(ANSA) – ROMA, 16 SET – La Corte costituzionale si è divisa sul nuovo presidente, che è stato eletto alla seconda votazione. Mario Morelli ha ottenuto 9 voti. Cinque quelli andati a Giancarlo Coraggio , uno a Giuliano Amato. (ANSA).
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Minsk, disposti a dialogo costruttivo con Paesi esteri
(ANSA) – MINSK, 14 AGO – La Bielorussia è pronta per colloqui “costruttivi e obiettivi” con l’estero sulle sue controverse elezioni presidenziali e sui disordini post-voto. Lo ha detto il ministro degli Esteri Vladimir Makei in una conversazione telefonica con la controparte svizzera Ignazio Cassis. Makei ha espresso “la disponibilità della parte bielorussa ad un dialogo costruttivo e obiettivo con i partner stranieri su tutte le questioni relative agli sviluppi in Bielorussia”, ha detto l’ufficio del ministro in una nota. (ANSA).
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Milano, isolamento 4 classi per positivi
– MILANO, 15 SET – Primi casi di positività tra gli alunni e gli operatori e prime 4 classi in isolamento a Milano. Lo ha comunicato l’Ats del capoluogo lombardo. “Viste le numerose richieste sul tema ‘rientri a scuola’ – scrive l’Ats Città Metropolitana di Milano in una nota – comunichiamo che oggi sono state ricevute segnalazioni di 4 casi di tamponi positivi al Covid-19 (uno in una scuola primaria, uno in una scuola dell’infanzia, uno in un nido e uno in un nido/scuola dell’infanzia) che hanno portato all’isolamento delle classi frequentate” dai soggetti. Nel caso del nido, è stata isolata anche una educatrice.
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Migranti: ancora sbarchi in Sardegna, 11 su tratta algerina
(ANSA) – CAGLIARI, 14 AGO – Non si fermano gli sbarchi di migranti sulle coste del sud Sardegna. Tra ieri notte e questa mattina sono arrivati undici algerini. Durante la notte un barchino con a bordo sette migranti è stato bloccato dalla motovedetta della Guardia di finanza al largo di Sant’Antioco. Gli algerini sono stati trasferiti in porto e affidati ai carabinieri. Alle 8:30 di oggi altri quattro algerini sono stati rintracciati dai militari dell’Arma al porticciolo di Teulada. Tutti sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza di Monastir dove gli agenti dell’Ufficio stranieri li identificheranno. saranno poi visitati e rimarranno nel Cpa in quarantena per l’emergenza coronavirus. (ANSA).
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Michel, con Turchia usare approccio bastone e carota
(ANSA) – BRUXELLES, 04 SET – Sulle relazioni tra l’Ue e la Turchia e per un allentamento delle tensioni nel Mediterraneo orientale, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, vede con favore “l’approccio del bastone e della carota”, lasciando sempre aperta la “strada del dialogo”, da rafforzare con una “Conferenza multilaterale”. Lo proporrà al prossimo vertice dei 27 leader a fine mese, che secondo i piani si terrà di persona. Ne ha parlato in un’intervista all’ANSA e ad altre cinque agenzie internazionali. “L’Unione ha strumenti economici e commerciali per migliorare le relazioni” con la Turchia, “ma gli stessi strumenti possono essere anche usati in modo diverso se non ci sentiamo rispettati. Ne parleremo al prossimo” vertice dei leader ue, “dove proporrò” anche “l’idea di una Conferenza multilaterale con tutti i Paesi che hanno delimitazioni marittime nell’area, con un possibile forte coinvolgimento dell’Ue”, ha spiegato. (ANSA).
