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  • Canepa, i lavoratori della ditta in crisi a colloquio con l’ex ministro

    Canepa, i lavoratori della ditta in crisi a colloquio con l’ex ministro

    Dalla parole si è passati subito ai fatti. In sala ad ascoltare Maurizio Martina erano presenti diversi lavoratori della Canepa che hanno parlato con l’ex ministro. E proprio sulla crisi della storica azienda è intervenuto il segretario provinciale Broggi. «Il Pd del futuro dovrà essere sempre più presente nei territori, fianco a fianco con chi ci vive. Qui a San Fermo esiste una realtà produttiva in profonda crisi. Chiediamo un impegno a Maurizio». Una premessa che ha poi portato sul palco Eros Tettamanti, 26 anni di lavoro alla Canepa che ha spiegato a Martina come siano a rischio 450 posti di lavoro. «Essere vicino ai territori significa questo. Noi dalla nostra posizione adesso all’ opposizione monitoreremo questa realtà», dice Martina.

  • Campo Coni, slitta la riapertura

    Campo Coni, slitta la riapertura

    Oggi doveva essere il giorno della riapertura del campo Coni di Como dopo i lavori di riqualificazione iniziati nello scorso settembre, sospesi durante tutta la stagione invernale e terminati in questi giorni. Ma l’impianto non era ancora accessibile oltre che in attesa di omologazione. Il via libera agli atleti delle circa dieci società sportive che gravitano sulla struttura è stato così rinviato e i giovani sportivi hanno dovuto allenarsi ancora una volta in posti alternativi.

  • Campione, salta il tavolo convocato in Prefettura. Nuovo piano della giunta

    Campione, salta il tavolo convocato in Prefettura. Nuovo piano della giunta

    Falanga: «Così si affossano alcuni servizi, dai controllori alla polizia locale»

    Esito negativo per il tentativo del prefetto di Como, Ignazio Coccia, di risolvere la crisi del Municipio di Campione d’Italia. I sindacati erano stati convocati ieri in via Volta dopo la proclamazione dello stato di agitazione. Duro il commento del sindacalista della Uil, Vincenzo Falanga, anche per l’assenza del sindaco di Campione, Roberto Salmoiraghi.

    «L’assenza del sindaco è stato un segnale chiaro – ha detto – Ci hanno presentato una nuova delibera approvata lunedì sera senza alcun preavviso. Dovevamo discutere la comunicazione del 9 agosto sugli 86 esuberi e ci troviamo con un nuovo piano sulla pianta organica».Piano nuovo che non soddisfa il sindacato. «La delibera affossa alcuni servizi. Taglia tutti i controllori del Casinò – dice Falanga – Questo vuol dire che la giunta Salmoiraghi è convinta che la casa da gioco non riaprirà. Vengono ridotti a due gli agenti di polizia locale, cancellando la pattuglia sul Ceresio. Inoltre, la segretaria Lucia Amato ha spiegato che gli esuberi potrebbero non essere sufficienti per redigere un nuovo bilancio».

    Nell’amministrazione dell’exclave rimane così lo stato di agitazione. In una nota diffusa ieri, l’amministrazione spiega che la riduzione a 16 dipendenti – imposti dalla dichiarazione del dissesto finanziario – comprometterebbe la regolarità di alcuni servizi fondamentali.Per via della sua posizione di exclave in territorio svizzero, a Campione, il Comune, si deve infatti fare carico di alcune questioni che sul resto della terra tricolore vengono espletate direttamente dallo Stato o da altri enti.

    «Si evidenzia che nel territorio comunale è presente un Ufficio Postale gestito dal Comune – spiega l’amministrazione di Campione in una nota – in virtù di accordi stipulati tra le competenti autorità centrali, il Comune e la Svizzera, in cui sono effettuabili operazioni sia con Poste italiane sia con la Posta svizzera. È presente inoltre una Casa da Gioco per cui il Comune svolgeva un servizio di controllo sul regolare andamento del gioco e degli incassi con proprio personale, sino alla dichiarazione del fallimento».

