«Senza la nostra forza lavoro l’economia elvetica andrebbe in seria difficoltà»Incremento di quasi il 10% rispetto allo scorso annoNonostante le campagne pubblicitarie xenofobe e i proclami della Lega dei Ticinesi, il numero di frontalieri nel cantone svizzero di lingua italiana non accenna a diminuire, anzi, è in deciso aumento. È quanto emerge dai dati sull’impiego nella Confederazione Elvetica relativi al primo trimestre del 2011, secondo i quali il numero di persone che ogni giorno varca la dogana per recarsi sul posto di lavoro ha superato la soglia dei 50mila addetti.Leggi l’articolodiD’Angiòin PRIMO PIANO
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Forte vento, raffiche fino a 162 km/h sul Gran Sasso
(ANSA) – L’AQUILA, 21 NOV – Forti raffiche di vento sull’Appennino abruzzese dove ieri, su alcune cime, è tornata la neve. Le stazioni dell’associazione meteorologica Aq Caput Frigoris ( www.caputfrigoris.it ) hanno rilevato nella notte raffiche a 162 km orari al Rifugio Fioretti, 1500 metri di quota sul Gran Sasso, nella Val Chiarino alle pendici del Monte Corvo, territorio della frazione aquilana di Arischia. Raffiche fino a 144 km/h al Rifugio Montecristo (1475 metri sul Gran Sasso aquilano); fino a 130 km/h a Campo Imperatore dove, a 2.132 metri, la temperatura minima registrata dalla stazione meteo è stata – 7.8° C, con temperatura percepita alle 6:08 di – 22.8° C. Minima di – 8.6° C registrata al Rifugio Franchetti (stazione meteo a 2433 metri), sul versante teramano del Gran Sasso, nei pressi di località Prati di Tivo dove il vento ha determinato un accumulo di circa 20 centimetri di neve. La stazione meteo “Serra Leardi” a quota 1980 sul Monte Genzana ha registrato una minima di -5.4 gradi. La situazione è costantemente aggiornata sul sito dell’associazione https://www.caputfrigoris.it/rete-meteo/ . (ANSA).
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«Floricoltura lariana, la situazione è drammatica»
Anche la floricoltura lariana risente pesantemente delle ripercussioni causate dall’emergenza per il Coronavirus.Lo spiega Coldiretti di Como e Lecco, con la testimonianza del florovivaista Roberto Magni.«La cartina di tornasole si è avuta con le ultime festività di Ognissanti, con un crollo generale nelle vendite ed in particolare di crisantemi e composizioni che oscilla in media tra il 30% e il 35% in meno rispetto al 2019 con, in alcuni casi, punte anche superiori e fino al 50%, distribuite sia nel comparto produttivo che in quello della vendita al dettaglio».«L’impatto dell’emergenza Coronavirus sulle vendite di fiori nei giorni delle festività di inizio novembre ha colpito in generale la Lombardia e si è reso evidente proprio nelle province settentrionali, dove la vocazione floricola è ancor più marcata» aggiunge il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi.Il sistema lariano è articolato in oltre 1.400 imprese, suddivise tra le province di Como (oltre 950) e Lecco (oltre 450), con quasi 3mila addetti.«Ora si guarda con apprensione alle settimane in vista delle festività di dicembre – conclude Roberto Magni – Un’ulteriore “stretta” nelle misure anti contagio potrebbe pregiudicare il mercato delle stelle di Natale, con effetti ancor più drammatici per il comparto florovivaistico, già piegato duramente dalla scorsa primavera».
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Flash mob di protesta ai Civili Brescia
(ANSA) – BRESCIA, 20 NOV – Una protesta silenziosa è andata in scena oggi sulla scalinata d’accesso agli Spedali civili di Brescia. Protagonisti sono stati uomini e donne del personale sanitario del principale ospedale bresciano, con camice e mascherina e a distanza di due metri l’uno dall’altro. “Ieri eravamo eroi ora siamo abbandonati” è stato detto dal gruppo composto da un centinaio di persone. Un flash mob con i protagonisti che si sono posizionati guardando la porta di ingresso del Civile. “Una protesta per far emergere la gestione interna di queste settimane che non tiene conto del personale impegnato quotidianamente in reparto” è stato spiegato. (ANSA).
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Fca-Psa: via libera autorità olandese a quotazione
(ANSA) – TORINO, 20 NOV – L’autorità olandese per i mercati finanziari (Autoriteit Financiële Markten) ha approvato il prospetto informativo relativo alla quotazione e all’ammissione alla negoziazione in Europa delle azioni Fca, che prenderà il nome di Stellantis nell’ambito della fusione transfrontaliera. Le azioni saranno quotate e negoziate sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana e sul mercato regolamentato Euronext Paris. Lo rendono noto Fca e Peugeot. (ANSA).
