali di proprietà della Provincia di Como), Archivio di stato (via Briantea) e Direzione del lavoro (via Bellinzona), per citarne alcuni. «Con l’Agenzia del Demanio regionale vogliamo valutare alcune ipotesi progettuali e proprio per questo, dopo alcuni mesi di silenzio, abbiamo riporta l’attenzione su un tema così delicato». Si tratterebbe di un progetto molto ampio e costoso – si parla di un investimento iniziale di 25 milioni di euro – che avrebbe bisogno di un’attenta analisi «per definire anche tutti gli aspetti legati alla viabilità e ai parcheggi, dal momento che nel nuovo polo lavoreranno molte persone e diventerebbe meta di diversi cittadini. Anche con Asf andranno ridefinite, in un ipotetico futuro, le corse dei bus per rendere agevole alle persone arrivare alla cittadella dei servizi con i mezzi pubblici», chiude l’assessore Vincenzo Bella. Bisognerà dunque attendere i prossimi giorni per capire il futuro della caserma.

  • Casate, piscina chiusa fino a gennaio, palaghiaccio, dubbi sulla riapertura

    Casate, piscina chiusa fino a gennaio, palaghiaccio, dubbi sulla riapertura

    La richiesta è di avere risposte certe sul futuro degli impianti

    Palaghiaccio e piscina di Casate. Il cuore dello sport comasco deve fare i conti con i cantieri previsti nelle due strutture.E per la ripresa delle attività a settembre, i nuotatori sembrano essere quelli messi peggio, visto che si parla di riapertura dell’impianto solo a gennaio del 2019.E se questa mattina si conoscerà il destino del palaghiaccio, visto che l’assessore competente Marco Galli e Csu effettueranno un sopralluogo tecnico nel cantiere – insieme alla società sportive interessate – per capire lo stato dell’arte e se quindi sarà rispettato il termine di chiusura lavori previsto per fine agosto, invece sono già certe le notizie sulla piscina coperta di Casate che difficilmente riaprirà, come detto, prima di gennaio. I lavori previsti – per i quali è stata stanziata una cifra pari a 290mila euro – sono finalizzati a rinforzare le vasche e il piano a bordo piscina. Ma ci sarebbero delle complicazioni.

    «Si tratta di interventi più complessi del previsto che comporteranno una sospensione delle attività per almeno 5 o 6 mesi», spiega l’assessore allo Sport Marco Galli, che conferma così le preoccupazioni di molti utenti che in questi giorni, intenzionati a iscriversi ai vari corsi, sono stati rinviati a data da destinarsi dal personale della piscina. «Stiamo ovviamente valutando la situazione, ma difficilmente prima di gennaio si potrà riprendere l’attività. Capisco i disagi, ma sono lavori che devono essere fatti», aggiunge l’assessore Galli parlando del cantiere che attualmente non è ancora partito e che quindi, anche qualora scattasse subito e filasse via tutto senza intoppi, si chiuderebbe per fine anno. «I nuotatori dovranno usare altri impianti, come quello di Muggiò o la piscina Sinigaglia», chiude l’assessore.

    Passando dall’acqua al ghiaccio, anche in questo caso i lavori nel palazzetto avevano scatenato diverse polemiche, soprattutto da pate delle società costrette a trasferte per gli allenamenti nel finale della scorsa stagione, proprio per lasciare spazio al cantiere.Interventi sui quali rimane l’incognita della riapertura nei tempi previsti dal Comune, ovvero per fine agosto. «Dovrebbe essere tutto in regola – spiega l’assessore Galli – Dalla riunione di domani (oggi, ndr), avremo un quadro più preciso e potremo dire a che punto sono gli interventi; dunque si potrà anche ribadire il cronoprogramma o eventuali criticità che comunque non dovrebbero intervenire».

    Le società sportive – sono quattro quelle che utilizzano il palaghiaccio – attendono dunque con impazienza l’esito della riunione.