  • Campione d’Italia, l’urlo dei 600: «Il Governo riapra la casa da gioco»

    Campione d’Italia, l’urlo dei 600: «Il Governo riapra la casa da gioco»

    Respinta dalla maggioranza la richiesta di dimissioni del sindaco e della giunta

    Alcune centinaia di persone, 600 secondo gli organizzatori, hanno sfilato in corteo ieri mattina per due ore lungo le strade di Campione. Un percorso sull’anello che dal Casinò arriva all’arco di benvenuto nell’exclave italiana in Svizzera, al centro della più grande crisi della sua storia. La casa da gioco è stata chiusa il 27 luglio per ordine del giudice fallimentare di Como.Il corteo, seguito da uno spiegamento di forze dell’ordine, ha chiesto la riapertura del Casinò, unica reale fonte di reddito e di occupazione del paese. Da dieci giorni i circa 500 dipendenti sono in presidio permanente nel piazzale Maestri Campionesi. Con loro hanno sfilato anche i familiari. Anziani, mamme e bambini, che a settembre non avranno più l’asilo. Il Canton Ticino ha dato in tal senso disponibilità ad accoglierli nelle strutture della Svizzera italiana.«Il Casinò deve riaprire al più presto, anche in amministrazione controllata», hanno urlato a gran voce, sfilando da piazza Milano e piazzale Maestri Campionesi fino all’arco all’ingresso di Campione d’Italia, poi di nuovo verso il Casinò per sciogliere il corteo e ricostituirsi in presidio davanti al Municipio.Slogan, fischietti, padelle e coperchi. I commercianti hanno chiuso i negozi e abbassato le saracinesche in segno di solidarietà. «Grande assente la politica – spiegano gli organizzatori – Non c’era il primo cittadino, Roberto Salmoiraghi, mancavano i parlamentari comaschi. “Non abbandonateci!”. Senza un intervento del Governo è difficile se non impossibile pensare di proseguire ancora a lungo».La letteraProsegue intanto lo scontro politico all’interno del Municipio. Quattro consiglieri, staccati ormai da mesi dall’unica lista del sindaco Roberto Salmoiraghi, hanno chiesto le dimissioni del primo cittadino e della giunta.Ieri sera, in una nota, il capogruppo Gianluca Ferrari ha ripercorso tutti gli ultimi passaggi politici della lista, a partire dalla presa di coscienza, già in campagna elettorale, della grave situazione economica di Comune e Casinò. Ferrari ricorda l’avvicendamento di quattro segretari comunali in soli sei mesi. Sindaco, giunta e consiglio, per «alleviare la grave situazione finanziaria ricevuta in eredità – scrive – hanno posto in essere provvedimenti anche dolorosi per alleggerire il bilancio del Comune» e correttivi sono stati messi in atto anche sul Casinò. «Se i quattro consiglieri ritengono esaurita la loro esperienza, hanno facoltà di rassegnare le loro dimissioni», scrive sempre Ferrari, che rinnova la sua fiducia al sindaco e alla giunta.

  • Campione d’Italia, i residenti presentano una petizione al ministro Salvini

    Campione d’Italia, i residenti presentano una petizione al ministro Salvini

    Petizione dei residenti di Campione d’Italia, che si sono rivolti al commissario Giorgio Zanzi e al ministro dell’Interno Matteo Salvini per chiedere un intervento per la comunità. Tra gli elementi di criticità i campionesi chiedono di «scongiurare la disgregazione della società civile disincentivando la continuazione di un esodo forzato già in corso tra i residenti».

    La richiesta è stata sottoscritta da un gruppo di una quindicina di residenti che hanno promosso una raccolta firme. Il punto prioritario è «la riapertura del Casinò perché la casa da gioco è l’unico possibile vettore economico e a cui affidare le residue speranze di ripresa, seppur parziale, della comunità».

    Il Tar del Lazio dovrebbe pronunciarsi sul ricorso dei dipendenti del Comune contro gli esuberi. Il paese aspetta comunque un segnale da Roma che potrebbe riaccendere almeno in parte la speranza. Dopo il passaggio al Senato, c’è attesa per il voto della Camera sul decreto legge fiscale, che comprende anche il già ribattezzato “decreto salva Campione”, che prevede agevolazioni fiscali e la nomina di un commissario straordinario che dovrebbe lavorare alla riapertura del Casinò.