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Messa in Duomo con parcheggio. Mini-autosilo alla Porta della Rana
Soluzione alternativa dopo le strisce gialle di piazza Roma
Messa con posto auto assicurato in Duomo. Almeno per i primi arrivati e per chi, ieri sera, in cattedrale faceva parte del coro.Un parcheggio “sicuro” si è materializzato sul sagrato laterale – di fronte alla Porta della Rana – e lì si sono riversate decine di auto. Molti i mezzi che sul cruscotto avevano il pass dalla curia. Altri invece – alcuni con targa svizzera – ne erano assolutamente privi. Potenza della nuova zona a traffico limitato, verrebbe da dire. Alla fine, infatti, la catena
che impediva fino a pochi giorni fa la sosta sotto il Duomo, è stata tolta.Con la vicina piazza Roma diventata ormai un’area di sosta per i residenti, si è corso ai ripari aprendo questo spazio solitamente interdetto alle auto. È accaduto ieri in occasione del pontificale del vescovo, monsignor Diego Coletti – in programma alle 17 – ma è accaduto, come mostra la foto inviata da un lettore, anche in occasione della messa del mattino.Verso le 12,30 di ieri, infatti, già molte auto erano diligentemente parcheggiate a due passi dell’ingresso laterale del Duomo. La confusione, dunque, regna sovrana in questo angolo di città. La rivoluzione della sosta in piazza Roma sta avendo pesanti ripercussioni. Com’è noto, il provvedimento fortemente voluto dall’assessore alla Mobilità di Palazzo Cernezzi, Daniela Gerosa, ha cancellato i posti blu convertendoli in stalli per residenti e tale drastica riduzione dei parcheggi si è abbattuta anche sui fedeli. Tanto che, durante le funzioni settimanali, in più di un’occasione il Duomo era quasi vuoto.Così non è stato, come facilmente prevedibile, per la festività di Ognissanti. E in cattedrale si sono dovuti arrangiare. Via, allora, alla sosta sotto il Duomo. Parallelamente, in piazza Roma, il numero di auto parcheggiate è aumentato, segno che non tutti i fedeli hanno trovato posto sul sagrato e sono comparse anche alcune multe per sosta abusiva. La situazione diventa dunque sempre più ingestibile. Da un lato, i commercianti, i quali ormai da mesi si oppongono alla rivoluzione viabilistica; dall’altro ora c’è anche il problema dei fedeli che iniziano a diminuire.Un legame che si potrebbe fare ancor più stretto. Alcuni degli esercenti della piazza hanno infatti deciso di provare a chiedere udienza allo stesso vescovo Diego Coletti per spiegare direttamente come stanno vivendo questa nuova realtà che sta incidendo pesantemente sui loro affari. Tutto ciò in considerazione del fatto che, 10 giorni fa, proprio il vescovo aveva espresso solidarietà nei loro confronti. «Devono far sentire la loro voce e sottolineare l’importanza dei loro diritti soprattutto quando si tratta della sopravvivenza della propria impresa – aveva dichiarato il vescovo – Le ragioni di una categoria di persone che si trova penalizzata da determinate scelte devono essere comprese».Regna dunque sempre di più il caos. Una confusione annunciata visto che le difficoltà in zona cattedrale vengono segnalate ormai da giorni.
Fabrizio Barabesi
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Memoriale di Giuseppe Castagna: su di noi sospetti infamanti
Strage di ErbaSfogo contro la tesi innocentista di Olindo e Rosa
Leggi l’articoloinCRONACA
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Maxi processo per i prodotti contraffatti: in aula 40 imputati
In totale sarebbero oltre 100mila i vestiti e gli accessori finiti nelle mani della guardia di finanza. Gran parte delle contestazioni sono però a rischio prescrizioneIndagine partita da una perquisizione a Maslianico nel 2005: furono trovati 17mila capi “tarocchi”
I numeri dell’inchiesta sono impressionanti. Oltre 100mila capi contraffatti di tutte le maggiori marche della moda, e quaranta imputati tra chi confezionava e importava le “patacche” e chi le rivendeva nei propri negozi a ignari clienti.Ma impressionanti sono anche i numeri dei tempi della giustizia che, dopo tre anni di indagini e altrettanto di processo svolto a Bergamo – perché là si riteneva ci fosse la base dell’associazione per delinquere (cosa poi non provata) – ha rimandato