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Due mesi senza don Roberto, domani la messa
Due mesi senza don Roberto Malgesini, il prete degli ultimi, delle colazioni ai senzatetto, ucciso il 15 settembre scorso. Domani mattina alle 10, la messa dalla chiesa di San Rocco, la parrocchia di don Roberto, nella foto, viene trasmessa in diretta da Espansione Tv, sul canale 19 (e in streaming sul canale YouTube del “Settimanale della Diocesi”).
Domani è una ricorrenza particolare, il 15 novembre è la “Giornata mondiale dei poveri” istituita da papa Francesco. Le condizioni dei senzatetto della città, dalla scomparsa di don Roberto, non sono mutate. Anche oggi si potevano contare una ventina di giacigli di fortuna sotto i portici dell’ex chiesa di San Francesco. Un assembramento pericoloso anche dal punto di vista sanitario, nei giorni della pandemia.
Tra due settimane, il 29 novembre, i senza fissa dimora verranno accolti tra l’ex oratorio di San Rocco in via Regina 61 e nell’ex caserma dei carabinieri di via Borgovico 171. Proprio la soluzione dell’ex caserma ha creato diversi mal di pancia sul fronte politico, in particolare tra il leghisti. Affissa all’Albo Pretorio del sito dell’Amministrazione provinciale di Como, si può leggere la delibera, firmata il 30 ottobre, che ha portato Villa Saporiti a concedere i locali.Il presidente provinciale, Fiorenzo Bongiasca, scrive di aver ricevuto la richiesta dalla Caritas Diocesana, quale portavoce del vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni e di aver «preso atto della richiesta pervenuta dal sindaco del Comune di Como per l’accoglienza notturna» mettendo a disposizione i locali al 3° e 4° piano dell’ex caserma dei carabinieri, palazzina “B”, composti da 22 vani, oltre a locali con servizi igienici. Bongiasca specifica che oltre a concedere in comodato gratuito i locali «ha accettato la richiesta del sindaco di Como relativa al farsi carico delle spese per le utenze di luce, acqua e riscaldamento». La Caritas, il vescovo, Bongiasca e il sindaco di Como, Mario Landriscina, sostenuto direttamente dalla Lega, che occupa le poltrone più importanti nella sua giunta, hanno agito insomma da subito fianco a fianco sulla questione dei letti per i poveri in via Borgovico.«Considerato che negli ultimi mesi, in città si è aggravata la condizione delle persone senza fissa dimora – scrive ancora Bongiasca nella delibera – che si soffermano a dormire all’aperto sotto portici e porticati del centro città, situazione che continua a peggiorare per il sopraggiungere della stagione invernale, ma anche e soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 in corso». La concessione scadrà il 7 maggio del prossimo anno.
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Droga: 15 arresti a Bari e sequestri per 3,5 milioni
(ANSA) – BARI, 19 NOV – Quindici misure cautelari sono in corso di esecuzione da parte della Guardia di Finanza di Bari nell’ambito di una indagine su un traffico internazionale di droga. Eseguiti anche sequestri di beni per 3,5 milioni di euro. Le persone arrestate, dieci in carcere e cinque ai domiciliari, rispondono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, aggravata dalla transnazionalità, produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope e intestazione fittizia di beni. (ANSA).