  • Campione d’Italia e i tre commissari

    Campione d’Italia e i tre commissari

    Ci sarà qualcuno che vorrà candidarsi per governare Campione d’Italia? E qualora una lista fosse effettivamente presentata, i cittadini andranno a votare?Nel paese travolto dalla crisi peggiore della sua storia si accettano scommesse sul futuro amministrativo. In Comune, al momento, “governano” i commissari. Uno, Giorgio Zanzi, gestisce il municipio. Un’altra, Angela Pagano, governa il bilancio del paese. Imprese entrambe complicate, quasi impossibili. Dato che le casse sono totalmente vuote. Prosciugate.In questa situazione c’è da chiedersi chi abbia il coraggio di mettersi alla guida del Comune sapendo di non potere, in buona sostanza, fare nulla.L’ultimo sindaco, Roberto Salmoiraghi potrebbe anche provarci. Dovrebbe però trovare una nuova squadra e, soprattutto, offrire agli elettori argomenti nuovi e davvero forti. In paese si è costituito anche un comitato civico, ma non è chiaro se nelle intenzioni dei promotori vorrà sfociare in una lista.Il rischio concreto è che la sfiducia dei cittadini, ormai salita a livelli stellari, produca poi una diserzione di massa dalle urne. Sul voto peserà poi il destino della casa da gioco. Oggi chiusa e in attesa anch’essa di un commissario.

  • Campione d’Italia, domani consiglio sul Casinò

    Campione d’Italia, domani consiglio sul Casinò

    Si susseguono i colpi di scena nell’exclave.Ieri le Rsu dell’amministrazione comunale hanno inviato una diffida formale al sindaco di Campione d’Italia Roberto Salmoiraghi e alla sua amministrazione.Il primo cittadino ha infatti convocato per domani, giovedì, una riunione straordinaria del consiglio comunale campionese per l’approvazione di un documento sul piano di ristrutturazione del Casinò.Una “seduta pubblica straordinaria per comunicazioni del sindaco” e due punti all’ordine del giorno, ovvero il piano di ristrutturazione della società del Casinò e l’ordinamento degli uffici e dei servizi.I rappresentanti sindacali, con il coordinatore Marco Boffa, sono subito intervenuti per evitare, in sintesi, che vengano votati interventi a favore della casa da gioco.Decisioni che potrebbero allo stesso modo compromettere ulteriormente la situazione del Municipio, che ha già dichiarato il dissesto finanziario.«La rappresentanza dei dipendenti comunali – si legge nella diffida – intima e diffida il sindaco dall’assumere deliberazioni la cui approvazione comporti lesioni delle prerogative e danni erariali al Comune di Campione d’Italia e pregiudizio agli interessi e ai diritti dei lavoratori e delle loro famiglie».Il 7 giugno scorso il Comune di Campione, schiacciato dai debiti, ha dichiarato il dissesto finanziario.I circa cento dipendenti del municipio non ricevono lo stipendio da mesi e, come denunciato anche da alcuni consiglieri, è stata attuata una drastica riduzione dei servizi ai cittadini.Il timore dei rappresentanti sindacali è che ora sia data di fatto la priorità alla casa da gioco, penalizzando ulteriormente il Comune.«Si avrà la più ampia riserva di agire nelle sedi civili, penali, amministrative e contabili – si legge ancora nella diffida al sindaco – per richiedere il ristabilimento dello stato di diritto sovvertito dalle possibili decisioni volte ad anteporre interessi aziendali al bene pubblico».Nel documento, Marco Boffa ricorda anche come lo scorso 6 luglio in consiglio comunale, lo stesso sindaco di Campione, Roberto Salmoiraghi, aveva pronunciato parole molto pesanti riguardo la possibile approvazione da parte del consiglio comunale del piano di risanamento della casa da gioco. «Il sindaco affermava che – si legge nella diffida delle Rsu – “quando noi andremo ad approvare il piano di risanamento della casa da gioco, in quel momento dobbiamo sapere che condanneremo il Comune”». Il sindacato ha sollevato anche un problema di possibile conflitto di interessi. Le sorti del Municipio e del casinò, di cui il Comune è il socio unico, sono difficili da districare.Il consiglio risulta ad ogni modo ancora ufficialmente convocato. Il documento è affisso all’Albo Pretorio, consultabile anche nella sua edizione digitale. Il piano di ristrutturazione della casa da gioco dovrà inoltre essere presentato al tribunale di Como, che è stato chiamato a decidere sull’istanza di fallimento della società di gestione della Casa da gioco da parte della Procura.Il piano contiene, tra l’altro, le previsioni di trasferimenti al Comune e ne fa parte integrante l’accordo sulla riduzione del costo del lavoro che era stato raggiunto tra azienda e sindacati.