tutto a Como, facendo ripartire il fascicolo dall’udienza preliminare, in quanto i giudici hanno ritenuto competente il tribunale lariano dove avvenne il primo maxi sequestro (a Maslianico) della vicenda. Così, di fronte al giudice Nicoletta Cremona, sono sfilati i 40 imputati.A 18 persone viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e al commercio di prodotti con i marchi contraffatti. Tra questi anche un 56enne con un magazzino a Montano Lucino dove furono rinvenuti 1.798 capi e oggetti “tarocchi”. Sarebbero stati questi imputati, secondo la tesi dell’accusa, a organizzare la produzione e l’importazione dei prodotti contraffatti che poi venivano smerciati in Italia raggiungendo i negozi di tutta la penisola.Gli altri 22 finiti in aula sono proprio i negozianti o comunque i commercianti trovati in possesso dei prodotti contraffatti.Questi ultimi devono rispondere a vario titolo di ricettazione e commercio di marchi “tarocchi”. Una accusa che, se fosse confermata, porterebbe a ritenere che nei negozi e nei punti vendita degli interessati era commercializzata merce contraffatta pagata tuttavia come se fossero prodotti di grandi firme. Le case il cui marchio era stato illegalmente riprodotto sono tantissime: si parla ad esempio di Onyx, Prada, Puma, Moncler, Moschino, Dolce&Gabbana, Gucci, Guess, Calvin Klein, Cavalli, Napapijri e tante altre. Una storia che, come detto, partì il 30 settembre del 2005 quando a Maslianico si presentarono gli uomini della guardia di finanza di Bergamo per una perquisizione in seguito, probabilmente, ad una segnalazione ricevuta. Nel magazzino di proprietà di un comasco di 54 anni, furono trovati 17.481 capi di abbigliamento e accessori contraffatti.Fu il primo mattone di una indagine che poi portò ad una infinità di altri blitz e sequestri in tutta la Lombardia, e non solo, tra cui anche quello già citato di Montano Lucino. L’operazione più clamorosa a Rho, con 61mila capi finiti nelle mani nella finanza. Ma un’altra perquisizione importante avvenne pure a Genova (17mila capi).In totale, furono oltre 100mila i prodotti “tarocchi” caduti nelle mani delle fiamme gialle, importati «via terra e via mare» grazie a «attestazioni fittizie» prodotte dai vertici dell’associazione che commissionava anche i capi di abbigliamento da far produrre in India.Tutto è poi finito in Procura a Bergamo e, in seguito, di fronte ai giudici orobici in quanto si riteneva che la base dell’associazione per delinquere fosse in quel territorio. Venuta a mancare la certezza di questo radicamento – a sei anni di distanza dalla gran parte dei fatti contestati – il fascicolo è così stato dirottato su Como dove è ripartito dall’udienza preliminare. L’udienza è poi stata nuovamente rinviata al 30 gennaio. Giusto per la cronaca, la gran parte delle contestazioni si prescriverà nel 2016.
Mauro Peverelli
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Maturità sul Lario, gli studenti tra ansia ed emozione: «Inimmaginabile un esame così»
Maturità al via da ieri mattina per oltre 3.500 studenti comaschi, che sono tornati in classe per sostenere l’esame di Stato. Quest’anno, la maturità prevede solo un maxi colloquio orale partendo da un elaborato riguardante le discipline di indirizzo. Tutti gli istituti scolastici si sono attrezzati per garantire il rispetto delle norme di sicurezza imposti per contenere il rischio di contagio da Coronavirus.Le 92 commissioni della provincia di Como si sono insediate lunedì scorso. Gli studenti coinvolti sono 3.551, ai quali si aggiungeranno poi 188 candidati esterni, i cosiddetti privatisti (per i quali è prevista una prova preliminare il 10 luglio).L’esame prevede un colloquio di circa un’ora. L’interrogazione è partita da un elaborato che gli studenti hanno già consegnato, riguardante le discipline di indirizzo. Sono previsti in generale cinque colloqui al giorno e gli studenti non potranno assistere alle interrogazioni di amici e compagni per le normative di sicurezza.«Chi se lo immaginava un esame di maturità così? Non potremo mai dimenticarcelo – ha detto uno studente munito di mascherina al termine della prova all’uscita dal liceo classico e scientifico “Alessandro Volta” di Como – rivedere i miei compagni l’ultima volta in classe è stato una grande emozione. La malinconia era superiore all’ansia». A parere di altri studenti invece l’ansia si è fatta sentire: «Ne ho provata parecchia – ha detto una studentessa dopo il colloquio al “Volta” – ma è andato tutto bene, temevo però di bloccarmi per l’emozione. Anche perché si è trattato della conclusione di un percorso per me importante: sono entrata bambina e sono uscita molto cambiata. E gli ultimi mesi sono stati decisamente particolari. Tornare a scuola un’ultima volta e poi uscirne definitivamente dopo l’esame di Stato è stata una emozione molto forte».«Avevo pensato di preparare l’esame come tradizione vuole ossia incontrandomi con i compagni magari in biblioteca – ha aggiunto un altro studente – ma poi ho finito per preparare l’esame con molta incertezza da solo in casa». «È andata meglio di quel che pensavo – gli ha fatto eco una studentessa – La didattica a distanza per me è stata utile».