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De Sfroos su Etv, boom di ascolti
Successo del cantautore a “30 Denari”. Valanga di telefonate e mail«Sale scende la marea e riporta la sua rudeera: un sèdell e una sciavata e una tuléta de Red Bull?».Una felpa bianca con la scritta “Sanremo”, la sua inseparabile chitarra e una voce diventata ormai famosa in tutta Italia. Canta dal vivo una versione acustica di Yanez, Davide Van De Sfroos, ospite d’onore martedì sera del talk-show di Etv “30 Denari”.Una puntata che ha fatto registrare un vero e proprio boom di ascolti, come testimoniato anche dalla valanga di telefonate
e mail arrivate nella redazione all’emittente lariana.Per ascoltare il cantautore lariano, c’è chi ha visto “30 Denari” persino dall’Aquila, seguendo la trasmissione online. «Davide siamo tutti con te», «Grazie», «Sei l’orgoglio comasco». «Sanremo l’hai vinto tu». Questo, in estrema sintesi, il contenuto delle centinaia di messaggi che i telespettatori hanno voluto far arrivare a Van De Sfroos, indicato ormai come il simbolo di Como.«La responsabilità in casi come questi può essere grossa o addirittura spropositata – dice subito Davide Van De Sfroos – Sanremo è un gigantesco spremiagrumi che può fare la differenza dal punto di vista discografico ma anche mettere in ginocchio artisti superaffermati. Non bisogna mettersi in testa di andare a rappresentare per partito preso un popolo, probabilmente ci sono persone che non mi amano e non vogliono essere rappresentate da me. C’è però sicuramente un popolo che riconosce nel mio modo di far musica un segnale forte. Una responsabilità sulle spalle ce l’hai, è un po’ come partire per le olimpiadi della musica».Chi chiama e chi scrive si rivolge a Davide dandogli del tu. Viene spontaneo. Qualcuno in effetti conosce Van De Sfroos personalmente. Gli altri lo sentono come «uno di noi» al punto che sembra naturale parlargli come a un amico. Addirittura – e questo dice molto del “personaggio” – capita che sia il cantautore a riconoscere dalla voce le persone in linea, identificandole con nome e cognome.«Vieni a suonare al mio matrimonio», è l’invito di una giovane ascoltatrice. «Ho quattro anni e canto già le tue canzoni», scrive, naturalmente aiutato da mamma e papà un piccolo fan.Tra le decine di telefonate si registra addirittura una “confessione”. «Te lo devo proprio dire – rivela un telespettatore – Per anni mi sono spacciato per tuo cugino e ho consegnato dischi con finti autografi a tuo nome. È iniziato tutto per caso, quando grazie a un amico sono salito sul palco a un tuo concerto».C’è spazio anche per un riferimento calcistico. C’è infatti chi chiede a De Sfroos di comporre un inno per il Como. «Non potrei mai – dice il cantautore – L’inno non può essere calato dall’alto, deve essere un testo sentito e vissuto dai tifosi». Quando imbraccia la chitarra però Davide si lascia trascinare, intona la celebre Pulenta e galena fregia e cambia le parole, utilizzando quelle care ai tifosi: «van e vegnen cun la sciarpa del Comm».A grandissima richiesta, la puntata speciale di “30 Denari” sarà mandata in onda, in replica, domenica mattina alle 11.
Anna Campaniello
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Da Villa d’Este ai bambini ammalati di Calcutta
Parla Giuseppina Selva: «La mia seconda vita con i miseri che sono più sereni di noi»«Io faccio poco, veramente pochissimo…», si schermisce convinta Giuseppina, sfoderando un sorriso dei suoi. Eppure questa donna magra e minuta è un autentico gigante della carità.Classe 1947, nativa di Menaggio e oggi residente a Lenno, è passata dall’ambiente dorato di Villa d’Este ai più poveri del mondo: bambini con gravi handicap, o colpiti da Aids, o da malattie rare, in India e in Cambogia.Giuseppina Maria Selva ha lavorato per quattordici anni nel grand hotel lariano
, uno dei più esclusivi del mondo. Era impegnata nella cosiddetta “contabilità clienti” e a un certo punto è diventata responsabile del settore. Per dieci mesi all’anno stava in ufficio; nei rimanenti due viaggiava per turismo, in Sudamerica e in Asia. Forse cercava già qualcosa, che avrebbe trovato soltanto in seguito.A Villa d’Este vedeva sfilare persone ricche e famose. «Per me era lavoro – dice – Non ho mai invidiato nè criticato donne ingioiellate, bellissime, griffate…».Nel 1994 la prima svolta. Giuseppina fa l’esperienza di un lebbrosario nel Sud dell’India. «Immenso. Accoglieva 4mila lebbrosi. Le suore infermiere dovevano tagliare pezzi di arti senza anestesia. I malati stringevano spugne tra i denti per non urlare. C’erano infezioni, musica a tutto volume e una terribile puzza di carne umana marcita. Per me fu la prima vera prova di forza da superare».Giuseppina non viene da una vita facile. La mamma, insegnante, muore giovane. Il papà, laureato