  • Campione, annuncio shock del commissario. I dipendenti comunali ancora senza stipendio

    Campione, annuncio shock del commissario. I dipendenti comunali ancora senza stipendio

    Il Comune di Campione d’Italia non è nelle condizioni di pagare nemmeno una rata degli stipendi arretrati dei suoi dipendenti. Ieri mattina è naufragata l’ipotesi che, grazie al contributo ordinario dello Stato previsto nella legge di Bilancio, si potesse anticipare qualcosa agli impiegati da dieci mesi senza salario e tredicesima.È stato lo stesso commissario prefettizio Giorgio Zanzi a comunicare la cattiva notizia ai dipendenti del municipio, convocati attorno alle 13 d’urgenza. «Zanzi ha riunito il personale e ha detto in modo chiaro che il contributo dello Stato sarà assorbito dagli anticipi di tesoreria e dalla rata di mutuo con la Banca Popolare di Sondrio – spiega Vincenzo Falanga, segretario della Uil Funzione pubblica di Como – non sarà quindi pagato alcuno stipendio arretrato». I dipendenti del Comune di Campione d’Italia lavorano da 10 mesi senza salario. «La situazione è tragica – dice ancora Falanga – se siamo tutti convinti che l’enclave sia ancora territorio italiano non si può far finta di niente. Diversamente, il governo decida di sbarazzarsi di Campione».Tra novembre e dicembre, in fase di discussione della legge di Bilancio, era parso che qualcosa potesse sbloccarsi a favore del paese. In un primo momento, oltre ad alcune agevolazioni in materia tributaria, nel decreto fiscale era stato infatti inserito un contributo straordinario di alcuni milioni di euro. Contributo poi scomparso nella stesura definitiva.«Bisogna fare qualcosa – insiste Falanga – le istituzioni devono tornare a occuparsi di Campione d’Italia».La lunga attesaIl fatto è che nonostante i termini di legge fossero precisi – 30 giorni a partire dal 18 dicembre – il presidente del consiglio non ha tuttora firmato il decreto di nomina del commissario straordinario, il quale dovrebbe essere chiamato a ipotizzare modi e forme della rinascita della casa da gioco dell’enclave, chiusa com’è noto dal 27 luglio scorso per il fallimento della società di gestione.Secondo il deputato comasco del Movimento 5 Stelle, Giovanni Currò, «la nomina è di competenza del ministero dell’Interno» e, quindi, della Lega. «Non ho notizie dai nostri sottosegretari (Carlo Sibilia e Luigi Gaietti, ndr) ma posso ribadire le posizioni del Movimento che su questo sono sempre state chiare: serve una figura terza che si attenga a quanto è scritto nel decreto fiscale. Alla fine, ciò che occorre prima di ogni altra cosa è un piano finanziario che permetta al governo di fare una valutazione».Le cause in corsoIn questa fase tutto sembra però stare nelle mani della magistratura. A Roma, al Consiglio di Stato, si discuterà il 26 febbraio prossimo il destino degli 87 dipendenti messi in mobilità dal Comune dopo la dichiarazione di dissesto finanziario. Mentre a Milano, in Corte d’Appello civile, è attesa a giorni la sentenza sul reclamo contro il fallimento del Casinò. «Forse – dice l’ex vicesindaco di Campione d’Italia, Alfio Balsamo – il governo prima di nominare il commissario straordinario attende di conoscere l’esito di questo ricorso. Un giudizio favorevole del Tribunale toglierebbe allo stesso commissario ogni potere perché, di fatto, rimetterebbe in funzione la vecchia società di gestione».