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«La Santarella biglietto da visita di Como per l’Expo»
Il presidente del Museo della SetaLuciano Guggiari: «Credo sia possibile, e doveroso, verificare almeno un intervento limitato»
Lo speciale “Dieci luoghi in cerca d’autore” pubblicato la scorsa settimana su queste pagine ha creato un dibattito in città. Una delle aree analizzate era l’ex centrale della Ticosa, la Santarella, che prende il nome dal suo progettista, l’ingegner Luigi Santarella, maestro nella moderna tecnica delle costruzioni in calcestruzzo.Luciano Guggiari, presidente vicario dell’associazione per il Museo della Seta di Como è stato l’ultimo in ordine cronologico a fare una proposta per il
futuro della monumentale struttura.E lo stesso imprenditore serico prende ora carta e penna per ribadire il suo progetto.«Egregio direttore – scrive Guggiari – ho molto apprezzato il vostro speciale di sabato che pone l’attenzione su dieci tra i luoghi più significativi di Como. Mi sono appassionato ad uno di essi, la Santarella, perché, abitando in provincia e frequentando Como, quando arrivo in città ho in sequenza questa visione: alambicco, pacchetto Fisac, deserto Ticosa, disastro Santarella e, sullo sfondo, Sant’Abbondio».Una visione poco edificante per il capoluogo, come sottolinea il presidente vicario del Museo della Seta.«Mi sembra che Como non meriti questo biglietto da visita e mi sono domandato se è così che intendiamo presentare la nostra città, per altri aspetti bellissima, in occasione della prossima Expo. Poi, avendo a cuore il futuro del Museo della Seta, componente importante del moderno distretto tessile comasco, mi è parso opportuno segnalare la “Santarella”, riconosciuto elemento di archeologia industriale, come sua possibile futura sede; e in tal senso, a nome della “Associazione per il Museo della Seta di Como”, a suo tempo – ricorda Guggiari – ho presentato all’amministrazione comunale un’osservazione al Piano di Governo del Territorio perchè quell’area venisse riservata ad attività culturali».Sull’ipotesi di destinare la Santarella al Museo della Seta aveva espresso però dubbi fortissimi l’assessore all’Urbanistica di Palazzo Cernezzi, Lorenzo Spallino.«Concordo con quanto sostiene l’assessore Spallino: no alla destinazione esclusiva per il Museo della Seta ma sì alla realizzazione di spazi polifunzionali – ribatte il presidente – Nell’incontro “Como città della seta” svolto al Grumello il mese scorso, abbiamo presentato la tesi di laurea di due architetti del Politecnico di Milano i quali, sviluppando l’ipotesi di trasferire nell’area “Santarella” il Museo della Seta, hanno colto la necessità di dedicare ampi spazi anche ad altre funzioni».«Comprendo e condivido le preoccupazioni che riguardano le risorse: altre priorità urgono – scrive sempre Guggiari – Ricordo peraltro che il trasferimento del Museo alla “Santarella” è stato pensato come un progetto a medio-lungo termine. Un sogno? Come vivere senza sogni?», chiede ancora il presidente vicario.«Ma la domanda da porsi con urgenza è: lasciamo la “Santarella” nello stato in cui si trova e così ben rappresentato nella vostra fotografia? – dice Guggiari riferendosi all’immagine che riproponiamo oggi in questo articolo – Credo che sia possibile, e doveroso, verificare se un intervento limitato, finalizzato a rendere gradevole e parzialmente fruibile quell’immobile, sia realizzabile e finanziabile».«L’obiettivo deve essere quello di fare in modo che i turisti che affluiranno a Como in occasione dell’Expo 2015 siano affascinati dalla “Santarella”, resa bella e imponente, e ne ricevano il messaggio: “Como è la città della seta e del tessile”», conclude Guggiari.