in Economia e commercio, privilegia la professione; è rigido e severo, un uomo d’altri tempi. Quante sere a letto senza cena per i figli, a causa di piccole mancanze: se iniziano a mangiare senza augurare “buon appetito” al capofamiglia, se non si puliscono la bocca nel tovagliolo prima di accostare le labbra al bicchiere.All’età di dodici anni Giuseppina viene spedita all’estero a imparare le lingue. Scrive lettere di sofferta nostalgia. Il padre l’avverte: se accadrà ancora, dovrà rimanere più a lungo lontano da casa. «Io ringrazio mio padre perché mi ha insegnato la disciplina e il senso di responsabilità – ragiona lei oggi – ma non posso dire di aver ricevuto amore». Un sentimento, questo, di cui Giuseppina ha però grande bisogno. Vuole darne e riceverne e volentieri lo ammette.Si intravvede così la scelta che maturerà nel tempo. «Ho sempre desiderato aiutare, fin da giovane, ma concretamente sono riuscita a farlo più tardi. Amavo la vita difficile e odiavo le comodità fin da ragazzina, questo sì…». Mentre chiacchieriamo, osservo il viso e gli occhi profondi di questa donna coraggiosa, raffinata e semplice nel contempo. Racconta il suo personale percorso. «… Soltanto dopo la morte della mamma ho lasciato emergere la sensibilità soffocata che avevo voluto a lungo far tacere. Ho assaporato la gioia dei tramonti, dell’alba, della natura».La storia recente, la sua seconda vita, inizia nel 2000, dopo che Giuseppina lascia il lavoro a Villa d’Este e, dopo un breve periodo all’Hotel Principe Leopoldo di Lugano, dov’è impiegata come semplice segretaria di ricevimento. Esplora le esigenze della povera gente in vari Paesi del mondo e poi sceglie. Per quattro-cinque mesi all’anno vive sul Lago di Como; il rimanente tempo lo trascorre invece in India e in Cambogia. «Non sono sposata, non ho figli e ho fin troppo. Ho un appartamento e qualche risparmio. Ho potuto decidere di fare finalmente la mia vera vita».Le sue mete sono quattro. Tre in India, a Calcutta. Giuseppina è di casa nell’ospedale di Baccah, centoventi posti letto e un florilegio di malattie e malformazioni rarissime. Nella metropoli indiana incontra anche i bambini handicappati. «Spesso il loro handicap è mentale – dice – Se sono tranquilli vengono impiegati per piccoli lavori». Il suo terzo impegno consiste nel seguire il piccolo gruppo di ragazzini che vanno a scuola. Cinque di loro sono induisti; tre musulmani. La quarta meta è invece a Phnom Penh, capitale della Cambogia. Qui, per due mesi all’anno, lavora con i bambini ammalati di Aids.Il racconto che Giuseppina fa dell’ospedale di Baccah, a Calcutta, supera ogni immaginazione. «È un ospedale povero e per bambini poveri. Vengono da villaggi nei quali gli abitanti credono tuttora nella magia. Confidano negli stregoni e portano con sè amuleti. Appartengono alle caste più basse».Difficile immaginare una comunicazione efficace. «Io parlo pochissimo hindi. Il papà di questo bambino non conosce l’inglese – dice Giuseppina indicando la foto di un piccolo – eppure mi telefona due volte al mese e ci capiamo al volo. È il linguaggio del cuore».Un altro miracolo lo ha compiuto il passaparola. Giuseppina riceve aiuti da almeno cento persone nel Comasco. Denaro. Rinunce al pagamento di parcelle da lei dovute ad artigiani o professionisti, affinché possa tradurre quei soldi in risorse per gli ultimi. A tutti relaziona con toccanti lettere e, quando ritorna, con puntigliosi rendiconti finanziari e con la proiezione di filmati e fotografie. «Mostro come vivono con serenità tanti miseri che non sono annoiati o depressi come noi. La mia vita con loro è ricca di sentimenti ed emozioni. A Calcutta sono a casa e i bambini poveri sono la mia famiglia».
Marco Guggiari
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Da balcone Palazzo Vecchio suona violino
(ANSA) – FIRENZE, 26 AGO – Il violinista Charlie Siem, alla presenza del sindaco di Firenze Dario Nardella, ha aperto il ‘ReGeneration Festival’ suonando dal balcone di Palazzo Vecchio, a Firenze davanti a un centinaio di persone, che hanno rispettato il distanziamento sociale. Un modo per omaggiare la città in un anno complicato a causa del Covid e per segnare la ripartenza, proprio nello spirito in cui è pensato il Festival ideato dai tre giovani inglesi Roger Granville, regista, Maximilian Fane, direttore d’orchestra e Frankie Parham. L’edizione 2020 del ‘ReGeneration Festival’ è speciale perché per la prima volta fa tappa al Giardino di Boboli: sono previste quattro serate di opera, musica classica e jazz per 500 spettatori ad ingresso gratuito. L’apertura è dedicata all’Opera La Cenerentola di Gioacchino Rossini. Tutte le serate potranno essere seguite anche in diretta streaming sul sito di newgenerationfestival.org e sui canali youtube degli Uffizi. (ANSA).