  • Camera di Commercio, l’unione di Como e Lecco. «Linee guida condivise per gestire il nuovo ente»

    Camera di Commercio, l’unione di Como e Lecco. «Linee guida condivise per gestire il nuovo ente»

    Sgomberare il campo dagli equivoci e lavorare in maniera unitaria. Si può sintetizzare così il messaggio, messo nero su bianco, da nove associazioni di categoria che faranno parte della governance della nuova Camera di Commercio di Como e Lecco. Il documento (siglato da Api Lecco, Confesercenti Como, Confesercenti Lecco, Cdo Como, Cdo Lecco, Cna del Lario e della Brianza, Confcooperative Insubria, Confcooperative dell’Adda e Rappresentanza Abi) è chiaro.L’intenzione è fare squadra perché «non si tratta di un mero accordo per far parte del consiglio camerale ed esprimere un voto, ma si tratta di un patto per stimolare il ragionamento su temi importanti che riguardano il territorio». Il modus operandi che viene proposto è basato sulla partecipazione di tutti i soggetti forti presenti sulla scena economica delle due province «evitando gelosie associative e nomine sine die che rendono più difficoltosa e ingessata l’attività, invitando alla collaborazione di tutti per il bene del territorio e delle sue realtà economiche e sociali». Una linea netta emersa dopo che il rinnovo delle cariche e la fusione con Lecco aveva messo in fibrillazione le associazioni di categoria del territorio. L’apparentamento tra Unindustria Como, Confindustria Lecco, Confartigianato e Confcommercio garantirà infatti alle associazioni di categoria più importanti la maggioranza del consiglio camerale mentre le altre associazioni del territorio lariano, grazie a questa alleanza, puntano a gestire con modalità condivise il loro ruolo nel consiglio camerale.Una metodologia d’azione ben delineata nel documento che è stato presentato ieri. «Negli ambiti camerali non dobbiamo più ragionare come Como e Lecco ma come Lario Brianza, un territorio dove ci sono più centri nevralgici importanti e più vertici attrattivi. I temi da tenere ben presenti nei prossimi anni come ricchezza che va valorizzata sono i rapporti con la Svizzera e il Canton Ticino, il comparto manifatturiero, il turismo, l’economia sociale, il coinvolgimento delle nuove generazioni, la promozione di nuove imprese, l’innovazione e la tutela della tradizione e della cultura locale», si legge nelle lunghe e articolate premesse alla spiegazione di come e dove intervenire.Le intenzioni si traducono infatti in diverse pagine che analizzano i punti specifici da sviluppare tenendo come punto fermo la necessità di evitare il dualismo tra Como e Lecco, creando invece un modello non più gerarchico a due teste ma orizzontale dove siano presenti anche i sindaci dei centri urbani più significativi che «già da tempo fungono da poli territoriali. È opportuno che i sindaci e i rappresentanti di questi centri (da Cantù a Mariano Comense, da Erba a Merate, Menaggio, Bellagio, Mandello del Lario, solo per citare alcuni esempi), facciano parte di Tavoli tematici dedicati ai settori e in particolare ai distretti e, facendo tesoro dell’esperienza positiva del Tavolo del Distretto metalmeccanico lecchese, si vadano a creare analoghe realtà per il legno-arredo, il tessile, il turismo e l’alimentare».

  • Calcio Como, Felleca in Bulgaria: Accordo con il Levski

    Calcio Como, Felleca in Bulgaria: Accordo con il Levski

    Il Como domenica non si presenterà a Pavia, per la gara di Coppa Italia di serie D, con la speranza che dall’altra squadra lombarda giunga un accordo per il rinvio del match dopo la sentenza del 13 settembre sul ripescaggio dei lariani in serie C.

    In attesa di dipanare questa matassa, i dirigenti lariani hanno annunciato, dopo un viaggio in Bulgaria di Roberto Felleca – presidente in pectore – un accordo con il Levski Sofia per lo scambio di giocatori e di collaborazione a livello di settore giovanile.